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COMMERCIO ESTERO

Per un commercio mondiale a beneficio di tutti
 

Javier MORENO SÁNCHEZ (PSE, ES)

Relazione sulla valutazione del ciclo di negoziati di Doha a seguito dell'accordo raggiunto in seno all'OMC il 1° agosto 2004

Doc.: A6-0095/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 11.5.2005

Votazione: 12.5.2005

Adottando con 437 voti favorevoli, 94 contrari e 12 astensioni la relazione di Javier MORENO SÁNCHEZ (PSE, ES), il Parlamento si pronuncia in merito alla valutazione del ciclo di negoziati di Doha a seguito dell'accordo raggiunto in seno all'OMC il 1° agosto 2004.

Un sistema di scambi commerciali «giusto ed equo» che porti ad una globalizzazione a vantaggio di tutti, la conservazione del modello agricolo europeo e la difesa delle produzioni alimentari tipiche dalla contraffazione, una prudente liberalizzazione del settore dei servizi e maggiore attenzione al rispetto dei diritti della proprietà intellettuale.

Sono questi i principali temi affrontati dalla relazione d'iniziativa che, inoltre, chiede una riforma dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e il maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo in tale materia.

In generale, nell'esprimere soddisfazione per l'Accordo quadro raggiunto il 1° agosto 2004 dal Consiglio generale dell'OMC e per il modo in cui la Commissione ha portato avanti con successo i negoziati, i deputati ribadiscono il proprio risoluto sostegno ad un sistema di scambi commerciali multilaterali «giusto ed equo», al fine di promuovere il commercio e «contribuire allo sviluppo sostenibile e all'efficace gestione della globalizzazione a beneficio di tutti».

Priorità allo Sviluppo

Sottolineando poi i vantaggi procurati ai Paesi in Via di Sviluppo (PVS) da un approccio multilaterale alla politica commerciale, contrariamente agli accordi bilaterali, la relazione chiede alla Commissione di continuare a propugnare un progresso rapido in tutti i settori coperti dall'Accordo, allo scopo di arrivare alla Conferenza di Hong Kong con una proposta «equilibrata e ambiziosa», in cui «lo sviluppo sia collocato al primo posto tra i temi della discussione».

Per i deputati, inoltre, i futuri negoziati dovranno produrre risultati in tutti i settori che favoriscono effettivamente l'integrazione dei PVS, «tenendo pienamente conto delle loro preoccupazioni» e affrontando in particolare i problemi specifici dei paesi meno sviluppati, «alle cui esportazioni deve essere concesso un accesso senza aggravi e quote nello spirito di un "ciclo gratuito"». Il risultato dei negoziati dovrà inoltre contribuire al conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, «favorendo la crescita economica a livello mondiale».

La relazione chiede poi che si esplori il modo di ottenere «la flessibilità necessaria in funzione del profilo di ciascun PVS» e che il Fondo monetario internazionale sviluppi un meccanismo di integrazione commerciale «che consenta di compensare le perdite eventualmente generate dalla liberalizzazione degli scambi». D'altra parte, la Commissione è esortata ad esaminare la possibilità di introdurre nei negoziati concernenti l'agricoltura un «capitolo sullo sviluppo» per i paesi meno avanzati, «affinché possano affrontare le questioni della sicurezza alimentare e dell'occupazione rurale, che sono i principali problemi per l'eliminazione della povertà».

Nel ricordare poi la necessità di estendere l'assistenza tecnica finalizzata e la costruzione di capacità ai PVS, i deputati chiedono che sia dato un impulso al commercio Sud-Sud anche istituendo un trattamento speciale e differenziato, «che consenta il rafforzamento della capacità di approvvigionamento dei paesi meno avanzati e promuovendo il libero accesso ai mercati dei paesi emergenti».

Alla Commissione, infine, è chiesto di prendere in considerazione le erosioni dei margini preferenziali che i negoziati potrebbero provocare nell'ambito dell'accordo di Cotonou, del sistema di preferenze generalizzate e di altri sistemi di preferenze commerciali, nonché di studiare le misure da adottare per garantire l'efficacia delle preferenze accordate dall'Unione europea ai paesi in via di sviluppo, segnatamente ai più poveri tra loro.

Agricoltura e prodotti tipici

Nell'accogliere con favore l'accordo sull'agricoltura, la relazione esorta i membri dell'OMC «a proseguire i propri lavori in modo equilibrato» nell'ambito dei tre pilastri (sussidi all'esportazione, aiuti interni e accesso ai mercati) le cui misure dovranno essere applicate parallelamente da tutti i paesi industrializzati aderenti all'OMC, «al fine di evitare un disarmo unilaterale da parte dell'UE», applicando nel contempo un trattamento speciale e differenziato ai PVS. Ciò vale, in particolare, per i sussidi all'esportazione che, secondo i deputati, dovranno essere gradualmente eliminati «di pari passo con tutte le forme di concorrenza all'esportazione dei partner commerciali industrializzati».

La Commissione è esortata poi a portare avanti la progettata riforma della PAC e, per quanto concerne il sostegno interno, la relazione nota con soddisfazione che l'Accordo «non rimette in causa né il modello agricolo europeo nè l'accordo di Lussemburgo sulla riforma della politica agricola comune». D'altra parte, i deputati, insistono sulla necessità di una definizione delle misure contenute nella «green box», compresi gli aiuti disaccoppiati, «consentendo così di mantenere il carattere multifunzionale dell'attività agricola e sostenere il modo di vita e l'occupazione nelle zone agricole».

Nell'accesso ai mercati va inoltre «mantenuto un equilibrio giusto ed equo tra le richieste dei PVS e la stabilità e vitalità dei mercati comunitari», pertanto è sollecitata una definizione adeguata e rigorosa del concetto di prodotti sensibili nonché la possibilità di mantenere gli impegni in materia di diritti doganali nella forma ad valorem o sotto forma di diritti specifici.

D'altra parte, è anche sottolineato l'elevato livello dell'accesso al mercato UE per i prodotti agricoli provenienti da paesi in via di sviluppo e, in tale contesto, i partner sviluppati e i paesi emergenti sono invitati «a procedere sulla strada di un'ulteriore apertura dei loro mercati ai paesi meno avanzati».

Per i deputati, infine, le indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari «costituiscono un elemento importante per l'orientamento verso una produzione agricola di qualità e la sua valorizzazione». Pertanto, i negoziati in tale materia vanno presi pienamente in considerazione nel quadro delle discussioni sull'accesso al mercato dei prodotti agricoli.

Le Denominazioni d'Origine (DOP) e le Indicazioni Geografiche Protette (IGP), sono anche trattate nell'ambito dell'Accordo sulle proprietà intellettuali, in merito al quale i deputati, sollecitano «un progresso pragmatico e graduale» sugli aspetti connessi con «l'estensione della loro protezione a prodotti diversi da vini e alcolici, conformemente al mandato di Doha». Attualmente, infatti, ai vini e agli alcolici è garantita una protezione internazionale contro le contraffazioni di gran lunga superiore agli altri prodotti, compresi quelli agroalimentari.

Altri prodotti, servizi, temi di Singapore e proprietà intellettuali

Alla Commissione è chiesto di intensificare i negoziati in materia di accesso ai mercati per i prodotti non agricoli (NAMA), «definendo una formula per eliminare o ridurre le tariffe elevate, i picchi delle tariffe e la spirale tariffaria», nonché di studiare la possibilità di una reciprocità parziale dei PVS, «tenendo presente la flessibilità di cui essi hanno bisogno» e applicando loro il principio del trattamento speciale e differenziato. I deputati, inoltre, sottolineano gli importanti benefici per il commercio e lo sviluppo che può garantire l'apertura del mercato Sud-Sud, nonché la necessità dell'eliminazione delle barriere non tariffarie, ove giustificato, da parte di tutti i partner commerciali. 

Pur accogliendo con favore le raccomandazioni adottate, i deputati deplorano la mancata istituzione di un quadro specifico nell'ambito dei servizi. Tutti i membri sono quindi esortati a presentare «offerte di qualità rivedute entro la scadenza prevista di maggio 2005», in particolare relativamente ai settori e ai modi di approvvigionamento interessanti per le esportazioni dei PVS.

D'altra parte, chiedono che si abbordi con prudenza la liberalizzazione dei servizi d'interesse pubblico e che si eccettuino i servizi connessi alla sanità, all'istruzione e al settore audiovisivo nonché quelli che rispondono alle esigenze fondamentali dei cittadini, «poiché non conviene esigere dai PVS una liberalizzazione» dei servizi «tali servizi tale da causarne lo smantellamento». 

Più in generale, la relazione rileva che i progressi conseguiti nei negoziati sul capitolo agricolo - definito «il più importante» - devono essere utilizzati «come incentivo e base negoziale per conseguire progressi anche in altri settori», segnatamente in relazione al commercio nei servizi e a un migliore accesso ai beni industriali per tutti i membri dell'OMC, «grazie ad una riduzione reale dei dazi sulle importazioni e di altri ostacoli agli scambi».

Nel valutare poi favorevolmente l'Accordo raggiunto in vista dell'avvio di negoziati nell'ambito dell'agevolazione degli scambi commerciali, la relazione riconosce che la cancellazione dei restanti temi di Singapore dal ciclo di negoziati «è stata un gesto dell'UE a favore dei PVS».

Tuttavia è anche sottolineata la possibilità di negoziare questi temi nell'ambito di un quadro multilaterale, «nell'interesse sia dei paesi industrializzati sia di quelli in via di sviluppo». In tale contesto, si chiede che siano rispettati i principi relativi al trattamento speciale e differenziato per i PVS, «tenendo presenti i periodi di transizione concessi per l'esecuzione degli impegni nonché la compatibilità con le loro capacità amministrative e istituzionali».

I deputati sollecitano anche «un progresso pragmatico e graduale» negli ambiti non contemplati dall'Accordo, come le misure concernenti l'antidumping e le sovvenzioni, gli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS), la dimensione ambientale del commercio internazionale e, come già accennato, le indicazioni geografiche.

In merito all'accordo TRIPS, inoltre, la relazione sottolinea che, nel quadro dei negoziati dell'OMC, «un'attenzione maggiore deve essere accordata alla protezione e al rispetto dei diritti della proprietà intellettuale» e deplora che molti membri dell'OMC «ancora non combattono sufficientemente la contraffazione o la pirateria commerciale». 

Riforma dell'OMC e ruolo del Parlamento

Nel sollecitare il massimo impegno da parte di tutti gli interessati per conseguire un accordo sulla nomina di un nuovo Direttore generale dell'OMC per la data prevista di maggio 2005, i deputati sottolineano la necessità di una «profonda riforma dell'OMC» al fine di creare un'organizzazione «più efficace, aperta, democratica e trasparente» che preveda anche «un più profondo coinvolgimento politico nei negoziati». Le ulteriori riforme istituzionali richieste sono anche volte alla valorizzazione del ruolo delle istituzioni dell'OMC e al miglioramento del processo decisionale, del meccanismo di composizione delle controversie e del dialogo con la società civile.

Nel ricordare poi la necessità di istituire relazioni più strette tra l'OMC ed altre organizzazioni internazionali, «come tappa essenziale del processo verso un modello diverso e più sostenibile di globalizzazione», i deputati ritengono che tutti i membri dovrebbero necessariamente rispettare le norme dell'Organizzazione internazionale del lavoro.

Pur sostenendo che sia «assolutamente indispensabile» una stretta collaborazione tra l'UE e gli Stati Uniti la relazione insiste tuttavia affinché continui ad essere di massima importanza l'inclusione nel processo decisionale di tutti gli Stati membri dell'OMC, in particolare i gruppi G-20 e G-90.

Infine, nel perorare «l'istituzionalizzazione dei parlamenti nell'ambito dell'OMC» al fine di «potenziare la legittimità democratica e la trasparenza nell'ambito dei negoziati», i deputati ritengono necessaria una stretta collaborazione tra tutte le istituzioni europee per ottenere risultati soddisfacenti.

Pertanto, al Consiglio e alla Commissione, è chiesto di continuare ad informare puntualmente il Parlamento, anche nel corso dei negoziati del ciclo di Doha e durante la Conferenza ministeriale a Hong-Kong, nonché «di associarlo alle future discussioni e di assicurargli l'accesso ai documenti del Comitato 133» (comitato sulla politica commerciale, cui partecipano rappresentanti della Commissione e degli Stati membri).

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AGRICOLTURA

Frutta e verdura con il marchio d'origine

 María Esther HERRANZ GARCÍA (PPE/DE, ES)
Relazione sulla semplificazione dell'organizzazione comune dei mercati nel settore degli ortofrutticoli
Doc.: A6-0121/2005
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 10.5.2005
Votazione: 11.5.2005

In vista della semplificazione dell'organizzazione comune del mercato degli ortofrutticoli, la Plenaria ha adottato una relazione di María Esther HERRANZ GARCÍA (PPE/DE, ES) con la quale manifesta la sua ferma opposizione alla decisione della Commissione di soprassedere alla presentazione di una proposta di riforma del settore, chiede un rafforzamento delle organizzazioni di produttori e un loro più ampio sostegno finanziario, nonché l'introduzione di un più efficace sistema di gestione delle crisi di mercato.

I deputati sollecitano inoltre un aumento delle soglie di produzione dei prodotti trasformati e l'istituzione di un sistema di etichettatura che segnali il paese d'origine del prodotto agricolo elaborato nei trasformati, un più ampio ricorso alla promozione del consumo, la garanzia della preferenza comunitaria e una maggiore tutela dalle importazioni.

Riforma dell'OCM ortofrutta

I deputati reputano «inaccettabile» il rinvio di uno o due anni di tale proposta, «stante l'urgenza di reperire una soluzione alle crisi di mercato che non possono essere superate ricorrendo agli strumenti di gestione disponibili». La Commissione è quindi esortata a non ignorare un settore che occupa un posto rilevante nella produzione finale agricola dell'UE (17%) e che «rischia di essere emarginato nei negoziati sulle nuove prospettive finanziarie». L'Assemblea sottolinea peraltro «l'importanza di reperire nuovi meccanismi di gestione del mercato per far fronte alla liberalizzazione degli scambi in sede di negoziati dell'OMC».

Organizzazioni di produttori

Il Parlamento sollecita l'Esecutivo presentare una proposta entro il luglio 2005 per rafforzare il ruolo delle organizzazioni di produttori nella gestione dei mercati e a introdurre un maggior grado di flessibilità e sussidiarietà a favore degli Stati membri. Al fine di migliorare il reddito, specie delle imprese agricole minori, inoltre, i deputati reputano necessario consentire alle aziende che vendono direttamente al consumatore finale una quota superiore al 20% o al 25% della loro produzione di aderire ad una organizzazione di produttori riconosciuta.

La relazione, poi, rileva la necessità di mantenere in linea generale il massimale vigente per la partecipazione comunitaria ai fondi di esercizio, aumentandolo però dal 4,1% al 6% in caso di raggruppamenti transnazionali, fusioni, associazioni e collaborazioni tra organizzazioni. Inoltre, i deputati chiedono di aumentare al 60% il tasso di cofinanziamento comunitario nel caso di collaborazioni, fusioni e associazioni di organizzazioni di produttori.

D'altra parte è chiesto che, nel quadro della nuova regolamentazione dei fondi di esercizio, sia sancito che i fondi comunitari non utilizzati nel corso di un dato anno potranno essere utilizzati l'anno successivo. In ogni caso, per i deputati, occorre garantire che qualunque stanziamento di bilancio inutilizzato a seguito della riforma dell'OCM (eliminazione delle pratiche di riconoscimento preliminare, ritiri, restituzioni, ecc.) dovrà ritornare al settore.

E' necessario, inoltre, snellire i meccanismi di contribuzione finanziaria dei produttori membri ai rispettivi fondi di esercizio e, pertanto, la nuova legislazione dovrebbe consentire all'organizzazione di produttori stessa di contribuire ai fondi di esercizio.

E' auspicata poi la revisione dell'elenco positivo delle azioni che possono essere finanziate, al fine di adeguare meglio i programmi operativi alle esigenze e di accordare una maggiore autonomia nella gestione di tali azioni. Inoltre, è chiesto che s'incoraggino le organizzazioni di produttori di ortofrutticoli a prevedere, nei loro programmi, azioni concernenti le certificazioni di qualità, le garanzie di sicurezza alimentare e l'ambiente.

Infine, i deputati, ritengono che le organizzazioni di produttori dovrebbero in futuro avere pieno accesso ai fondi regionali di sviluppo, dal momento che i fondi operativi non sono sufficienti a finanziare gli investimenti infrastrutturali più importanti.

Gestione delle crisi

Nel sollecitare l'introduzione di un sistema efficace di gestione delle crisi di mercato per evitare che il settore si ritrovi inerme dinanzi a forti cadute dei prezzi, i deputati sostengono che tale sistema dovrebbe consentire alle organizzazioni di produttori di assumere un ruolo attivo nella commercializzazione dei loro prodotti. 

La relazione, inoltre, chiede che il regime di ritiri attualmente in vigore sia integrato da un fondo di sicurezza gestito dalle organizzazioni di produttori e finanziato dall'Unione europea, dagli Stati membri e dagli agricoltori. Tale fondo potrebbe servire ad indennizzare i produttori dei ritiri effettuati in occasione di crisi, ad erogare aiuti per la riduzione della produzione nonché ad istituire, su base volontaria per gli agricoltori e a condizione che si realizzi uno studio preliminare di fattibilità, un regime di garanzie di reddito e di sostegno nel caso di condizioni climatiche avverse.

Nel quadro di questo nuovo sistema di gestione delle crisi, sarebbe opportuno aumentare gli aiuti ai ritiri di prodotti destinati alla distribuzione gratuita ad istituti di beneficenza, poiché attualmente detti aiuti non compensano gli elevati costi di trasporto e lavorazione, nonché alla promozione del consumo di ortofrutticoli nelle scuole.

Regime degli ortofrutticoli trasformati e etichettatura

I deputati ritengono utile aumentare le soglie di produzione per le conserve di pomodoro e le soglie di trasformazione degli agrumi. Per le prime, inoltre, si dichiarano favorevoli a consentire agli Stati membri che lo ritengano opportuno di regionalizzarle. Per le seconde, invece, sarebbe opportuno migliorarne lo sfruttamento prevedendo la possibilità di trasferire le soglie tra prodotti qualora una di esse non venga completamente sfruttata.

La penalizzazione dell'aiuto nel caso di superamento delle soglie di produzione per gli agrumi, inoltre, dovrebbe aver luogo soltanto qualora sia stata superata la somma di tutte le soglie di produzione applicabili alle varie specie di agrumi a livello comunitario.

Notando che il disaccoppiamento degli aiuti, che è un'altra delle opzioni discusse per questo settore, legittimerebbe l'utilizzo del settore della trasformazione dei pomodori quale settore rifugio da parte degli agricoltori che abbandonano altre coltivazioni colpite dalla riforma della PAC del settembre 2003, i deputati ritengono che ciò «contribuirebbe a complicare le relazioni tra le organizzazioni di produttori e l'industria». Essi, inoltre, sostengono che il disaccoppiamento degli aiuti ai prodotti trasformati non sia giustificato nell'ambito dei negoziati dell'Organizzazione mondiale del commercio.

I deputati, infine, si dichiarano favorevoli all'istituzione di un sistema di etichettatura che segnali il paese di origine del prodotto agricolo elaborato nei trasformati, in quanto «migliorerebbe il valore aggiunto delle produzioni comunitarie dinanzi alle importazioni da paesi terzi, garantendo al contempo adeguati livelli di sicurezza e qualità alimentare, che le importazioni dai paesi terzi non sempre soddisfano».

A tale proposito, nel corso del dibattito tenutosi la vigilia, Armando DIONISI (PPE/DE, IT) ha sottolineato che l'accoglimento dell'emendamento da lui proposto sull'etichettatura d'origine per i prodotti trasformati rappresenta «un passo in avanti» in quanto «non è solo il settore tessile a soffrire della concorrenza asiatica». Vi è poi la necessità di dare trasparenza all'origine dei prodotti agricoli trasformati «in modo tale che il consumatore sia informato sulla provenienza del prodotto che acquista» e ciò vale soprattutto per il settore delle conserve a base di pomodoro, «un settore trainante dell'economia italiana sia per la produzione interna che per l'export».

Nel 2004, ha infatti sottolineato il deputato, «gran parte dei pomodori nei nostri campi non sono stati raccolti, le ingenti quantità di prodotto trasformato proveniente dalla Cina a prezzi bassissimi e senza garanzie sanitarie hanno messo in crisi questo settore». Inoltre, la «conserva cinese viene rielaborata in Italia, spesso mischiata con prodotto italiano e poi rivenduta come made in Italy, senza che il consumatore possa riconoscere la vera origine». L'etichettatura, ha quindi ribadito, «rappresenta una fondamentale garanzia di qualità e di trasparenza».

Promozione degli ortofrutticoli

I deputati denunciano «la mancanza di una strategia e di una di ricerca comunitaria finalizzata a sostenere i consumi nonché la scarsità dei fondi destinati alla promozione generica degli ortofrutticoli», affermando che ciò «contrasta con la crescente preoccupazione dell'Unione europea per l'equilibrio nutrizionale della popolazione e la sicurezza alimentare».

Pertanto chiedono che, nel quadro dei regolamenti destinati alla promozione interna ed esterna dei prodotti agricoli comunitari, si dedichi agli ortofrutticoli una linea specifica di 15 milioni di euro all'anno. Le campagne generiche dovranno inoltre puntare sulla valorizzazione della "origine comunitaria" e presentare una dimensione qualitativa, e non solo quantitativa.

Preferenza comunitaria, concorrenza delle importazioni da Paesi terzi e negoziati OMC

Nel sollecitare una semplificazione del complesso sistema di sdoganamento applicato alle importazioni provenienti da paesi terzi soggette al regime del prezzo di entrata, i deputati chiedono alla Commissione di studiare la possibilità di istituire un aiuto specifico per i prodotti che si trovano in situazioni critiche a seguito delle importazioni provenienti da paesi terzi, come i frutti a polpa tenera, l'aglio e i funghi coltivati, nonché le amarene, le ciliegie, il succo di mela, le albicocche trasformate, gli asparagi, i pomodori, gli agrumi in spicchi e in succo e altri prodotti ortofrutticoli che potrebbero trovarsi in una situazione di mercato critica.

La Commissione, inoltre, dovrebbe elaborare studi di impatto sui nuovi accordi con paesi terzi, per valutarne le ripercussioni nel settore europeo degli ortofrutticoli. Nell'ambito di accordi commerciali bilaterali, inoltre, l'Unione europea dovrebbe negoziare la reciprocità nell'apertura degli scambi agricoli, compresi gli aspetti fitosanitari.

Nel richiamare, infine, l'attenzione della Commissione sul fatto che le importazioni dai paesi terzi «non offrono sempre i livelli di sicurezza e di qualità ai quali il consumatore europeo è abituato», i deputati reputano necessario introdurre controlli adeguati per garantire che i prodotti provenienti dai paesi terzi rispettino i medesimi requisiti in materia di sicurezza e di qualità dei prodotti dell'Unione europea, e che siano ottenuti nel rispetto di altri principi fondamentali, quali ad esempio condizioni lavorative eque.

Nel quadro dei negoziati per la liberalizzazione degli scambi mondiali in seno all'Organizzazione mondiale del commercio, la relazione chiede alla Commissione di difendere il mantenimento e l'applicazione effettivi del principio di preferenza comunitaria per gli ortofrutticoli e la qualifica degli ortofrutticoli come prodotti "sensibili" nel capitolo relativo all'accesso ai mercati. L'Esecutivo, inoltre deve garantire che i risparmi derivanti dall'attesa graduale soppressione delle sovvenzioni alle esportazioni vengano messi a disposizione, tra l'altro, dei provvedimenti di riequilibrio del mercato comunitario che subisce un'intensa concorrenza da prodotti analoghi di paesi terzi.

Nel ritenere necessaria la garanzia di reciprocità nell'apertura dei mercati, dal punto di vista tanto quantitativo quanto qualitativo, i deputati reputano che a tale scopo occorre intensificare il controllo e il monitoraggio delle ripercussioni delle concessioni commerciali, per quanto riguarda gli effetti sia sui paesi beneficiari delle concessioni, sia sugli Stati membri produttori. Essi, inoltre, chiedono di vigilare affinché l'apertura commerciale nel settore degli ortofrutticoli non fragilizzi i modelli di produzione agricola dei PVS.

Riforma intermedia della PAC e futuro regolamento sullo sviluppo rurale

La relazione chiede che siano mobilitati i mezzi necessari per garantire il rispetto del divieto della coltivazione di ortofrutticoli sui terreni ammissibili a beneficiare di un aiuto dissociato. In caso contrario, per i deputati, la riforma della PAC del settembre 2003 potrebbe dare ingiustamente adito a situazioni di concorrenza sleale e di discriminazione tra gli agricoltori che dispongono di un pagamento unico e i produttori di ortofrutticoli tradizionali che non ne dispongono, «aggravando così lo squilibrio già esistente in determinati mercati ortofrutticoli».

I deputati, inoltre, si dichiarano favorevoli ad eliminare l'incompatibilità esistente tra i fondi di sviluppo rurale e i fondi di esercizio, «poiché ciò colloca il settore ortofrutticolo in una posizione di discriminazione rispetto ad altri settori agricoli». Infine, essi si oppongono alla proposta di limitare alle piccole imprese e alle microimprese la concessione degli aiuti agli investimenti, alla commercializzazione e alla trasformazione nel quadro della prossima programmazione finanziaria della politica di sviluppo rurale.

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AMBIENTE

Qualità delle acque di balneazione
 

Jules MAATEN (ALDE/ADLE, NL)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione e che abroga la direttiva 76/160/CEE

Doc.: A6-0102/2005

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 9.5.2005

Votazione: 10.5.2005

Il Parlamento, adottando la relazione di Jules MAATEN (ALDE/ADLE, NL), in seconda lettura della procedura di codecisione, chiede norme più severe per la nuova direttiva riguardo alla qualità delle acque di balneazione. Tuttavia, nella speranza di poter raggiungere un compromesso con il Consiglio, i deputati hanno rinunciato a talune esigenze che erano state espresse dalla commissione per l'ambiente.

Più in particolare, la Plenaria ha ammesso l'inclusione, per un periodo transitorio di 8 anni, di una categoria qualitativa supplementare suggerita dalla posizione comune del Consiglio, la «qualità sufficiente». Tuttavia, per tale categoria i deputati definiscono delle norme più severe di quelle proposte dai Ministri. Inoltre, è stato accettato di operare una distinzione tra le acque costiere e le acque interne, applicando a queste ultime delle norme meno rigide.

D'altra parte, contrariamente a quanto proposto dal Consiglio, il Parlamento descrive dettagliatamente le azioni che devono intraprendere le autorità nazionali o regionali in caso di incidenti o situazioni d'emergenza. L'auspicio di alcuni deputati, soprattutto dei Verdi, di applicare le nuove norme anche alle acque in cui si praticano attività sportive (kayak, surf, ecc.) e non solo a quelle di balneazione, non è stato accolto dalla Plenaria.

Il Parlamento ha ottenuto che le informazioni al pubblico sullo stato delle acque di balneazione dovranno essere fornite tramite un sistema segnaletico «semplice e standardizzato» che la Commissione dovrà definire entro due anni, previa consultazione degli Stati membri, delle organizzazioni turistiche e dei consumatori, delle associazioni di consumatori e di tutte le altre parti interessate. Questo sistema dovrà anche essere disponibile su un sito web dell'UE.

La prima classificazione delle acque di balneazione con queste nuove norme dovrà essere stabilita «entro la fine della stagione balneare 2001». Nel corso del dibattito tenutosi la vigilia, il commissario Stavros DIMAS si era detto favorevole all'introduzione della categoria «qualità sufficiente», ma aveva anche valutato troppo severe le norme suggerite dal Parlamento per questa categoria. Spetta ora al Consiglio pronunciarsi e, se dovessero persistere posizioni divergenti, le due istituzioni dovranno confrontarsi nel quadro della procedura di conciliazione.

Ruolo guida dell'UE sui cambiamenti climatici
 

Risoluzione sul Seminario di esperti governativi sui cambiamenti climatici

Doc.: B6-0278/2005

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 10.5.2005

Votazione: 12.5.2005

La Plenaria ha adottato una risoluzione in vista del Seminario di esperti governativi sul cambiamento climatico che si terrà a Bonn il 16-17 maggio 2005. Pur compiacendosi per la decisione adottata a Buenos Aires di organizzare tale incontro, l'Aula si rammarica «che la X Conferenza delle parti, nonostante gli sforzi della delegazione UE, abbia affidato a tale riunione un mandato alquanto circoscritto». Ritiene, infatti, che l'UE «debba mantenere un ruolo guida nell'ambito degli sforzi internazionali per combattere i cambiamenti climatici».

Analogamente, il Parlamento plaude alle conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 22-23 marzo 2005, in particolare riguardo agli obbiettivi di riduzione del 15-30% delle emissioni, entro il 2020, per i paesi industrializzati. Al contempo, tuttavia, deplora «che il Consiglio europeo non abbia fornito alcuna indicazione circa gli obiettivi di riduzione a lungo termine e propone pertanto di esigere riduzioni del 60-80% entro il 2050».

Rivolgendosi quindi a Commissione e Stati membri, la Plenaria invita i due organi a includere nel dibattito il tema di un approccio settoriale per i futuri obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni, necessario per le imprese che competono su scala internazionale, «in particolare quelle ad elevata intensità energetica».

L'Esecutivo è inoltre esortato a considerare la possibilità di adottare, per quanto riguarda gli scambi commerciali, delle misure correttive, «allo scopo di compensare eventuali vantaggi competitivi di cui potrebbero beneficiare i produttori di paesi industrializzati che non sono vincolati da restrizioni delle emissioni di carbonio», proprie del protocollo di Kyoto.

Background 

La Conferenza delle Parti (COP) è l'organo decisionale della Convenzione. Si riunisce annualmente per l'attuazione della Convenzione ed adotta le misure necessarie per lo sviluppo di ulteriori norme.

Vi sono due organi che s'incontrano, invece,  almeno  due volte l'anno per portare avanti i lavori preparatori in vista della COP: il  Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice (SBSTA)  ed il Subsidiary Body for Implementation (SBI), il cui segretariato dal 1996 ha sede a Bonn.

La COP 10, che ha avuto luogo a Buenos Aires lo scorso dicembre, ha celebrato il decimo anniversario dell'entrata in vigore della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici (UNFCCC). In tale occasione è stato concordato di tenere un seminario di esperti governativi volto ad assistere le parti nel cercare soluzioni a tale problema ed analizzare le politiche e le misure adottate per attuare sia la Convenzione che il Protocollo di Kyoto. 

Link utili

Testo del Protocollo di Kyoto
Sito dell'UNFCC - United Nations Framework Convention on Climate Change
Testo delle conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 22-23 marzo 2005

Consultare i cittadini per le decisioni sugli OGM


Risoluzione sulla strategia dell'Unione europea in vista della Conferenza di Almaty sulla Convenzione di Aarhus

Doc.: B6-0277/2005

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 9.5.2005

Votazione: 12.5.2005

In vista della seconda riunione delle parti contraenti  della Convenzione di Aarhus (MOP-2), che si terrà dal 25 al 27 maggio 2005 ad Almaty, in Kazakistan, la Plenaria ha adottato una risoluzione sulla strategia dell'Unione europea, che è esortata ad assumere un ruolo guida «trasparente e costruttivo nell'ambito dei negoziati».

La riunione costituisce «una buona opportunità per esaminare i progressi finora compiuti e riflettere sulle sfide future», pertanto Commissione e Stati membri sono invitati ad assicurare che le decisioni prese vengano debitamente applicate. In particolare, è necessario cercare di garantire che siano stabilite disposizioni precise volte a una partecipazione «efficace ed esaustiva del pubblico ai processi decisionali concernenti gli organismi geneticamente modificati, se del caso emendando la Convenzione e i suoi allegati».

Secondo l'Aula, sono inoltre auspicabili la creazione di un sistema di disposizioni finanziarie per «garantire finanziamenti su basi prevedibili» e il migliorato del meccanismo di conformità, fondandosi sull'esperienza acquisita.

Il Parlamento, quindi, benché esprima il proprio sostegno alle altre organizzazioni e convenzioni internazionali pertinenti in materia, sottolinea il ruolo fondamentale della Convenzione di Aarhus, in quanto «foro competente per deliberare sui principi orizzontali dell'accesso del pubblico alle informazioni, della partecipazione e dell'accesso alla giustizia in questioni ambientali». A tal proposito esorta i paesi che non l'hanno ancora fatto a ratificare tale accordo nonché il protocollo di Kiev sui registri per le emissioni inquinanti e i loro trasferimenti.

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TRASPORTI

Porti al sicuro dagli atti terroristici

 Jeanine HENNIS-PLASSCHAERT (ALDE/ADLE, NL)
Relazione sulla proposta modificata di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al miglioramento della sicurezza dei porti
Doc.: A6-0031/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 10.5.2005
Votazione: 10.5.2005

La Plenaria ha adottato la relazione di Jeanine HENNIS-PLASSCHAERT (ALDE/ADLE, NL) sulla proposta di direttiva riguardo al miglioramento della sicurezza nei porti che ha tra i suoi obiettivi principali la prevenzione da attacchi terroristici.

Essa, in particolare, definisce le istanze e le procedure essenziali per rafforzare la sicurezza dei porti, invitando gli Stati membri a designare una «autorità di sicurezza portuale» e un «agente di sicurezza del porto» nonché un «punto di contatto» per questa sicurezza, il cui compito principale è informare la Commissione su come contattare le autorità e gli agenti. 

L'applicazione effettiva e uniforme delle misure di sicurezza solleva importanti questioni riguardo al loro finanziamento. L'Aula ritiene che i fondi destinati alle misure di sicurezza «addizionali» non devono portare a distorsioni della concorrenza e per questo la Commissione è invitata a presentare, entro il 30 giugno, i risultati di uno studio sui costi derivanti dalla direttiva, in particolare per quel che concerne la suddivisione dei finanziamenti tra le autorità pubbliche, quelle portuali e degli operatori.

Per la relatrice, il successo di questa direttiva dipende dall'efficacia della sua attuazione. Per tale motivo l'Esecutivo dovrebbe garantire che essa venga applicata in egual modo in tutti gli Stati Membri.

Background

Questa normativa è tesa ad allinearsi il più possibile al codice di condotta per la sicurezza nei porti elaborato, nella primavera 2004, da un gruppo di lavoro dell'IMO (Organizzazione marittima internazionale) e dell'OIL (Organizzazione internazionale del lavoro). Si tratta, però, unicamente di un codice di condotta che, pertanto, non è giuridicamente vincolante.

La direttiva, in particolare, intende rafforzare la sicurezza nelle zone portuali, che non rientrano nel campo di applicazione del regolamento relativo al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali (725/2004) adottato a seguito degli attentati terroristici di Washington, New York e Madrid.

Il regolamento (CE) n. 725/2004 relativo al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali traspone recenti accordi in sede IMO nella legislazione comunitaria.

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CULTURA

Patrimonio cinematografico da tutelare

 Gyula HEGYI (PSE, HU)
Relazione sulla proposta di raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al patrimonio cinematografico e alla competitività delle attività industriali correlate
Doc.: A6-0101/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 9.5.2005
Votazione: 10.5.2005

Le opere cinematografiche sono una componente essenziale tanto per il patrimonio culturale ed artistico, quanto per la competitività che rappresentano nell'Unione europea. Questo è il presupposto da cui muove la relazione di Gyula HEGYI (PSE, HU) sul patrimonio cinematografico e sulla competitività delle attività industriali correlate, adottata dalla Plenaria in prima lettura della procedura di codecisione.

L'Aula invita gli Stati membri ad adottare misure adeguate per assicurare la conservazione della ricchezza cinematografica e favorire una migliore valorizzazione del potenziale in essa contenuto. Per i deputati, sarebbe opportuno incoraggiare e favorire «l'educazione visuale e l'educazione al cinema e alla cultura mediatica a tutti i livelli, nei programmi di formazione professionale e nei programmi europei».

Inoltre gli Stati devono prendere opportuni provvedimenti al fine di garantire che il patrimonio audiovisivo sia sistematicamente raccolto, catalogato, conservato, restaurato e reso accessibile al pubblico. Un sistema di deposito obbligatorio delle opere presso archivi nazionali o regionali, istituti di cinematografia e simili permetterebbe, infatti, di utilizzare i beni cinematografici per consolidare la dimensione dell'istruzione in Europa nonché la promozione della diversità culturale.

Sarebbe inoltre possibile un migliore utilizzo dell'uso delle nuove tecnologie e di quelle digitali e l'accesso alle opere depositate verrebbe garantito anche ai disabili. E' dunque necessario intraprendere una «raccolta sistematica delle opere che fanno parte del patrimonio audiovisivo nazionale mediante l'obbligo giuridico o contrattuale di depositare almeno una copia di elevata qualità delle opere presso organismi designati».

 Gli Stati membri sono invitati a garantire che le opere, «durante un determinato periodo transitorio, riguardino almeno le produzioni o coproduzioni che hanno ottenuto finanziamenti pubblici a livello nazionale e regionale». Al termine di tale periodo transitorio, nei limiti del possibile, dovrebbero riguardare« tutte le produzioni, comprese quelle che non hanno beneficiato di fondi pubblici».

Per conoscere la raccolta di ogni Stato membro, la Plenaria suggerisce «la possibilità di istituire una rete di basi di dati che abbracci il patrimonio audiovisivo europeo, insieme alle organizzazioni competenti, in particolare il Consiglio d'Europa (Eurimages e Osservatorio europeo dell'audiovisivo)».

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INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

Strategia d'informazione per conoscere l'Europa
 

Luis Francisco HERRERO-TEJEDOR (PPE/DE, ES)

Relazione sull'attuazione della strategia d'informazione e di comunicazione dell'Unione europea

Doc.: A6-0111/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 12.5.2005

Votazione: 12.5.2005

Con 398 voti favorevoli, 54 contrari e 55 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato una relazione di Luis Francisco HERRERO-TEJEDOR (PPE/DE, ES) sull'attuazione della strategia d'informazione e di comunicazione dell'Unione europea che chiede maggiore impegno, anche finanziario, delle Istituzioni comunitarie al fine di sviluppare la conoscenza, l'interesse e la partecipazione dei cittadini alle questioni europee.

I deputati, inoltre, ritengono che nel prossimo futuro la priorità debba essere data alla campagna di informazione e di comunicazione sulla Costituzione. I programmi scolastici e universitari, inoltre, dovrebbero dedicare maggior spazio alla conoscenza dell'Unione. Occorre poi agevolare il lavoro dei giornalisti e associare i media regionali e locali alla politica d'informazione. Per l'Aula, un canale parlamentare potrebbe dare un contributo significativo allo sviluppo di uno spazio pubblico europeo.

Messaggi e strumenti

Più in particolare, il Parlamento sottolinea che la strategia dell'informazione e della comunicazione deve innanzitutto perseguire l'obiettivo di una costante e adeguata informazione dei cittadini dell'Unione sul funzionamento delle Istituzioni dell'Unione, «in modo da svilupparne la conoscenza, l'interesse e la partecipazione alle questioni europee e da avvicinarli maggiormente all'Unione». E' poi essenziale trasmettere ai cittadini europei «un messaggio forte a favore dell'impegno europeo e del sentimento di appartenenza al progetto europeo». E' inoltre necessario istituire un sistema d'informazione decentrato «che consenta di raggiungere più agevolmente gruppi specifici, ai quali andrebbero diretti messaggi individualmente mirati in tutti i casi».

 

I deputati si dicono poi convinti che la politica d'informazione e di comunicazione si rivelerà efficace «soltanto quando la conoscenza dell'Unione europea e delle sue istituzioni sarà inserita come materia di studio nei programmi scolastici degli Stati membri» e ritengono che anche le università «dovrebbero essere invitate ad avere un atteggiamento proattivo nella diffusione e nella promozione dei valori comuni europei».

 

Nel chiedere l'intensificazione del ricorso ai mezzi di comunicazione dotati della capacità tecnologica di raggiungere tutti i cittadini europei nelle loro case – come la televisione, la radio e Internet - il Parlamento ritiene che le Istituzioni, nel rispetto delle norme stabilite dal Regolamento finanziario, dovrebbero concludere accordi con società di produzione di programmi audiovisivi in grado di concepire sceneggiati, concorsi, film, reportage e in generale ogni tipo di programmi accessibili e di alta qualità che riflettano i gusti del pubblico e contribuiscano a promuovere l'idea e i valori dell'Europa. Con il programma MEDIA si potrebbero finanziare film per favorire lo sviluppo dell'industria audiovisiva europea e promuovere, allo stesso tempo, «l'immagine» e lo «spirito» dell'Unione.

 

Sottolineando l'esigenza di trovare una formula che consenta di associare più strettamente i media regionali e locali nella politica d'informazione e di comunicazione, i deputati rilevano la necessità che l’Unione europea crei un centro di eccellenza per la Comunicazione, «dove ci sia una cooperazione strutturata tra tutte le sue istituzioni e in cui ci si avvalga della collaborazione di professionisti ed esperti del settore della comunicazione». Le Istituzioni, sono poi invitate a migliorare le condizioni per i giornalisti accreditati e le relazioni di lavoro con i medesimi nonché, più in generale, «a concedere il più ampio accesso possibile alle fonti d'informazione a tutti i cittadini che desiderano informazioni sulle politiche e le attività dell'Unione europea».

 

Costituzione europea

 

Il Parlamento           sottolinea che la campagna d'informazione e di comunicazione sulla Costituzione «dovrebbe diventare nel prossimo futuro la principale priorità all'interno della strategia d'informazione e di comunicazione dell'Unione». Tale priorità deve essere affrontata in una duplice prospettiva:

 

-        le istituzioni europee hanno il compito di informare «chiaramente e obiettivamente» i cittadini europei in merito al contenuto della Costituzione e al significato delle modifiche che essa introduce rispetto ai trattati attuali,

-        il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno inoltre «la responsabilità politica di appoggiare la ratifica della Costituzione, agendo sempre in sintonia con gli Stati membri e tenendo conto della pertinente legislazione nazionale».

 

In merito all'informazione sul contenuto della Costituzione, è sottolineata la particolare importanza di organizzare seminari specifici rivolti ai giornalisti «al fine di trasmettere in maniera chiara ed obiettiva il contenuto della Costituzione e correggere qualsiasi disinformazione in merito». Inoltre è rilevata la necessità di sviluppare attività specifiche per il mondo accademico, in particolare concentrando il programma d'azione Jean Monnet sulle questioni costituzionali europee, organizzando seminari accademici sulla Costituzione, «aiutando a definire il contenuto dei programmi universitari e sponsorizzando studi o pubblicazioni sulle questioni costituzionali europee».

Va inoltre promosso l'utilizzo delle moderne tecnologie, in particolare l'accesso via internet al testo della Costituzione e spiegazioni in merito al suo contenuto, nonché dei servizi internet e telefonici per fornire risposte agli interrogativi sul contenuto della Costituzione.

 

Il Parlamento dovrebbe poi partecipare a tutte le iniziative intraprese dalla Commissione a livello nazionale, in cooperazione con i rispettivi governi degli Stati membri e, in tale contesto, sarebbe importante coinvolgere in queste iniziative anche i parlamenti nazionali, «ogniqualvolta possibile». L'Assemblea ricorda poi «il ruolo principale» delle collettività regionali e locali e dei loro partner nel processo di ratifica delle Costituzione, «allo scopo di rendere l'informazione discendente più personalizzata e dunque più efficace».

 

I deputati, infine, ricordano l'importante ruolo delle organizzazioni della società civile nei dibattiti sulla ratifica e sulla necessità di mettere a disposizione un sostegno sufficiente per consentire loro di impegnare i loro aderenti in questi dibattiti a livello di tutta l'Unione europea, per promuovere l'impegno attivo dei cittadini nelle discussioni sulla ratifica.

 

Politica d'informazione del Parlamento europeo

 

Nel prendere atto delle discussioni attualmente in atto riguardo alla possibilità di creare un canale parlamentare di proprietà pubblica, i deputati si compiacciono della decisione di commissionare uno studio di fattibilità su tale ipotesi. Il canale d'informazione parlamentare o il vero e proprio canale televisivo del Parlamento europeo, in ogni caso, dovrebbe essere indipendente e «potrebbe dare un contributo significativo allo sviluppo di uno spazio pubblico europeo».

 

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Dichiarazioni

 Interventi di un minuto

 Carlo FATUZZO (PPE/DE, IT) ha sottolineato che «l'amore di molti cittadini europei verso l'Europa comincia purtroppo a diminuire». Per il deputato, in Italia, questo fenomeno è dovuto anche al cambio introdotto tra la lira e l'euro, «per cui tutto costa di più perché sembra che si spenda di meno, spendendo in euro anziché nella vecchia lira».

Egli ha pertanto chiesto al Presidente di comunicare al Consiglio e al commissario competente la proposta «per risolvere questo problema», ossia «obbligare tutti coloro che vendono prodotti» ad apporre la doppia indicazione dei prezzi, in euro e in moneta nazionale.  

Quest'ultima indicazione, inoltre, dovrebbe essere «di misura doppia»  rispetto a quella in euro. Ciò, secondo l'oratore, «aiuterebbe a ritrovare l'amore per l'Europa».

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VARIE

Alimenti destinati a un'alimentazione particolare
 

Giuseppe GARGANI (PPE/DE, IT)

Relazione sui prodotti alimentari destinati ad un'alimentazione particolare (Versione codificata)

Doc.: A6-0110/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 43 del regolamento del Parlamento

Votazione: 11.5.2005

La relazione è stata approvata con 421 voti favorevoli, 21 contrari e 7 astensioni. 

Fecola di patate
 

Janusz Czesław WOJCIECHOWSKI (PPE/DE, PL)

Relazione sul regime di contingentamento per la produzione di fecola di patate

Doc.: A6-0096/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 10.5.2005

Votazione: 11.5.2005

La relazione è stata approvata con546 voti favorevoli, 23 contrari e 9 astensioni. 

Statistiche comunitarie sul reddito e le condizioni di vita

 Ottaviano DEL TURCO (PSE, IT)
Relazione sulle statistiche comunitarie sul reddito e le condizioni di vita (EU-SILC)
Doc.: A6-0107/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento del Parlamento
Votazione: 10.5.2005

La relazione è stata approvata. 

Protezione dei ritrovati vegetali

 Joseph DAUL (PPE/DE, FR)
Relazione sulla Convenzione internazionale per la protezione dei ritrovati vegetali
Doc.: A6-00052/2005
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento del Parlamento
Votazione: 10.5.2005

La relazione è stata approvata con 568 voti favorevoli, 17 contrari e 8 astensioni.

Encefalopatie spongiformi trasmissibili
 

Dagmar ROTH-BEHRENDT (PSE, DE)

Relazione sulla prevenzione, controllo ed eradicazione di alcune ecefalopatie spongiformi trasmissibili

Doc.: A6-0098/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 10.5.2005

La relazione è stata approvata.

Misure eccezionali di sostegno al mercato
 

Niels BUSK (ALDE/ADLE, DK)

Relazione sulle misure eccezionali di sostegno al mercato

Doc.: A6-0126/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 10.5.2005

La relazione è stata respinta con 272 voti favorevoli, 334 contrari e 14 astensioni. Visto che la Commissione europea non ha ritirato la sua proposta, la direttiva torna quindi all'esame della commissione agricoltura che dispone di due mesi per presentare una nuova relazione.

Accordo CE/Svizzera
 

Karl-Heinz FLORENZ (PPE/DE, DE)

Relazione sull'accordo CE/Svizzera sulla partecipazione all'Agenzia europea e alla rete europea d'informazione e di osservazione ambientale

Doc.: A6-0088/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 10.5.2005

La relazione è stata approvata con 601 voti favorevoli, 4 contrari e 4 astensioni.

Sistema comune di imposta sul valore aggiunto
 

Ian Stewart HUDGHTON (Verdi/ALE, UK)

Relazione sul sistema comune di imposta sul valore aggiunto

Doc.: A6-0097/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 10.5.2005

La relazione è stata approvata.

Giustizia per la famiglia McCartney
 

Risoluzione sulla violenza e i crimini commessi in Irlanda del Nord dall'autoproclamato "Esercito Repubblicano Irlandese" (IRA), in particolare l'assassinio di Robert McCartney

Doc.: B6-0281/2005

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 9.5.2005

Votazione: 10.5.2005

La risoluzione è stata approvata con 555 voti favorevoli, 4 contrari e 48 astensioni.

Partecipazione ai programmi comunitari
 

Elmar BROK (PPE/DE, DE)

Raccomandazione sugli accordi quadro CE/Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, FYROM, Serbia e Monentegro sulla partecipazione ai programmi comunitari

Doc.: A6-0122/2005

Procedura: Parere conforme

Raccomandazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 10.5.2005

La raccomandazione è stata approvata.

Situazione in Kirghizistan e in Asia centrale

Risoluzione comune sulla situazione in Kirghizistan e in Asia centrale
Doc.: B6-0295/2005
Procedura: Risoluzione coumne
Dibattito: 11.5.2005
Votazione: 12.5.2005

La risoluzione è stata approvata.

 Bilancio 2006 del Parlamento

 Valdis DOMBROVSKIS (PPE/DE, LV)
Relazione sullo stato di previsione delle entrate e delle spese del Parlamento per l'esercizio finanziario 2006
Doc.: A6-0106/2005
Procedura: Bilancio
Dibattito: 11.5.2005
Votazione: 12.5.2005

La relazione è stata approvata.

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Ordine del giorno 25 - 26 maggio 2005
Bruxelles

Mercoledì 25 maggio 2005

(15:00 - 20:00, 21:00 - 24:00)

 

Relazione Malmström - Relazioni UE/Russia

 

Discussione congiunta - Diritti fondamentali
Relazione Gál - Promozione e protezione dei diritti fondamentali
Relazione Moraes - Protezione delle minoranze e politiche contro la discriminazione nell'Europa allargata

 

Relazione Leinen - Accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione

***I

Relazione Nassauer - Riciclaggio dei capitali, compreso il finanziamento del terrorismo

***I

Relazione Kratsa-Tsagaropoulou - Modifica dei programmi d'azione sulla parità tra donne e uomini

***I

Relazione Thomsen - Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità (2001-2005)

 

***II

***II

 ***II

 ***I

Discussione congiunta - Veicoli a motor

Raccomandazione Koch - Sedili e poggiatesta dei veicoli a motore

Raccomandazione Costa - Cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta dei veicoli a motore
Raccomandazione Costa - Ancoraggi delle cinture di sicurezza dei veicoli a motore

Relazione Hedkvist Petersen - Sistemi di protezione frontale dei veicoli a motore

***I

Relazione Scheele - Aggiunta di vitamine, minerali e altre sostanze agli alimenti

***I

Relazione Poli Bortone - Indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari

*

Relazione Schierhuber - Finanziamento della politica agricola comune

***I

Relazione Skinner - Riassicurazione

 

Interrogazione orale - Possibilità di fusioni tra borse nell'Unione europea e futura architettura dei mercati finanziari nell'UE

 Giovedì 26 maggio 2005

(09:00 - 11:00)

  

*

Discussione congiunta

    Relazione Goebbels - Orientamenti di massima delle politiche economiche generali
Relazione Mato Adrover - Orientamenti di massima per le politiche degli Stati membri sull'occupazione

    Relazione Oomen-Ruijten - Agenda di politica sociale (2006-2010)

 (11:00 - 13:00) Votazione

 

Relazione Busk - Misure straordinarie di sostegno al mercato

 

Condizioni d'impiego dei lavoratori mobili che effettuano servizi d'interoperabilità transfrontaliera

*

Relazione Costa - Accordo CE/Cile su alcuni aspetti dei servizi aerei

*

Relazione Costa - Protocollo all'accordo sui trasporti marittimi con la Cina a seguito dell'allargamento

***II

Relazione Lulling - Conti trimestrali non finanziari per settore istituzionale

*

Relazione Moraes - Stipendi base e indennità applicabili al personale dell'Europol

*

Relazione Morillon  Finanziamento di studi e progetti pilota connessi alla politica comune della pesca

*

Relazione Morrillon - Protocollo dell'accordo CE/Costa d'Avorio sulla pesca (1° luglio 2004 - 30 giugno 2007)

 

Risoluzioni - Servizio europeo di azione esterna

 

Risoluzioni - Armi leggere (UN prepcom)

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 L'ordine del giorno può subire modifiche.

 

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