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ENERGIA

Obiettivi ambiziosi per l'efficienza energetica
 

Mechtild ROTHE (PSE, DE)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici

Doc.: A6-0130/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 6.6.2005

Incoraggiare gli Stati membri a risparmiare energia con un approccio più flessibile ed obiettivi più rigorosi. Questo é il fine della relazione di Mechtild ROTHE (PSE, DE) adottata dall'Aula riguardo alla proposta di direttiva sull'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici.

Diversamente dall'Esecutivo, che propone sia reso obbligatorio per gli Stati membri un risparmio annuale dell'1% dell'energia distribuita o venduta al settore pubblico, la Plenaria auspica stabilire obiettivi più ambiziosi e vincolanti ogni tre anni, in modo che «tra il 2006 ed il 2015 il risparmio energetico totale raggiunga  almeno l'11,5%».

Per il periodo, quindi, tra 2006 e 2009, i risparmi dovrebbero essere del 3%, cosa che permetterebbe agli Stati di avere il tempo necessario per stabilire le misure più opportune da adottare. Successivamente, nel periodo 2009-2012, queste cifre dovrebbero salire al 4% (con una media annua dell'1,3%), e al 4,5% per il 2012-2015 (media annua dell'1,5 % ).

I deputati ritengono che l'Esecutivo debba avere la possibilità di stabilire obiettivi nazionali differenziati e vincolanti sulla base del miglioramento effettivo e potenziale dell'efficienza energetica degli Stati membri ed auspica che quello dell'efficienza diventi uno dei criteri nell'assegnazione dei contratti di servizio pubblico.

La Plenaria chiede dunque che gli Stati stabiliscano dei principi di riferimento per migliorare l'efficacia energetica a livello europeo basandosi su appositi indicatori. Insiste poi affinché si definisca un sistema trasparente e non burocratico per valutare gli sforzi fatti finora da ogni governo ed invita all'informazione pubblica sulle diverse forme di risparmio energetico.

Favorevoli all'introduzione di misure incitative volte a promuovere un vero mercato dei servizi energetici, i deputati esortano gli Stati membri ad assicurare che i distributori e le società di vendita al dettaglio migliorino l'efficienza energetica nella Comunità commercializzando «servizi caratterizzati da un uso finale efficiente dell'energia».

Il Parlamento, al fine di «garantire condizioni uniformi fra tutti i fornitori» prevede infine che siano «tassativamente vietate le sovvenzioni incrociate fra le varie attività dei fornitori e dei rivenditori di energia», nonché la possibilità di offerte di verifiche gratuite per valutare le effettive necessità dei clienti, almeno fin quando il 5% di loro non riceva i servizi energetici.

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GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI

Lotta al terrorismo: prevenire e agire tutelando i diritti

Il Parlamento ha adottato un pacchetto di raccomandazioni destinato al Consiglio in vista della revisione del Piano d'azione contro il terrorismo, sul quale i Capi di Stato e di Governo si pronunceranno in occasione del Vertice del 16 e 17 giugno. I deputati chiedono una politica di prevenzione basata sull'informazione, un progetto politico europeo globale e coerente nonché  sulla specializzazione di Europol e Eurojust.

Nel sollecitare una strategia europea integrata per la protezione delle infrastrutture sensibili, inoltre, è sottolineata la necessità di una rete informativa di allerta rapida e di una forza europea di protezione civile. Sul fronte del finanziamento del terrorismo, l'Aula chiede il monitoraggio e la tracciabilità dei movimenti bancari internazionali e la definizione di regole trasparenti nel settore della beneficenza.

I deputati chiedono poi la creazione di un'Unità europea incaricata delle politiche di assistenza alle vittime e l'adozione di una definizione internazionale della nozione di terrorismo che consideri imprescrittibili i reati ad esso legati. Nel chiedere poi che Europol sia trasformata in organo dell'Unione europea sottoposto al controllo del Parlamento, i deputati sollecitano lo sviluppo della lotta contro gli ambienti suscettibili di fomentare l'odio razzista, religioso e ideologico.

Il Parlamento chiede inoltre di migliorare lo scambio di informazioni sulle condanne per atti terroristici e, a tal fine, propone di potenziare il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri. Al contempo è sottolineata la necessità di garantire il rispetto della privacy e dei principi relativi alla protezione dei dati. D'altra parte, i deputati hanno respinto un'iniziativa riguardo alla conservazione dei dati detenuti dagli operatori telefonici e dai provider di servizi internet.

Prevenire e combattere il terrorismo

Jaime María MAYOR OREJA (PPE/DE, ES)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sulla prevenzione, preparazione e risposta agli attentati terroristici

Doc.: A6-0166/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 7.6.2005

Il Parlamento, adottando con 540 voti favorevoli, 92 contrari e 19 astensioni la relazione di Jaime MAYOR OREJA (PPE/DE, ES), sottolinea che la prevenzione dovrebbe basarsi sull'informazione, su un dibattito pubblico continuo riguardo alla minaccia terroristica, su un rifiuto collettivo del terrorismo in quanto strategia politica e su un'analisi delle ragioni addotte da alcuni per giustificare il rifiuto di respingere tale forma di lotta, «tenendo presento che vi è sempre l'esigenza di evitare allarmi indebiti e una rappresentazione erronea della reale natura della minaccia».

L'attuale elenco di iniziative anti-terrorismo, dettagliate e generali, vanno convertite «in un progetto politico europeo globale e coerente di lotta contro il terrorismo  e le sue cause, sia all'interno che all'esterno dell'Unione». Vanno quindi creati nuovi strumenti al fine di «consentire e promuovere l'analisi e lo scambio di informazioni relative a organizzazioni terroristiche e al loro modus operandi tra forze di polizia e servizi di intelligence».

Per i deputati, poi, è necessario incoraggiare la crescente specializzazione di Europol e Eurojust e lo sviluppo di tutti gli strumenti necessari per lo scambio di informazioni concernenti terroristi sospetti e le loro organizzazioni con paesi terzi e organizzazioni internazionali, «garantendo al contempo il rispetto della privacy e dei principi relativi alla protezione dei dati». Sul lato della risposta, i deputati chiedono al Consiglio di sviluppare ulteriori protocolli e misure da applicare automaticamente dopo un attentato e di dotare l'ufficio del coordinatore europeo per la lotta al terrorismo delle risorse necessarie all'esecuzione delle sue funzioni.

E' poi necessario creare un'Unità europea di assistenza alle vittime «che costituisca un punto di riferimento e di contatto con le Istituzioni europee» e garantire il sostegno all'iniziativa della Commissione volta a consentire l'impiego del Fondo di solidarietà in caso di attentati terroristici, con la possibilità di utilizzarlo come strumento per gli indennizzi. Occorre, infine, sostenere programmi di protezione alle vittime testimoni di atti terroristici.

Protezione delle infrastrutture sensibili

Stavros LAMBRINIDIS (PSE, EL)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio europeo e al Consiglio sulla protezione delle infrastrutture sensibili nel quadro della lotta al terrorismo

Doc.: A6-0161/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 7.6.2005

La relazione di Stavros LAMBRINIDIS (PSE, EL) adottata dalla Plenaria raccomanda l'adozione di una strategia europea integrata che affronti in modo particolare la minaccia alle infrastrutture sensibili, comprese quelle informatizzate. Essa chiede anche il varo di un programma europeo per la protezione delle infrastrutture sensibili finanziato dagli Stati membri e/o dai proprietari e dagli operatori, sulla base di incentivi finanziari o di altra natura.

I deputati, inoltre, sottolineano la necessità di una rete informativa di allerta sulle infrastrutture critiche dell'Unione che, per avere successo, deve favorire lo scambio di informazioni sulle minacce comuni e sulla vulnerabilità reciproca. All'interno della Commissione, poi, andrebbe istituito un sistema di allerta che colleghi tutti i sistemi specializzati nazionali, europei e internazionali.

Il Consiglio dovrebbe infine accogliere la proposta di istituire una Forza europea di protezione civile che sia in grado di monitorare le aree a rischio per prevenire catastrofi naturali e intervenire se si verificano eventi come il recente tsunami. Queste squadre dovrebbero esibire simboli comuni «in modo da accrescere la visibilità della solidarietà europea».

Finanziamento del terrorismo

Mario BORGHEZIO (IND/DEM, IT)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sulla lotta contro il finanziamento del terrorismo

Doc.: A6-0159/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 7.6.2005

La relazione di Mario BORGHEZIO (IND/DEM, IT) tratta delle misure che l'Unione dovrebbe attuare per impedire il finanziamento del terrorismo.

Oltre all'adozione della terza direttiva sul riciclaggio (sulla quale il Parlamento ha già adottato il parere in prima lettura lo scorso 26 maggio) e alla ratifica di una serie di protocolli internazionali, andrebbero istituite delle strutture di cooperazione e di scambio di informazioni, anche garantendo «congrui finanziamenti» al progetto FIU.NET (Financial Investigation Units Network) finalizzato alla realizzazione di una rete informatica.

Considerando che «la strategia della guerra preventiva non è riuscita a recare pregiudizio alle organizzazioni terroristiche internazionali e a impedire il loro finanziamento», la relazione sollecita poi l'adozione urgente di adeguate normative e misure che assicurino il monitoraggio e la tracciabilità dei movimenti bancari internazionali il cui ricavato è suscettibile di essere utilizzato a fine di terrorismo.

Altre misure devono riguardare l'identificazione della clientela e l'attuazione degli obblighi di vigilanza, «evitando al contempo l'utilizzo indiscriminato dell'attività di profiling in ambito bancario e finanziario e garantendo il rispetto dei diritti fondamentali» e, in particolare, quello relativo alla protezione dei dati personali.

Occorre poi promuovere norme per ridurre l'opacità del sistema finanziario e la scarsa trasparenza delle strutture utilizzate per le transazioni, fra cui i trust e le società offshore, al fine di combattere il permanere di paradisi fiscali.

La relazione raccomanda di prevedere l’obbligo, per le istituzioni finanziarie, «di comunicare urgentemente ogni notizia utile alle competenti autorità pubbliche quando sorgano fondati sospetti sulla possibilità che determinati fondi possano essere veicolati a favore di attività di terrorismo».

Vanno poi sviluppati sistemi che controllino automaticamente le operazioni di trasferimento sospette per il loro importo elevato rispetto alla media, la frequenza, la particolare identità e posizione geografica dei mittenti e dei beneficiari,  ed elaborate nuove norme per i bonifici bancari «senza tuttavia perdere di vista l’equilibrio tra libera circolazione dei capitali e individuazione di movimenti di denaro sospetti».

Nel chiedere, infine, la definizione di una serie di norme minime «che introducano regole trasparenti nel settore della beneficenza», i deputati chiedono di procedere ad una costante valutazione delle misure intraprese per combattere il finanziamento internazionale del terrorismo in stretta collaborazione con la Commissione e con il Parlamento europeo.

Piano d'azione contro il terrorismo

Rosa M. DÍEZ GONZÁLEZ (PSE, ES)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sul piano d'azione dell'Unione europea contro il terrorismo

Doc.: A6-0164/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 7.6.2005

La relazione di Rosa DÍEZ GONZÁLEZ (PSE, ES) chiede al Consiglio che, nell'applicazione del Piano d'azione dell'Unione contro il terrorismo, sia creata un'Unità europea incaricata dell'aiuto alle vittime del terrorismo sotto la responsabilità e la competenza dirette del Coordinatore europeo anti-terrorismo. Tale Unità, deve avere il compito «di accogliere, ascoltare, informare ed assistere le vittime nonché di promuovere l'attuazione delle misure necessarie per garantire una gestione positiva».

I deputati, inoltre, raccomandano al Consiglio di proporre all'Unione europea e agli Stati membri di sostenere, nel quadro delle Nazioni Unite, gli sforzi compiuti ai fini dell'adozione di una definizione globale di terrorismo. Pur respingendo la proposta del relatore di sottoporre alcuni crimini alla giurisdizione del Tribunale penale internazionale, i deputati chiedono che sia promossa l'imprescrittibilità dei reati di terrorismo negli Stati membri «per tradurre in atto la riprovazione della comunità internazionale che li considera fra i crimini contro l'umanità più gravi e intollerabili».

La relazione chiede poi che Europol sia trasformato in un organo dell'Unione europea sottoposto al controllo democratico del Parlamento europeo e del Consiglio sotto il controllo giurisdizionale della Corte di giustizia e che siano rafforzate in via prioritaria le modalità di scambio di informazioni preventive provenienti dai servizi di intelligence degli Stati membri con Europol.

Occorre d'altra parte sviluppare programmi di istruzione diffusi dai mezzi di comunicazione, che abbiano quali obiettivi la denuncia di tutte le forme di violenza, specialmente il terrorismo e la lotta contro gli ambienti «che potrebbero costituire fertile terreno di coltura per l'odio razzista, religioso e ideologico».

Per i deputati è inoltre necessario considerare il terrorismo, e più particolarmente quello di gruppi fondamentalisti religiosi, «una minaccia alla democrazia, allo Stato di diritto, alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione e alla Carta delle Nazioni Unite» e non solo una priorità dell'azione esterna dell'Unione.

Infine, ritenendo necessario considerare il carattere diffuso del terrorismo, delle organizzazioni che lo praticano e degli Stati e degli attori non statali che lo patrocinano, lo finanziano e lo praticano per i loro fini, il Parlamento sottolinea l'urgenza che l'Unione europea elabori una «politica proattiva, e non solamente reattiva, per combatterlo».

Migliorare lo scambio d'informazioni

Antoine DUQUESNE (ALDE/ADLE, BE)

Relazione sul progetto di decisione del Consiglio concernente lo scambio di informazioni e la cooperazione in materia di reati terroristici

Doc.: A6-0160/2005
&

Antoine DUQUESNE (ALDE/ADLE, BE)

Relazione sul progetto di decisione quadro relativa alla semplificazione dello scambio di informazione ed intelligence tra le autorità degli Stati membri dell'Unione europea incaricate dell'applicazione della legge, in particolare con riguardo ai reati gravi, compresi gli atti terroristici

Doc.: A6-0162/2005
&

Antoine DUQUESNE (ALDE/ADLE, BE)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sullo scambio di informazioni e la cooperazione in materia di reati terroristici

Doc.: A6-0165/2005

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 7.6.2005

Adottando due relazioni di Antoine DUQUESNE (ALDE/ADLE, BE), il Parlamento si pronuncia a favore di una proposta dell'Esecutivo e di un'iniziativa del governo svedese che mirano al miglioramento dello scambio d'informazioni sui reati gravi, compresi gli atti terroristici.

La Commissione europea ha proposto di centralizzare in Europol e in Eurojust tutte le informazioni significative. La proposta svedese non prevede la centralizzazione dei dati ma preme per un'accelerazione significativa nello scambio d'informazioni tra gli Stati membri.

Le due relazioni rafforzano taluni disposizioni relative alla trasmissione di informazioni sulle condanne per atti terroristici. I deputati, inoltre, si sono chiesti se Europol e Eurojust debbano ricevere informazioni non appena sia stata pronunciata una condanna o solo una volta che le possibilità di ricorso di appello si siano esaurite.

In una raccomandazione al Consiglio dei Ministri, il relatore propone di rafforzare la lotta al terrorismo migliorando il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri. La sua relazione raccomanda agli Stati di dotarsi di una guida di buone prassi destinata alla polizia, che riprenda i principi fondamentali per lo scambio d'informazioni, anche tra i servizi di intelligence.

Le norme per la protezione dei dati, per il relatore, dovrebbero essere armonizzate a livello europeo, come previsto dal programma dell'Aia e la priorità dovrebbe essere attribuita all'istituzione di un casellario giudiziario europeo.

Conservazioni dei dati

Alexander PICKART ALVARO (ALDE/ADLE, DE)

Relazione sul progetto di decisione quadro sulla conservazione dei dati trattati e memorizzati nel quadro della fornitura di servizi di comunicazioni elettroniche accessibili al pubblico o dei dati sulle reti pubbliche di comunicazione a fini di prevenzione, ricerca, accertamento e perseguimento della criminalità e dei reati, compreso il terrorismo

Doc.: A6-0174/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 7.6.2005

Il Parlamento ha respinto una proposta presentata da Francia, Regno Unito, Irlanda e Svezia riguardo alla conservazione dei dati detenuti dagli operatori telefonici e dai provider di servizi internet al fine di prevenzione, investigazione e lotta al terrorismo.

La relazione di Alexander Nuno ALVARO (ALDE/ADLE, DE), infatti, esprime dubbi sia sulla scelta della base giuridica che sulla proporzionalità delle misure proposte. Pertanto è chiesto agli Stati membri proponenti di ritirare l'iniziativa e di elaborare uno studio che dimostri incontestabilmente la necessità di tale iniziativa.

Durante il dibattito il vicepresidente della Commissione Franco FRATTINI ha annunciato l'intenzione di presentare un nuovo testo entro l'estate che si fonderà su una base giuridica diversa. Nicolas SCHMIT, invece, ha dichiarato che il Consiglio intende mantenere il testo pertanto la proposta torna all'esame della commissione parlamentare competente. 

Spazio di libertà, sicurezza e giustizia
 

Risoluzione sui progressi compiuti nel 2004 in sede di creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia (SLSG) (articolo 2 e 39 del trattato UE)

Doc.: B6-0327/2005

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 11.4.2005

Votazione: 8.6.2005

Trasferire in ambito comunitario le politiche connesse con lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, integrare la promozione dei diritti fondamentali, definire un programma di qualità in materia di giustizia civile e penale, attivare una vera e propria politica europea riguardo l'immigrazione e creare una strategia europea di sicurezza interna con obiettivi concreti. Sono questi alcuni dei punti forti della proposta di risoluzione redatta da Jean-Marie CAVADA sui progressi compiuti nel 2004 in sede di creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia (SLSG), adottata dal Parlamento con 528 voti a favore, 116 contrari e 24 astensioni.

L'Aula, innanzitutto, esorta il Consiglio a trasferire urgentemente in ambito comunitario la cooperazione giudiziaria e di polizia nonché  a generalizzare la maggioranza qualificata in seno al Consiglio stesso ed «il ricorso alla procedura di codecisione per tutte le politiche inerenti».

La Plenaria invita poi a riflettere sul fatto che «mantenere l'attuale situazione in attesa della ratifica del trattato costituzionale oltre che aggravare maggiormente l'attuale deficit democratico renderà impossibili le decisioni a 25 e praticamente inverificabile la loro attuazione».

Il Consiglio è quindi sollecitato «a modificare senza indugio il suo regolamento interno onde consentire la divulgazione di tutti gli atti legislativi preparatori» e a considerare che «il Parlamento europeo dovrebbe essere coinvolto sin dall'inizio nella predisposizione della legislazione europea e non già a conseguimento avvenuto di un accordo politico».

La Plenaria si rivolge poi alla Commissione, proponendo di definire una procedura che preveda la regolare informazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni sugli aspetti esterni dello SLSG «con specifico riferimento alle negoziazioni degli accordi nonché al dialogo politico con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali». Le Istituzioni dell'Unione sono quindi incoraggiate a mantenere «un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la società civile e a promuovere e agevolare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica».

Al fine d'integrare la promozione dei diritti fondamentali, il Parlamento propone che qualsiasi nuova proposta legislativa, specie in materia di  SLSG, «sia corredata di una valutazione motivata d'impatto sui diritti fondamentali». Risulta altresì importante che vengano adottate idonee misure anche per la lotta contro qualsiasi forma di discriminazione, «compresa l'adozione, previa nuova consultazione del Parlamento, della decisione quadro sul razzismo e la xenofobia».

La definizione di un programma di qualità, mediante provvedimenti congiunti in materia di accesso alla giustizia civile e penale in Europa ed il rafforzamento delle garanzie in sede processuale sono considerati importanti elementi per la promozione dei diritti fondamentali.

Pertanto i deputati invitano il Consiglio «ad approvare senza indugio l'apposita decisione quadro, tenendo debitamente conto del parere del Parlamento». D'altra parte la Commissione è esortata a presentare entro la fine del 2005 proposte legislative in materia di mutuo riconoscimento durante la fase preliminare del processo nonché le misure di controllo che non comportino una privazione di libertà. L'Esecutivo inoltre, dovrebbe occuparsi dell'osservazione del principio di "ne bis in idem in absentia", «dell'equo trattamento in sede di assunzione e utilizzo dei mezzi di prova», ed infine della tutela dei  diritti derivanti dalla presunzione d'innocenza.

Sottolineando l'importanza in tale contesto dell'adozione da parte dell'Unione del Codice europeo di etica della polizia, la Plenaria invita la Commissione a sottoporre all'esame del prossimo Consiglio europeo un programma attuativo del programma dell'Aia che indichi i risultati precisi che si intendono conseguire e a prevedere «un meccanismo trasparente di verifica a livello europeo e nazionale dell'attuazione di tali obiettivi».

Per quanto concerne, invece, l'ambito della giustizia, risulta innanzitutto indispensabile il potenziamento di Eurojust con l'obiettivo di dar vita a una Procura europea. L'Aula, poi, «si augura ulteriori progressi nel settore della cooperazione giudiziaria civile, con specifico riferimento al diritto della famiglia e al diritto commerciale».

I deputati si rivolgono poi alle politiche di migrazione, di asilo e di varco delle frontiere, sollecitando «una vera e propria politica europea di asilo e d'immigrazione giusta, equa e rispettosa dei diritti fondamentali degli immigranti».

Essi respingono inoltre «l'esternalizzazione delle politiche d'asilo e d'immigrazione e l'allestimento di campi o portali d'immigrazione all'esterno dell'Unione europea».

Dicendosi infatti fortemente preoccupati per la politica di rimpatrio dell'Unione europea, «specie per i voli collettivi di espulsione», ricordano che gli accordi di riammissione con gli Stati terzi devono basarsi «su un vero e proprio dialogo e tener conto delle esigenze di questi ultimi, essendo inteso che tale dialogo deve consentire la cooperazione politica e il co-sviluppo per risalire alle cause delle immigrazioni».

L'Aula chiede quindi a Commissione e Consiglio di far sì che l'accordo di cooperazione rafforzata in materia d'immigrazione, approvato dal consiglio GAI tra l'Unione europea e la Libia, «non preveda espulsioni collettive, detenzioni amministrative in luoghi dove vengono violati palesemente i diritti fondamentali e riconosca i diritti dei richiedenti asilo anche in Libia», in conformità della Convenzione di Ginevra.

Viene quindi ricordato alla Commissione il suo dovere di vigilare sul rispetto del diritto di asilo nell'Unione europea, «visto che recenti episodi di espulsioni collettive da taluni Stati membri hanno gettato un'ombra sul rispetto degli obblighi di questi ultimi derivanti dal diritto dell'Unione».

Ricordando che una politica comune d'immigrazione non deve limitarsi «a combattere unicamente l'immigrazione illegale» e che a questa debba infine far riscontro una politica d'integrazione, l'Aula sollecita pressantemente il varo di una politica d'immigrazione legale e si augura che anche il trasferimento in un paese europeo per motivi economici sia sostenuto «da un'armonizzazione spinta delle norme di ammissione degli immigranti nell'Unione europea, costituendo un fattore di lotta alle discriminazioni sul mercato del lavoro».

Passando poi al tema di lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, il Parlamento esprime il proprio rammarico sul fatto che non esista ancora una vera e propria strategia europea di sicurezza interna «che definisca gli obiettivi concreti, la responsabilità di esecuzione, i risultati scontati e criteri oggettivi di valutazione delle prestazioni».

I deputati ritengono inoltre deplorevole che gli Stati membri esigano l'adozione «di misure generalizzate di raccolta e di accesso ai dati siano essi di carattere operativo o inerenti ad attività quotidiane delle persone (viaggi, comunicazioni)».

La Commissione è poi invitata a presentare una base giuridica comunitaria per EUROPOL, prima dell'entrata in vigore del trattato costituzionale e a «prevedere forme spinte di cooperazione fra quest'ultimo e EUROJUST nonché forme appropriate di controllo di ambo questi organismi da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali».

E' altresì auspicabile che l'Esecutivo presenti «la base giuridica per la predisposizione di un elenco europeo di persone, gruppi e attività oggetto di misure restrittive nell'ambito della lotta al terrorismo nonché di persone che possono presentare pericoli per l'ordine pubblico»

Per quel che concerne la politica di sorveglianza generalizzata, le esigenze di proporzionalità e la protezione dei dati, il Parlamento ricorda che tutti i sistemi sono stati congegnati «per determinate finalità e nel rispetto dei principi di proporzionalità che nelle società democratiche possono giustificare limiti al loro uso per motivi di protezione dei dati». Tali limiti, comunque, «non possono essere ignorati invocando semplicemente le nuove esigenze della lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata».

Occorre quindi accordarsi preventivamente sugli obiettivi e definire di conseguenza le informazioni indispensabili per conseguire i risultati prefissati «mettendo unicamente tali dati a disposizione delle autorità competenti per un congruo periodo». Per tali motivi, i deputati esprimono «massime riserve circa la creazione di un sistema PNR europeo sotto la responsabilità di Europol» ed avvertono il Consiglio sui rischi che «l'interoperabilità dei sistemi informativi può rappresentare».

L'Aula infine «reitera la sua richiesta di definire criteri comuni in materia di tutela dei dati nel settore della sicurezza» e ricorda la necessità di potenziare la sicurezza dei documenti di viaggio. 

Nuovi orientamenti per l'immigrazione legale
 

Patrick GAUBERT (PPE/DE, FR)

Relazione sulle connessioni tra migrazione legale e illegale e l'integrazione dei migranti

Doc.: A6-0136/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 9.6.2005

Con 431 voti a favore, 124 contrari e 49 astensioni, l'Aula, ha adottato la relazione d'iniziativa di Patrick GAUBERT (PPE/DE, FR) che propone alcuni orientamenti riguardo ad una nuova politica europea sull'immigrazione, cercando di fare un bilancio sulle connessioni tra migrazione legale e illegale e l'integrazione dei migranti.

La Plenaria, innanzitutto, sottolinea che la politica di immigrazione dell'Unione europea deve fondarsi su «un approccio globale e non settoriale», basato non soltanto sulle esigenze del mercato del lavoro negli Stati membri ma, soprattutto, «su politiche di accoglienza e di integrazione nonché sulla definizione di uno status preciso e di diritti di cittadinanza, sociali e politici per i migranti in tutta l'Unione europea». E' dunque necessario un orientamento «imperniato su strette sinergie fra le varie politiche coinvolte» al fine di creare «un quadro comune di norme minime per l'ammissione dei cittadini di paesi terzi per occupazioni salariate e indipendenti».

A tal fine è auspicabile che Commissione e Parlamento studino le misure «per coordinare meglio l'insieme delle strutture e degli agenti implicati nella gestione dei flussi migratori» oltre «ad adoperarsi per il buon utilizzo e la diffusione dei programmi finanziari in materia». A tal proposito si deplora che le misure adottate ad oggi da Consiglio e Stati membri per il controllo delle ondate migratorie siano state di tipo repressivo piuttosto che proattivo.

Infatti, secondo l'Aula, «le strategie miranti a ridurre la povertà, a migliorare le condizioni di vita e di lavoro, a creare posti di lavoro e a sviluppare la formazione nei paesi d'origine contribuiscono a lungo termine alla normalizzazione dei flussi migratori». L'UE, pertanto, è invitata ad inserire, in tutti gli accordi di associazione e di cooperazione, «clausole relative alla gestione comune dei flussi migratori e alla riammissione obbligatoria in caso di immigrazione illegale». I deputati ribadiscono, tuttavia, che la cooperazione allo sviluppo, «pur essendo uno strumento necessario per combattere le cause profonde dei flussi migratori», rimane un mezzo complementare, non sostitutivo, delle politiche di integrazione e di migrazione legale.

La Plenaria ricorda poi le responsabilità di tutti gli Stati membri «nella gestione dei flussi migratori nord-sud». Sulla sponda meridionale si tratta di «lottare contro l'immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani», mentre su quella settentrionale «occorre creare le condizioni economiche per lo sviluppo sociale del paese terzo nonché un'accoglienza adeguata e rispettosa della dignità umana».

L'applicazione del sistema integrato di gestione delle frontiere esterne, secondo i deputati, dovrebbe basarsi «su un'armonizzazione rapida in materia di visti, sul coinvolgimento attivo dell'Agenzia europea per la gestione delle frontiere, con la creazione di un fondo comunitario relativo alle frontiere, nonché sulla cooperazione consolare rafforzata con conseguente creazione di posti consolari comuni».

L'Aula ribadisce poi che la politica di migrazione dell'Unione non deve considerare solo l'interesse economico, ma anche i motivi che obbligano le persone a lasciare il proprio Paese. Quindi, qualsiasi misura di lotta contro l'immigrazione clandestina e di controllo delle frontiere esterne deve «rispettare le garanzie e i diritti fondamentali degli individui» secondo le disposizioni figuranti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e nella Convenzione europea per i diritti dell'Uomo, «soprattutto per quanto riguarda il diritto di asilo e il diritto di non essere respinti alle frontiere».

Conseguentemente, è necessario rafforzare l'attenzione nei confronti della lotta contro la tratta degli esseri umani, specialmente le persone vulnerabili come donne e minori, la maggior parte delle quali non ha accesso al patrocinio legale o alla protezione sociale. Gli Stati membri dovrebbero pertanto considerare la concessione di un permesso di soggiorno permanente come «mezzo idoneo a combattere il traffico degli esseri umani». In particolare occorrono sforzi maggiori nel campo dei servizi domestici e dell'assistenza familiare, settori che danno lavoro ad un gran numero di donne migranti. E' quindi necessaria «una nuova formula che consenta alle famiglie che le occupano di trovare una soluzione giuridica che consenta la copertura sociale di dette persone».

Inoltre il Parlamento reputa fondamentale che la politica d'integrazione definisca «norme chiare che disciplinino lo status legale dei residenti e garantiscano il loro diritto a buone prassi amministrative». E' altresì auspicabile «obbligare i cittadini di paesi terzi a seguire corsi di formazione della lingua nazionale o delle lingue nazionali organizzati dagli Stati membri d'accoglienza». Si dovrebbe, poi, conferire loro il diritto di accedere all'istruzione e ai servizi sociali e sanitari, nonché la partecipazione alla vita sociale, culturale e politica.

Parte integrante della lotta contro l'immigrazione clandestina è la cooperazione fra gli organi di polizia e giudiziari nonché la responsabilizzazione adeguata dei trasportatori e delle autorità dei paesi d'origine e il rafforzamento del quadro penale repressivo contro le reti di trafficanti.

I deputati invitano pertanto gli Stati membri ad adottare una serie di sanzioni repressive nei confronti delle imprese che sfruttano illegalmente il potenziale umano degli immigrati, ma anche a incrementare le risorse umane di controllo nonché la protezione delle vittime.

La Plenaria reitera poi l'opposizione dei deputati a «centri di accoglienza o di ritenzione per gli immigrati senza documenti o i richiedenti asilo, al di fuori delle frontiere dell'UE, nelle regioni di origine dell'immigrazione». A tale proposito è anche espressa preoccupazione riguardo all'allestimento nei paesi mediterranei di "centri di prima accoglienza" per immigrati che mirano a entrare nel territorio dell'Unione, considerandoli «centri che non offrono alle persone interessate le garanzie minime in termini di diritti fondamentali».

E' rammentato poi che «la gestione dei flussi migratori non può essere improntata esclusivamente a esigenze di sicurezza, ma deve altresì basarsi sulla gestione di uno sviluppo sostenibile e sociale». D'altro canto, però, l'Aula condivide l'opinione della Commissione secondo cui la regolarizzazione di massa degli immigrati illegali «non costituisce una soluzione al problema dell'immigrazione illegale» e, in mancanza di un sistema comune, «dovrebbe mantenere un carattere eccezionale e unico poiché non risolve i veri problemi di fondo». I deputati, peraltro, ritengono che «la regolarizzazione di massa degli immigrati illegali debba tenere conto di valutazioni economiche, demografiche e culturali» e, in tale ottica, chiedono un'analisi degli effetti prodotti dalle regolarizzazioni effettuate dagli Stati membri.

Il Parlamento, inoltre, incoraggia gli Stati membri a firmare con i paesi a forte emigrazione, nell'ambito della loro politica nazionale per l'immigrazione, accordi bilaterali «volti a rispondere al fabbisogno europeo di manodopera o ad aprire nuove vie legali di immigrazione onde rendere meglio organizzato e più trasparente il processo migratorio e promuovere le relazioni con i paesi».

Infine, per impedire che il mercato del lavoro interno sia deregolamentato per i lavoratori a basso costo e clandestini, i deputati ritengono urgente elaborare politiche d'immigrazione più adattabili ai mercati del lavoro. In tale contesto invitano gli Stati membri ad «associare alla decisione sul numero di lavoratori stranieri da ammettere» le amministrazioni regionali e locali, le agenzie regionali per l'occupazione e le parti sociali, le organizzazioni sindacali e di categoria, le associazioni di volontariato impegnate nel territorio e le comunità di accoglienza.

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RELAZIONI ESTERNE

ONU: un seggio europeo al Consiglio di sicurezza
 

Risoluzione sulla riforma delle Nazioni Unite

Doc.: B6-0328/2005

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 8.6.2005

Votazione: 9.6.2005

In vista del Vertice ONU previsto per il mese di settembre 2005 e in seguito al dibattito tenutosi in Aula, il Parlamento ha adottato una risoluzione di Armin LASCHET (PPE/DE, DE) che esprime il pieno appoggio ala proposta di riforma delle Nazioni Unite presentata dal Segretario generale Kofi Annan. Congratulandosi per «l'approccio realistico», che ben combina «gli obbiettivi con misure d'azione concrete e ben definite», i deputati «invitano la Presidenza lussemburghese ad adoperarsi per giungere a una decisione del Consiglio su una posizione comune dell'UE nei confronti di riforme concrete dell'ONU». Tra le altre cose, la Plenaria sostiene l'idea di un seggio unico dell'Unione in seno al Consiglio di sicurezza.

Ritenendo che la riforma delle Nazioni Unite sia «la conseguenza ineluttabile di un'analisi approfondita dei parametri e dei fattori politici e di sicurezza che sono in gioco in un contesto mondiale nuovo e incerto», il Parlamento incoraggia il rafforzamento del sistema e delle istituzioni delle Nazioni Unite per «promuovere e garantire la sicurezza collettiva in maniera al tempo stesso legittima ed efficace».

 

Appoggiando il rafforzamento della tutela e della promozione dei diritti dell'uomo nel sistema delle Nazioni Unite nonché la sostituzione della Commissione per i diritti umani con un Consiglio per i diritti dell'uomo, l'Aula «riafferma il suo pieno sostegno al lavoro del Tribunale penale internazionale ed esorta tutti gli Stati membri dell'ONU a cooperare con esso». Ricorda poi che una prevenzione efficace delle crisi (dovute a tensioni etniche, linguistiche o religiose) è possibile soltanto se le Nazioni Unite dispongono dei mezzi per assicurarne la vigilanza e l'osservazione permanente.

 

A tal proposito ribadisce che, nel prendere in considerazione l'uso della forza, il Consiglio di Sicurezza deve sempre tener presenti «i cinque criteri di legittimazione: serietà della minaccia, scopo appropriato, uso della forza come ultima risorsa, proporzionalità dei mezzi e valutazione delle conseguenze». Tali criteri vanno riconosciuti attraverso una risoluzione del Consiglio di Sicurezza.

 

Seggio europeo al Consiglio di sicurezza

 

Il Parlamento «prende atto della proposta di estendere la composizione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aggiungendo nuovi seggi per ogni gruppo regionale, fra cui "l'Europa"». A tale proposito ritiene che la soluzione appropriata sarebbe di attribuire all'Unione un seggio permanente aggiuntivo. Pertanto gli Stati membri sono invitati a prendere in seria considerazione questa proposta, «al fine di accrescere l'influenza dell'Europa nel mondo attraverso una politica estera comune coerente ed efficiente».

 

I deputati, tuttavia, ritengono che «a prescindere dalla procedura di riforma scelta, alcuni dei seggi aggiuntivi destinati all'"Europa"» dovrebbero essere attribuiti all'Unione «in quanto tale».

 

A tale proposito, esortano il Consiglio a stabilire i meccanismi opportuni per designare, di volta in volta, gli Stati membri che svolgeranno il loro mandato «come rappresentanti dell'Unione europea». Pertanto ritengono che sarà necessario uno stretto coordinamento con gli altri Stati membri, l'Alto rappresentante o il futuro ministro degli affari esteri, la Commissione ed il Parlamento, «fintantoché non saranno soddisfatte le condizioni per la creazione di un seggio dell'Unione europea».

 

L'Aula si rivolge in seguito agli Stati membri, invitandoli a compiere ogni sforzo «per evitare che eventuali difficoltà a raggiungere un accordo sulla nuova composizione del Consiglio di Sicurezza mettano in pericolo l'insieme della riforma», i cui elementi fondamentali devono riguardare «il rafforzamento della sua autorità, il carattere davvero rappresentativo di tutte le aree geografiche, la legittimità, l'efficacia e il suo ruolo primario nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.

 

Operazioni di pace

 

Gli Stati membri sono invitati ad applicarsi maggiormente «per trasformare le forze armate in unità adatte all'impiego in operazioni di pace e per tenere pronti dei contingenti a disposizione delle Nazioni Unite». A tale proposito il Parlamento dichiara il proprio impegno a favore «di un serio rafforzamento» dell'azione di prevenzione dei conflitti e di quella di costruzione della pace (peace-building), fornendo ai responsabili di tali azioni i mandati appropriati, capacità sufficienti e una formazione idonea.

 

Pertanto, i deputati si compiacciono della proposta di creare una Commissione per la costruzione della pace (Peacebuilding Commission) nonché un Ufficio di supporto per la costruzione della pace (Peacebuilding Support Office) «nell'ambito del Segretariato delle Nazioni Unite e con la partecipazione delle istituzioni finanziarie internazionali». A tal fine sarebbe auspicabile «l'istituzione di un corpo civile di pace ("caschi bianchi") capace di svolgere funzioni di natura non militare».

 

Lotta al terrorismo

 

L'Aula sostiene la messa a punto, da parte delle Nazioni Unite, di una strategia di controterrorismo rispettosa dei diritti umani e dello stato di diritto, che coinvolga la società civile. Tale strategia, per i deputati, deve basarsi su cinque pilastri: dissuadere dal fare ricorso al terrorismo o dal sostenerlo, negare ai terroristi l'accesso a finanziamenti e risorse materiali, esercitare sugli Stati un'azione deterrente dal sostegno al terrorismo, sviluppare la capacità degli Stati di combattere il terrorismo e difendere i diritti umani. E' poi sollecitata una maggiore cooperazione in altri settori, come il contrasto alla criminalità organizzata e al traffico illecito di armi piccole e leggere e l'azione volta alla completa eliminazione delle mine terrestri.

 

Energia e armi nucleari

 

Il Parlamento si dice favorevole alla richiesta del Gruppo ad alto livello di conferire all'Agenzia internazionale per l'energia atomica «un ruolo più importante e maggiori mezzi» nella lotta contro la proliferazione nucleare e nella prevenzione dell'utilizzazione di armi atomiche, biologiche e chimiche».

 

Al fine di rafforzare ulteriormente il quadro multilaterale per la non proliferazione e il disarmo, i deputati sostengono l'invito agli Stati «a rispettare pienamente tutti gli articoli del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, della Convenzione sulle armi biologiche e tossiniche e della Convenzione sulle armi chimiche».

 

Riguardo agli Stati che rinunciano volontariamente allo sviluppo di impianti nazionali per l'arricchimento dell'uranio e per la separazione del plutonio, la Plenaria «è favorevole alla garanzia della fornitura del combustibile necessario per lo sviluppo di utilizzazioni pacifiche».

 

Paesi in Via di Sviluppo, Obiettivi del Millennio e Ambiente

 

Il Parlamento invita tutte le parti interessate a fare il possibile per realizzare gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) e ricorda, pertanto, «la necessità di attuare i precedenti impegni dei paesi donatori per il finanziamento dello sviluppo, in particolare per compiere progressi nella lotta contro l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi».

 

A tale riguardo è sottolineato che le squadre dell'ONU operanti nei singoli paesi «dovrebbero essere rafforzate, e che il personale dovrebbe godere di una formazione idonea e di finanziamenti sufficienti e dovrebbe collaborare strettamente con le istituzioni finanziarie internazionali per raggiungere gli Obiettivi».

 

Meritano ulteriore attenzione anche le attività di ricerca e sviluppo di carattere scientifico per assicurare la sostenibilità ambientale, affrontare il problema del cambiamento climatico e rispondere alle particolari esigenze dei paesi in via di sviluppo nei settori dell'agricoltura, delle risorse naturali e della gestione ambientale.

 

Il Parlamento, peraltro, sollecita il rafforzamento del governo internazionale dell'ambiente mediante la trasformazione del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) in un'agenzia specializzata dell'ONU. Viene anche sollecitato un chiarimento delle relazioni giurisdizionali riguardanti l'Organizzazione mondiale del commercio e gli accordi ambientali multilaterali nel contesto dell'ONU.

 

Inoltre, affinché i parternariati abbiano successo, «i paesi in via di sviluppo devono rafforzare i loro sistemi di governo, lottare contro la corruzione e trarre il massimo frutto dalle risorse interne per finanziare le strategie nazionali di sviluppo». Pertanto i deputati sottolineano che la prevenzione dei rischi attraverso lo sviluppo «può ridurre in modo significativo le minacce di natura politica, militare o terroristica che derivano da ineguaglianze sociali, ingiustizie economiche e degradi ambientali reali o percepiti», ma è importante ricordare che non esiste una gerarchia delle sfide.

 

Campo socio-economico

 

La Plenaria si rammarica che le proposte di riforma avanzate nella relazione del Segretario Generale in campo socioeconomico rimangano «largamente al di sotto di quanto realmente necessario» per consentire di affrontare le interconnessioni critiche tra commercio, finanza, ambiente e sviluppo economico e sociale».

 

D'altra parte, i deputati chiedono che venga migliorato il funzionamento del Consiglio economico e sociale ed appoggiano la proposta avanzata nella relazione del Gruppo ad alto livello di trasformare il G20 in un gruppo guida al quale partecipino regolarmente il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale, l'Organizzazione mondiale del commercio, l'Unione europea, il Segretario generale dell'ONU, il Presidente dell'ECOSOC e l'Alto Commissario per i diritti umani.

 

I deputati tengono poi a sottolineare che l'UNESCO è una delle «agenzie fondamentali del sistema delle Nazioni Unite, dotata di responsabilità globale» in materia di istruzione, scienza  e cultura, e pertanto esortano gli Stati membri a fornire detto ente con «maggiori risorse di bilancio».

 

Assemblea parlamentare e democrazia

 

La Plenaria chiede l'istituzione di un'Assemblea parlamentare delle Nazioni Unite che «migliorerebbe il profilo democratico ed il processo democratico interno dell'Organizzazione» e consentirebbe alla società civile mondiale «di essere direttamente associata al processo decisionale».

I deputati, inoltre, invitano gli Stati membri ad appoggiare e rafforzare il Comitato ad alto livello per la democrazia, visto che contribuisce ad istituire strutture democratiche in seno al sistema delle Nazioni Unite, «fungendo da modello di comportamento per le democrazie emergenti, e nel contempo impedendo agli Stati autoritari non democratici di presiedere organismi importanti dell'ONU», mettendo in pericolo la credibilità dell'Organizzazione.

 

Rappresentanza diplomatica dell'Unione

 

Accennando alla necessità di una più stretta cooperazione tra l'Unione europea e l'ONU in molteplici campi, i deputati ritengono che la razionalizzazione della rappresentanza diplomatica dell'Unione presso le Nazioni Unite riveste «la massima importanza per il miglioramento delle relazioni tra le due organizzazioni e per l'influenza dell'Unione europea sulla scena internazionale». Pertanto Consiglio e Commissione sono incoraggiati «ad adoperarsi attivamente per fondere le loro rispettive delegazioni in una delegazione esterna comune dell'UE» nelle sedi ONU di New York, Ginevra, Vienna e Nairobi. 

Nuovo slancio alle relazioni transatlantiche
 

Risoluzione comune sulla riuscita del prossimo Vertice UE-USA a Washington DC, il 21 giugno 2005

Doc.: B6-0350/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 8.6.2005

Votazione: 9.6.2005

In vista del vertice tra Unione europea e Stati Uniti che si terrà a Washington il prossimo 20 giugno, il Parlamento ha adottato una risoluzione comune con la quale si compiace del miglioramento delle relazioni transatlantiche e propone di imprimere loro nuovo slancio attraverso un Accordo di parternariato applicabile a partire dal 2007 che copra le relazioni politiche, economiche e di sicurezza.

I deputati, innanzitutto, ritengono che le migliorate relazioni offrano una serie di opportunità all'Unione europea e agli Stati Uniti «per lavorare strettamente di concerto in futuro su un'ampia gamma di sfide di interesse comune». Pertanto, con il nuovo Accordo transatlantico, l'agenda esistente dovrebbe essere ampliata nei settori politico, economico e della sicurezza.

Pertanto, la Plenaria raccomanda che la proposta di Accordo di partenariato transatlantico stabilisca una "comunità di azione" e si occupi dei problemi affrontandoli con iniziative comuni in settori quali la promozione della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto e il sostegno ad un efficace multilateralismo. Ma anche nel proseguimento del processo di pace in Medio Oriente e nella ricerca della sicurezza mondiale.

A questo proposito, è necessario lavorare insieme nella lotta contro il terrorismo internazionale ed occorre un impegno attivo per una riforma delle Nazioni Unite, in particolare del suo Consiglio di sicurezza, «sulla base del pieno rispetto del diritto di tale istituzione di autorizzare l'uso della forza per la soluzione di conflitti internazionali». 

Infine è necessario rafforzare il partenariato economico transatlantico. A questo proposito, i deputati ritengono che occorra individuare i rimanenti ostacoli al commercio e agli investimenti transatlantici e definire una road map che tracci una linea d'azione per il rafforzamento del mercato transatlantico, «entro un calendario preciso, stabilendo i campi d'azione prioritari, accompagnata dall'avvio di un dialogo normativo in aree specifiche atto a contribuire al processo».

Il Parlamento, inoltre auspica che il Vertice transatlantico compia progressi in vista della definizione di una risposta comune efficace alle sfide globali che superano le frontiere nazionali, «segnatamente la riduzione della povertà, le malattie trasmissibili e il degrado ambientale, in particolare promuovendo il dialogo sulla protezione del clima e le emissioni legate ai trasporti».

Ritiene inoltre che «le questioni politiche sulle quali esiste un disaccordo, quali Guantanamo, o le forti divergenze di opinioni riguardo certi strumenti internazionali, formino oggetto di discussione da parte di entrambi i partner in uno spirito di cooperazione».

L'Aula ribadisce poi il proprio rifiuto alla proposta di abolire l'embargo sulle esportazioni di armi alla Cina, «almeno e fintato che la situazione dei diritti dell'uomo in quel paese non sia concretamente migliorata». Invita inoltre la Commissione ad «avviare immediatamente negoziati con l'amministrazione USA al fine di rendere valido il programma di esenzione dei visti per tutti i cittadini europei e di rimuovere le attuali discriminazioni, in particolare contro i cittadini dei nuovi Stati membri».

I deputati infine auspicano il rafforzamento della dimensione parlamentare del partenariato, «trasformando il dialogo transatlantico dei legislatori in un'assemblea transatlantica».

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DIRITTI DELL’UOMO

L'Unione ha il dovere di tutelare le minoranze
 

Claude MORAES (PSE, UK)

Relazione sulla protezione delle minoranze e le politiche contro la discriminazione nell'Europa allargata

Doc.: A6-0140/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 8.6.2005

Maggiore impegno politico e finanziario dell'Unione e condanna di tutte le forme di discriminazione basate sulla razza, l'etnia, la religione, il genere, gli orientamenti sessuali, l'età e le condizioni fisiche, maggiore coordinamento delle misure a livello europeo, nazionale e locale, accurata raccolta di dati e di informazioni sui fenomeni discriminatori, revisione della legislazione e adozione della decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia. Sono questi i principali temi trattati dalla relazione sulla protezione delle minoranze e le politiche contro la discriminazione nell'Europa allargata adottata dalla Plenaria con 360 voti favorevoli, 272 contrari e 20 astensioni.

Politiche per l’integrazione e la protezione delle minoranze

I deputati prendono atto del fatto che, in linea generale, non è stata data sufficiente priorità nell'agenda comunitaria alle questioni relative alle minoranze nell'Unione e che occorre riservare loro più attenzione, «allo scopo di rafforzare l'efficacia delle misure adottate dalle autorità pubbliche in questo settore».

In tale contesto, la futura Agenzia per i diritti fondamentali dovrà svolgere un ruolo chiave. Nel ritenere poi che l'UE abbia una particolare responsabilità per quanto attiene alla tutela dei diritti delle minoranze, soprattutto a seguito dell’ultimo allargamento, i deputati sottolineano che questi sono parte integrante dei diritti fondamentali dell'uomo ed è quindi necessario fare «una chiara distinzione» tra minoranze (nazionali), immigrati e richiedenti asilo.

A tale proposito, invitano la Commissione a definire una norma di protezione delle minoranze nazionali e rilevano che, mentre la protezione di queste ultime rientra tra i criteri di Copenaghen, «non esiste uno standard per i loro diritti nelle politiche comunitarie, né vi è un consenso a livello comunitario su chi possa essere considerato come appartenente ad una minoranza».  

I deputati precisano poi che, nell'attuare una politica per la protezione delle minoranze e contro la discriminazione, «l'Unione non deve cercare di rimettere in questione la struttura giuridica e costituzionale dei suoi Stati membri o il principio dell'uguaglianza di tutti dinanzi alla legge».

Gli Stati membri, d’altra parte, hanno dato attuazione in modo insoddisfacente alle politiche contro la discriminazione e ciò preoccupa i deputati che, pertanto, li esortano ad intensificare tale processo, con particolare riferimento alle direttive 2000/43/CE e 2000/78/CE.

La Commissione, invece, è sollecitata a trovare una soluzione ad una serie di problemi individuati dai deputati. In particolare, quelli connessi con il recepimento tardivo o incompleto da parte degli Stati membri, la mancata istituzione di organismi di parità, l'inesistenza di disposizioni adeguate sullo status giuridico delle ONG, la formazione e l'accrescimento delle capacità nonché la diffusione delle informazioni e il varo di una campagna di sensibilizzazione.

Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero incoraggiare i datori di lavoro a promuovere il principio della parità e della non discriminazione nel luogo e nelle condizioni di lavoro, nell'accesso all'occupazione, nello sviluppo delle carriere, nelle retribuzioni e nella formazione professionale. L'Unione, di comune accordo con i suoi Stati membri, dovrebbe invece favorire in via prioritaria una politica coerente di integrazione «attraverso l'adozione di misure legislative e la messa a disposizione di un sostegno finanziario».

Condannare tutte le discriminazioni

Le Istituzioni dell'Unione europea, gli Stati membri, tutti i partiti politici democratici europei, la società civile e le associazioni ad essa appartenenti sono invitati a condannare «tutti gli atti e tutte le espressioni di antisemitismo e i comportamenti di razzismo antimusulmano e anticristiano, nonché la recrudescenza di tesi negazioniste, la negazione, la minimizzazione dei genocidi, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra», cosi come tutti gli atti di intolleranza e di incitazione all'odio razziale, nonché tutti gli atti di vessazione o violenza razzista.

Per i deputati, vanno condannati anche gli atti di violenza motivati dall'odio o dall'intolleranza di matrice religiosa o razziale, ivi compresi gli attacchi contro tutti gli edifici, i siti religiosi e i luoghi sacri. Inoltre, ribadiscono che la discriminazione per motivi religiosi è proibita e, pertanto, invitano gli Stati membri attuali e futuri ad assicurare piena libertà di religione e pari diritti per tutte le confessioni.

Gli Stati membri e la Commissione, d’altra parte, sono esortati a prestare un'attenzione particolare alle donne che appartengono a minoranze nazionali o religiose, «in quanto esse sono spesso vittime di discriminazioni da parte non solo della maggioranza della popolazione, ma anche dei membri della loro stessa minoranza». Occorre quindi prendere delle iniziative volte a tutelare i diritti di queste donne, come la trasmissione di informazioni sui diritti che la legislazione comunitaria e quella nazionale garantiscono.

La condanna degli atti di violenza omofobica o transfobica è altresì menzionata dalla relazione che sottolinea i pregiudizi e l'omofobia «di cui continua ad essere permeata la sfera pubblica». I deputati ritengono quindi che occorre intervenire contro la crescente omofobia, sottolineando con preoccupazione il moltiplicarsi degli atti di violenza contro gli omosessuali. Tra questi, citano «le intimidazioni a scuola e sul luogo di lavoro, il rilascio di dichiarazioni piene di odio da parte di esponenti religiosi e politici, un accesso ridotto all'assistenza sanitaria e al mercato del lavoro». La Commissione, inoltre, è invitata a presentare una comunicazione «sugli ostacoli alla libera circolazione nell'Unione europea delle coppie omosessuali sposate o legalmente riconosciute».

La relazione segnala anche gli elevati tassi di disoccupazione che si registrano fra gli anziani e i disabili. In tale contesto, i deputati invitano le parti sociali a compiere sforzi sostanziali per eliminare la discriminazione fondata sugli handicap o sull'età, e a garantire un radicale miglioramento dell'accesso al mercato del lavoro.

Consiglio e Commissione nonché i vari livelli di governo locale, regionale e nazionale degli Stati membri sono invitati a coordinare le loro misure volte a combattere tutte le forme di discriminazione, «allo scopo di sostenere i principi della tolleranza e della non discriminazione, e di promuovere l'integrazione sociale, economica e politica di tutti coloro che risiedono nell'Unione». Gli Stati membri inoltre sono sollecitati a fare tutto il possibile per assicurare l'effettiva integrazione nei sistemi d'istruzione dei figli dei rifugiati, dei richiedenti asilo e degli immigrati.

La relazione dedica anche ampio spazio alla discriminazione fondata sul genere e alla comunità rom, accenna agli immigrati nuovi e stanziali e alle minoranze linguistiche, tradizionali o etniche che vivono nel territorio di uno Stato membro, nonché alle persone apolidi che risiedono permanentemente negli Stati membri.

Future misure legislative, economiche e finanziarie

Nel chiedere alla Commissione di esaminare nuove possibili azioni contro la discriminazione, i deputati invitano il Consiglio a pervenire ad un accordo in merito alla decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia.

Essi infatti lo ritengono «un passo importante verso l'istituzione di un dispositivo inteso a punire gli atti di violenza razzista o xenofoba quali reati penali in tutta l'Unione europea, e a riconoscere la motivazione razzista e xenofoba come circostanza aggravante, suscettibile di comportare un inasprimento delle pene».

Inoltre, i deputati ritengono che l'Unione dovrebbe completare l'azione degli Stati membri a livello locale, regionale e nazionale con un finanziamento adeguato. Questo andrebbe erogato, in primo luogo, con il concorso dei Fondi strutturali, del Fondo di coesione, del Fondo sociale europeo (FSE) e dell'Iniziativa comunitaria Equal.

Occorre inoltre reinserire nella proposta di programma PROGRESS finanziamenti destinati alle iniziative transnazionali nel settore della lotta contro la discriminazione e dell'inclusione sociale. E' sottolineata poi l’opportunità di rendere più agevole la possibilità di beneficiare dei Fondi strutturali, alle ONG che rappresentano gli interessi delle persone vittime delle discriminazioni.

Misure di esecuzione e feedback

I deputati, accogliendo favorevolmente l'istituzione di un gruppo di commissari responsabile per i diritti fondamentali e di un gruppo interservizi in seno alla Commissione, chiedono che siano raccolti dati sulle discriminazioni dirette e indirette, in modo da garantire un adeguato feedback sull'efficacia delle politiche di protezione delle minoranze e contro la discriminazione degli Stati membri.

Essi, inoltre, sollecitano la creazione, in seno agli Stati membri attuali e futuri, di unità specifiche incaricate di contrastare i reati di stampo razzista e le attività dei gruppi razzisti. Tali unità dovrebbero inoltre mettere a punto sistemi volti a monitorare, classificare, registrare e seguire gli episodi di razzismo portati alla loro attenzione.

Nel ritenere «estremamente importante che l'Agenzia per i diritti fondamentali diventi un utile strumento di cooperazione con le istituzioni europee», i deputati sostengono che essa dovrebbe anche controllare l'impatto delle politiche attuate e riferire regolarmente al Parlamento europeo e a quelli nazionali.

La Commissione, infine, è invitata a rivedere l'applicazione delle direttive 2000/43/CE e 2000/78/CE, con lo scopo di rafforzare le misure dell'Unione europea contro la discriminazione, e ad organizzare una conferenza di ampio respiro che riunisca tutti gli attori interessati. 

Situazione in Bolivia
 

Risoluzione comune sulla situazione in Bolivia

Doc.: B6-0361/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 9.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La risoluzione comune è stata approvata. 

Libertà di stampa in Algeria
 

Risoluzione comune sulla libertà di stampa in Algeria

Doc.: B6-0359/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 9.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La risoluzione comune è stata approvata.

Situazione in Azerbaigian

Risoluzione comune sulla situazione in Aerbaigian

Doc.: B6-0360/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 9.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La risoluzione comune è stata approvata con 78 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astensioni.

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SANITÀ PUBBLICA E CONSUMATORI

Mobilità dei pazienti nell'UE
 

John BOWIS (PPE/DE, UK)

Relazione sulla mobilità dei pazienti e sugli sviluppi delle cure sanitarie nell'Unione europea

Doc.: A6-0129/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 9.6.2005

Con 554 voti favorevoli, 12 contrari e 18 astensioni, l'Aula ha adottato la relazione di John BOWIS (PPE/DE, UK) riguardo alla mobilità dei pazienti e agli sviluppi delle cure sanitarie nell'Unione europea. Secondo i deputati la sanità non può essere considerata un articolo commerciale, ma il mercato unico può sicuramente giovare ai pazienti che desiderino ricevere cure mediche in uno Stato membro diverso da quello di provenienza.

Ogni governo è chiaramente responsabile del proprio sistema sanitario, non l'Unione. L'argomento, tuttavia, ha sollevato una serie di casi che sono stati presentati alla Corte di giustizia. Questa, a sua volta, ha stabilito, tramite diverse sentenze, che ai cittadini europei spetta il diritto di ricevere assistenza sanitaria anche in uno Stato membro diverso dal proprio, con un'autorizzazione preventiva per l'assistenza ospedaliera. I deputati ritengono che, comunque, tale autorizzazione non dovrebbe essere negata qualora un sistema nazionale non possa fornire le cure necessarie in un lasso di tempo ragionevole.

Per chiarire le norme, la Commissione ha stilato un documento consultativo e caldeggia una strategia europea. La Plenaria appoggia tale proposta e si rivolge all'Unione affinché sviluppi quanto prima una politica coerente sulla mobilità dei pazienti. Invita poi l'Esecutivo a stabilire una tabella di marcia risoluta sulla base del metodo aperto di coordinamento, ritenendo che questo argomento richieda una proposta distinta della Commissione e «non debba essere inserita nella direttiva globale sui servizi».

I deputati auspicano anche l'adozione di norme «in materia di emissione ed esecuzione delle ricette, ma anche per quanto riguarda il denaro versato dagli ammalati per l'acquisto di farmaci in un altro Stato membro». Sono infatti dell'opinione che la Commissione debba «prendere in considerazione, nel rispetto delle norme nazionali, un'armonizzazione delle procedure del rimborso spese». Infine, i meccanismi di pagamento relativi all'assistenza sanitaria dovrebbero essere «uniformi ed imparziali onde evitare le disparità e l'insorgere di svantaggi per taluni pazienti».

Criticando il fatto «che finora non si sia avuta un'armonizzazione delle diverse concezioni in materia di diritti e doveri dei pazienti» e che «è necessario fornire ai cittadini certezza giuridica e una chiara panoramica dei loro diritti e doveri» per quanto riguarda l'accesso alle cure sanitarie e il rimborso delle spese sostenute in un altro Stato membro, i deputati invitano il Consiglio e la Commissione a procedervi senza indugio.

Esortano, inoltre, gli Stati membri ad adottare una legge o una Carta dei pazienti ove si riconoscano a questi ultimi alcuni diritti, tra cui quello di ricevere cure mediche adeguate da parte di personale qualificato, «il diritto ad essere informati e consigliati dal medico in modo comprensibile» nonché  quello «alla documentazione del trattamento ricevuto», alla riservatezza e a presentare reclamo. L'Esecutivo è poi invitato ad elaborare una relazione sul carattere e sulla prevalenza del turismo sanitario e la misura in cui è attualmente rimborsato dalle agenzie statutarie, dal settore dell'assicurazione privata oppure a carico dei pazienti stessi.

L'Aula sottolinea che le cure sanitarie transfrontaliere non dovrebbero essere una prassi automatica, bensì essere prestate qualora risultino necessarie. Gli Stati membri, quindi, sono esortati a mantenere un servizio sanitario pubblico «che renda superflua la mobilità dei pazienti su vasta scala». Le modalità di cure, comunque, non dovrebbero essere motivo di discriminazione per i pazienti a basso reddito, evitando, per esempio, che questi debbano pagare il costo integrale del trattamento prima del relativo rimborso.

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AFFARI COSTITUZIONALI

Mozione di censura contro la Commissione
 

Mozione di censura contro la Commissione delle Comunità europee

Doc.: B6-0318/2005

Dibattito: 25.05.2005

Votazione: 8.6.2005

La mozione di censura è stata respinta con 589 voti contrari, 35 favorevoli e 35 astensioni.

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DICHIARAZIONI

Appello per la liberazione di Aung San Suu Kyi

Aprendo la seduta il Presidente BORRELL ha voluto ricordare che 15 anni or sono AUNG SAN SUU KYI è stata insignita del Premio Sacharov ma che fino ad oggi - unico caso della storia del premio - non ha potuto ritirarlo in quanto incarcerata da più di 3.500 giorni dalla giunta militare birmana.

Il Presidente ha quindi sottolineato che il partito da lei guidato aveva ottenuto l'80% dei suffragi nel corso delle elezioni del 1990 tuttavia non aveva potuto accedere al governo a causa del regime militare. Un regime, ha aggiunto, che nonostante la condanna del Parlamento europeo, le sanzioni europee e le denunce delle organizzazioni umanitarie, continua la sua politica di «pulizia etnica e l'abuso dei diritti umani», con torture ed esecuzioni.

BORRELL ha quindi rinnovato l'appello del Parlamento affinché sia liberata la dissidente ed ha ribadito la più profonda condanna degli abusi del regime birmano.  

Gianni Rivera

Il Presidente ha comunicato all'Aula che Gianni RIVERA, eletto al Parlamento in sostituzione di Mercedes BRESSO, ha annunciato di aderire ai Non Iscritti. 

Immunità di Marco Pannella

Il Presidente Luigi COCILOVO (ALDE/ADLE, IT) ha informato l'Aula che le competenti autorità italiane hanno trasmesso una richiesta di revoca dell'immunità parlamentare di Marco PANNELLA (ALDE/ADLE, IT) nell'ambito di un procedimento penale dinanzi al Tribunale di Roma. Conformemente all'articolo 6, paragrafo 2 del regolamento, ha spiegato, tale richiesta è già stata deferita alla commissione giuridica competente in materia.

Marco PANNELLA (ALDE/ADLE, IT) ha voluto informare l'Assemblea che questa richiesta di revoca «deve fare i conti» con il fatto che il Parlamento, con voto pressoché unanime, il 10 febbraio 2004, ha già respinto la richiesta di levata dell'immunità.

Abbiamo accertato, ha proseguito, che la decisione è stata regolarmente trasmessa il 23 febbraio alle autorità italiane competenti sia del Parlamento sia della Rappresentanza italiana ed è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 22 aprile 2004. Quindi, ha concluso, «questa richiesta ci farà perdere di nuovo del tempo» e «dimostra che oltre agli spaghetti alle vongole noi esportiamo dappertutto una giustizia alle vongole», e ciò «non è sempre gradevole».

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VARIE

Reti transeuropee nel settore dell'energia
 

Anne LAPERROUZE (ALDE/ADLE, FR)

Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce orientamenti per le reti transeuropee nel settore dell'energia e abroga le decisioni 96/391/CE e 1229/2003/CE

Doc.: A6-0134/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 6.6.2005

Votazione: 7.6.2005

La relazione è stata approvata. 

Informazione territoriale nella Comunità
 

Frederika BREPOELS (PPE/DE, BE)

Relazione sull'infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità (INSPIRE)

Doc.: A6-0108/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 6.6.2005

Votazione: 7.6.2005

La relazione è stata approvata. 

Nuove norme per le riassicurazioni
 

Peter William SKINNER (PSE, UK)

Relazione sulla riassicurazione

Doc.: A6-0146/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 6.6.2005

Votazione: 7.6.2005

La relazione è stata approvata. 

Sviluppo rurale: più attenzione ai giovani e alla biodiversità
 

Agnes SCHIERHUBER (PPE/DE, AT)

Relazione sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEASR

Doc.: A6-0145/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 6.6.2005

Votazione: 7.6.2005

La relazione è stata approvata con 570 voti favorevoli, 23 contrari e 57 astensioni.

Lotta antifrode
 

Herbert BÖSCH (PSE, AT)

Relazione sulla protezione degli interessi finanziari della Comunità e lotta antifrode

Doc.: A6-0151/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 6.6.2005

Votazione: 7.6.2005

La relazione è stata approvata.

Controlli sui movimenti di denaro contante alle frontiere dell'UE
 

Vincent PEILLON (PSE, FR)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai controlli sul denaro contante in entrata nella Comunità o in uscita dalla stessa

Doc.: A6-0167/2005

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 8.6.2005

La raccomandazione per la seconda lettura è stata approvata.

Accise: norme più chiare per gli acquisti di alcol e tabacco nell'UE
 

Dariusz Kajetan ROSATI (PSE, PL)

Relazione sulla proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 92/12/CEE, relativa al regime generale, alla detenzione, alla circolazione ed ai controlli dei prodotti soggetti ad accisa

Doc.: A6-0138/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 7.6.2005

Votazione: 8.6.2005

La relazione è stata approvata.

Conservazione dei delfini
 

Duarte FREITAS (PPE/DE, PT)

Relazione sull'accordo sul programma internazionale per la conservazione dei delfini

Doc.: A6-0157/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 9.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La relazione è stata approvata con 473 voti favorevoli, 6 contrari e 11 astensioni.

Rafforzare la competitività europea
 

Dominique VLASTO (PPE/DE, FR)

Relazione su "Rafforzare la competitività europea: conseguenze delle trasformazioni industriali sulla politica e il ruolo delle PMI"

Doc.: A6-0148/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 8.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La relazione è stata approvata con 472 voti favorevoli, 38 contrari e 47 astensioni.

Idrocarburi negli pneumatici
 

Adamos ADAMOU (GUE/NGL, CY)

Relazione sulle restrizioni in materia di immissioni sul mercato e di uso di taluni idrocarburi policiclici aromatici contenuti negli oli diluenti e nei pneumatici

Doc.: A6-0104/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 8.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La relazione è stata approvata

Situazione in Uzbekistan
 

Risoluzione comune sulla situazione in Uzbekistan

Doc.: B6-0370/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 8.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La risoluzione comune è stata approvata.

Occupazione e produttività
 

Ona JUKNEVIČIENĖ (ALDE/ADLE, LT)

Relazione su occupazione e produttività e relativo contributo alla crescita economica

Doc.: A6-0109/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 8.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La relazione è stata approvata.

Inserimento sociale nei nuovi Stati membri
 

Csaba ŐRY (PPE/DE, HU)

Relazione sull'inserimento sociale nei nuovi Stati membri

Doc.: A6-0125/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 9.6.2005

Votazione: 9.6.2005

La relazione è stata approvata.

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Ordine del giorno 22 - 23 giugno 2005
Bruxelles

 Mercoledì 22 giugno 2005

 (15:00 - 19:00)

 

Discussione congiunta - Consiglio europeo/Presidenza lussemburghese

     Relazione del Consiglio europeo e dichiarazione della Commissione - Riunione del Consiglio europeo (Bruxelles, 16 e 17 giugno 2005)

    Dichiarazione del Consiglio - Semestre di attività della Presidenza lussemburghese

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Preparazione del Consiglio europeo (Bruxelles, 22/23 marzo 2005)

 (19:00 - 20:00, 21:00 - 24:00)

***I

Relazione Cashman - Regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone

 

Relazione Klich - Ricerca sulla sicurezza

 

Relazione Trautmann- Società dell'informazione

 

Relazione Garriga Polledo  e Jensen - Progetto di bilancio rettificativo 2/2005

*

Relazione Cavada - Misure restrittive specifiche nei confronti di determinate persone: 1. che ostacolano il processo di pace e violano il diritto internazionale nell'ambito del conflitto nella regione sudanese del Darfur; 2. che violano l'embargo sulle armi per quanto riguarda la Repubblica democratica del Congo

 

Interrogazione orale Libicki - Caso Lloyd

 Giovedì 23 giugno 2005

 (9:00 - 12:00)

 

Dichiarazione del Consiglio - Programma di attività della Presidenza britannica

  (12:00 - 13:00) Votazione

***

Relazione Barón Crespo - Protezione dei passeggeri di veicoli a motore in caso di collisione

***I

Relazione Duchoň - Tutela degli interessi finanziari della Comunità

*

Relazione Kristensen - Piano di ricostituzione dell'ippoglosso nero nell'Atlantico nordoccidentale

***I

Relazione Gahler - Accesso all'assistenza esterna della Comunità

*

Relazione Gauzès - Qualità dei dati statistici concernenti i disavanzi eccessivi

***I

Relazione Florenz - Immissione sul mercato e uso di sostanze e preparati pericolosi (CMR)

*

Relazione Martin - Regolamentazione relativa all'esecuzione del bilancio

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 L'ordine del giorno può subire modifiche.

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