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RESOCONTO SEDUTA

 

30 giugno - 3 luglio 2003

 

Strasburgo


 

Sommario

Codici delle procedure parlamentari, Abbreviazioni

Deputati al Parlamento europeo

Comunicazioni del Presidente
Ricordo di Piet Dankert
Soldati britannici uccisi in Iraq

Affari istituzionali
Apertura del semestre di Presidenza italiana
Conclusioni del Vertice di Salonicco e bilancio della Presidenza greca

Affari monetari
Relazione annuale 2002 della BCE
Introduzione di banconote da un euro?
Schema di sottoscrizione del capitale della BCE

Affari esteri
Invito a una soluzione politica del conflitto ceceno

Commercio estero
Preparazione della Conferenza OMC di Cancun

Protezione del consumatore
Migliore etichettatura per garantire la tracciabilità degli OGM
Prodotti alimentari: migliori etichette contro le allergie
Additivi alimentari
Divieto di utilizzo di alcuni ormoni nei medicinali veterinari

Ambiente
Scambio di quote di emissioni di gas serra
Tempi ridotti per risolvere il problema dei rifiuti da imballaggio

Trasporti
Decollo in ritardo per il cielo unico europeo
Cancellazioni e ritardi dei voli: migliore protezione per i passeggeri
Disaccordo con il Consiglio sul sistema di ecopunti per l’Austria
Tutelare i pedoni in caso d’incidente
Sicurezza dei pullman
Programma «Marco Polo»

Mercato interno
Servizi finanziari: direttiva sui prospetti
Appalti pubblici: nuove modifiche alla direttiva
Omologazione degli specchietti retrovisori

Affari giuridici
Immunità di Daniel Marc Cohn-Bendit
Immunità di Francesco Musotto
Immunità di Mogens Camre
Comitatologia

Pari opportunità
Promuovere la parità tramite i bilanci pubblici
Le donne nelle regioni rurali

Agricoltura
Statistiche agrarie

Ricerca
Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica con l'Ucraina
Principi di buona pratica di laboratorio
Verifica della buona pratica di laboratorio

Bilancio
Bilancio 2004, le priorità in vista della concertazione
Profilo d’esecuzione del bilancio 2003
Agenzia europea dell'ambiente
Autorità europea per la sicurezza alimentare
Agenzia europea per la sicurezza aerea
Agenzia europea per la sicurezza marittima
Bilancio rettificativo - Comitato delle regioni

Diritti umani
Traffico di bambini soldato
Il Parlamento chiede elezioni libere in Cambogia
Liberazione dei giornalisti detenuti in Laos
Fine degli abusi nell'Uganda settentrionale

Ordine del giorno 1- 4 settembre 2003 Strasburgo

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Codici delle procedure parlamentari

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

 
Abbreviazioni

PPE/DE

Partito popolare europeo / Democratici europei

PSE

Partito del socialismo europeo

ELDR

Liberali, democratici e riformatori

Verdi/ALE

Verdi / Alleanza libera europea

GUE/NGL

Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica

UEN

Unione per l’Europa delle Nazioni

EDD

Europa delle democrazie e delle diversità

NI

Non iscritti

  

B

Belgio

F

Francia

A

Austria

DK

Danimarca

IRL

Irlanda

P

Portogallo

D

Germania

I

Italia

FIN

Finlandia

GR

Grecia

L

Lussemburgo

S

Svezia

E

Spagna

NL

Olanda

UK

Regno Unito

 

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Deputati al Parlamento europeo

Situazione al 07.07.2003

 

B

DK

D

GR

E

F

IRL

I

L

NL

A

P

FIN

S

UK

Totale

PPE/

DE

5

1

53

9

28

21

5

35

2

9

7

9

5

7

37

233

PSE

5

2

35

9

24

18

1

16

2

6

7

12

3

6

29

175

ELDR

5

6

x

x

3

1

1

8

1

8

   

5

4

11

53

GUE/

NGL

 

3

7

7

4

15

 

6

 

1

 

2

1

3

 

49

Verdi/ALE

7

 

4

 

4

9

2

2

1

4

2

 

2

2

6

45

UEN

 

1

   

x

4

6

10

     

2

     

23

EDD

 

3

 

x

 

9

     

3

 

x

c x

3

18

NI

3

     

1

10

 

10

   

5

     

1

30

Totale

25

16

99

25

64

87

15

87

6

31

21

25

16

22

87

626

Deputato uscente: Carlos WESTENDORP Y CABEZA (18.06.2003)

Deputato entrante: Ana Clara Maria MIRANDA DE LAGE (20.06.2003)

 

Gruppi politici

PPE/DE

Partito popolare europeo / Democratici europei

PSE

Partito del socialismo europeo

ELDR

Liberali democratici e riformatori

GUE/NGL

Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica

Verdi/ALE

I Verdi / Alleanza libera europea

UEN

Unione per l'Europa delle Nazioni

EDD

Europa delle democrazie e delle diversità

NI

Non iscritti

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Comunicazioni del Presidente


Ricordo di Piet Dankert

In apertura di sessione, Pat COX ha ricordato il decesso di Piet Dankert, avvenuto lo scorso 21 giugno. Piet Dankert è stato Presidente del Parlamento europeo dal 1982 al 1984. Cox ne ha evocato il modello di persona diretta e franca, che ha sempre cercato di servire gli interessi degli elettori, del partito e del Parlamento europeo. I suoi sforzi volti ad attribuire maggiori poteri al PE hanno portato grande beneficio all'istituzione. Egli è stato Presidente in uno dei periodi più difficili della storia dell'Unione, ma il suo mandato è stato permeato da uno spirito d'intraprendenza e anticonformismo, umorismo e personalità; come storico, inoltre, non ha mai trascurato la visione di lungo termine. Cox ha manifestato il più profondo rispetto nei confronti di Dankert e ha espresso le condoglianze ai familiari, invitando l'Aula a osservare un minuto di silenzio.

Soldati britannici uccisi in Iraq

Sei soldati britannici sono stati uccisi di recente in Iraq, mentre erano occupati in una missione di addestramento di poliziotti iracheni. Il loro assassinio ricorda il tributo di sangue pagato dai soldati europei in regioni come l'Iraq o l'Afghanistan, ancora devastate da conflitti. Cox ha invitato l'Aula a osservare un minuto di silenzio in loro ricordo.

 

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Affari istituzionali


Apertura del semestre di Presidenza italiana

Dichiarazione della Presidenza in carica del Consiglio - Programma di attività della Presidenza italiana
Dibattito: 02.07.2003

Dichiarazione della Presidenza del Consiglio

Il Presidente in carica del Consiglio, Silvio BERLUSCONI, ha esordito affermando che in quanto Paese fondatore, l’Italia ha una lunga esperienza di fedeltà alla lettera e allo spirito dei Trattati che in pochi decenni hanno portato a costruire, nel segno della pace, uno dei più straordinari esperimenti politici e istituzionali nella storia dell’umanità. Si sente perciò con viva tensione morale e intellettuale la responsabilità e l’onore di presiedere l’Unione in una fase costituente, quando bisogna aggrapparsi saldamente alla lezione del passato per costruire l’avvenire, per affrontare novità e occasioni fino a ieri impensabili, superare le differenze risolvendole in nuova ricchezza da investire nel progetto comune. L’ingresso di nuovi Stati membri e la conseguente ridefinizione dell'identità europea, soprattutto sul terreno delicato della politica estera e di sicurezza, impongono il rilancio dell’arte della mediazione. L’Europa contemporanea è nata da grandi sforzi della volontà e da grandi intuizioni dell’intelligenza che hanno dato un’anima e un linguaggio a valori e sentimenti comuni, integrando e rilanciando i diversi filoni in cui si suddividono la storia, la tradizione e la cultura degli Stati nazionali. Il corpo istituzionale che ha sempre preso slancio dalla grande ambizione di eliminare il conflitto e l’inimicizia dalla scena europea si è tuttavia nutrito di una serie quasi infinita di mediazioni e di aggiustamenti progressivi delle regole di vita comune.

L’Europa oggi è grande per il cammino percorso, le potenzialità, l'orgoglioso contributo alla pace e al diritto internazionale, ma è grandissima per la concretezza e la perizia tecnica con cui è riuscita a superare ogni tipo di crisi, ogni difformità di interessi, ogni diversità di visione, attraverso un metodo e regole comuni e uno stile comune nell’adeguare il metodo e le regole alla realtà del mondo in movimento. L’arte della mediazione ha i suoi costi, talvolta pesanti: senza il soffio vitale e trascinante di obiettivi condivisi, la mediazione può diventare simile alla paralisi burocratica, con elusioni di problemi e rinvii delle soluzioni. Il Parlamento italiano ha spesso denunciato con sincero trasporto europeista le fasi di stanchezza e di gioco al ribasso che hanno caratterizzato certi periodi della vita nella casa comune degli europei. È per questo che l’Italia farà tutto quanto è in suo potere, e tutto quanto considera suo dovere, per garantire alle Istituzioni europee il terreno più fertile per una consapevole, serena e responsabile decisione politica sul futuro. Lo scopo della mediazione è infatti decidere sulla sostanza delle cose e la composizione delle differenze sarà un successo soltanto se consentirà di fare un grande salto in avanti e di dotare le economie in via di progressiva integrazione, le culture, la politica estera e di difesa di una nuova ed efficiente fisionomia istituzionale.

Una grande Europa ha bisogno di grandi istituzioni. Se il mondo chiede un’Europa autorevole di fronte alle grandi sfide della lotta al terrorismo internazionale, della riduzione delle ineguaglianze e degli squilibri, della ripresa dell’economia globale, «è nostro dovere offrirgli un’Unione capace di pesare perché decide, un soggetto capace di decidere in base a una chiara percezione dell’interesse e delle convinzioni comuni, superiori a ogni tipo di particolarismo», ha detto Berlusconi. L'Unione che si è deciso di costruire insieme, e i cui contorni sono stati discussi anche nello splendido lavoro della Convenzione presieduta da Valéry Giscard d’Estaing, non può che fondarsi sul quadro di valori e di esperienza storica che unisce da oltre mezzo secolo all’altro grande soggetto della democrazia liberale moderna: gli Stati Uniti d’America, cofondatori dell’Alleanza atlantica. Affinché l'intreccio di partnership ricominci a vivere all’altezza delle sue ambizioni e delle sue conquiste di civiltà, in uno spirito di pace e di sicurezza mondiale, occorre che dai rapporti fra gli Stati sia bandita ogni forma di monologo in favore del più aperto, sincero e corretto dialogo.

L’Europa può curarsi della sindrome di Amleto e decidere di essere senza riserve un protagonista attivo della scena mondiale, può dotarsi degli strumenti diplomatici, economici e militari per farlo in modo convincente, senza mettere in discussione né la sua autonomia e le sue radici né il grande impianto di libertà difeso per decenni nel quadro delle alleanze occidentali. Intorno a ciò vi è grande consapevolezza comune, fissata nel documento di Javier Solana, che tende a superare in una nuova visione strategica le differenze emerse negli scorsi mesi a proposito della crisi irachena e degli sviluppi della questione mediorientale.

L’Italia sa di non essere sola nel tentare la scommessa di una mediazione positiva che faccia andare avanti le cose. Nel Parlamento europeo e nei suoi gruppi politici Berlusconi vede un interlocutore attento e paziente, ma che non farebbe sconti di fronte a errori; nella Commissione vede l’indispensabile elemento di continuità dell’amministrazione e di coordinamento quotidiano del sistema istituzionale. Il Consiglio europeo, nel rilancio del piano per la crescita fondato su investimenti nelle infrastrutture civili e nell'occasione costituzionale della Conferenza intergovernativa, sarà la sede deputata in cui la Presidenza italiana cercherà di definire un’intesa coraggiosa ma non spericolata sulle grandi questioni degli assetti istituzionali, dell’estensione del voto a maggioranza, dei confini della politica estera e di sicurezza comune e dello spazio giudiziario europeo. Su alcuni di tali argomenti esistono posizioni ancora differenziate. La Presidenza italiana compirà quindi ogni sforzo per far convergere le posizioni avendo però ben chiaro che non sarà possibile procedere ad una completa ridiscussione del progetto di Trattato costituzionale. La CIG dovrà quindi concentrare gli sforzi sui punti ancora realmente controversi. Si vuole inoltre rispettare il calendario suggerito dal Consiglio europeo di Salonicco. La CIG sarà aperta a ottobre e condotta a ritmo serrato nell'auspicabile prospettiva di pervenire ad un accordo entro dicembre. Il Parlamento europeo vi sarà associato nel modo più appropriato: Berlusconi vuole che il Presidente del Parlamento vi sia associato in modo permanente e che un rappresentante dell'Aula sia associato alle riunioni dei ministri degli esteri. I lavori si svolgeranno ad un elevato livello politico per evitare che lo slancio della Convenzione si areni in un negoziato tecnico-diplomatico, come avvenuto nelle CIG precedenti. Il Presidente del Consiglio si è quindi impegnato a tornare in Parlamento dopo l’apertura della CIG e all’indomani del Consiglio europeo di dicembre per una verifica del cammino percorso.

L’obiettivo è quello di consentire la firma del futuro Trattato costituzionale fra il 1° maggio 2004 e le elezioni europee. Un prolungamento del negoziato, infatti, comporterebbe la dispersione del prezioso patrimonio costituente elaborato dalla Convenzione e richiederebbe ai cittadini europei di votare senza conoscere i lineamenti istituzionali della futura Unione. Berlusconi si è poi compiaciuto che, per un'apprezzabile ragione di continuità storica e simbolica con i Trattati del 1957, si sia convenuto che la firma conclusiva del Trattato costituzionale debba aver luogo a Roma.

L’Unione deve anche essere anche in grado di rispondere giorno per giorno alle legittime attese dei cittadini e porsi sempre più come fattore di crescita economica e prosperità. Ci si muove da basi solide: l’euro rappresenta un elemento di stabilità e la strategia di Lisbona ha individuato un percorso consensuale per il rafforzamento della competitività europea, ma non si possono nascondere le perduranti debolezze delle strutture economiche, confermate da tassi di crescita inferiori alle previsioni. La Presidenza italiana ha predisposto, sulla base del programma operativo annuale presentato ad inizio anno con la Grecia, alcune iniziative concrete: modernizzazione dell’agricoltura, tutela dell’ambiente, protezione dei consumatori e sicurezza alimentare rappresentano esigenze imprescindibili per i cittadini. Il Primo ministro ha quindi indicato i tre punti cruciali per la competitività dell’Europa.

Il primo è l’esigenza di un più efficace sostegno all’economia con un incremento degli investimenti pubblici e privati con la collaborazione delle istituzioni finanziarie europee, in primo luogo della BEI. Tale strategia deve basarsi soprattutto su un rilancio della politica delle grandi reti infrastrutturali transeuropee. L’effettivo funzionamento del mercato interno richiede infatti una maggiore mobilità di merci e servizi e quindi una più efficiente rete di trasporti. Si tratta di conciliare le esigenze della stabilità monetaria e del rigore finanziario - che non vanno messe in discussione - con un maggiore stimolo alla crescita dell’economia mediante investimenti nelle infrastrutture, ma anche nella ricerca e nell'innovazione tecnologica poiché il capitale umano rappresenta la principale risorsa dell’economia europea.

Secondo elemento prioritario è la riflessione sulla sostenibilità dei regimi pensionistici e previdenziali europei. La solidarietà tra le generazioni e l’adattamento dei regimi esistenti alla realtà di un progressivo invecchiamento della società costituiscono una sfida da affrontare tenendo conto delle diverse situazioni di ciascuno Stato membro. Per Berlusconi occorre porre allo studio politiche volte ad incrementare il tasso di occupazione tra i lavoratori più anziani e a ridurre la propensione al pensionamento anticipato.

Il terzo punto è rappresentato dalla modernizzazione dei mercati del lavoro e la promozione dell'imprenditorialità, soprattutto con riferimento alle piccole e medie imprese. Solo un approccio coordinato permetterà di cogliere le opportunità offerte dal grande mercato comune. Tali linee d'azione potranno essere attuate attraverso il dialogo tra le parti sociali. Il modello europeo si fonda infatti su un’economia di mercato che mira a bilanciare la libera impresa con le esigenze di coesione e di solidarietà. In proposito, ha proseguito, non si può non rivolgere l'attenzione a quell'Europa più fragile e silenziosa, troppo spesso messa in secondo piano dall'inerzia delle legislazioni, rappresentata dai 38 milioni di cittadini europei disabili. L'UE ha proclamato il 2003 «Anno europeo delle persone con disabilità». La Presidenza italiana si attiverà quindi per gettare le basi di un'azione legislativa contro le discriminazioni, onde tutelare le persone con disabilità in tutti gli aspetti della vita quotidiana e assicurare ai disabili un futuro di speranza.

L’Unione europea è anche un fattore di stabilità internazionale; la sua responsabilità al riguardo comincia alle sue immediate frontiere e dipende dalla sua capacità di rivelarsi disponibile a forme sempre più avanzate di cooperazione con i Paesi vicini. Nella fase tra la firma e l’entrata in vigore dei Trattati di adesione, si cercherà di assicurare la piena partecipazione dei 10 nuovi Stati membri ai lavori del Consiglio facilitandone la completa integrazione. Si intende poi definire entro dicembre una tabella di marcia per la Bulgaria e la Romania e continuare la strategia di preadesione nei confronti della Turchia: la decisione sulla data dell’avvio dei negoziati sarà presa solo alla fine del prossimo anno, ma è opportuno che l’UE sostenga attivamente il processo di riforma già avviato dal governo turco. Berlusconi ha poi ribadito la prospettiva europea dei paesi dei Balcani Occidentali, per cui l’agenda di Salonicco ha rappresentato un ulteriore passo avanti. Analizzando retrospettivamente il ruolo dell’Unione europea nei Balcani, ha affermato il Premier, ci si può sentire orgogliosi: se si compara la situazione attuale a quella di 10 anni fa, si può constatare che l’intervento dell’Europa e degli Stati Uniti ha permesso di chiudere i conflitti sanguinosi dell’ex-Jugoslavia, l’ultima grande guerra civile europea e si spera anche l’ultima volta in cui si è versato sangue europeo in terra europea. È ora opportuno passare dalla fase degli accordi di associazione e stabilizzazione a una strategia più integrata per rafforzare il rapporto con i paesi della regione. La prospettiva europea è infatti l’unica in grado di fornire un incentivo efficace ai governi di quei paesi affinché procedano senza indugi sulla strada delle riforme, della modernizzazione, del libero mercato e dello Stato di diritto.

La Presidenza italiana valuta in modo positivo l’invito della Commissione a favorire rapporti sempre più stretti con le aree più prossime e intende rafforzare i rapporti con l’Ucraina, la Bielorussia e la Moldavia. Si vuole altresì consolidare il rapporto con la Russia attraverso un dialogo sempre più serrato e con misure concrete che diano il segno tangibile della volontà russa di appartenere al tessuto politico, economico e culturale dell’Europa e dell’Occidente. L’attenzione dedicata dopo il crollo del comunismo all’Europa dell’Est deve essere ora bilanciata da un uguale interesse per il dialogo euromediterraneo, decisivo nei rapporti con il mondo islamico, un problema che sembra oggi dominante quanto lo fu in passato quello dei Paesi dell’Est. La prospettiva consiste nell’attuazione di una zona di libero scambio euromediterranea: lo sviluppo economico e sociale dell’area sud del Mediterraneo è essenziale per l’equilibrio mondiale. L’integrazione dell’economia europea con quella dei Paesi arabi è una grande sfida e la chiave per la pace e la sicurezza di quest’area e dell’Europa. Si vuole quindi coltivare il dialogo euromediterraneo a cui saranno dedicate molteplici iniziative nel settore economico, culturale e sociale, tra cui una Fondazione per il dialogo tra le culture e le civiltà e la creazione di una vera e propria Banca Mediterranea. La Presidenza italiana conferma la volontà espressa dal Parlamento europeo e dai parlamenti nazionali d’istituire entro il semestre l’Assemblea Parlamentare euromediterranea, segno di una permanente volontà di dialogo tra l’Europa e i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

L’instaurazione di condizioni di sicurezza internazionale rappresenta un compito primario per i paesi che condividono un sistema di valori universali basati su libertà, democrazia e pace. È questo il principale terreno su cui vanno rilanciate le fondamentali relazioni transatlantiche e la partnership tra Europa e Stati Uniti. Berlusconi ha ribadito il convincimento che non ci siano contraddizioni tra un forte impegno europeo ed una altrettanto forte solidarietà transatlantica. Si vuole pertanto restituire al rapporto tra UE e USA spessore e dinamismo, condizione essenziale per una maggiore autorevolezza dell’Europa sulla scena internazionale. La definizione di una solida ed equilibrata relazione transatlantica dipende anche da un sostanziale impegno europeo in materia di difesa che sia coerente con il quadro NATO. La lotta al terrorismo e contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, il sostegno alla promozione della democrazia e al rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali rappresentano terreni concreti sui quali sperimentare la capacità di costruire un solido rapporto di collaborazione tra le due sponde dell’Atlantico. Si pensa in particolare alla ricostruzione di un tessuto democratico e civile in Iraq ed al sostegno del processo di pace in Medio Oriente. La Presidenza, con Stati Uniti, Federazione Russa e Nazioni Unite, opererà a sostegno della «road map» affinché si indichino tempi e modalità per l’avvio di una Conferenza internazionale di pace: l'Italia ha proposto la Sicilia come sede per tale conferenza. Si vogliono poi promuovere almeno due linee d'azione: recuperare un rapporto di maggiore fiducia con Israele nella prospettiva di una più ampia e strutturata collaborazione reciproca; attuare il piano - già lanciato dall’Italia in sede di G8 - per la ricostruzione dell’economia palestinese quale incentivo concreto ed efficace nei negoziati tra le parti.

Il Presidente del Consiglio ha poi fatto accenno agli interessi spirituali, culturali, economici e civili che legano l’Europa all’America Latina, che vive un periodo di cambiamento e che chiede un’apertura delle frontiere degli scambi economici. L’America Latina è legata all’Europa in modo diverso ma non meno profondo dell’America settentrionale. La Presidenza italiana intende poi lavorare per intensificare i rapporti già esistenti con l’Africa, cui siamo legati per la sua storia carica di pagine dolorose, con l’Asia, con le organizzazioni regionali e con il sistema delle Nazioni Unite per portare avanti insieme le grandi sfide della lotta alla povertà e alle malattie, della difesa dell’ambiente, della prevenzione dei conflitti. Attenzione sarà dedicata all’equilibrato sviluppo del commercio internazionale come fonte di maggiore benessere e di riduzione delle disparità, oggetto della Conferenza Ministeriale dell’OMC, a Cancun in settembre.

I cittadini europei, ha proseguito, chiedono istituzioni democratiche e trasparenti, un’economia prospera, una società libera, ma anche uno spazio di libertà e di sicurezza. A Tampere, a Siviglia e a Salonicco, il Consiglio europeo ha riconosciuto l’esigenza di migliorare le capacità di lotta alla criminalità organizzata transnazionale, all’immigrazione clandestina ed ai traffici ad essa collegati, attuando un più efficace controllo delle frontiere esterne dell'UE. Si cercherà di lavorare su tali temi puntando alla mobilitazione di adeguate risorse finanziarie, alla graduale realizzazione di una politica comune dei rimpatri e a una gestione integrata delle frontiere esterne. È stata anche ribadita l’esigenza di inserire i temi dell’immigrazione clandestina nelle relazioni tra l’Unione e i paesi di origine e transito dei flussi, avviando incisive forme di collaborazione con alcuni vicini - soprattutto mediterranei e balcanici - in materia di controllo e gestione dei flussi migratori. Si punta cioè a una più efficace collaborazione nell’opera di prevenzione dell’immigrazione clandestina, accompagnata da una volontà di integrazione dei cittadini dei paesi terzi legalmente residenti nel territorio dell’Unione. Oltre al proseguimento delle attività normative in materia di asilo e di visti, è prioritario migliorare il funzionamento di tutti i meccanismi operativi dell’UE in materia di contrasto alle attività criminali, a cominciare da Europol.

Le considerazioni esposte mostrano la delicatezza e la complessità delle sfide con cui si deve confrontare l’Unione europea ed alla cui soluzione la Presidenza italiana cercherà di contribuire, con spirito di umiltà e di servizio e nel fermo e pieno convincimento che la sicurezza e la prosperità dell'avvenire dipendano sempre più dal processo di integrazione europea che ha già garantito per mezzo secolo pace, democrazia, libertà e benessere. L’Europa di oggi, ha concluso il Presidente del Consiglio, non è più quel leggero aquilone capace di intercettare il vento della storia dei tempi del Trattato di Roma. Si è molto irrobustita e si è appesantita di responsabilità e di doveri verso i partner e verso il resto del mondo. L'aspirazione è che nel corso della Presidenza italiana e in vista di quella irlandese si riesca, con la cooperazione di tutti e con lo speciale aiuto dei nuovi membri, a restituire a questo gigante istituzionale qualcosa della sua leggerezza e del suo slancio originario.

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Dichiarazione della Commissione

Il Presidente della Commissione europea Romano PRODI ha posto l'accento sul fatto che la Presidenza italiana si apre in un periodo cruciale nella vita dell'Unione e avrà innanzi tutto il compito di portare a buon fine la revisione dei trattati fondatori dell'UE, realizzando la prima Costituzione europea. Durante questo semestre, infatti, si aprirà la Conferenza intergovernativa, che lavorerà sulla «buona base» del progetto di trattato costituzionale, un progetto che ha inserito la Carta dei diritti fondamentali nel trattato costituzionale, che attribuisce all'Unione una sola personalità giuridica e definisce i poteri dell'UE dando ai cittadini la possibilità di distinguere meglio le competenze rispetto agli Stati membri. Prodi non ha tuttavia nascosto la propria insoddisfazione per il fatto che alcune indispensabili questioni (come l'estensione del voto a maggioranza qualificata, senza il quale è difficile pensare a un'Europa efficiente; una diversa soluzione per la composizione della Commissione; il deficit di rappresentanza dell'euro sulla scena internazionale; l'inserimento delle clausole di revisione costituzionale a maggioranza rafforzata) non sono state affrontate oppure lo sono state con eccessiva timidezza. Egli ha pertanto ribadito che la Commissione si appresta, nel suo parere del prossimo settembre relativo all’apertura della Conferenza intergovernativa, a rimettere sul tavolo negoziale della Conferenza gli aspetti ancora irrisolti. Per il Capo dell'Esecutivo, dalla CIG dovrà scaturire un quadro istituzionale più democratico ed efficiente, fondamentale anche per condurre una politica economica e sociale e una politica estera più incisive.

L’altra grande sfida dei prossimi sei mesi citata da Prodi è il proseguimento della costruzione della «grande Europa» e l’attuazione della nuova strategia di vicinato. Sotto la spinta del Vertice di Salonicco è necessario proseguire sulla via di un partenariato sempre più stretto con i Balcani, senza i quali l'attuale fase del processo di allargamento non potrà mai definirsi completa. Il Presidente si è detto certo che la Presidenza italiana si impegnerà a fondo per continuare a mantenere questa regione al centro degli obiettivi prioritari dell’Unione.

Per il Presidente della Commissione occorre passare subito alla fase operativa della nuova strategia di vicinato, fondata sul principio della costruzione dell'«anello dei paesi amici», attraverso specifici piani d’azione e nuovi strumenti di assistenza. In tal senso ha preannunciato alcune proposte che il Parlamento e il Consiglio avranno occasione di esaminare e approfondire durante la Presidenza italiana. In particolare, per quanto riguarda l’area mediterranea, Prodi ha auspicato che entro la fine dell’anno possano vedere la luce la Banca Euromediterranea e la Fondazione per il dialogo tra culture. Sarà inoltre fondamentale svolgere un ruolo chiave nell’attuazione della «road map», alla cui elaborazione l’Unione europea ha offerto un contributo decisivo, assieme agli Stati Uniti, alla Russia e alla Nazioni Unite.

Il Presidente della Commissione ha garantito grande attenzione alle relazioni transatlantiche, evidenziando che nel recente Vertice UE-USA è stata ribadita la ferma volontà di ricreare un clima di collaborazione e solidarietà. Pur ammettendo l'esistenza di differenze su varie questioni, per Prodi gli obiettivi di Unione e Stati Uniti sono gli stessi anche se talvolta si punta a realizzarli seguendo metodi diversi. L’esempio più evidente di questa realtà è il rapporto tra USA e UE in materia di commercio internazionale, dove entrambi perseguono gli stessi obiettivi anche se con proposte divergenti. Ciò tuttavia non incide sui rapporti bilaterali e sull'efficacia dei negoziati multilaterali nell'ambito dell'OMC, soprattutto per il fatto che, in materia commerciale, l'Unione parla con una sola voce e si propone come partner autorevole, a differenza di molti altri campi nei quali è divisa e meno incisiva.

Per il Presidente della Commissione, la sfida più difficile è quella di ricreare le condizioni di una crescita economica dell’Unione forte, equilibrata e duratura e occorre anche affrontare la riforma del sistema di sicurezza sociale europeo. È indispensabile riflettere operativamente sugli strumenti di coordinamento più stretto delle politiche economiche e fiscali dell’Unione, per affrontare le difficoltà e usufruire degli enormi vantaggi che un mercato di quasi mezzo miliardo di abitanti offre. A questo proposito, la Commissione ha proposto nei mesi scorsi di utilizzare tutta la flessibilità contenuta nel Patto di stabilità al fine di permettere di adattare la politica fiscale di ogni paese alla situazione congiunturale, pur sottolineando che bisogna passare a una fase di coordinamento più stretta tra le politiche fiscali degli Stati membri. Come evidenziato anche al Consiglio europeo di Bruxelles del marzo scorso, il Capo dell'Esecutivo considera importante rilanciare con urgenza la realizzazione delle infrastrutture necessarie per lo sviluppo europeo e sostenere la ricerca fino a raggiungere il tetto del 3% del PIL europeo.

In collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, la Commissione sta finalizzando un’iniziativa per contribuire ad accrescere l’investimento complessivo e la partecipazione del settore privato in queste due aree chiave per raggiungere gli obiettivi di Lisbona. Prodi ha notato con compiacimento il forte sostegno che il governo italiano ha espresso recentemente nei confronti di questa strategia. Per il Presidente della Commissione bisogna inoltre accelerare l’approvazione delle proposte preparate dalla Presidenza greca (ad esempio in materia di lavoro interinale, OPA, misure a seguito della vicenda del Prestige, creazione del cielo unico europeo, statuto dei rifugiati), esprimendo fiducia che con l’aiuto della Presidenza italiana potranno essere adottate le decisioni operative che mancano alla realizzazione di questi obiettivi. Prodi ha preannuciato l'avvio da parte della Commissione di un’ampia riflessione interna sulle prospettive finanziarie per il dopo 2006. In autunno, l'Esecutivo presenterà il progetto politico per un’Unione europea allargata e riformata, che sarà discusso sotto Presidenza italiana al Consiglio europeo di dicembre. Le prossime prospettive finanziarie rappresentano un passaggio fondamentale per il progetto europeo. Secondo il Presidente della Commissione, in questa fase storica l'Unione europea necessita di visione e di convinzione. Di visione, perché si stanno ponendo le basi per l’assetto dell’Europa nei decenni a venire e di convinzione perché l’Europa è la sola via possibile. In chiusura del suo intervento, Prodi ha detto di aspettarsi con fiducia che l'Italia segua senza esitazioni la strada di entusiasmo e convinzione con la quale il paese ha contribuito nel corso della storia al raggiungimento dei grandi obiettivi europei.

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Interventi a nome dei gruppi politici

Il discorso di Berlusconi ha ricevuto un grosso applauso e ciò viene preso quale esempio per l'atteso e auspicato successo della Presidenza italiana, ha esordito Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, D) invitando tutti, indipendentemente dall'area di provenienza, a far sì che le discussioni politiche non siano una scusa per non raggiungere gli obiettivi. Il gruppo popolare valuterà e accompagnerà la Presidenza italiana in modo obiettivo e critico. Osservando le competenze venute dall'Italia a livello di Parlamento, Consiglio, Commissione e Convenzione, il portavoce popolare si rallegra della consonanza tra le affermazioni di Berlusconi e Prodi. Oggi si ripensa al 25 marzo 1957, quando furono firmati i Trattati di Roma. L'Italia ha ora un grande compito, che è anche una grande opportunità, affinché alla fine dell'anno vi sia un nuovo Trattato di Roma che includa i nuovi paesi dell'UE. Si tratta di una grande prospettiva storica e di un'enorme responsabilità. Rivolgendosi «a tutti gli amici italiani», Poettering ha detto che il suo gruppo farà il possibile affinché il Trattato costituzionale sia un successo e ha ringraziato per la volontà di includere adeguatamente il Parlamento nei lavori della CIG. «Faremo attenzione a che tale promessa sia tradotta in realtà», ha proseguito. Egli si è poi detto fiducioso del fatto che con il sostegno del Parlamento sarà possibile giungere entro fine anno al nuovo Trattato. Il gruppo sostiene infatti i principi dell'Europa comune e non vuole un ritorno alla mera collaborazione fra gli Stati, che sarebbe un passo indietro rispetto ai progressi compiuti. Come europei, si ritrovano le radici nella rispettiva madrepatria: la cittadinanza europea è infatti giustificata dalla nazionalità del paese di provenienza; l'Unione europea non è in contrapposizione ma è un complemento della madrepatria. Quanto alle misure infrastrutturali, il gruppo intende verificarle con cautela. La stabilità dell'euro (moneta che necessita di rappresentanza esterna) non deve essere messa in dubbio: si vuole difendere la giovane valuta europea. Poettering ha infine augurato grande successo alla Presidenza italiana, affinché entri nei libri di storia con la firma del trattato costituzionale a Roma, dopo la firma ad Atene dei trattati di adesione che sanciscono l'ingresso nell'UE di 10 nuovi paesi.

Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E), riprendendo le affermazioni sul ruolo storico dell'Italia, ha detto con franchezza di sperare che l'Italia faccia «bella figura». Quando il Presidente Ciampi parla dell'Europa si è più rasserenati, mentre quando parla Berlusconi ci si preoccupa. Oggi, ha proseguito, il Presidente del Consiglio ha seguito la linea Ciampi, ma quando si sente parlare di ingresso nell'UE di Russia e Israele si prova preoccupazione. Egli ha rammentato la frase di Tucidide inserita nel preambolo della Costituzione: «la nostra Costituzione si chiama democrazia perché il potere non è nella mani dei pochi ma dei più». Vi è quindi l'obbligo di fare le leggi in nome dell'interesse generale e non per i casi specifici di pochi. Barón Crespo ha preso atto della volontà di mediazione e auspica che vi siano solo modifiche tecniche al testo del nuovo trattato, discutendo solo dei problemi ancora in sospeso. Ringraziando per la proposta di associare pienamente il Parlamento, egli ha ricordato che si tratta di una pratica già in vigore da Amsterdam e Maastricht. Si auspica inoltre che la Presidenza informi regolarmente il PE e la sua commissione affari costituzionali. Non si può infatti tornare ai tempi della democrazia a porte chiuse. In materia di economia, quello proposto è uno sviluppo della strategia di Lisbona: è bello poter ascoltare da governi conservatori proposte che i socialisti avevano avanzato dieci anni fa. Bisogna però chiarire quali saranno le garanzie: si potrebbe forse iniziare aprendo i lavori per la costruzione del ponte di Messina. Quanto alle pensioni e ai conseguenti aspetti sociali, bisogna tenere conto dell'evoluzione demografica anche alla luce dell'immigrazione, un problema che può essere risolto a cannonate o in modi diversi. Alla fine dell'anno scorso, ha ricordato poi il portavoce socialista, il Parlamento si è espresso, nella relazione sui diritti fondamentali, a favore della libertà di espressione opponendosi alle concentrazioni e chiedendo di garantire i diritti dei cittadini. Un Libro verde presentato in proposito dieci anni fa non ha avuto finora risultati. Sulla politica estera, non si deve parlare solo con una parte, ma con tutte e l'oratore apprezza in particolare quanto detto sulle relazioni con l'America latina. Il capogruppo socialista ha garantito che il gruppo accompagnerà senza settarismo la Presidenza e la valuterà sui fatti e non sulle promesse.

A nome del gruppo liberale, Graham WATSON (ELDR, UK) ha espresso l'auspicio che l'iter costituzionale europeo possa essere portato a termine il più presto possibile, evidenziando che il futuro dell'Unione europea è in mano agli Stati membri. Pur apprezzando le linee «keynesiane» del programma economico annunciato dalla Presidenza italiana, il deputato ha precisato che occorre verificarne la compatibilità con le esigenze del bilancio comunitario. Inoltre, pur condividendo la necessità di accordi di cooperazione con i paesi limitrofi in tema di immigrazione, egli è convinto che non si debba forzare la mano agli Stati vicini. Il rappresentante liberale ha detto di condividere la strategia di relazioni transatlantiche enunciata dalla Presidenza italiana, evidenziando che in alcuni casi è tuttavia necessario alzare la voce con gli Stati Uniti. Il deputato ha lamentato il fatto che il Presidente del Consiglio abbia parlato poco di riforma della politica agricola comune, ponendo l'accento sulla necessità di aprire i mercati agricoli europei. Egli ha concluso il suo intervento augurandosi che la Presidenza del Consiglio rispetti la dignità della carica e onori l'Italia.

Francis WURTZ (GUE/NGL, F) ha posto l'accento sulla necessità di dare vita a un'altra Europa, che metta al centro la qualità della vita, l'etica e l'uguaglianza di fronte alla legge e dove non ci sia spazio per l'intolleranza e il razzismo. Un'Europa emancipata dagli Stati Uniti, che fa sentire una voce diversa, che lotta contro il sottosviluppo e i disastri ecologici. Il rappresentante della GUE ritiene che il progetto infrastrutturale annunciato dalla Presidenza sia faraonico ma che vada valutato caso per caso, senza commettere l'errore di contare solo sui privati. Sul tema dell'immigrazione, egli ha espresso il timore che venga inquinato dalle posizioni di alcune componenti della compagine di Governo italiana. L'oratore ha annunciato che durante il semestre il suo gruppo svolgerà un ruolo di vigilanza e ha chiesto il rispetto dell'articolo 1 del progetto di Costituzione europea che parla di dignità umana, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e diritti dell'uomo.

Per Monica FRASSONI (Verdi/ALE, B) non c'è nulla di sorprendente nella preoccupazione che accompagna l'arrivo di Berlusconi alla guida dell'Unione europea. Esiste infatti un'anomalia italiana che rischia di essere contagiosa nella nuova UE. Una straordinaria concentrazione di potere prima economico e mediatico e poi politico gli permette, fra l'altro, di essere oggi al di sopra della legge. Ma l'indignazione permanente non basta: occorre agire e per questo nel semestre italiano i Verdi continueranno a sollecitare la Commissione a rispettare l'impegno di presentare una comunicazione sul pluralismo dei media e a onorare il suo ruolo di guardiana dei trattati. Quando si tratta di far rispettare in Italia la direttiva televisione senza frontiere, essa pare infatti esitante. In proposito ci si è battuti perché fra i valori fondanti della Costituzione europea figuri il pluralismo, per evitare che con la scusa dell'assenza di base giuridica si continui a non agire. In un momento di crisi economica, ha proseguito, è normale ingegnarsi per trovare strade per rilanciare l'economia e l'Italia dispone di ministri creativi e ansiosi di trasferire a livello europeo le loro ambizioni. Disposti ad un dialogo costruttivo, i Verdi sostengono che non sia vero che dei 14 progetti decisi ad Essen se ne siano realizzati solo 3 per mancanza di soldi: se gli investitori non si trovano è anche perché per molti di quei progetti l'utilità e la sostenibilità ambientale non erano assicurate. Occorre quindi tornare allo spirito del piano di Delors e alle idee forza del Libro bianco dei trasporti. Gli investimenti devono infatti servire non solo per riempire di infrastrutture il territorio, ma anche per promuovere la coesione economica e sociale. Bisogna abbandonare l'idea che alla crescita economica debba per forza accompagnarsi la crescita dei trasporti o ci si troverà in un ingorgo permanente. Che senso ha spendere per il ponte di Messina 6 miliardi di euro per risparmiare mezz'ora di viaggio, se migliaia di siciliani non dispongono di acqua potabile e ci mettono tre ore a percorrere 100 km in treno? Che senso ha investire 15 anni di lavoro per la Torino-Lione in un tunnel di 54 km, bucando una montagna piena di amianto quando l'ammodernamento e il potenziamento della linea attuale permetterebbe in 5 anni di assorbire il doppio del traffico delle merci? Si preferirebbe discutere non di progetti faraonici e forse irrealizzabili, ma di investimenti per l'innovazione, le energie rinnovabili, la rigenerazione del territorio, in cui la partecipazione e l'accettazione dei cittadini siano considerate come un valore e non come un fastidioso ostacolo. L'affermazione del programma sul fatto che bisogna battersi contro le burocrazie ambientali è un interessante giro di parole, che pare riferito alla necessità di far passare anche in Europa un'idea di moda in Italia: la deregulation totale, a cui i Verdi si oppongono perché rischiosa in tempi di allargamento e perché deriva da una concezione antiquata di ambiente come merce da usare e da svendere. L'Italia è seconda soltanto alla Spagna in materia di violazione della legislazione ambientale e il governo Berlusconi ha cambiato le leggi sui rifiuti in modo da rendere più difficili i controlli, pur se in Italia si perdono le tracce ogni anno di 11 milioni di tonnellate di rifiuti e il giro di affari delle ecomafie è stimato intorno ai 2,5 miliardi di euro. La valutazione di impatto ambientale è diventata una procedura dal valore solo formale; è stato dato il benestare alla cultura indiscriminata della caccia nei parchi e sono stati stanziati per quest'anno 56 milioni di euro per le aree protette, cioè meno del costo della costruzione di un 1 km di autostrada in galleria. Il governo sta preparando la depenalizzazione indiscriminata dei reati ambientali nell'indifferenza del quadro normativo comunitario. Anche su tale tema vi è un caso Italia. Rivolgendosi a Prodi, la rappresentante dei Verdi ha detto che in un settore dove l'Unione dispone di reali competenze e di responsabilità internazionali, si teme che la procedura delle infrazioni non basti più e che, con un atteggiamento troppo tollerante e attento al dettaglio formale più che alla sostanza, si rischi di contribuire allo svuotamento della legislazione ambientale comunitaria. Quanto alla politica estera, è stato chiesto che gli ottimi rapporti di Berlusconi con Bush vadano a vantaggio di tutti, ma non per organizzare un'impossibile competizione sul piano delle spese militari riducendo i contributi alle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo per finanziare la presenza italiana in Iraq. Sul Tribunale penale internazionale è nato un conflitto di fondo con l'amministrazione Bush: che cosa si intende fare in proposito? Anche l'amicizia con Putin dovrebbe essere utile a tutti. Ma come si può dimenticare la Cecenia? Serve un'azione forte per arrivare alla risoluzione di questo conflitto: i Verdi hanno chiesto di convocare una Conferenza regionale per il Caucaso e di convincere Putin a ratificare il Protocollo di Kyoto. Il gruppo sosterrà infine l'azione della Presidenza italiana a favore di una Conferenza intergovernativa breve, per non smantellare i peraltro scarsi risultati positivi della Convenzione. I Verdi lanciano però un forte appello affinché il nucleare sia tenuto fuori dalla Costituzione: come avvenuto per gli OGM, non sarebbe saggio sottovalutare la reazione negativa dell'opinione pubblica di molti paesi europei, inclusa l'Italia, di fronte alla promozione esplicita di una fonte energetica così costosa e pericolosa.

In quanto componente della Convenzione, Cristiana MUSCARDINI (UEN, I) ha espresso la sua soddisfazione e quella del gruppo UEN per l'adozione di un testo che riconosce il valore degli Stati nazionali nell'Unione europea. L'obiettivo deve essere quello di creare una Unione con istituzioni più forti e trasparenti per sancire nel mondo che il polo europeo esiste come modello di civiltà e di sviluppo, di una civiltà che vuole vedere riconosciuti i suoi valori e non desidera prevaricare quelli di altre culture. La deputata ha anche espresso l'auspicio che la CIG trovi un accordo per inserire nel preambolo del testo costituzionale il riconoscimento alle radici dell'Unione, come la storia greco-romana, la tradizione giudaico-cristiana e i valori laici e liberali che si sono definiti nel tempo. Si è poi insistito sulla necessità che venga attribuito un commissario a ciascuno Stato membro per rendere più coese tutte le istituzioni. Per la rappresentante dell'UEN, la Presidenza italiana darà una spinta propulsiva al processo di unificazione europea, a una nuova posizione dell'UE nel mondo e a una nuova politica mediterranea di cooperazione che impedisca che il fenomeno dell'immigrazione si tramuti in tragedia. Pur esprimendo favore nei confronti dei corpi europei di polizia di frontiera, dei nuovi accordi con i paesi terzi e della collaborazione rafforzata, si ritiene comunque necessaria una via europea alla globalizzazione. Nel sottolineare il proprio «no» alla speculazione finanziaria sfrenata, Muscardini ha chiesto maggiore impegno dell'Unione nella formazione culturale per favorire la reciproca conoscenza, nella risoluzione del problema abitativo e nel trovare soluzioni nazionali ed europee su infrastrutture e trasporti. Occorrono anche una più forte politica energetica, attraverso la ricerca di nuove fonti e il migliore utilizzo di quelle già esistenti salvaguardando l'ambiente; un finanziamento più consistente della ricerca e una più incisiva politica di sicurezza alimentare. L'Europa dovrebbe lanciare il messaggio che ciascuno ha diritto a una vita dignitosa. In tal senso, è necessario che i popoli più sviluppati svolgano un'azione politica e culturale all'interno e all'esterno dei loro Stati per evitare che continuino le tragedie umane alle quali si sta assistendo. Il diritto a una vita dignitosa significa prendere azioni concrete per combattere il terrorismo e porre fine delle pratiche di menomazione fisica alle quali sono sottoposte le donne in vari paesi, anche nel territorio europeo. A nome del suo gruppo, la deputata ha inoltre invitato la Presidenza italiana a intraprendere politiche volte combattere le discriminazioni, a colpire i trafficanti di armi e uomini e a distruggere il mondo della pedofilia. Su quest'ultimo tema, occorre che l'Unione attui un controllo scientifico e sperimentale per garantire l'utilizzo senza pericoli di ogni scoperta tecnologica.

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Jens-Peter BONDE (EDD, DK) è pessimista sulla possibilità che la CIG concluda i propri lavori nel prossimo dicembre, termine ultimo perché si possa approvare la nuova Costituzione europea nei tempi auspicati. A suo giudizio, inoltre, gli articoli contenuti nella terza parte del progetto costituzionale devono essere rivisti sotto una nuova luce, ad esempio sul tema dell'impatto della cittadinanza europea.

Marco PANNELLA (NI, I) ha voluto guardare in concreto che cosa sta già accadendo, misurando con onestà intellettuale le distanze che possono esserci tra il dire e il fare. Il 7 giungo Berlusconi a Gerusalemme diceva: «Ho sempre indicato Israele come futuro membro dell'UE, quale unica vera democrazia del Medio Oriente». Ma una citazione del programma afferma: «Nell'ambito del partenariato euromediterraneo non trascureremo l'opportunità di consolidare i rapporti con Israele nella prospettiva di una più ampia e strutturata collaborazione reciproca». Questa, ha detto Pannella, è la linea che si oppone a quella di Israele nell'UE perché gli oppositori non dicono: «non vogliamo questi sporchi ebrei», ma affermano: «basta la collaborazione». Quanto alla Turchia, si è sempre sentito parlare della volontà di integrare Russia, Turchia e Israele ma anche qui il testo del programma nega esplicitamente l'obiettivo dell'adesione turca: «La Presidenza italiana ritiene inoltre essenziale dare contenuti più concreti al rapporto con la Federazione Russa», mentre per la Turchia «siamo impegnati a verificare insieme il cammino verso l'integrazione incoraggiando il governo di Ankara a proseguire gli sforzi del fondamentale processo di riforme interne». Pannella ha chiesto se questo è un annuncio di integrazione. Le affermazioni di Buttiglione (con un regime militare il paese non potrà entrare nell'UE, ma se si abolisce il regime militare si passa a quello teocratico) sono il segno dell'Europa cristiana. Ma per Pannella non esiste una sola storia d'Europa; ve ne sono tante: c'è la storia della riforma e della controriforma, c'è la storia di un'Europa che ha prodotto comunismi, fascismi, nazismi vincenti, che ha prodotto e produce antidemocrazia e quindi vi è l'altra, quella che il Pontefice dalla Polonia accusa quando accusa il liberalismo. C'è poi «l'Europa dell'anti», della «nostra Europa» di Altiero Spinelli, di Ernesto Rossi, dell'Europa che Berlusconi ha preannunciato al G8 in un modo che i radicali hanno applaudito. Si vuole portare l'Europa verso l'organizzazione mondiale della democrazia. Secondo Pannella fra Prodi e Berlusconi vi è una profonda sintonia di fondo. Egli ha poi concluso con due richieste: che all'Assemblea generale dell'ONU l'Unione europea faccia iscrivere il problema della moratoria sulla pena di morte e quello del Caucaso.

Dibattito

Antonio TAJANI (PPE/DE, I) ha ricordato che un anno e mezzo fa, quando iniziarono i lavori della Convenzione, pochi erano convinti che si potesse arrivare alla trasformazione di un sogno in realtà, pochi credevano che l'Europa avrebbe potuto darsi un assetto istituzionale capace di farle assumere sempre maggiori responsabilità sul palcoscenico internazionale. I pochi sono oggi diventati la stragrande maggioranza. Inizia con questo positivo risultato il semestre più denso d'impegni e di speranze degli ultimi anni. L'Italia, Paese fondatore, ha ottenuto a Salonicco il mandato di portare a conclusione i lavori della Convenzione e l'Europa ha scelto Roma come sede della firma della prima Costituzione: si tratta di un risultato politico di grande rilievo, di un riconoscimento storico per l'Italia e per il suo governo, scelto liberamente dagli elettori. È un riconoscimento che sosterrà il lavoro nei prossimi mesi, che permetterà di raggiungere gli obiettivi. Il testo della Convenzione è perfettibile ma rappresenta una base fondamentale di lavoro che non può essere stravolta. Il programma della Presidenza disegna per domani un'Europa riunificata, alleata degli Stati Uniti, ma capace di assumersi responsabilità che fino ad oggi non è stata capace di realizzare. L'oratore ha poi sottolineato l'importanza del ruolo che svolge e svolgerà il Parlamento europeo anche in occasione della CIG e ha detto che il nuovo trattato, con l'individuazione di un Presidente del Consiglio e di un ministro degli esteri, fornirà la risposta alla domanda: «Dov'è Mr. Europa?». La caduta del principio dell'unanimità è l'altra scelta che permetterà di superare ostacoli che troppo spesso hanno bloccato l'iniziativa europea. È ora auspicabile che la CIG aumenti il numero delle materie in cui si decide a maggioranza. Ma la Costituzione è solo uno strumento: le norme non sono in grado di produrre effetti se manca la volontà politica. Dall'intervento del Presidente, ha proseguito Tajani, emerge chiara la scelta italiana di dare grande peso all'azione esterna dell'UE. Se lo si vorrà, l'Europa, con lo sguardo rivolto ad Est ma anche a Sud, sarà protagonista di pace, di progresso di sicurezza, di sviluppo e di giustizia sociale anche per le persone più deboli, con disabilità. Costituzione e volontà politica non sono però sufficienti da sole a realizzare il progetto di Adenauer, Schuman, De Gasperi, Monnet, Martino e Spinelli. L'Europa non potrà «essere», se non riuscirà a parlare al cuore dei cittadini e se non affermerà i valori in cui affonda le origini. Tajani ha così auspicato che la CIG voglia inserire un riferimento esplicito alle radici giudaico-cristiane nel preambolo della Costituzione laica dell'Europa. Se si perderà la cognizione delle origini, non si potranno percorrere nuove vie e guardare verso quei nuovi orizzonti che l'Europa di domani dovrà raggiungere.

Pasqualina NAPOLETANO (PSE, I) ha dichiarato che la Presidenza italiana sarà giudicata in base a come si comporterà di fronte ai problemi essenziali che caratterizzano il futuro dell'Unione. Parlando delle preoccupazioni che hanno accompagnato l'inizio di questo semestre, ha affermato che non tutte sono determinate da pregiudizi, quanto piuttosto da questioni come il conflitto d'interessi, le dimissioni dell'ex ministro degli esteri italiano Renato Ruggiero e le sortite antieuropee del ministro delle riforme Umberto Bossi, che aveva definito l'Unione prima come «forcolandia» e, più recentemente, come un «progetto giacobino, intrinsecamente autoritario e globalizzatore». Questi elementi spiegano la freddezza del Governo italiano a lavorare seriamente per la costruzione dell'Europa come spazio di giustizia e libertà, a cominciare dal mandato di arresto europeo. La deputata ha chiesto che la CIG non metta in discussione i risultati raggiunti nella Convenzione, auspicando che la Presidenza italiana si adoperi per l'estensione del voto a maggioranza. Sul tema degli investimenti, si ritiene che oltre alle infrastrutture occorra anche puntare su formazione, ricerca e ambiente, a patto che vi sia un progetto attuato su scala europea con metodo comunitario e con misure finanziarie credibili. In campo economico, rimarcando che l'UE non si occupa dei sistemi previdenziali, l'invito al Presidente Berlusconi è a impegnarsi perché le politiche sociali e fiscali siano inserite nei trattati come materie di competenza dell'Unione europea. Quanto all'immigrazione, la deputata ha lamentato il fatto che Berlusconi abbia menzionato solo un pezzo della politica europea, ovvero il controllo delle frontiere, trascurando altri aspetti come la gestione dei flussi, l'accoglienza e i diritti degli immigrati, che danno un contributo fondamentale alla crescita dell'economia europea. Sul fronte della politica estera, infine, è stata sottolineata la necessità che l'amicizia con gli Stati Uniti non diventi subalternità e che nella questione mediorientale siano ascoltate tutte le parti in causa, con l'auspicio, inoltre, che la posizione dell'Italia sulla Turchia, dopo le dichiarazioni contraddittorie di Berlusconi e del ministro italiano per le politiche comunitarie, sia quella enunciata nel discorso del Presidente del Consiglio.

Francesco RUTELLI (ELDR, I) ha detto di parlare da europeo, senza portare in Aula opinioni sulla politica interna. Nei prossimi sei mesi l'Europa dovrà accelerare il proprio cammino e il trattato costituzionale dovrà far capire al mondo se il continente continuerà ad essere motore di progresso economico e sociale e se, dopo la grave crisi irachena, si doterà di strumenti efficaci per essere protagonista di sicurezza e di libertà in partnership con gli Stati Uniti, in una nuova cooperazione multilaterale. Da europeo, Rutelli si augura un successo della Presidenza italiana in stretta collaborazione con la Commissione presieduta da Romano Prodi e con il Parlamento europeo. Berlusconi oggi ha mostrato prudenza e uno sforzo per presentare il programma in una linea di collaborazione con gli altri paesi e non in discontinuità con le storiche linee della politica europea dell'Italia. Ci vuole però più coraggio se non si vogliono compromessi in continuo ribasso, soprattutto per il governo dell'economia, per la politica estera e la necessaria nuova politica di difesa, riducendo al minimo il rischio di paralisi del voto all'unanimità. Ci si attende in questi sei mesi un radicale cambiamento capace di rimuovere le cause di quelle critiche, scetticismi e preoccupazioni che accompagnano le prime giornate del semestre italiano. Non è infatti la politica interna di un paese, ma l'Europa che chiama ad escludere conflitti di interesse e concentrazioni mediatiche. Sono i fondamenti liberali della separazione dei poteri e dell'equilibrio tra i poteri a rispecchiarsi nei Trattati europei. Lo spirito del Trattato del 1957 era basato su una visione coraggiosa e anticipatrice e ha costruito 50 anni di democrazia, di prosperità e di pace. Guidati da quella visione anche da posizioni politiche alternative, si potranno raccogliere frutti comuni per il bene dell'Europa e del suo futuro.

Fausto BERTINOTTI (GUE/NGL, I) ha affermato che l'avversione del suo partito alla politica e al governo di Berlusconi è radicale e non avrebbe senso se ora tale opposizione cambiasse segno. Ogni semestre è il semestre di un governo, non di un paese, così che se uno è contro l'amministrazione Bush, non per questo è antiamericano e se uno in Italia e in Europa è contro il governo italiano, non per questo è contro l'Italia. L'Europa è a un passaggio importante, a una sfida giustamente definita storica. Si teme però che il governo Berlusconi aggravi anziché favorire le scelte necessarie. Berlusconi parte infatti con l'handicap di un consenso incrinato in Italia e di una parte importante dell'opinione pubblica europea avversa. Le cause di ciò risiedono proprio nella sua politica. Sono state falsificate le premesse della crisi economica nel paese, è stato sottoposto ad una forte tensione sul conflitto di interessi e vi è la lesione determinata da un ministro che parla dell'esigenza di cannoneggiare i convogli degli immigrati sul mare. Non si vuole gridare allo scandalo, ma soffermarsi sulla critica alla sua politica, i cui fondamenti sono essenzialmente il primato degli Stati Uniti d'America e il primato del mercato. Entrambi sono fattori di crisi per l'Europa da costruire: gli USA perché sono oggi guidati da una dottrina di guerra preventiva, il mercato perché produce crisi della coesione sociale. Per Bertinotti la proposta di un'Europa transatlantica, neoliberista e post-democratica contraddice la vocazione e la missione storica dell'Europa di oggi. Egli dubita di questa politica keynesiana, ritenendo che le grandi infrastrutture possono essere una minaccia per la condizione ambientale attraverso la deregolamentazione e rischiano di non potersi fare interamente per la difficoltà dei finanziamenti. Un altro lato della sua politica è invece organicamente neoliberista: la precarizzazione del lavoro e la flessibilità, in sintonia con altri paesi europei nell'attacco al sistema previdenziale. Questa, per Bertinotti, non è l'Europa. L'Europa che c'è è quella che chiede un'autonomia dalla politica nordamericana in nome di una diversa cultura politica e di un diverso modello sociale. «Oggi il suo punto di forza è la debolezza dell'Europa politica», ha proseguito, perché questa è fondata su un deficit democratico e perché anche la Convenzione risulta ambigua e debole, lontana dalla grandi Costituzioni progressiste. L'oratore ha quindi annunciato un'opposizione non in nome di questa Europa, ma in nome di un'Europa sociale e democratica. L'augurio è quindi che nel semestre italiano cresca la partecipazione e il protagonismo dell'azione di massa. Su una sola cosa il partito vorrebbe poter convergere: la richiesta forte di una moratoria sulla pena di morte.

Per Francesco SPERONI (NI, I) il compito più importante della Presidenza italiana sarà il nuovo trattato costituzionale, che parte da una buona base e che potrà essere sottoposto ad alcuni aggiustamenti, come una migliore definizione delle competenze tra Unione europea e Stati membri. Il problema del voto a maggioranza o all'unanimità, invece, va risolto cercando di comporre l'esigenza di efficienza delle istituzioni e il rispetto della sovranità e degli interessi degli Stati membri. L'oratore ha anche chiesto che il Parlamento europeo sia dotato di un potere di iniziativa legislativa, invitando il Presidente del Consiglio a dedicare la sua attenzione a tale punto.

Parlando da italiano, Antonio DI PIETRO (ELDR, I) si è detto al tempo stesso preoccupato e orgoglioso per la Presidenza dell'Unione europea, oltre che imbarazzato per la censura e il sarcasmo con cui è stata accolta nell'UE quella che è stata definita, a ragione, l'anomalia italiana derivante dal conflitto d'interessi. Il deputato ha detto di provare umiliazione perché riconosce che ogni volta che il Presidente Berlusconi esprime un concetto o una proposta, specie in materia di economia, finanza, informazione e soprattutto giustizia, non si riesce mai a sapere se lo faccia pensando all'interesse pubblico o a quello proprio e dei suoi amici. Egli ha auspicato che il conflitto d'interessi non si espanda a livello europeo, considerando tale conflitto, e non la magistratura, il cancro della democrazia. Di Pietro ha poi dichiarato orgoglio perché le istituzioni italiane e gli italiani non sono solo rappresentati da Berlusconi e dai suoi amici. Per questo motivo egli è sicuro che, con il concorso di tutte le istituzioni e dell'opposizione parlamentare, la direzione italiana dell'Unione europea saprà farsi onore nonostante l'anomalia italiana.

Armando COSSUTTA (GUE/NGL, I) ha detto che l'Italia, Paese fondatore della Comunità europea, ha oggi il grande compito di portare l'Europa al suo storico allargamento e al varo della sua prima Carta costituzionale: questo augurio è anche un impegno, ma è un male per l'Italia e per l'Europa che la persona che dovrà rappresentarle in questo semestre sia Silvio Berlusconi. Nella sua persona si esprime un'anomalia unica al mondo: su di lui e sul suo operato pesa un macigno immenso per il conflitto permanente fra i suoi interessi personali e quelli della collettività italiana ed europea. E' l'uomo più ricco d'Italia, la sua immensa potenza economica e i suoi affari privati presenti in ogni campo confliggono con le leggi, le norme e i postulati dello Stato, ma anche con la giustizia. È molto triste per l'Italia e per l'Europa dover leggere sui quotidiani più illustri di ogni paese giudizi feroci su di lui: «giudizi severi, ma veri». Ed è per tutti motivo di preoccupazione vedere alla testa del Consiglio chi ha operato durante la guerra in Iraq non per unire, ma per dividere l'Europa, in contrasto con i sentimenti espressi dalla maggioranza del popolo europeo, collocandosi su posizioni subalterne agli USA. Chi sulle questioni internazionali agisce al di fuori della prevalente linea europea, per esempio a proposito dei rapporti con Israele e con la Palestina o sulla situazione drammatica dell'immigrazione, chi sulle vicende economiche e sociali, a partire all'attacco alle pensioni, ha sposato una linea iper-liberista e profondamente antipopolare è la peggiore e la più pericolosa destra europea. Cossutta quindi prevede che la gestione Berlusconi si riveli del tutto fallimentare. Egli auspica tuttavia che si riesca almeno, nell'interesse dell'Europa e della patria italiana, a ridurne al minimo i danni: per questo il suo gruppo opererà con limpido senso di responsabilità nazionale e convinto spirito europeo e, proprio per questo, in opposizione a Berlusconi e alla sua politica.

Martin SCHULZ (PSE, D) si è rivolto a Poettering, che ha elogiato la competenza di chi, giunto dall’Italia, siede oggi sui banchi del Consiglio – Berlusconi, Fini, Frattini e Buttiglione – preoccupandosi che avrebbero potuto essere citati anche Maldini e Del Piero o Garibaldi e Cavour. Ma una persona è stata dimenticata: Bossi, anche lui membro del governo, le cui minime dichiarazioni sono peggio di quelle che hanno portato il Parlamento europeo ad approvare risoluzioni contro l’Austria e la partecipazione del FPÖ al governo austriaco. Il Presidente del Consiglio non è responsabile del QI dei suoi ministri, ma ha la responsabilità di quanto essi dicono. Le dichiarazioni di Bossi sono del tutto incompatibili con la Carta dei diritti fondamentali dell’UE, valori che il Presidente del Consiglio è chiamato a difendere e in questo caso a difendere contro un suo ministro. Schulz ha poi ripreso le parole di Di Pietro sul virus del conflitto d’interessi, che non deve diffondersi a livello europeo. In questi giorni, ha proseguito, al PE ci si trova in una situazione difficile perché quando si parla della Presidenza italiana si sente dire: «attenzione a non criticare Berlusconi sulla base di ciò che fa in Italia perché tali questioni non hanno a che vedere con il Parlamento europeo». «Perché? – ha chiesto Schulz – L’Italia non è forse membro dell’Unione europea?». Certo che tali questioni trovano posto al PE: ciò che Berlusconi fa come Primo ministro italiano va discusso dai membri eletti del Parlamento italiano, ma ciò che fa come Presidente del Consiglio europeo è campo del Parlamento europeo. Berlusconi – ha proseguito Schulz – ha citato lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, il processo di Tampere ed Europol, ma non ha citato altre tre cose, su cui l’oratore ha chiesto di pronunciarsi: «Che cosa intende fare per accelerare la creazione del procuratore europeo? Che cosa intende fare per accelerare l’entrata in vigore del mandato d’arresto europeo? Che cosa intende fare sul riconoscimento reciproco dei documenti per i casi giudiziari transnazionali?». Su quest’ultimo punto, esiste un bisogno di riforme in Italia, in modo che il mandato d’arresto europeo possa entrare in vigore più rapidamente. Schulz si è comunque rallegrato di poter avere questo dibattito con Berlusconi, che avviene anche grazie a Nicole Fontaine (ex Presidente del Parlamento europeo, ndr) la quale è riuscita a trascinare per molto tempo la procedura sull’immunità di Berlusconi e Dell’Utri, oggi per una volta presente. In caso contrario, Berlusconi oggi non avrebbe più l’immunità di cui ha bisogno.

Luciana SBARBATI (ELDR, I) ha espresso l'auspicio che questo semestre rappresenti un successo per l'Unione europea, ritenendo che i grandi temi in gioco, come le infrastrutture, le pensioni e l'immigrazione clandestina, non richiedano suggestive formule televisive ma un lavoro di intelligente mediazione politica. Il profilo dell'azione della Presidenza dovrà essere molto alto e incentrato sulle grandi scelte internazionali. Sulla nuova Costituzione europea, occorre fare passi in avanti e non indietro. La deputata ha inoltre chiesto che venga costruita una relazione non subalterna con gli Stati Uniti, anche attraverso l'incoraggiamento alla Gran Bretagna ad entrare nell'Unione monetaria, e che l'Unione europea assuma una posizione imparziale nella vicenda mediorientale.

Per Francesco FIORI (PPE/DE, I) se c'è una cosa che preoccupa della situazione europea è la politica che troppo spesso ha manifestazioni di autoreferenza. L'impegno di rispondere giorno per giorno alle aspettative dei cittadini europei contraddistinguerà però il semestre di Presidenza italiana. I temi trattati hanno coperto tutte le aspettative, ma l'oratore ha voluto richiamare l'attenzione su un punto: nel semestre di Presidenza italiana saranno costruite le nuove regole sulle politiche di coesione. La Presidenza dovrebbe allora richiamare l'UE a una serie di responsabilità precise: il rafforzamento della coesione economica e sociale, la riduzione della disparità fra i livelli di sviluppo di molte regioni - ancora esistenti e accentuati dall'allargamento - e l'attuazione di concetti di solidarietà geografica. La politica di coesione senza risorse è difficile da attuare e le politiche settoriali che l'Unione sta elaborando dovranno contribuire a una grande idea di coesione, in cui va inserito il criterio della flessibilità. Quanto alla CIG, ha concluso Fiori, un richiamo ai valori fondanti dell'Europa, ovvero ai valori cristiani, sarebbe un contributo importante alla storia europea.

Guido BODRATO (PPE/DE, I) si è soffermato sulla Conferenza intergovernativa che dovrà approvare la proposta della Convenzione e che costituisce uno dei principali appuntamenti nell'agenda della Presidenza italiana. La Costituzione sarà una svolta storica simile al Trattato di Roma del 1957. Bodrato ha sottolineato che il Parlamento si attende un passo avanti nel voto a maggioranza e nella politica estera comune, considerata l'ultima alternativa all'unilateralismo americano e la base più seria per una intesa euroatlantica. Egli ha anche auspicato una riflessione sull'inserimento delle radici cristiane dell'Europa nel testo costituzionale, perché il cristianesimo non è un limite alla laicità della politica. E' stato anche evidenziato che la Presidenza italiana avrà l'opportunità di inquadrare in un più ampio programma le reti transeuropee, che i progetti prioritari della Commissione hanno segnalato come obiettivo per rafforzare la coesione territoriale europea. L'oratore ha poi dichiarato di condividere la posizione di Berlusconi e Prodi secondo la quale occorre destinare maggiori risorse alla politica della ricerca e dell'innovazione, poiché la competitività dell'economia europea dipende soprattutto da tali investimenti. Tra i compiti della Presidenza italiana ci sarà anche la concretizzazione dell'iniziativa delineata a Salonicco per una politica dell'immigrazione che trovi un equilibrio concreto tra legalità ed accoglienza, nel rispetto dei valori della Carta dei diritti fondamentali. Infine, per rilanciare la politica mediterranea dell'Europa, occorre essere consapevoli che nessuna iniziativa verso i paesi del sud Mediterraneo potrà avere successo se non sarà fondata su una forte politica di pace che garantisca la sicurezza di Israele, ma anche una patria per i palestinesi.

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Per Guido PODESTÀ (PPE/DE, I) è giusto parlare di «grande Europa», dato che con l'arrivo dei nuovi paesi il continente si sta riconciliando con la propria storia e con la propria civiltà. Ma l'Europa sarà grande se saprà restare tale anche nella propria capacità di competere nell'ambito economico. Consapevole del rischio di perdere competitività su scala mondiale, che l'Europa sta correndo in questa fase, Podestà ha accolto con favore il richiamo del Presidente del Consiglio alla strategia di Lisbona e anche il riferimento alla competitività al servizio di una prosperità condivisa. Dopo Lisbona si sono sprecati tre anni ed è giusto, come sottolineato da Berlusconi, cercare nuove linee di sviluppo e nuovi strumenti che fungano da volano economico. Ci vuole immaginazione, ci vuole capacità di vedere al di là dell'ovvio e quindi la proposta di infrastrutture materiali e immateriali - capitale umano, ricerca - mobilizzando risorse private oltre che quelle pubbliche, è la strada giusta. Per il Vicepresidente, è corretta anche la proposta di portare all'attenzione dell'Unione il tema di un sistema pensionistico sostenibile. Egli ha sottolineato che in tanti, dentro e fuori il Parlamento, sono convinti che la Presidenza italiana sarà la chiave di successo per questo passaggio così critico nella costruzione dell'Europa unita. A coloro che anche oggi hanno portato in Aula i veleni di una certa mediocre politica italiana, Podestà ha detto che in democrazia a legittimare è solo il voto dei cittadini.

Giuseppe BRIENZA (PPE/DE, I) ritiene che il discorso del Presidente del Consiglio abbia esposto due regole auree: la continuità nella politica estera e di sicurezza e la necessità di giudicare sulla base dei fatti. La linea di mediazione e di saggezza esposta da Berlusconi è ciò di cui l'Europa ha bisogno. Una mediazione che sarà necessaria anche in sede di Conferenza intergovernativa dove, nonostante il generale gradimento verso la bozza di Costituzione, sarà necessario un lavoro di composizione delle differenti posizioni dei vari governi nazionali per assicurare una conclusione positiva. Per il deputato, la Presidenza italiana dovrà mediare anche su tutti i grandi temi di politica estera sui quali sarà chiamata a operare, ovvero il processo di pace in Medio Oriente, il recupero delle relazioni transatlantiche e il dialogo con i paesi a sud del Mediterraneo. Egli ha anche espresso apprezzamento sul metodo annunciato dal Presidente del Consiglio, che prevede anche un maggior coinvolgimento del Parlamento europeo. Brienza ha infine espresso l'orgoglio di appartenere a un paese fondatore dell'Unione europea che in questo momento esprime sia la Presidenza del Consiglio che quella della Commissione, nella convinzione che Berlusconi e Prodi non deluderanno e saranno degni della tradizione italiana.

Giorgio NAPOLITANO (PSE, I) ha espresso soddisfazione, come italiano, per il riconoscimento venuto da tante parti del ruolo storico dell'Italia nel processo di integrazione europea, un ruolo sempre teso a valorizzare quelle originali istituzioni sovranazionali che sono la Commissione e il Parlamento europeo. Le riserve, le preoccupazioni, le sollecitazioni che vengono rivolte a Berlusconi rispecchiano le attese di tutti per il semestre di Presidenza di un grande paese fondatore e federatore dell'Europa comunitaria. Napolitano ha poi espresso preoccupazioni e aspettative in quanto presidente della commissione affari costituzionali del PE. La Convenzione ha rappresentato un'innovazione di straordinaria importanza. Il progetto di Costituzione che ha adottato viene rimesso alle decisioni finali dei Capi di Stato e di Governo, ma sarebbe insensato metterne in questione le innovazioni più significative. Il Presidente del Consiglio ha parlato di opinioni differenziate e di mediazione necessaria, ma sforzi notevoli di mediazione sono stati già compiuti nella Convenzione e in particolare nel suo Presidium: la mediazione della Presidenza italiana nella preparazione e nello svolgimento della CIG deve quindi mirare a un ulteriore avanzamento e all'assunzione netta di quelle scelte essenziali rimaste irrisolte, indicate anche dal Presidente della Commissione e condivise dal Parlamento. L'Aula voterà una risoluzione in proposito, che sostiene in particolare l'estensione ulteriore del voto a maggioranza qualificata. Il Parlamento darà quindi il suo contributo alla CIG e in tal senso si apprezza la presa di posizione, sperando che si applichi anche ad altri aspetti, suggeriti da Prodi. Napolitano ha infine invitato Berlusconi a guardare con serenità e con apertura al dialogo con il Parlamento.

Vitaliano GEMELLI (PPE/DE, I) condivide il programma della Presidenza italiana: con la prudenza necessaria, con l'umiltà che contraddistingue il popolo italiano e con la quasi unica capacità di mettere al servizio dei più l'estro e l'intelligenza, si potrà guadagnare il porto della nuova Europa. Il senso alto della politica deve essere il nobile governo delle necessità delle genti, in una società in continua e sempre più rapida evoluzione. Per fare ciò serve grande sensibilità politica, che governi la tecnostruttura e si opponga alla tecnocrazia. La società così governata è fatta per la stragrande maggioranza, ma anche per i disabili che vivono nell'anonimato pur animati da buoni e semplici sentimenti di solidarietà ed amore. Questa è l'Europa a cui ci si deve rivolgere: piegando la struttura economica alla crescita di questa gente che non deve vivere nella precarietà e nella provvisorietà a cui l'economia globalizzata vorrebbe costringerla. Il partenariato euroatlantico con tutte le Americhe non è solo un'esigenza, una scelta economica e politica, ma soprattutto un fatto culturale che si motiva con le comuni radici e con la condivisione di valori. Deve poi crescere, attraverso la trasformazione della NATO, uno strumento di polizia internazionale. Gemelli si è quindi soffermato sulla povertà nel mondo: nella discussione sulle prospettive finanziarie dell'UE occorre porsi una proiezione del contributo del 2% del PIL, con coraggio e determinazione, perché l'apertura dei mercati non è sufficiente. Egli si augura infine che la Presidenza italiana abbia una grandissima capacità di ascolto: solo così potrà celebrare con soddisfazione la Costituzione della nuova Europa.

Pur menzionando la straordinarietà degli appuntamenti che si verificheranno durante il semestre italiano (l'elaborazione del trattato costituzionale, la «road map» per il Medio Oriente, i preparativi per l'allargamento e il rilancio della strategia di Lisbona), Giorgio LISI (PPE/DE, I) ha preferito richiamare l'attenzione del Presidente del Consiglio sulle questioni ordinarie e, in particolare, su alcuni importanti dossier al momento aperti. Egli ha citato le questioni della mobilità e dei trasporti, facendo riferimento alla proposta Van Miert, alla proposta del Governo italiano sui finanziamenti infrastrutturali e a quella della Commissione di aumentare al 20% la percentuale del finanziamento UE sulle infrastrutture. Egli ritiene, inoltre, che ultimamente il Consiglio si sia rilassato su alcuni temi che andrebbero rilanciati: liberalizzazione dei servizi portuali, pacchetto ferroviario, valichi alpini e settori aereo e marittimo. Intervenendo su questi ultimi è possibile dare ai cittadini la prova tangibile che con l'Europa c'è un'opportunità in più di benessere e prosperità per tutti.

Jas GAWRONSKI (PPE/DE, I) ha messo in evidenza il fatto che gli attacchi volgari e tendenziosi della stampa internazionale e in parte italiana hanno trovato eco anche nell'Aula, determinando un avvio inutilmente polemico della Presidenza italiana. Paradossalmente, tale avvio potrebbe essere di buon auspicio, come già avvenne nel 2001, quando analoghe malignità contribuirono a determinare la vittoria elettorale di Berlusconi. Egli ha comunque ha auspicato che, dopo gli schiamazzi, il semestre italiano venga giudicato sulla base delle capacità dell'Italia di imprimere al processo europeo l'accelerazione che merita, pur nella consapevolezza che per Berlusconi non ci saranno sconti. In quanto componente della commissione esteri, l'oratore si è detto fiducioso che il Presidente del Consiglio saprà ricucire i rapporti tra Europa e Stati Uniti, favorire l'assimilazione dei nuovi paesi aderenti (che vedono giustamente in Berlusconi un difensore dei loro interessi) e dare un contributo al processo di pace in Medio Oriente, dove l'Italia ha già mostrato agilità diplomatica.

Per Renato BRUNETTA (PPE/DE, I) le riforme istituzionali e quelle economiche in Europa non sono che due facce della stessa medaglia. La competitività, la coesione sociale, la solidarietà fra le generazioni e verso i tanti sud del mondo e la valorizzazione del capitale umano non sono solo obiettivi alla portata dell'UE, ma anche alcuni dei valori fondanti del popolo europeo. Per il deputato, oggi l'Europa ha la possibilità di mettere insieme il processo costituente con la volontà e la necessità delle riforme, come implementazione progressiva di quel cantiere aperto rappresentato dalla Costituzione formale. L'UE ha un mercato interno ricco e integrato con bassi tassi di interesse, ma il suo mercato del lavoro è ancora troppo rigido e le infrastrutture sono insufficienti. Brunetta ritiene che il piano d'azione per lo sviluppo delle reti transeuropee proposto dal Presidente del Consiglio attraverso fondi pubblici e privati vada nella direzione giusta, così come giudica condivisibile l'obiettivo di rendere sostenibili i sistemi di welfare europei attraverso le riforme. In conclusione, il deputato si è detto convinto che il Presidente del Consiglio sarà in grado di realizzare i programmi modernizzatori che ha presentato sia in Italia che in Europa.

Dopo aver sottolineato ironicamente di essere stato confuso da alcuni interventi precedenti, Mario MAURO (PPE/DE, I) si è soffermato sulla necessità di inserire nel nuovo testo costituzionale il riferimento alle radici cristiane dell'Unione europea. Non si tratta di un contributo all'ansia clericale di alcuni gruppi sociali, ma «della memoria storica del senso più vero delle nostre Istituzioni». Egli ha sottolineato che le istituzioni democratiche sono garanti ma non padrone della soddisfazione dei bisogni degli individui, nella consapevolezza di non poter essere la risposta esaustiva ai desideri nel cuore dell'uomo. Per l'oratore, il riferimento alle radici cristiane dell'Europa è la presa di coscienza che senza il legame e la tensione unitiva e personalistica del cristianesimo, l'Europa  è più fragile ed esposta alla scorciatoia politica dei totalitarismi, che per negare l'uomo hanno sempre cominciato negando Dio.

A conclusione del dibattito, Silvio BERLUSCONI ha ringraziato Poettering e il PPE per le parole di incoraggiamento e augurio, che hanno sollecitato su un punto o sull'altro, ma nel segno del sostegno. Egli ha poi ringraziato i presidenti del gruppo liberale e del gruppo socialista, che ha espresso sollecitazioni critiche con grande cortesia e senso dell'umorismo. Berlusconi ha detto di essere convinto che la grande Europa del futuro, se vorrà davvero essere protagonista della politica mondiale e sedere a un tavolo in condizioni di parità con gli USA, dovrà poter comprendere anche Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Israele e la Federazione Russa con la sua potenza militare. Ma questa è la visione che egli può esprimere in piena libertà quando parla per se stesso e per il suo governo, ha chiarito Berlusconi: quando diventa Presidente del Consiglio europeo, invece, si deve attenere al parere prevalente di quest'ultimo, riflettendo il mandato che gli viene conferito dai colleghi del Consiglio.

Effettivamente, ha proseguito, si può vedere un'atmosfera keynesiana o colbertiana nella richiesta di intervento dell'Europa attraverso la BEI e nel reperimento di capitale privato per le infrastrutture transeuropee che erano state previste 10 anni fa da Delors. Ma che cosa è successo nel mondo dopo l'11 settembre? Vi è stata la guerra in Afganistan e in Iraq, ma soprattutto sono crollate le borse, con un abbassamento del valore dei patrimoni finanziari impiegati in titoli azionari e un abbattimento cruciale dei rendimenti: chi aveva 100 si trova oggi ad avere 35, chi aveva un reddito dell'8-10% sul suo patrimonio, si trova ora ad avere un reddito dell'1%. Ciò ha provocato una riduzione della domanda privata sul mercato dei beni di consumo e quando la domanda privata scende non c'è altro modo per sostenere l'economia che ricorrere alla domanda pubblica; essa non può venire dai singoli Stati, che non hanno più la possibilità di svolgere una politica monetaria perché c'è l'euro e che devono rimanere nei parametri di Maastricht; è allora l'Europa a doversi dare la capacità di politica economica e tramite la BEI reperire i fondi di capitali privati sul mercato (che si possono avere a bassi tassi d'interesse) per dare impulso alla domanda con le infrastrutture, ma anche con investimenti in nuove tecnologie militari, nella ricerca e nella scuola.

A replica di chi spera che l'attitudine italiana a fare leggi solo per casi concreti a lui vicini non si estenda all'ambito europeo, Berlusconi ha affermato che il governo da lui guidato (il 57° in 50 anni di storia) sta operando 24 diverse riforme perché ha ereditato una certa situazione, visto che nessun governo precedente ha potuto farle. Berlusconi ha citato il record di 350 disegni di legge e decreti legge, di cui 200 già trasformati in legge dal Parlamento. Se ci si riferisce ai 3 disegni di legge adottati con gli strumenti della democrazia in risposta a chi invece approfitta del ruolo di funzionario della giustizia per attaccare con la giustizia i nemici politici, egli ha detto che ciò è stato fatto solo per 3 casi su 350, quindi appena l'1 per cento.

Il Presidente ha poi confermato che terrà informato il Parlamento sul procedere dell'opera di mediazione, che non sarà facile, anche in considerazione del poco tempo a disposizione. Da qui al 15 ottobre il tempo sarà impiegato per contattare i Primi ministri e i ministri degli esteri europei al fine di presentasi all'apertura della CIG già con ipotesi di soluzione che possano mettere d'accordo tutti. «Non posso non rispondere a coloro che hanno guardato all'Italia dandone una versione caricaturale e lontana dalla realtà», ha poi proseguito, invitando a godere di qualcosa che il governo non è riuscito a negare, cioè sole e bellezza: 100.000 monumenti e chiese, 3.500 musei e 2.500 siti archeologici, 40.000 case storiche «che non siamo riusciti a distruggere in questi due anni». Rivolgendosi a Martin Schulz, ha affermato che un produttore in Italia sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: «la suggerirò per il ruolo di kapò, lei è perfetto». Agli amici e colleghi socialdemocratici, egli ha detto che dovrebbero ampliare le loro frequentazioni al di là dei colleghi italiani e forse anche le loro letture al di là dei giornali di estrema sinistra, che hanno formato i loro convincimenti.

Rispondendo a Pannella, ha ribadito il proprio convincimento personale su Israele e Turchia, ricordando però che in questi mesi dovrà interpretare la linea del Consiglio europeo auspicando un sostegno delle sue visioni che però vanno oltre il periodo dei 6 mesi. Berlusconi ha rassicurato sulla moratoria per la pena di morte e ha detto che porterà all'Assemblea ONU di settembre la richiesta condivisa dal PE. Quanto agli addebiti di assoggettamento agli USA, ha ribadito di vedere l'Europa come co-protagonista nel mondo: per farlo, l'Europa non dovrà essere solo un gigante economico, ma anche politico con una sola voce in politica estera e investendo di più sulle forze militari. Nessuna diplomazia e nessuna politica della storia ha mai avuto successo se non sostenuta da un'adeguata potenza militare. Berlusconi ritiene che si debba essere amici degli USA, ma nulla nei comportamenti del governo italiano può far pensare a una posizione di assoggettamento; egli ha poi affermato di aver cercato di dissuadere Bush dall'iniziativa militare in Iraq senza esserci riuscito. Di qui, la lettera firmata con 7 paesi europei, cui se ne sono poi aggiunti altri 10, affinché al male della guerra non se ne aggiungessero altri, ovvero il discredito dell'ONU che si è mostrata impotente, la crisi dei rapporti transatlantici e la divisione dei paesi europei, cosa avvenuta e che si sta cercando di comporre.

Quanto al conflitto d'interessi, forse non si è a conoscenza del fatto che in Italia i giornali ma soprattutto le televisioni che ancora appartengono alla sua famiglia sono stati tra i più decisi critici del governo: ogni giornalista nelle sue televisioni ha come massima preoccupazione quella di apparire indipendente nei confronti dei colleghi e ciò porta a essere critici ogni giorno nei confronti del padrone. Se questa è la forma di democrazia che si vuole usare per chiudere la parola al Presidente del Consiglio europeo, ha detto, i deputati dovrebbero andare in Italia come turisti, ma qui sembrano «turisti della democrazia». In riferimento all'immigrazione, Berlusconi ha detto che se c'è un paese che affonda le sue radici nel cristianesimo, un paese generoso e aperto a chi soffre, questo è l'Italia: non si deve confondere la guerra, che tutti insieme si deve fare ai trafficanti di schiavi, con l'accoglienza che si deve dare a chi viene in Europa per migliorare la sua vita. Bisogna lottare contro questa nuova forma di schiavismo, ma nulla può contraddire la generosità italiana.

Quanto all'ambiente, i Verdi forse non sanno che dopo il calcio il suo hobby principale è quello dei fiori, dei giardini e dei parchi. Nel programma si può leggere che si vogliono introdurre alti livelli di tutela ambientale e quindi la politica va esattamente nella direzione di una maggiore tutela dell'ambiente, con l'impegno a far siglare il Protocollo di Kyoto. A coloro che hanno espresso incoraggiamenti, Berlusconi ha infine detto che è il passato a fare l'uomo e nella sua storia ci sono solo successi e cose tese a fini buoni. Egli vuole far fruttare anche questi sei mesi per arrivare a una conclusione che consenta all'Europa di essere un fattore positivo per la pace, la sicurezza e il benessere nel mondo. Con umiltà, serietà e passione, ha concluso, «ci applicheremo alla mediazione tra le distanti posizioni» dei vari membri per un'Europa più forte, capace di decidere sul piano internazionale, e per arrivare a un'Europa più vicina ai cittadini grazie alla nuova Costituzione.

Il Presidente del Parlamento europeo, Pat COX, ha fatto notare che in base al regolamento, Martin SCHULZ (PSE, D) ha la possibilità di replicare per fatto personale.

Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E) ha chiesto al Presidente Cox di tutelare i diritti dei deputati europei e soprattutto l'onore di Schulz. Oltre a dare la parola a quest'ultimo, il capogruppo socialista ha chiesto a Berlusconi di ritirare le sue parole, nel rispetto dei valori che uniscono gli europei.

Pat COX non ha voluto aprire un dibattito sulla questione, ma ha affermato che il Presidente, nel vigore e nell'entusiasmo del suo discorso, è andato forse al di là delle norme generali.

Martin SCHULZ (PSE, D), dopo aver chiesto chiarimenti sull'esattezza dell'interpretazione, ha detto che il rispetto per le vittime del fascismo gli impedisce di rispondere. È però difficile accettare che un Presidente del Consiglio che esercita questa carica, risponda con simili toni quando si trova davanti a una minima critica.

Silvio BERLUSCONI ha replicato che Schulz l'ha pesantemente offeso sul piano personale, gesticolando e tenendo un tono di voce inammissibile al Parlamento europeo. Se non si è in grado di cogliere l'ironia, egli si dispiace ma non intende ritirare le affermazioni se prima Schulz non ritira le offese personali che gli ha rivolto con cattiveria.

Il Presidente Pat COX ha deplorato il tono dell'ultima parte della discussione, increscioso soprattutto perché distrae dai temi europei che si dovrebbero discutere. Il Presidente ha quindi invitato a concludere con una certa serenità, pur dispiacendosi dell'offesa a Schulz, un collega molto rispettato.

In chiusura di dibattito, il Presidente della Commissione Romano PRODI ha ribadito che uno dei principali obiettivi del semestre italiano è la CIG, dalla quale scaturirà un trattato costituzionale che determinerà i valori dell'Europa dei prossimi decenni. Egli ha sottolineato che durante il semestre la Commissione svolgerà un ruolo di impulso e di proposta e che si porrà come garante della continuità, accompagnando la Presidenza italiana sulla direzione già tracciata dalla Presidenza greca. Prodi è anche tornato sulla necessità di proseguire nella strategia di integrazione dei paesi balcanici e di dialogo con gli Stati vicini, dal Marocco alla Russia, con i quali bisognerà condividere tutto fuorché le Istituzioni, perché l'UE deve avere dei confini chiari. Il Capo dell'Esecutivo ha concluso citando le principali azioni che la Commissione intraprenderà nel prossimo semestre: garanzia del rispetto dei trattati e impulso alla nuova Costituzione; assicurazione di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, anche per ridurre le differenze tra i cittadini all'interno dell'UE; attenzione, in collaborazione con la BEI, allo sviluppo infrastrutturale con un esame rigoroso e selettivo di costi e benefici; impegno contro i mercanti di schiavi, pur nel rifiuto dell'intolleranza; approccio multilaterale nella soluzione dei conflitti.

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Conclusioni del Vertice di Salonicco e bilancio della Presidenza greca

Relazione del Consiglio europeo e dichiarazione della Commissione - Riunione del Consiglio europeo (Salonicco, 20/21 giugno 2003) Dichiarazione della Presidenza in carica del Consiglio - Bilancio della Presidenza greca
&
Risoluzione comune sui risultati del Consiglio europeo di Salonicco
Doc. B5-0327/2003
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 01.07.2003
Votazione: 03.07.2003

Voto

Con l'approvazione per 327 voti favorevoli, 92 contrari e 47 astensioni di una risoluzione comune, il Parlamento si compiace della decisione del Consiglio europeo in merito al progetto di trattato costituzionale e ritiene che esso debba costituire l'unica base per i lavori della CIG. Nello stesso tempo, i deputati mettono in guardia dall'idea di «disfare le maglie essenziali» del pacchetto messo a punto dalla Convenzione. L'Aula invita la Presidenza italiana a convocare ad un alto livello politico e quanto più rapidamente possibile la Conferenza intergovernativa, con la partecipazione piena e paritaria dei paesi aderenti, in modo che questa possa concludere i suoi lavori entro la fine del 2003. I deputati ricordano che è ormai prassi stabilita che la Commissione e il Parlamento partecipino con rappresentanti alle CIG e che il Presidente del Parlamento partecipi alle riunioni tenute a livello di Capi di governo.

In tema di immigrazione, frontiere ed asilo, il Parlamento esprime la sua costernazione per la morte di numerosi immigranti in occasione di naufragi nel Mediterraneo e condanna gli atti criminali di tutti coloro che traggono profitto dalla tratta di esseri umani. L'Aula reputa inoltre necessario intensificare la lotta contro queste reti criminali, sottolineando che l'efficace gestione delle frontiere esterne dell'UE dovrebbe essere sviluppata in base ad un quadro comunitario e metodi coerenti e strutturati. Approvando una serie di emendamenti del gruppo Verdi/ALE, i deputati osservano che attualmente non esiste una politica comunitaria di rimpatrio delle persone che soggiornano illegalmente e che va data assoluta priorità al rimpatrio volontario; qualsiasi evoluzione politica deve rispettare pienamente il principio di «non refoulement» e il diritto di chiedere asilo. Il Parlamento sottolinea inoltre che i cittadini dei paesi terzi devono godere di diritti e avere obblighi comparabili a quelli dei cittadini UE, incluso il diritto politico di voto per le elezioni locali ed europee.

In materia di lotta al terrorismo, l'Aula ricorda la necessità di collegare la lotta al finanziamento del terrorismo alla lotta contro il riciclaggio di capitali e contro il traffico di stupefacenti. Quanto all'allargamento, i deputati si compiacciono delle prospettive positive per l'adesione di Bulgaria e Romania ed appoggiano il governo turco nel suo programma di radicali riforme interne. Essi esprimono inoltre la loro profonda convinzione che l'adesione di Cipro all'UE creerà condizioni propizie per ravvicinare le due comunità dell'isola e trovare una soluzione nel quadro ONU. La Turchia e i responsabili turco-ciprioti sono quindi invitati a rispondere positivamente agli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite.

Il Parlamento ricorda la necessità di raggiungere tutti gli obiettivi formulati nella Dichiarazione di Barcellona e ribadisce la sua proposta di creare un'Assemblea parlamentare euromediterranea, che darà nuovo vigore alla dimensione parlamentare del processo di Barcellona, attraverso un più elevato grado di istituzionalizzazione e una maggiore visibilità politica.

L'Aula considera l'istituzione del Tribunale penale internazionale un notevole progresso per lo sviluppo del diritto internazionale. Nello stesso ambito, con l'adozione di un emendamento del gruppo Verdi/ALE, i deputati deplorano che l'attuale amministrazione USA continui ad opporsi al TPI e che essa stia intensificando le pressioni politiche e finanziarie a livello mondiale nel tentativo di persuadere diversi Stati a concludere accordi bilaterali di immunità dall'azione penale, minacciandoli di sospendere aiuti militari ed economici e altre forme di assistenza.

Per ulteriori informazioni:

Nikolaos Tziorkas

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42341

e-mail :             lega-press@europarl.eu.int

 

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Dichiarazione del Consiglio

Il Presidente del Parlamento europeo, Pat COX, ha espresso molta gratitudine al Primo ministro greco, al ministro degli esteri e ai colleghi del governo ellenico per l'altissimo livello di collaborazione avuto nel semestre con il Parlamento europeo, che ha permesso di progredire in determinati dossier, come l'accordo sulla «better regulation», lo statuto dei deputati e lo statuto dei partiti politici di livello europeo.

Il primo ministro Konstantinos SIMITIS ha presentato i risultati del semestre di Presidenza greca. A gennaio, quando in Parlamento si discusse delle priorità, era stato ribadito l'obiettivo di un'Europa forte, in grado di evolvere verso un sistema multipolare al servizio della pace, della sicurezza e della cooperazione. I sei mesi di Presidenza greca sono poi stati caratterizzati da eventi importanti. L'Europa ha conosciuto grandi mutamenti; in occasione della crisi irachena, sono apparse le debolezze, ma anche la forza e il senso di coesione che hanno permesso all'UE di lavorare e di prendere decisioni sul proprio futuro. La Convenzione europea ha concluso i suoi lavori sul progetto di Costituzione, progetto adottato con un ampio consenso. In seno al Consiglio dei ministri è stata poi avviata la discussione sulla politica di difesa, che è proseguita a Salonicco. I problemi incontrati hanno consentito di prendere coscienza su ciò che era necessario fare. Questi sei mesi sono stati segnati da eventi imprevisti e difficoltà, ma l'Europa è stata all'altezza delle sfide. Oggi sono infatti in corso dibattiti sulla politica estera, di sicurezza e difesa e in merito alla futura Costituzione. Il Primo ministro auspica un nuovo slancio per il continente.

Nel dicembre 2002 la Presidenza aveva indicato cinque priorità: realizzazione dell'allargamento, accelerazione della strategia di Lisbona, conclusione dei lavori della Convenzione, ricerca di soluzioni comuni al problema dell'immigrazione clandestina e proposta di azioni concrete nel settore delle relazioni esterne. Simitis ritiene che siano stati raggiunti risultati soddisfacenti. Il Trattato per l'adesione di 10 nuovi paesi è stato firmato e ciò ha sancito in modo solenne l'allargamento, ovvero la riunificazione dell'Europa. Tale atto è avvenuto ai piedi dell'Acropoli, importante simbolo per la futura evoluzione dell'UE. La Presidenza greca è riuscita a superare le difficoltà emerse in merito alle questioni relative al finanziamento dell'Europa ampliata e la firma ha permesso di includere, per ora in qualità di osservatori, i nuovi membri in Consiglio. È stata anche decisa l'adesione di Cipro: la soluzione globale per la situazione dell'isola non era lontana, ma purtroppo i dirigenti turchi non hanno voluto dar seguito al progetto. Sono poi stati realizzati accordi di partenariato con gli altri 3 paesi candidati. Per Bulgaria e Romania si potranno verificare i primi risultati entro il 2004, mentre per la Turchia servono ancora miglioramenti in settori come i rapporti di buon vicinato, il ruolo dell'esercito e i diritti umani.

Il Primo ministro ha messo in evidenza l'importanza di alcuni dossier per la strategia di Lisbona, i cui progressi consentiranno all'UE di essere meglio armata di fronte al problema della crescita economica, nonché di creare un ambiente propizio per l'Europa della conoscenza. È stato anche definito un coordinamento delle politiche economiche per il periodo 2003-2005 ed è stato istituzionalizzato il vertice tripartito ampliando il dialogo sociale. È stato poi concluso un accordo sulle disposizioni fiscali, in particolare sulla frode fiscale, discusso da tempo senza giungere a risultati. Il Premier si è rallegrato che tali difficoltà siano state superate sotto la Presidenza greca, sebbene alcuni paesi vogliano ancora poter assumere disposizioni specifiche a livello nazionale.

Su un altro dossier discusso da tempo, il brevetto europeo, si è giunti a un accordo, così come per il programma d'azione di investimento nella ricerca. Simitis ha poi ricordato altri dossier arrivati a conclusione: l'adozione della carta delle piccole imprese; il miglioramento del quadro regolamentare degli accordi sui mercati borsistici; il mercato interno dell'energia; la nuova strategia per lo sviluppo sostenibile e le fonti energetiche rinnovabili; il ritiro progressivo delle petroliere monoscafo; l'accordo sulla responsabilità ambientale.

Il Presidente della Convenzione europea, Valéry Giscard d'Estaing, ha presentato i risultati al Vertice di Salonicco. Il progetto di trattato costituzionale rappresenta un buon punto di partenza per la discussione nell'ambito della Conferenza intergovernativa, pur nella consapevolezza che i problemi di terminologia non devono allontanare dalla realtà. Il quadro in cui ci si può muovere per apportare mutamenti è stato determinato. La CIG non deve quindi ripartire da zero, né deve polarizzarsi su l'uno o l'altro problema. È essenziale che si giunga al testo conclusivo entro il 1° maggio 2004 - data dell'allargamento - in modo che i cittadini europei sappiano su cosa sono chiamati a pronunciarsi nelle elezioni di giugno. La Convenzione, a luglio, dovrà ancora rivedere il testo della terza parte della Costituzione procedendo ad adeguamenti tecnici.

A Salonicco si è anche discusso della politica d'immigrazione. Molte decisioni erano già state assunte a Siviglia e Tampere, decisioni che però non avevano potuto essere integralmente applicate per la mancanza di finanziamenti. La Commissione potrà ora disporre di circa 140 milioni di euro per questo settore e a Salonicco è stato deciso di progredire nel coordinamento quanto alla gestione delle frontiere. Il problema dell'immigrazione clandestina è riconosciuto a livello europeo: gli esempi degli ultimi giorni in Italia provano che la questione non può essere regolamentata da un solo Stato. Serve quindi una regolamentazione europea. Al Vertice si è anche parlato del rimpatrio dei clandestini, invitando la Commissione a esplorare soluzioni in questo campo. L'Esecutivo dovrebbe inoltre fare un bilancio della cooperazione con i paesi terzi: non si può infatti dare aiuto a un paese che resta indifferente rispetto a certi obblighi. Altre decisioni hanno riguardato il sistema d'informazione sui visti e l'integrazione degli immigrati nelle società europee.

Dopo il vertice di Salonicco è stato raggiunto l'accordo sulla revisione della politica agricola comune (PAC), revisione importante perché lancia una serie di messaggi: gli aiuti agli agricoltori saranno conosciuti e prevedibili; vi sarà un certo margine di manovra rispetto alle produzioni, con possibilità di scelta; i consumatori vedono garantita la qualità e la sicurezza alimentare; vengono assicurati l'igiene e il benessere degli animali. Ciò porrà l'UE in una posizione più forte, consentendole di parlare con una sola voce nelle sedi internazionali.

Sulle relazioni esterne, vi è stato un accordo con i paesi dei Balcani occidentali, accordo che riconosce la loro prospettiva europea, con uno sviluppo del dialogo e un aiuto finanziario. L'Iraq ha rappresentato il capitolo più difficile della Presidenza: l'obiettivo era quello di superare le divergenze preparando il futuro e l'UE è in continuo contatto con l'ONU per contribuire alla ripresa del paese nel rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite. L'Europa è stata anche protagonista nella fissazione del calendario per il piano di pace in Medio Oriente, grazie alla «road map» e al ruolo svolto nel Quartetto. La Presidenza greca, inoltre, ha fatto tutto il possibile per dissipare le tensioni nel rapporto transatlantico: la cooperazione è stata buona e si è riconosciuto il principio di collaborazione in termini economici e di sicurezza. Per i rapporti con la Russia, infine, il Vertice di San Pietroburgo ha costituito una tappa essenziale.

Il Presidente del Consiglio ha concluso facendo riferimento alla politica di difesa: l'UE si è dotata delle capacità operative; i contributi dei partner sono stati stabiliti e la definizione di procedure ha compiuto progressi al punto che oggi vi è una missione europea nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e in Bosnia. Per quanto riguarda la dottrina europea sulla sicurezza, Javier Solana è stato invitato a presentare raccomandazioni e il lavoro dovrà essere precisato nei prossimi mesi. Vari paesi si sono mobilitati per far progredire le questioni legate alla sicurezza, mentre altri sono più tiepidi, ma Simitis non ritiene che vi siano differenze sostanziali. Per concludere con le questioni istituzionali, il Premier ha ricordato la revisione dello statuto dei funzionari e il regolamento sullo statuto dei partiti politici europei. Egli ha poi ringraziato il Presidente Cox e il Parlamento per la collaborazione e per il ruolo motore, di sostegno e contributo nei sei mesi passati.

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Dichiarazione della Commissione

Il Presidente della Commissione europea, Romano PRODI, si è congratulato con il Primo ministro greco per i traguardi politici e istituzionali raggiunti dall’Unione nel corso di un semestre caratterizzato da delicati avvenimenti politici interni ed esterni, come la chiusura dei negoziati di adesione e la gestione del conflitto iracheno. Il Capo dell'Esecutivo si è soffermato in particolare su quattro successi raggiunti dalla Presidenza greca: la fine dei lavori della Convenzione, la riforma della Commissione, l'avanzamento significativo nella realizzazione dell'agenda di Tampere e il nuovo statuto dei partiti politici europei. Prima di esaminare nel dettaglio questi quattro punti, Prodi ha voluto citare la recente riforma della politica agricola comune, definendola l'acuto finale della Presidenza greca. Nel ringraziare la commissione agricoltura del Parlamento per aver fornito il proprio parere in tempo utile, egli ha sottolineato che lo sganciamento, anche se parziale, dei contributi comunitari dalla produzione, la difesa del territorio e dell’ambiente e le misure per la sicurezza alimentare costituiscono un’autentica rivoluzione per la politica agricola europea, nonché una solida base per le trattative all’OMC.

Sul tema della Convenzione, Prodi ha ribadito il giudizio interlocutorio della Commissione sul progetto di Costituzione. Tra gli aspetti positivi, egli ha citato l'aumento della trasparenza grazie alla semplificazione, alla riduzione degli strumenti legislativi, a una migliore divisione delle competenze tra le diverse istituzioni e all'estensione della procedura di codecisione. Prodi considera estremamente positive per il ruolo internazionale dell'Unione la creazione di un Ministro degli esteri unico, la personalità giuridica e le nuove norme sulla politica estera e di sicurezza comune e sulla politica di difesa. Tra le ombre figurano invece l'insufficiente estensione del voto a maggioranza qualificata, la limitazione del diritto di voto per i commissari e la possibile sovrapposizione fra la nuova figura del Presidente del Consiglio e del Presidente della Commissione. Per il Capo dell'Esecutivo, inoltre, occorre fare di più per la rappresentanza esterna dell'euro. Nonostante alcuni compromessi insoddisfacenti, tuttavia, Prodi considera il progetto preparato dalla Convenzione come una buona base per la Conferenza intergovernativa, sottolineando che la Commissione farà la sua parte per migliorarlo, in primo luogo con un parere che renderà pubblico a settembre.

Per quanto riguarda la riforma della Commissione e dello statuto del personale, considerata una delle priorità dell'attuale Esecutivo, egli ha evidenziato la bontà del compromesso raggiunto, che rispecchia le grandi linee delle proposte iniziali della Commissione. Per Prodi, che ha preannunciato la presentazione, in autunno, di una seconda proposta che tenga conto del parere del Parlamento e delle trattative tra i rappresentanti del personale, l’obiettivo è quello di applicare il nuovo statuto il 1° maggio 2004, data di adesione dei nuovi Stati membri. Egli ritiene che il nuovo statuto possa consolidare il servizio pubblico comunitario e dargli più forza e orgoglio, soprattutto con l’arrivo dei colleghi da dieci nuovi membri.

Per Prodi, la Presidenza greca ha sostenuto una posizione coerente ed equilibrata sulle politiche di immigrazione e di asilo e sulla gestione delle frontiere esterne dell'Unione: le nuove tappe definite a Salonicco consolideranno le basi della politica comune. Egli ha chiesto in particolare che il finanziamento comunitario si porti progressivamente all'altezza delle ambizioni politiche dell'Unione: le risorse necessarie sono state stimate in 140 milioni di euro per il periodo 2004-2006 e in 250 milioni di euro per un programma pluriennale di cooperazione con i paesi terzi sul periodo 2004-2008, in attesa di nuove aperture nel quadro delle prospettive finanziarie applicabili dopo il 2006, segno della priorità politica attribuita dall’UE a questo tema. In materia di immigrazione, il Capo dell'Esecutivo ha inoltre chiesto l'approvazione entro la fine della legislatura del nuovo programma di cooperazione proposto dalla Commissione, che costituisce un sostegno importante alla politica comune di riammissione. Sul fronte della gestione integrata delle frontiere esterne, Prodi ritiene che la soluzione migliore sia quella di creare un’agenzia che consenta una migliore esecuzione degli orientamenti strategici del Consiglio, di concerto con l'azione dei servizi nazionali competenti. L'Esecutivo sta inoltre ponendo le basi per il VIS, l'ambizioso sistema europeo di identificazione dei visti.

Il Presidente della Commissione ha accolto con favore l'invito del Consiglio europeo di elaborare una politica globale per l'integrazione degli immigrati legali, proponendo l'elaborazione di una relazione annuale che faccia il punto sui progressi realizzati. Prodi ha però deplorato che il Consiglio non abbia trovato un accordo sulla direttiva che definisce la nozione di rifugiato e che armonizza le forme di protezione sussidiaria. Egli ha assicurato la piena collaborazione della Commissione alla Presidenza italiana su questa direttiva e su quella relativa alle procedure, in modo da arrivare all'adozione dei due testi entro dicembre.

Il Presidente della Commissione ha infine accolto con favore la recente adozione dello statuto dei partiti politici europei da parte del Parlamento, determinata dal concorso di quattro fattori: entrata in vigore del Trattato di Nizza, nuova proposta elaborata dalla Commissione, applicazione del voto a maggioranza e soprattutto ottima collaborazione fra Commissione, Consiglio e Parlamento. Grazie a tale regolamento, i partiti politici europei potranno operare su una base chiara e trasparente e contare su una fonte di finanziamento che, almeno parzialmente, è a carico del bilancio comunitario.

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Dibattito

Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, D), ricordando il 50° anniversario del gruppo popolare, ha affermato che culmine del semestre è stata la firma dei trattati di adesione, il 16 aprile ad Atene. Il portavoce dei popolari ha ringraziato il Premier per aver invitato i capigruppo in quell'occasione, un esempio da imitare nei futuri momenti solenni dell'UE. Egli ha anche ricordato la presenza, conseguente alla firma dei trattati, di 162 osservatori dei paesi aderenti al PE. Purtroppo la Presidenza ellenica non è stata sempre tranquilla: vi è stata l'ombra della guerra in Iraq, ma ciò spinge a guardare al futuro cercando di evitare gli errori commessi in passato. In proposito Poettering ha ribadito che se alcuni Stati intendono definire una posizione, è necessario che prima si concertino con i partner europei: l'Unione non deve spaccarsi ma deve essere caratterizzata da un'azione comune. Per certe questioni di politica estera e sicurezza bisogna quindi avere il coraggio di agire a maggioranza qualificata. L'oratore ha poi affermato, sul partenariato transatlantico, che si vuole la parità dell'Europa con gli USA, ma l'America non deve essere concepita come un avversario bensì come un partner con cui si cerca di risolvere i problemi.

Davanti a problemi spinosi come l'asilo e l'immigrazione, ha proseguito, occorre un contatto con i paesi da cui provengono i flussi in modo che controllino le loro frontiere e siano aiutati nelle riforme per far sì che i giovani abbiano un futuro nei rispettivi paesi. Si tratta di un fondamentale problema umano, non di polizia: queste persone devono poter avere un futuro nella loro patria. In merito alla Convenzione, Poettering ha ringraziato il Presidente Giscard d'Estaing, ma anche presidente e vicepresidente della delegazione parlamentare: il progetto di Costituzione dovrà essere la base dei lavori della CIG, che dovrà giungere a un risultato entro fine anno. Il portavoce popolare auspica poi che il Parlamento sia rappresentato in modo adeguato in quella sede, ma anche nelle riunioni importanti per l'UE (ad esempio nelle riunioni dei ministri degli esteri europei) senza essere equiparato a una mera amministrazione. Egli ha infine ricordato lo statuto dei partiti politici europei e lo statuto dei deputati, su cui sono stati compiuti progressi decisivi, e ha ringraziato con calore la Presidenza ricordando che il successo dell'Europa è un successo per tutti.

Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E) si è congratulato con il PPE per il compleanno e ha detto di avere difficoltà a esprimere un commento più positivo di quello di Poettering in merito alla Presidenza greca, che è stata un'«odissea» e non certo una «crociera» nel Mediterraneo. La Grecia ha saputo condurre la nave europea e ciò va sottolineato. La cerimonia del 16 aprile sotto l'Acropoli ha costituito un'opportunità storica che ha trovato riflesso in quella che è stata la culla della democrazia per l'Europa. Su Cipro e i rapporti con la Turchia, il governo greco ha cercato di far evolvere la situazione. È stato inoltre sottolineato lo sviluppo degli orientamenti per la strategia di Lisbona, in particolare sull'occupazione, sebbene preoccupi il blocco sulla direttiva relativa ai lavoratori temporanei. I grandi orientamenti di politica economica, d'altra parte, non stanno rispondendo alla sfida di rendere più dinamica l'economia europea. Barón Crespo ha poi evidenziato i progressi compiuti in tema di sicurezza marittima e di politica agricola comune, una riforma che pone l'Europa in una situazione importante anche per quanto riguarda i negoziati in seno all'OMC.

In questo semestre la Convenzione europea ha concluso i suoi lavori con un testo che non pone grosse difficoltà ma che necessita di modifiche tecniche. I risultati della Convenzione sono anche importanti per la politica di sicurezza e per l'equilibrio istituzionale, sebbene vi siano alcune preoccupazioni sul ruolo del Parlamento: esso dovrà essere rappresentato alla CIG e dovrà costituire una sede di dibattito con uno scambio di informazioni con la Presidenza. Si è poi giunti a uno statuto dei partiti politici di livello europeo, ma non a quello dei deputati europei, il che significa avere un regolamento per l'esercito senza che i soldati abbiano diritti, ha sottolineato il portavoce dei socialisti: la questione ha un valore essenziale per l'Europa. Di fronte alla difficile situazione in politica estera, infine, la Presidenza ha reagito con fermezza, anche nelle relazioni transatlantiche e per questo merita l'applauso del gruppo.

A nome del gruppo liberale, Graham WATSON (ELDR, UK) ha evidenziato che gli aspetti positivi della Presidenza greca prevalgono su quelli negativi, specie in considerazione degli eventi verificatisi nell'ultimo semestre. L'oratore si è complimentato con il Premier Simitis per aver rispettato il calendario dell'allargamento e aver contribuito in maniera significativa alla firma dei trattati di adesione. Tra i punti a favore della Presidenza greca, egli ha anche menzionato la conclusione dei lavori della Convenzione, definendo l'attuale progetto di riforma istituzionale come una buona base per la nuova Costituzione europea. Positivo anche il giudizio sui traguardi economici raggiunti, tra i quali figurano i progressi sul Patto di stabilità e sulle trattative per le pensioni. Nonostante gli aspetti positivi, l'oratore ha registrato due insuccessi della Presidenza ellenica, ovvero la mancata soluzione della questione di Cipro, nonostante la posizione privilegiata della Grecia, e la scarsa coesione dell'Unione sull'atteggiamento da assumere nei confronti del conflitto in Iraq. Egli ha anche deplorato lo scarso controllo sugli accordi di estradizione tra Unione europea e Stati Uniti. Ribadendo un giudizio complessivamente positivo sul semestre, il rappresentante dei liberali ha concluso auspicando che l'UE continui la sua corsa anche durante la Presidenza italiana.

Francis WURTZ (GUE/NGL, F) ha incentrato il suo intervento sul documento dal titolo «Un'Europa più sicura in un mondo migliore», presentato a Salonicco dall'Alto Rappresentante Javier Solana, criticandone alcuni passaggi considerati molto vicini alla nuova strategia di politica estera dell'amministrazione USA. Egli ritiene inoltre che il documento abbia posto un accento eccessivo sugli aspetti militari e non abbia affrontato con la dovuta attenzione il problema mediorientale. Per l'oratore, l'Unione europea non otterrà mai il rispetto degli Stati Uniti se continuerà ad assumere un atteggiamento compiacente nei suoi confronti. L'UE potrà diventare un attore di rilievo sulla scena internazionale quando utilizzerà la propria influenza politica ed economica per far emergere regole di gestione dell'ordine mondiale basate sulla creazione di un mondo pacifico e solidale. L'oratore ha concluso sottolineando la necessità di fare presenti all'opinione pubblica europea i pericoli di questa nuova strategia.

A nome dei Verdi, Johannes VOGGENHUBER (Verdi/ALE, A) si è soffermato sulle profonde differenze tra le enunciazioni di principio delle prime due parti della bozza di Costituzione europea e le applicazioni pratiche della terza parte. In particolare, egli ha fatto notare il contrasto tra i richiami allo Stato di diritto e l'estensione eccessiva dei poteri legislativi del Consiglio, ad esempio in materia sociale. Per tale ragione, ha chiesto maggiore uniformità tra le prime due parti e la terza, sollecitandone una riforma sulla base dei principi alla base della nuova Costituzione. Egli ha anche invitato tutti i soggetti coinvolti nel processo di riforma a tenere in maggiore considerazione il fatto che l'opinione pubblica vuole una più estesa applicazione del voto a maggioranza. L'oratore si è infine espresso positivamente sui risultati conseguiti dalla Presidenza greca.

Gerard COLLINS (UEN, IRL) ha rilevato le diverse posizioni emerse sull'Iraq, ma il governo greco ha sempre affrontato la questione tenendo conto di tutte la parti in modo equilibrato e realistico. La Convenzione ha contribuito a creare nuove strutture per l'UE ottenendo un risultato sostenuto da consenso che sarà ora oggetto di dibattito in seno alla CIG: è importante che il nuovo trattato sia concluso entro il 1° maggio prossimo in modo da garantire che le decisioni siano prese con il sostegno del popolo europeo, cioè di oltre 500 milioni di cittadini. Si vuole cioè avere una Costituzione europea per il prossimo decennio, tenendo conto dei futuri Stati membri e dei paesi più piccoli. È poi compito dell'Europa garantire che il processo di pace in Medio Oriente torni ad avanzare, grazie alla tabella di marcia definita grazie al ruolo essenziale dell'UE. La Presidenza greca ha dato un buon esempio e merita quindi grande rispetto.

Per Jens-Peter BONDE (EDD, DK) la riforma dell'Unione europea deve essere più flessibile e tener conto delle esigenze dei paesi candidati in vista dell'allargamento. Egli ha chiesto che la nuova Costituzione europea venga sottoposta al giudizio degli elettori attraverso un referendum. L'obiettivo è quello di evitare che le riforme vengano considerate come espressione del potere delle burocrazie di Bruxelles.

Mario BORGHEZIO (NI, I) considera le conclusioni del Vertice di Salonicco in materia di immigrazione come una svolta positiva, soprattutto sui temi della gestione comune delle frontiere esterne e del rimpatrio dei clandestini. Egli ha tuttavia denunciato l'endemica lentezza delle istituzioni europee nell'affrontare le organizzazioni criminali che gestiscono i traffici di esseri umani. Borghezio ha inoltre lamentato che il Consiglio europeo di Salonicco non si sia posto il problema dei rapporti tra l'immigrazione clandestina e il terrorismo e non abbia previsto misure di prevenzione di carattere sanitario, anche a tutela degli immigrati. Dopo aver sottolineato che la bellezza e l'integrità di alcuni litorali italiani, e in particolare dell'isola di Lampedusa, vengono messe a repentaglio dai continui sbarchi di clandestini, l'oratore ha concluso sposando la proposta inglese di collocare i centri d'accoglienza fuori dal territorio dell'Unione europea.

Francesco FIORI (PPE/DE, I) ha elogiato la Presidenza greca, che ha avuto il merito di saper coniugare i grandi temi come l'allargamento, la Convenzione e la politica estera con le questioni quotidiane che interessano più da vicino i cittadini. Egli ha citato i progressi compiuti nell'ultimo semestre in tema di fiscalità, energia e di programmi comunitari come Erasmus. Per il deputato, l'unico neo della Presidenza greca è stato quello relativo alla riforma della politica agricola: pur conscio della difficile congiuntura economica, egli considera profondamente sbagliato lo smantellamento dell'unica vera politica che finora ha consentito all'Unione europea di potersi definire come tale. Egli ha auspicato che dopo Cancun ci sia un ripensamento generale perché, in caso contrario, la posizione del commissario Fischler, mediata dal Consiglio Agricoltura, non produrrà effetti nel settore agricolo, un settore strategico per l'economia e soprattutto per i consumatori.

Il Primo ministro greco Konstantinos SIMITIS si è soffermato, nelle risposte, su tre temi essenziali trattati nel corso del dibattito. Il primo concerne la futura Costituzione europea. Avendo visitato gli altri 24 paesi che compongono ormai l'UE per preparare il Vertice di Salonicco, il Primo ministro ha constatato differenze sostanziali sulla conoscenza dello spazio europeo, non solo in materia di politiche economiche e sociali (differenze in questo caso già visibili), ma anche nella comprensione del progresso e della cooperazione europea. Ciò deriva dalle diverse esperienze vissute negli anni passati e di tali differenze occorre tenere conto per trovare compromessi. I nuovi Stati membri vivono con il timore delle pressioni subite in passato dall'Unione Sovietica e attribuiscono particolare importanza alla sicurezza e alla partecipazione ad organizzazioni come la NATO. Gli attuali membri dell'UE, invece, hanno già superato questo stadio. Occorre quindi essere consapevoli che non si possono raggiungere subito e senza difficoltà obiettivi come la politica estera comune o la creazione di un'Unione sul modello di confederazione. Il compromesso contenuto nella proposta di Costituzione, ha ribadito Simitis, è buono e rappresenta la base per ulteriori discussioni nell'ambito della CIG, convocata a ottobre dalla Presidenza italiana. In quella sede si deciderà anche la partecipazione del Parlamento e le modalità di procedere con i lavori. Per quanto concerne gli adeguamenti tecnici della terza parte della Costituzione, il Consiglio europeo aveva insistito sulla conclusione dei lavori entro giugno. Sulla base di tale decisione, la Convenzione non potrà continuare i suoi lavori cambiando il compromesso raggiunto. Sono necessarie modifiche di forma: si è decisa la proroga dei lavori in modo che il terzo capitolo sia armonizzato con le parti precedenti.

Quanto al problema dell'immigrazione, Simitis ha rilevato una mancanza d'informazione. Al Vertice si è parlato di una polizia unica per la sorveglianza delle frontiere, ma alcuni paesi sono del tutto contrari per motivi costituzionali. L'obiettivo è quindi quello di un'azione comune e coordinata. La Commissione europea dovrà presentare proposte su come realizzare tale coordinamento. Quanto alla ripartizione degli oneri, vi è una concezione errata: non si tratta di dire che la Germania, ad esempio, dà denaro all'Italia per far fronte alla gestione delle migrazioni, ma di attuare programmi comuni applicati in aree come quella mediterranea o delle frontiere orientali; si tratta cioè di aiutare con programmi comuni zone o paesi con necessità specifiche a tale riguardo. Non esiste poi un accordo di riammissione con la Turchia: l'Unione è sollecitata a realizzarlo decidendo anche una serie di criteri per l'applicazione degli accordi; un paese non può infatti collaborare con l'UE e rifiutare la riammissione degli immigranti. Tale questione dovrà avere seguito nel corso della Presidenza italiana.

In merito alla sicurezza dell'UE, Solana ha accettato di elaborare una proposta entro dicembre e, come avviene per la politica monetaria, anche per le questioni della difesa è necessaria una discussione in Parlamento. L'elemento positivo della proposta di Solana consiste nel non essere generale, ma nel trattare temi specifici e sottolineare in modo preciso i pericoli legati alle armi di distruzione di massa: la tecnologia moderna permette infatti di costruirle senza mezzi sofisticati. Serve pertanto la prevenzione. Ciò non implica mezzi d'intervento militare, ma una vera prevenzione con il controllo del commercio e la firma di accordi. La proposta di Solana dovrà trovare seguito perché una politica comune di sicurezza e difesa è necessaria. La Presidenza greca, ha concluso Simitis, non ha mai detto che avrebbe risolto tutti i problemi dell'Unione. Spetterà alla Presidenza successiva e a tutti i soggetti interessati proseguire nelle soluzioni trovate in questo semestre. A tal fine servono discussioni costruttive volte a creare un'Europa più forte, anche nel settore economico. Tutti i paesi in questo semestre hanno riconosciuto la necessità di progredire: se si resta fermi il rischio di perdere quanto si è ottenuto è maggiore.

In chiusura di dibattito, il Presidente della Commissione europea Romano PRODI ha voluto soffermarsi su due questioni ripetutamente emerse nel corso degli interventi dei deputati: il problema dell'immigrazione e il rapporto tra l'Unione europea e gli Stati Uniti. Sull'immigrazione, Prodi ha ribadito i principi di lungo periodo che animano l'azione della Commissione: collaborazione con i paesi terzi perché la sola forza non è sufficiente; solidarietà tra gli Stati membri visto che dopo Schengen quello dell'immigrazione è diventato un problema europeo; semplificazione dell'immigrazione legale, che va favorita e incoraggiata; lotta senza sosta ai trafficanti di esseri umani. Il Capo dell'Esecutivo ha precisato che anche in tema di immigrazione l'Unione europea deve tenere presenti i propri valori di equilibrio e di rispetto.

Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti, Prodi ha raccontato alcuni particolari del suo recente incontro con il Presidente Bush, dicendosi sicuro che l'Unione europea è in grado di farsi ascoltare dall'alleato transatlantico solo quando riesce ad esprimersi con una sola voce. Il Presidente della Commissione ha evidenziato che l'imminente allargamento, la crescente importanza dell'euro e lo sforzo europeo di integrazione dei Balcani hanno favorevolmente impressionato l'amministrazione americana. Per Prodi, la saggezza della vecchia Europa e l'ardore degli Stati Uniti non sono sufficienti, da soli, a portare la pace: la soluzione è rappresentata da uno stretto legame euro-atlantico con un'Unione più forte e meno bloccata dai veti. Egli ha poi concluso con una citazione in greco, affermando che «l'esercizio del potere mette alla prova la natura di un uomo»: con la sua Presidenza, Simitis ha ben superato questa prova.

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Affari monetari


Relazione annuale 2002 della BCE

Hans BLOKLAND (EDD, NL)
Relazione sulla relazione annuale per il 2002 della Banca centrale europea
Doc.: A5-0237/2003
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 03.07.2003
Votazione: 03.07.2003

Voto

Il Parlamento, con l’approvazione della relazione d’iniziativa di Hans BLOKLAND (EDD, NL), si è espresso sulla relazione annuale per il 2002 della Banca centrale europea. I deputati apprezzano i risultati finora conseguiti dalla BCE e ne sostengono l'indipendenza, ma deplorano gli effetti inflazionistici scaturiti dall’introduzione delle monete e banconote in euro. Soddisfatti del valore raggiunto oggi dall’euro, i parlamentari avvertono che un rafforzamento ulteriore potrebbe danneggiare le esportazioni. Essi sostengono inoltre il ripetuto invito della BCE agli Stati membri ad accelerare le riforme strutturali, agevolando una crescita che non provochi fenomeni inflazionistici.

I deputati chiedono di esaminare l’eventuale introduzione di banconote da un euro, nonché la soppressione di quelle da 500 euro allo scopo di combattere il riciclaggio di denaro sporco. Quanto all’adozione dell’euro da parte dei nuovi Stati membri, i parlamentari ritengono che essa debba essere condizionata a una riuscita partecipazione al meccanismo di cambio e al rigoroso rispetto dei criteri di convergenza.

In merito alla politica d’informazione della BCE, i deputati chiedono la pubblicazione dei resoconti sommari delle riunioni del Consiglio direttivo, che dovrebbero includere le diverse posizioni e un bilancio dei voti e dei pareri dissenzienti. L'Aula esorta il Consiglio direttivo a prendere le sue decisioni per votazione piuttosto che per consenso e deplora la complessità della riforma del sistema di voto, decisa peraltro senza tenere conto del parere del Parlamento. Il sistema di votazione dovrebbe quindi essere semplificato ed essere basato sulla quota del prodotto interno lordo totale degli Stati membri. In proposito il Parlamento invita la Convenzione ad ampliare il Consiglio dei governatori della BCE da 6 a 9 membri e a delegare le decisioni quotidiane, cioè le decisioni concernenti i tassi d'interesse, a tale Consiglio allargato in modo da semplificare le procedure e aumentare la trasparenza, nonché la prevedibilità delle decisioni finanziarie.

Per ulteriori informazioni:

Paula Fernández Hervás

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42535

e-mail :             econ-press@europarl.eu.int

 

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Dibattito

Il relatore Hans BLOKLAND (EDD, NL) si è complimentato con il Presidente della BCE per aver stabilito, in questi anni, una rotta adeguata per l'Istituto, mantenendo sempre una grande indipendenza dalla politica. Prova di questo buon risultato è il fatto che uno dei paesi che aveva avuto più difficoltà ad approvare la nomina di Duisenberg si è recentemente battuto per prolungarne il mandato. Il relatore ha sottolineato la coincidenza tra l'ultima relazione annuale e il difficile periodo per l'economia europea, che per il secondo trimestre consecutivo ha registrato un ristagno: i provvedimenti presi, inoltre, non sembrano in grado di determinare un'inversione di tendenza. Egli non ha nascosto che le aspettative erano molto maggiori circa l'andamento dell'economia europea negli ultimi mesi e ha sottolineato la necessità di diffondere ulteriormente la cultura dell'euro tra i cittadini europei. Blokland ha poi invitato tutti ad esprimere, in sede di approvazione delle relazione, una posizione chiara rimarcando che l'obiettivo principale dell'azione della BCE deve essere la stabilità dei prezzi a cui il sostegno alla crescita economica resta subordinato. Nel sottolineare come la BCE sia sempre oggetto di critiche, a prescindere dall'andamento dell'euro, il relatore si è detto convinto che stia per giungere la «prova del fuoco», ovvero assicurare la stabilità dei prezzi anche in un periodo di recessione. Egli si è poi lamentato della crescita dell'inflazione al cospetto di un ristagno dei salari reali. Il Parlamento, infine, deve fare in pieno la sua parte per garantire l'indipendenza dalla politica della BCE.

Il commissario agli affari economici e monetari, Pedro SOLBES MIRA, ha espresso la propria soddisfazione per l'attività del Parlamento europeo e per il lavoro di Blokland e ha ringraziato l'Aula per lo sforzo nel rendere l'euro un successo. Nell'esprimere apprezzamento per il lavoro svolto dalla BCE a garanzia della stabilità dei prezzi, il rappresentante dell'Esecutivo ha espresso la propria preoccupazione per le mancate riforme strutturali e il mancato consolidamento fiscale. Il commissario ha poi sottolineato che la relazione si distacca un po' dal mandato della Banca centrale europea. Egli lamenta il fatto che alla BCE si chieda di effettuare anche altre politiche, ad esempio in merito alla definizione del fabbisogno energetico in euro. Solbes, tuttavia, ha ribadito che la posizione internazionale dell'euro deve essere neutrale.

Dichiarazione del Presidente della BCE

Il Presidente della Banca centrale europea, Wim DUISENBERG, ha presentato la relazione annuale della BCE per il 2002, affermando che probabilmente è l'ultima volta che interviene in Parlamento con questo ruolo. Il 2002 è stato segnato da notevoli progressi verso un'Europa più integrata, grazie all'introduzione dell'euro, avvenuta con successo e rapidamente accettata dai cittadini. I Capi di Stato e di Governo hanno inoltre preso la storica decisione dell'allargamento. Nello stesso tempo, però, il contesto è stato di notevole incertezza. Dopo il rallentamento dell'attività economica nel 2001, all'inizio del 2002 vi è stata una ripresa nel PIL, ma con l'avanzare dell'anno la ripresa è stata influenzata dalle turbolenze sui mercati finanziari e dalla situazione geopolitica, con conseguenze sul prezzo del petrolio e sul livello di fiducia. La crescita del PIL nella zona euro è stata solo dello 0,8% nel 2002 rispetto all'1,4% dell'anno precedente.

L'inflazione è invece rimasta al 2,3%, leggermente al di sopra della definizione di stabilità dei prezzi. Ciò è dovuto a una serie di fattori temporanei o unici, compresi l'aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi e le condizioni climatiche avverse, ma anche legati al cambiamento di valuta. L'impatto complessivo di quest'ultimo fattore è stato ridotto, ma è stato percepito molto più fortemente dell'impatto reale, forse anche a causa di aumenti sostanziali in alcuni settori specifici. La crescita nominale dei salari è stata abbastanza forte, mentre la crescita della produttività è rimasta bassa, indice di rigidità strutturali persistenti nel mercato del lavoro. La crescita monetaria è stata anche riflesso di tassi d'interesse relativamente bassi nella zona euro, ma l'eccesso di liquidità non ha indicato rischi per la stabilità dei prezzi. Se all'inizio dell'anno alcuni fattori hanno segnalato possibili pressioni inflazionistiche, più tardi sono state indicate pressioni più basse nel medio termine. È su questo sfondo che il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre i tassi a tre riprese: nel dicembre 2002, a marzo e giugno 2003. I tagli hanno dato un certo contrappeso ai fattori negativi e aumentato la stabilità dei prezzi nel medio termine. Gli interessi della zona euro sono ora bassissimi e rappresentano un record rispetto agli standard storici. L'inflazione è stimata al 2% nel giugno 2003 e l'apprezzamento dell'euro dovrebbe contribuire a tenere basse le pressioni inflattive.

La crescita dei salari dovrebbe restare compatibile con la stabilità dei prezzi e la forte crescita monetaria non dovrebbe incidere in modo negativo sulla stabilità dei prezzi. Il Consiglio direttivo della BCE continuerà comunque a controllare i fattori in gioco. Benché le prospettive per la stabilità dei prezzi siano favorevoli, la politica monetaria non può di per sé generare crescita durevole e sostenibile e creare occupazione: altri soggetti responsabili di decisioni politiche devono farsi carico della propria responsabilità. Duisenberg ha quindi sottolineato carenze nelle riforme fiscali e strutturali, che dovrebbero invece migliorare le condizioni per gli investimenti e l'occupazione. Vi è la necessità di accelerare il passo delle riforme strutturali dei mercati e del lavoro, in modo da avere le capacità di resistere meglio agli shock esterni. Le politiche fiscali dovrebbero cercare di stabilire strategie di consolidamento equilibrate con un'impostazione che elimini buona parte dell'incertezza che getta ombre sulle prospettive di lungo termine. La situazione di ridotta crescita economica e il valore esterno dell'euro rendono le riforme ancora più necessarie.

Quanto alla relazione Blokland, le posizioni che vi sono espresse sono molto simili a quelle della BCE, in particolare sulla necessità di rispettare il patto di stabilità e di crescita, sui grandi orientamenti di politica economica e sulle riforme strutturali. Restano però alcune differenze, a cominciare dalla richiesta che la BCE pubblichi le sintesi dei verbali e i risultati dei voti del Consiglio direttivo. Per vari motivi già segnalati in passato, Duisenberg ritiene che gli strumenti scelti dalla BCE per comunicare le proprie decisioni garantiscano la trasparenza fornendo un quadro chiaro sul funzionamento dell'Istituto di Francoforte. Quanto all'addebito di ritardi a causa di decisioni prese all'unanimità, il Presidente ha affermato che il Consiglio direttivo ha sempre assunto decisioni in modo tempestivo. La relazione fa anche riferimento al documento della Federal Reserve, ma sono già le banche centrali nazionali ad analizzare regolarmente gli sviluppi macroeconomici e strutturali nei rispettivi paesi, pubblicando gli esiti delle indagini. La BCE, invece, com'è naturale, attribuisce maggiore attenzione alle prospettive della zona euro.

Il sogno di un'Europa unita al di là delle fratture postbelliche sta per diventare realtà, con la sfida delle economie che si stanno sviluppando nella direzione dell'economia di mercato. L'Unione ampliata avrà però bisogno di vari orientamenti nelle procedure operative, compresa la riforma delle modalità di voto nel Consiglio direttivo della BCE. Il Trattato di Nizza ha stabilito condizioni e limiti chiari per la formulazione della riforma. I principi applicati alla struttura dell'Eurosistema sono però rimasti intatti e ciò garantirà che nella zona euro ampliata il Consiglio conservi la propria capacità di decidere in modo tempestivo ed efficiente. Le banche centrali dei nuovi Stati membri diventeranno parte del Sistema europeo di banche centrali non appena saranno rispettati i criteri di convergenza per l'adozione dell'euro. Priorità della BCE è stata quindi quella di preparare le infrastrutture tecniche necessarie a tale obiettivo: al Consiglio generale del 26 giugno, per la prima volta, i governatori delle Banche centrali dei nuovi Stati membri hanno partecipato come osservatori. In conclusione, Duisenberg ha ingraziato per la costante collaborazione e il cordiale rapporto intrattenuto con la commissione economica e con il Parlamento nel suo complesso.

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Dibattito

A nome del gruppo popolare, Generoso ANDRIA (PPE/DE, I) ha espresso gli auguri al Presidente Duisenberg e si è congratulato con il relatore. In base ai Trattati, l'obiettivo primario della BCE consiste nel svolgere la politica monetaria ed attraverso quest'ultima garantire la stabilità dei prezzi. A suo avviso, però, la BCE dovrebbe avere in campo economico un compito più incisivo. Un emendamento non accettato in commissione parlamentare avrebbe voluto dare una definizione del Patto di stabilità più puntuale e completa: «il Patto di stabilità e crescita deve raggiungere una lettura uniforme per nominare la credibilità dell'area dell'euro e di conseguenza l'efficacia della sua politica monetaria». La BCE dovrebbe confermare alla Commissione l'applicazione di un patto con flessibilità funzionale anche alla crescita: esso è stato infatti creato per il raggiungimento dei due obiettivi. La crescita può realizzarsi anche con investimenti in grandi opere ed impegni finanziari sulla ricerca fuori dalla spesa pubblica, ma tale scelta non può divenire il viatico per l'abbandono del rigore dei conti pubblici e deve essere supportata dalla sostenibilità della politica fiscale, come avvenuto nel Regno Unito. Nella proposta della Convenzione ci si è espressi anche sulle istituzioni monetarie europee. Alcune banche centrali nazionali in questo periodo hanno temuto un forte ridimensionamento con conseguente centralizzazione del potere a Francoforte: non si è quindi voluto che la BCE divenisse un'istituzione a pieno titolo con la motivazione pretestuosa che così si metteva a rischio l'indipendenza dell'Istituto. Non è quindi stata fatta molta chiarezza e solo nel comma 3 dell'articolo 29 vi è una definizione esaustiva. La strategia del compromesso, invece di avvicinare azioni distanti, crea in molti casi incertezza e confusione. Di qui, la scelta di una votazione complicata e il mantenimento di un sistema decentrato che diverrà macchinoso ed inefficiente una volta compiuto l'allargamento. L'oratore auspica pertanto che i dubbi vengano chiariti nell'ambito della CIG.

Christa RANDZIO-PLATH (PSE, D) ha affermato che questo dibattito rappresenta un'occasione per tracciare bilanci, ma anche nuove prospettive. I successi ottenuti dalla BCE, l'introduzione della moneta unica e la lotta all'inflazione, sono incontrovertibili. Il fatto che oggi il 75% della popolazione sia favorevole all'euro è anche merito di Duisenberg, al quale sono stati espressi auguri per il futuro e ringraziamenti per l'impegno, soprattutto per l'integrazione dei paesi che non fanno ancora parte dell'area euro. Pur definendo ottimale la strategia monetaria della BCE, la rappresentante socialista ha sottolineato che occorre fare altre valutazioni, in considerazione delle necessità di coordinare ulteriormente le politiche economiche e di raggiungere gli obiettivi di Lisbona. Con un livello di inflazione a medio termine del 2%, si ritiene che la definizione di stabilità dei prezzi della BCE sia molto più rigorosa di quella di altre banche centrali. L'oratrice ha anche sottolineato l'opportunità di continuare a esaminare il problema dei rapporti tra inflazione e deflazione e, soprattutto, dei rischi di inflazione durante le fasi di crescita, dove sarebbe opportuna una fluttuazione intorno al 2%. La BCE è poi chiamata a non trascurare l'obiettivo del mantenimento della stabilità monetaria, obiettivo fondamentale che manca ancora di precisione. Vengono poi salutate con favore le iniziative della BCE, quale collegamento con le riforme strutturali e fiscali. Quanto alla trasparenza, le sintesi dei verbali dovrebbero essere divulgate, perché è pericoloso che i risultati delle votazioni non vengano analizzati. Le ultime informazioni date dalla stampa inglese a seguito di una conferenza stampa hanno infatti portato turbolenze sui mercati, che avrebbero potuto essere evitate se ci fosse stata maggiore trasparenza. L'oratrice ha infine espresso l'auspicio che sia eliminata la banconota da 500 euro e che sia introdotta quella da un euro, così come esiste la banconota da un dollaro.

Olle SCHMIDT (ELDR, S) ha espresso il rispetto del gruppo liberale per l'operato della BCE, ringraziando Duisenberg per l'introduzione dell'euro, un successo nonostante gli ostacoli e i rischi di errore sempre dietro l'angolo. Il risultato è stata la creazione della seconda moneta a livello mondiale, di cui egli stesso ha constatato di persona la stabilità e la forza in Giappone. Egli ha poi garantito l'impegno per l'adesione della Svezia, dove in autunno ci sarà una consultazione elettorale. Occorre però che la BCE sia più trasparente e riesca, come fa la Banca reale svedese, a pubblicare i verbali del proprio Consiglio direttivo. C'è inoltre bisogno di nuove modalità di voto e di un'azione più efficace in campo economico. La trasparenza è una delle questioni chiave che riguardano la BCE ed è una delle motivazioni per cui l'istituzione viene criticata, a volte giustamente, in Svezia.

Benedetto DELLA VEDOVA (NI, I) ha espresso alcune considerazioni sulla gestione del Presidente Duisenberg, che si è qualificata non tanto per l'operazione di successo dell'introduzione dell'euro, quanto per l'impostazione data in termini di politica monetaria. In questi anni Duisenberg ha infatti svolto un ruolo coraggioso ed efficace di tutela dell'indipendenza, della BCE e della politica monetaria, rispetto ai tentativi reiterati da parte dei governi e di molte parti dell'opinione pubblica di piegare la politica monetaria alle esigenze di breve periodo, che non hanno saputo creare le condizioni di successo e di crescita economica. Il Presidente ha sottolineato la necessità di accelerare il passo delle riforme strutturali e l'oratore auspica che anche il suo successore, che pure arriva in una situazione in cui si vorrebbero procedure più trasparenti, sappia mantenere tale impostazione. Le riforme strutturali e la tutela del Patto di stabilità sono i modi per tutelare le future generazioni di europei. Della Vedova ha infine espresso gli auguri al Presidente Duisenberg, con l'auspicio che il successore sia alla sua altezza.

A conclusione del dibattito, Wim DUISENBERG ha ribadito che il Patto di stabilità è un elemento supplementare utile nel forgiare la politica economica, ma custode ne è la Commissione europea e non la BCE, anche se l'Istituto di Francoforte sarà sempre al fianco degli sforzi dell'Esecutivo. La BCE accoglie con favore la stesura della Costituzione europea, sebbene auspichi una modifica in riferimento al Sistema delle banche centrali europee. Si vorrebbe cioè l'inserimento nel testo del concetto nucleo dell'Eurosistema: la BCE come «hub» e le banche nazionali come «spokes», formando insieme il Sistema delle banche centrali europee. Per questo si farà appello alla CIG. Quanto ai dubbi espressi sull'attuale politica monetaria, Duisenberg ha replicato che il Consiglio direttivo la considera opportuna e adeguata alla luce degli sviluppi previsti per il futuro. L'inflazione dovrebbe attestarsi attorno al 2% alla fine di quest'anno e scendere sotto tale limite all'inizio dell'anno prossimo per poi risalire verso il 2% nel 2005. Si può concludere che la politica monetaria ha fatto la propria parte per creare le condizioni per la ripresa della crescita economica. Ora spetta ai governi, che non possono più nascondersi dietro la BCE per coprire il loro fallimento, mettere in atto le riforme strutturali, così urgenti per l'Europa. Le misure per garantire la stabilità dei prezzi non sono poi considerate troppo rigide, perché creano le condizioni per combattere l'inflazione ma anche un'eventuale deflazione. Non ci si attende che il valore dell'euro porti a un ambiente deflattivo. In merito alla trasparenza, egli ha infine risposto che nessuna banca centrale al mondo è tanto trasparente sulle proprie decisioni di politica monetaria. Un'ora dopo le decisioni la BCE convoca una conferenza stampa e spiega le ragioni di quanto deciso, rispondendo a tutte le domande: con la pubblicazione dei verbali non ci sarebbe meno confusione.

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Introduzione di banconote da un euro?

Carles-Alfred GASÒLIBA I BÖHM (ELDR, E)
Relazione sul ruolo internazionale dell'area dell'euro e sulla prima valutazione dell'introduzione delle banconote e monete
Doc.: A5-0169/2003
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 03.07.2003
Votazione: 03.07.2003

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:
Paula Fernández Hervás
(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42535
e-mail :             econ-press@europarl.eu.int

Schema di sottoscrizione del capitale della BCE

Generoso ANDRIA (PPE/DE, I)
Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio relativa ai dati statistici da usare per la determinazione dello schema di sottoscrizione del capitale della Banca centrale europea
Doc.: A5-0215/2003
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del regolamento del Parlamento
Votazione: 03.07.2003

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:
Paula Fernández Hervás
(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42535
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Affari esteri


Invito a una soluzione politica del conflitto ceceno

Risoluzione comune sulla Cecenia
Doc.: B5-0326/2003
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 02.07.2003
Votazione: 03.07.2003

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione comune sulla Cecenia depositata da cinque gruppi politici (PPE/DE, PSE, ELDR, GUE/NGL, UEN). L'Assemblea, rilevando che da alcuni mesi il governo della Federazione Russa si orienta verso una soluzione politica del conflitto, si compiace del fatto che il 30 giugno 2003 abbiano avuto inizio i lavori per la conclusione di un accordo di autonomia fra autorità cecene e rappresentanti del governo russo, accordo che consentirà alla Cecenia di beneficiare di un massimo di autonomia pur continuando a fare pienamente parte della Federazione Russa.

I deputati invitano la Russia a coinvolgere il maggior numero possibile di dirigenti ceceni nel processo di pace ed esortano a proseguire e ad intensificare gli sforzi di ricostruzione a Grozny e in altre parti della Cecenia, in modo da gettare le basi per una riconciliazione politica e sociale. Il Parlamento condanna inoltre tutti gli attacchi terroristici in Cecenia e ribadisce la propria preoccupazione quanto alla violazione dei diritti umani. I deputati riaffermano in particolare le preoccupazioni e la ferma condanna in merito alla persistenti violazioni del diritto umanitario e dei diritti umani commesse contro la popolazione civile dalle forze russe, violazioni che costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

L'Aula sollecita poi la Federazione Russa ad accettare integralmente il mandato dell'OSCE e a facilitare l'accesso alla regione delle organizzazioni umanitarie internazionali. Le autorità russe dovrebbero anche intensificare i loro sforzi in vista del ritrovamento e della liberazione di Arjan Erkel, capo della missione di Medici senza frontiere nel Daghestan, rapito nell'agosto 2002.

I deputati ritengono che all'origine del conflitto vi siano cause diverse: la lotta per l'indipendenza, il deteriorarsi dello Stato di diritto con un conseguente aumento della criminalità, l'incapacità dello Stato, attività economiche occulte, terrorismo e repressione violenta. Essi invitano quindi il Consiglio e gli Stati membri ad affrontare la questione cecena in occasione dei loro incontri con la Russia, per evitare che tale questione sfugga all'attenzione e alle preoccupazioni della comunità internazionale. I deputati hanno infine approvato le conclusioni adottate dalla delegazione del PE che di recente ha visitato la Cecenia.

Per ulteriori informazioni:

Joëlle Fiss

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41075

e-mail :             foreign-press@europarl.eu.int

 

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Commercio estero


Preparazione della Conferenza OMC di Cancun

Risoluzione comune sui preparativi per la quinta Conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (Cancun, Messico, 10-14 settembre 2003)

Doc.: B5-0322/2003

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 02.07.2003

Votazione: 03.07.2003

In vista della Conferenza ministeriale dell'OMC che si terrà a Cancun in settembre, il Parlamento ha approvato una risoluzione comune che sottolinea la necessità di trovare con urgenza una soluzione alla questione dell'accesso ai medicinali, soprattutto per i paesi poveri. L'Aula ribadisce la propria condanna al fatto che gli Stati Uniti abbiano bloccato il testo di un accordo sui TRIPS e i medicinali che era stato accettato da tutti gli altri membri dell'OMC e che corrisponde agli impegni di Doha. I deputati condannano anche le pressioni esercitate di recente dagli USA su vari paesi in via di sviluppo affinché rinuncino al proprio diritto di importare medicinali generici. Nello stesso tempo, i parlamentari chiedono che siano prese tutte le misure necessarie per prevenire la riesportazione in Europa di medicinali a basso prezzo.

I membri dell'OMC dovrebbero ridurre considerevolmente le sovvenzioni all'esportazione e gli aiuti nazionali e i paesi industrializzati dovrebbero accettare riduzioni sostanziali (se non la soppressione) dei dazi agricoli e delle limitazioni quantitative relative alle importazioni agricole dai paesi in via di sviluppo. I membri dell'OMC sono inoltre invitati a diminuire i dazi applicati ai prodotti tessili e dell'abbigliamento, onde facilitare il commercio con i paesi meno sviluppati. L'Aula ritiene che le questioni di Singapore (concorrenza, investimenti, agevolazioni commerciali e appalti pubblici) debbano rientrare nei negoziali formali sulla base dell'esplicito consenso di tutti i membri dell'OMC. Si chiede inoltre che siano trovate soluzioni in materia di strumenti di tutela del commercio, nel campo della pesca sostenibile e della sostenibilità ambientale. I deputati vogliono norme fondamentali del lavoro per ottenere una base di lavoro standardizzata. Dovrà poi essere costituito un panel permanente per permettere ai paesi in via di sviluppo un accesso meno oneroso e più agevolato ai sistemi di composizione delle controversie. Gli Stati membri, la Commissione e l'OMC, infine, sono invitati a partecipare allo sviluppo della dimensione parlamentare dell'OMC, in modo che tale proposta sia inserita nella Dichiarazione ministeriale. I deputati si rallegrano infine del fatto che il progetto di Costituzione europea conferisca al Parlamento il diritto di esprimere il parere conforme su tutti gli accordi commerciali internazionali.

Per ulteriori informazioni:

Klaus Hullmann

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42518

e-mail :             indu-press@europarl.eu.int

 

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Protezione del consumatore


Migliore etichettatura per garantire la tracciabilità degli OGM

Karin SCHEELE (PSE, A)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente gli alimenti e i mangimi geneticamente modificati

Doc.: A5-0202/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

&

Antonios TRAKATELLIS (PPE/DE, GR)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la tracciabilità e l'etichettatura di organismi geneticamente modificati e la tracciabilità di alimenti e mangimi ottenuti da organismi geneticamente modificati, nonché recante modifica della direttiva 2001/18/CE

Doc.: A5-0204/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 01.07.2003

Votazione: 02.07.2003

Voto

Sulla base di un accordo informale raggiunto con il Consiglio, il Parlamento ha approvato la proposta di regolamento sugli alimenti e i mangimi geneticamente modificati (relazione Scheele). Gli elementi più importanti del compromesso sono i seguenti:

·        La soglia per l'etichettatura sarà fissata allo 0,9% e non allo 0,5% come chiesto in precedenza dal Parlamento. Vi sarà però la possibilità di fissare una soglia più bassa nell'ambito della procedura dei comitati.

·        In merito alla coesistenza tra OGM e colture tradizionali, la direttiva di base (2001/18/CE) dovrà essere modificata e affermare che gli Stati membri assumono tutte le misure necessarie per evitare la presenza accidentale di OGM in altri prodotti. Il Parlamento non è quindi riuscito a far introdurre misure obbligatorie. La clausola citata potrà però contribuire a sbloccare la situazione in alcuni Stati membri: 9 paesi dell'UE si sono già pronunciati per una rigida separazione tra colture OGM e non, in modo da ridurre al minimo i rischi di contaminazione; altri paesi considerano invece che tale misura debba essere presa a livello europeo. La Commissione avrà il compito di raccogliere le informazioni ed elaborare linee direttrici sulla materia.

·        Respingendo due emendamenti, il Parlamento accetta l'inclusione delle sementi per uso alimentare nel campo d'applicazione del regolamento.

Per quanto concerne la relazione Trakatellis, dopo che il Consiglio ha ripreso in toto o in parte nella sua posizione comune metà degli emendamenti presentati dal Parlamento in prima lettura, l'Aula non ha presentato che lievi modifiche alla proposta di regolamento sulla tracciabilità e l'etichettatura di alimenti e mangimi ottenuti da OGM. Sulla base dell'accordo informale già citato, i deputati hanno votato le seguenti misure:

·        Gli operatori dovranno «standardizzare» i loro sistemi e le loro procedure di conservazione delle informazioni.

·        La Commissione creerà un registro centrale contenente tutte le informazioni sequenziali disponibili e i materiali di riferimento relativi agli OGM autorizzati nella Comunità.

·        La Commissione dovrà presentare al Parlamento e al Consiglio una relazione sull'attuazione del regolamento e sulla sua efficacia.

Per non minare il consenso raggiungo con il Consiglio, i deputati hanno respinto l'emendamento secondo cui l'indicazione precisa delle miscele di OGM contenute in un prodotto non può essere sostituita da una dichiarazione dell'operatore. Essi hanno inoltre respinto l'emendamento che prevedeva anche per i prodotti preconfezionati ottenuti a partire da OGM specifiche menzioni sulle etichette. Il PE ha anche respinto la proposta di citare gli OGM sulle etichette se il prodotto finale è solo ottenuto a partire da OGM senza però contenerne.

L'adozione dei due regolamenti non dà luogo all'automatica revoca della moratoria praticata da alcuni Stati membri sull'autorizzazione di nuovi OGM, che tuttavia non vieta l'importazione o la vendita di OGM autorizzati prima della sua entrata in vigore. La revoca delle moratorie risulta però politicamente facilitata.

Per ulteriori informazioni:

Manfred Kohler

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41329

e-mail :             presse-de@europarl.eu.int

 

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Dibattito

La relatrice Karin SCHEELE (PSE, A) ha sottolineato che obiettivo del regolamento è la maggiore protezione della salute umana e animale, nonché la tutela dell'ambiente e del consumatore in merito agli organismi geneticamente modificati. L'elevato livello di protezione viene disciplinato con una procedura di autorizzazione complessa. Molti colleghi hanno espresso perplessità sulla soglia prevista per l'inquinamento derivante da queste sostanze, ma la procedura di autorizzazione tiene conto di valutazioni molto rigide dei rischi per l'uomo, gli animali e l'ambiente. Si tratta di una rivendicazione del Parlamento, che è riuscito a ottenere quanto chiedeva; per le sementi è stata stabilita una valutazione di impatto ambientale effettuata dagli Stati membri. La relatrice è soddisfatta per le norme sull'etichettatura, che istituiscono un sistema più vicino al consumatore. L'anno scorso in Aula vi fu una discussione molto animata: la relatrice è quindi fiera del risultato, nonostante la resistenza del PPE. La questione delle etichette con indicazione «esente da OGM» era già stata risolta in prima lettura. I sondaggi dimostrano che gran parte dei consumatori vogliono sapere se gli alimenti contengono OGM, ma un aspetto talvolta trascurato consiste nell'indicare la presenza di OGM anche sulle etichette di mangimi; tale questione deve essere risolta. Quanto alla soglia dello 0,9%, indicata nella posizione comune, la relatrice ha chiarito che si tratta di un valore relativo solo alla contaminazione accidentale o tecnicamente inevitabile. Scheele è infine soddisfatta dell'importante compromesso raggiunto con quasi tutti i gruppi politici. Si vuole cioè dare agli Stati membri la possibilità di dotarsi delle misure adeguate per la coesistenza di OGM e colture tradizionali, tenendo conto della libera scelta del consumatore.

Il relatore Antonios TRAKATELLIS (PPE/DE, GR) ha affermato che all'esame della plenaria sono due regolamenti che vanno ad aggiungersi alla normativa comunitaria sugli OGM; essi non riguardano solo l'uso limitato degli organismi geneticamente modificati, ma anche la liberalizzazione nell'ambiente di questi nuovi ingredienti. L'etichettatura è essenziale: sono state quindi previste disposizioni per la distribuzione e la vendita di alimenti prodotti a partire da OGM. Si tratta anche di informare i consumatori, in modo che possano scegliere con cognizione di causa. La posizione comune del Consiglio rafforza la proposta della Commissione migliorando l'efficacia del regolamento e garantendo un'elevata protezione del consumatore. È stato inoltre stabilito un obbligo per le imprese di conservare i dati complementari per 5 anni, nonché di divulgare le informazioni sull'identità del prodotto. Il relatore spera che si possa evitare la procedura di conciliazione, anche se la Commissione e il Consiglio hanno ripreso solo una parte degli emendamenti approvati dall'Aula in prima lettura. Quanto alla coesistenza di colture tradizionali e di OGM, è utile istituire un registro con le analisi e le campionature effettuate, il che permetterà di avere un approccio coordinato al problema. I due regolamenti dovrebbero essere adottati rapidamente per garantire una buona informazione del consumatore in merito ad alimenti e mangimi. In tal modo si cerca anche di disciplinare il problema commerciale sorto con Egitto, USA, Canada e altri paesi. L'Europa è rimasta indietro rispetto ai progressi tecnologici nel settore; il regolamento è quindi importante per progredire o ci si troverà in una situazione sfavorevole rispetto ai concorrenti. Dopo le reticenze, è ora che l'UE diventi libera in questo settore e i regolamenti daranno un contributo in tal senso assicurando l'informazione del consumatore. Il relatore auspica quindi l'approvazione di un testo più vicino possibile alla posizione comune del Consiglio.

Il commissario responsabile per la salute e la protezione dei consumatori, David BYRNE, ha espresso soddisfazione per l'arrivo alla fase finale dell'iter di approvazione di due provvedimenti che lui stesso aveva presentato due anni fa. Secondo Byrne, sono tre gli aspetti positivi della proposta. Il primo riguarda l'elevato livello di protezione della salute umana e animale; il sistema di autorizzazione è infatti più chiaro e il periodo di dieci anni consente all'opinione pubblica di formulare le proprie osservazioni. Il secondo aspetto positivo consiste nel fatto che, con le nuove norme, i consumatori possono riconoscere se gli alimenti e i mangimi che acquistano sono prodotti a partire da OGM. La proposta, infine, aumenta la certezza giuridica per commercianti e operatori del settore. Il commissario ritiene che la posizione comune sia bilanciata e razionale e costituisca un grosso passo in avanti nell'applicazione delle biotecnologie agli alimenti. Per quanto riguarda la coesistenza, Byrne ha sottolineato che la Commissione avrebbe preferito trattare la questione separatamente, ma ha comunque garantito l'impegno dell'Esecutivo a sviluppare linee guida affinché siano adottate misure appropriate a livello nazionale. Egli ha espresso il sostegno della Commissione al pacchetto di compromesso e agli emendamenti 1, 7, 8, 9 e quelli dal 44 al 48.

Per la commissaria responsabile per l'ambiente, Margot WALLSTRÖM, il tema degli OGM non è solo di natura tecnica ma ha anche una connotazione politica. L'obiettivo dell'Unione europea deve essere quello di dare sicurezza e libertà di scelta ai cittadini. La commissaria ha auspicato un ampio accordo da parte del Parlamento sulla proposta relativa alla tracciabilità e all'etichettatura, considerandola un complemento importante al quadro normativo esistente. In favore dell'approvazione c'è anche la riduzione del divario rispetto alla prima lettura, grazie all'inserimento di molti emendamenti nella proposta modificata. Wallström ha poi precisato che il provvedimento consentirà agli Stati membri di regolarsi in modo più chiaro in tema di coesistenza. La Commissione è favorevole agli emendamenti che integrano la posizione comune, ovvero i numeri 1, 3, 4, 8, 13, 18, 24, 26, 27 e la seconda parte del 17. La commissaria si è infine augurata che dalla votazione scaturisca un compromesso realizzabile.

Per Renate SOMMER (PPE/DE, D) l'entrata in vigore del regolamento è la premessa per la sospensione della moratoria esistente da anni sugli OGM. Il divieto totale di OGM ha causato l'isolamento degli agricoltori europei dal progresso e ricorsi all'OMC. Per ragioni ideologiche si dimentica invece che gli alimenti con OGM sono già una realtà nel mondo e che l'Europa importa da paesi terzi. La sfiducia è determinata dal fatto che manca l'informazione, specie in Germania, e ciò avviene intenzionalmente. Le proposte devono garantire libertà di scelta puntando alla tutela della salute umana e dei consumatori, ma anche dell'ambiente, dell'agricoltura e del commercio. Le importazioni da paesi terzi, d'altra parte, possono essere limitate anche con soglie ragionevoli. Per la rappresentante dei popolari, il fatto che tutti accettino la soglia del Consiglio rappresenta un successo. Lo stesso vale per la normativa sulle sementi. E' inammissibile, a suo avviso, che il problema della coesistenza tra OGM e piante tradizionali sia utilizzato per bloccare gli OGM. Il gruppo accetta quindi il compromesso.

Torben LUND (PSE, DK) ritiene che per quanto riguarda l'etichettatura, la soglia sia troppo elevata e il periodo previsto non sia abbastanza lungo. Altre lacune riguardano le regole sulla coesistenza tra i diversi tipi di colture: il problema è garantire la possibilità di scelta. Vi sono già regole adeguate per quanto riguarda la tracciabilità e i residui, ma è importante che il Parlamento prenda una decisione sulla conservazione dei dati per 10 anni, proprio a garanzia della tracciabilità. Gli Stati membri dovranno tenere un registro centralizzato in modo da avere una banca dati con informazioni migliori possibili. Solo il tempo però potrà dire se le regole sono abbastanza sicure. E' importante eliminare la moratoria, ma fin dal primo giorno occorre garantire il rispetto del principio di precauzione. Il portavoce socialista spera infine che i consumatori europei possano essere critici nei confronti dell'applicazione delle norme adottate dai rispettivi governi e che le associazioni di consumatori seguano da vicino la questione per bloccare i cibi manipolati, cosa che i governi non possono fare.

A nome del gruppo liberale, Chris DAVIES (ELDR, UK) ha sottolineato come, nonostante gli indubbi vantaggi del ricorso agli OGM (come la riduzione dell'impiego dei pesticidi e i possibili benefici economici per i paesi in via di sviluppo), permanga un certo scetticismo: in caso di errori nell'impiego di tali sostanze, i rischi per l'ambiente sarebbero incalcolabili. Per l'oratore, occorre garantire che i produttori convenzionali non siano penalizzati e che non vi siano contaminazioni tra le colture. Egli ha quindi concluso l'intervento augurandosi che la ricerca di benefici commerciali non induca l'UE ad andare troppo velocemente come hanno fatto gli Stati Uniti.

Jonas SJÖSTEDT (GUE/NGL, S) ha evidenziato la necessità di essere rigorosi nella tutela dei consumatori e nel garantire loro una totale libertà di scelta. Nella convinzione che il testo del Parlamento debba migliorare la normativa, il deputato ha affermato che la relazione Scheele è un ottimo compromesso. A nome del gruppo GUE/NGL egli ha chiesto regole più sicure in tema di coesistenza e responsabilità ambientale, oltre che un impegno maggiore per evitare la sospensione della moratoria europea sugli OGM. E' necessario tutelare i consumatori europei e non cedere agli interessi commerciali degli Stati Uniti.

Per Hiltrud BREYER (Verdi/ALE, D) la tracciabilità e l'etichettatura degli alimenti e dei mangimi è determinante per la tutela dei consumatori: occorre una totale trasparenza per tutto il processo di produzione e trasformazione «dal campo al piatto». Forte del fatto che il 90% dei consumatori europei sono contrari ai cibi con OGM, l'oratrice si è detta sicura che l'opinione pubblica non accetterebbe una sospensione della moratoria. A tal proposito, ha espresso l'auspicio che, qualora l'Unione non abbia la possibilità di incidere sulla sospensione della moratoria, siano gli stessi consumatori europei a reagire con una moratoria degli acquisti dei prodotti con OGM. Sulla questione delle sementi, la rappresentante dei Verdi chiede regole certe e si augura che la Commissione introduca una tolleranza zero sugli OGM, sulla base delle normative attualmente esistenti in Austria.

Mauro NOBILIA (UEN, I) ha espresso apprezzamento per la defatigante opera compiuta dai relatori per avvicinare posizioni all'inizio tanto distanti. Non si può però sottacere che la posizione accettata è frutto di un compromesso neanche tanto soddisfacente adottato solo per la ferrea riluttanza della Commissione e soprattutto del Consiglio a costruire una base migliore. Il quadro che emerge non può certo dirsi completo, non solo perché l'argomento continua a essere articolato in 35 relazioni senza il minimo intento di raccordo e nemmeno perché è stato deciso di trattare la questione in tre regolamenti diversi, di cui uno non discusso in questa tornata. Il quadro che emerge è costellato da discrasie volutamente trascurate in nome della necessità di una definizione urgente. Tra le tante, l'oratore ha indicato la durata decennale dell'autorizzazione da un lato e l'obbligo di conservare i dati solo per un quinquennio dall'altro; l'assenza di codici identificativi e l'aleatorietà delle tecniche di campionatura senza procedure standardizzate; la raccomandazione di monitorare la vita degli OGM senza poter prevedere valutazioni complementari di rischio. Ciò che tuttavia pare davvero paradossale è la cosiddetta coesistenza: la via scelta di demandare agli Stati le norme sull'argomento, in attesa di un'espressione della Commissione, è certo la più stravagante. L'oratore spera di sbagliare affermando che non saranno le tecniche di benchmarking ad impedire le contaminazioni, per giunta in assenza di indicazioni circa il principio «chi inquina paga» e rendendo vane le soglie di ammissibilità che tanto hanno fatto discutere. È vero che le differenze andavano superate, ma ciò poteva avvenire con maggiore pregnanza e coerenza.

Per Jean-Louis BERNIÉ (EDD, F) i regolamenti dovrebbero costituire un progresso importante in materia di sicurezza per il consumatore, ma questo non è il caso dei testi in discussione. La soglia dello 0,9% per la presenza fortuita di OGM è troppo elevata, specie se si considera la posizione iniziale del PE - che fissava il limite allo 0,5% - e se si tiene conto che ci sono OGM vietati nell'Unione. Occorre quindi elaborare linee direttrici per la coesistenza con le colture tradizionali. Gli Stati membri dovrebbero poter assumere in modo sovrano misure per la salute pubblica e la difesa dell'ambiente distinguendo tra OGM vivi e alimenti prodotti a partire da OGM. «Chi inquina paga» deve essere il principio ispiratore.

In sede di replica, il commissario David BYRNE ha affermato che l'adozione del nuovo provvedimento doterà l'Unione europea della legislazione più avanzata del mondo in tema di OGM. Ciò grazie all'introduzione di rigorose misure di controllo, autorizzazione e informazione. L'entrata in vigore del provvedimento consentirà di sospendere la moratoria sugli OGM che era stata chiesta da alcuni Stati membri in attesa di un quadro normativo chiaro e rigoroso. D'ora in avanti saranno i consumatori a decidere se acquistare i prodotti con OGM. La sospensione della moratoria non deve costituire un adempimento a eventuali pronunciamenti dell'OMC, bensì la naturale conseguenza dell'adozione di una legislazione che dà al consumatore informazioni dettagliate e libertà di scelta. Per tranquillizzare gli scettici, Byrne ha infine ricordato la possibilità di rivedere la normativa dopo i primi due anni di applicazione.

Anche la commissaria Margot WALLSTRÖM, riferendosi alle richieste di non sospendere la moratoria, ha sottolineato che non è possibile approvare un provvedimento per poi non applicarlo. Oltre a garantire in modo totale i consumatori, infatti, la nuova legislazione consente di utilizzare i possibili benefici derivanti dall'impiego delle biotecnologie e allo stesso tempo di prevenire i rischi. La Commissione si assumerà le proprie responsabilità, anche se saranno gli Stati membri a dover applicare la legislazione.

Prodotti alimentari: migliori etichette contro le allergie

Christa KLASS (PPE/DE, D)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2000/13/CE per quanto riguarda l'indicazione degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari
Doc.: A5-0191/2003
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito:01.07.2003
Votazione: 02.07.2003

Il Parlamento europeo ha accolto, con una leggera modifica, la posizione comune del Consiglio sulla direttiva relativa all'indicazione degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari. Il Consiglio aveva già integrato nel suo testo gran parte dei principali emendamenti presentati dalla plenaria in prima lettura. Essi miravano a stabilire regole di etichettatura più severe, in modo da proteggere l'8% dei bambini e il 3% di adulti che devono fare i conti con problemi di allergie. Altre modifiche allungano ora l'elenco degli ingredienti che possono causare allergie, aggiungendovi tra l'altro il sedano, la senape e i funghi. La direttiva potrà entrare in vigore dopo il consenso formale da parte del Consiglio.

Il Parlamento ha invece respinto due emendamenti presentati dalla commissione ambiente, in base ai quali la direttiva non avrebbe dovuto includere nelle etichette l’elenco di tutte le sostanze usate in qualità di coadiuvanti tecnologici che non lasciano residui nel prodotto finito o i cui residui hanno subìto una trasformazione tale da non mantenerne le caratteristiche. Tale decisione è di particolare importanza per i produttori di birra e vino, che saranno ora obbligati a menzionare sulle etichette l'utilizzo di albume o di sostanze derivate dal pesce (pratica piuttosto frequente). È stato invece accettato un emendamento negoziato con il Consiglio e la Commissione, in base al quale le industrie potranno dimostrare, in una procedura per tappe, che le sostanze non producono reazioni negative. L'onere della prova, contrariamente agli auspici iniziali dei deputati, resta a carico delle industrie.

Per ulteriori informazioni:

Manfred Kohler

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41329

e-mail :             presse-de@europarl.eu.int

 

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Divieto di utilizzo di alcuni ormoni nei medicinali veterinari

 

Karl Erik OLSSON (ELDR, S)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 96/22/CE del Consiglio concernente il divieto di utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze b-agoniste nelle produzioni animali

Doc.: A5-0201/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 01.07.2003

Votazione: 02.07.2003

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Ton Huyssoon

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42408

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Additivi alimentari

María del Pilar AYUSO GONZÁLEZ (PPE/DE, E)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 95/2/CE relativa agli additivi alimentari diversi dai coloranti e dagli edulcoranti

Doc.: A5-0216/2003

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 01.07.2003

Votazione: 03.07.2003

Sulla base di un accordo informale raggiunto con il Consiglio e la Commissione, il Parlamento sostiene la proposta di modifica della direttiva sugli additivi alimentari diversi dai coloranti e dagli edulcoranti. I parlamentari vogliono però che le disposizioni relative agli additivi si applichino anche agli aromatizzanti, in modo da evitare che l’utilizzo di additivi negli aromatizzanti rappresenti un modo per introdurre nell’alimento additivi non autorizzati. Essi chiedono poi di modificare l'allegato tecnico che fissa i limiti per le varie sostanze, riducendo i limiti previsti dalla Commissione. La proposta così emendata dovrebbe essere approvata dal Consiglio, evitando la seconda lettura.

Per ulteriori informazioni:

Manfred Kohler

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Ambiente

 

Scambio di quote di emissioni di gas serra

Jorge MOREIRA DA SILVA (PPE/DE, P)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio

Doc.: A5-0207/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 01.07.2003

Votazione: 02.07.2003

L'Aula ha approvato in seconda lettura la direttiva che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas serra. Intenzionati a trovare un accordo con il Consiglio per evitare la procedura di conciliazione, i deputati hanno convenuto sulla necessità di migliorare l'ambiziosa nuova direttiva. Adottando una serie di emendamenti di compromesso sottoscritti da tutti i gruppi politici, i deputati hanno creato le condizioni per raggiungere un accordo con il Consiglio. Appare quindi improbabile che il provvedimento venga ora discusso in sede di conciliazione. Il Parlamento ha però continuato a sostenere l'estensione della portata del sistema proposto dalla Commissione a tutti i gas che provocano l’effetto serra e non solo al biossido di carbonio, nonché ad ampliare le categorie di industrie soggette alla nuova normativa. Sono stati approvati anche altri emendamenti che definiscono le modalità di attribuzione delle quote agli Stati membri.

Scopo della direttiva è far sì che l’UE continui a svolgere un ruolo mondiale di primo piano in materia di cambiamento climatico, adottando un sistema di scambio di quote di emissioni dei gas che provocano l’effetto serra prima dell’istituzione, nel 2008, del sistema internazionale previsto dal protocollo di Kyoto. La direttiva crea un mercato di emissioni nell’UE introducendo quote per le emissioni di attività industriali che saranno attribuite dalle autorità degli Stati membri. Tale sistema dovrebbe ridurre di 1,3 miliardi di euro l’anno il costo legato all’attuazione degli impegni assunti dall’UE nell’ambito del protocollo di Kyoto. Il sistema dovrebbe essere attuato in due tempi, con una fase di prova dal 2005 al 2007 e una seconda fase nel periodo 2008-2012.

Quali industrie deve coprire la direttiva?

La posizione del Parlamento è quella di includere il numero maggiore possibile di settori industriali nell'ambito della direttiva. In prima lettura il Parlamento aveva chiesto di includere le industrie chimica e dell’alluminio, oltre a quelle proposte dalla Commissione (industrie del settore energetico – combustione, raffinerie, forni a coke – e quelle dei metalli ferrosi, della carta e dei minerali). Tale richiesta non era stata accolta dal Consiglio: la posizione comune stabilisce che politiche e misure debbano essere intraprese a livello degli Stati membri in tutti i settori economici europei e non soltanto nei settori dell'industria e dell'energia, così da generare sostanziali riduzioni delle emissioni.

I parlamentari hanno deciso ora che la Commissione affronterà nello specifico impostazioni e interventi a livello comunitario in modo che il settore dei trasporti offra un contributo sostanziale alla Comunità e agli Stati membri nel rispondere agli impegni sul cambiamento climatico assunti nell'ambito del Protocollo di Kyoto. La Commissione dovrà inoltre presentare una proposta sul modo e l'opportunità di modificare l'allegato I allo scopo di includervi «altri importanti settori, fra cui quello chimico, dell'alluminio e dei trasporti», al fine di migliorare l'efficacia economica del sistema.

Sistema obbligatorio o volontario?

Sul delicato interrogativo relativo all’obbligatorietà del sistema, il Consiglio aveva accettato, a livello di principio, l’emendamento approvato dal PE in prima lettura. Gli Stati membri sarebbero quindi tenuti a partecipare al sistema dal 2005 – come proponeva la Commissione – ma per tenere conto dei timori espressi soprattutto da deputati britannici, finlandesi e tedeschi, i governi disporrebbero di diritti (limitati) di esenzione per certi impianti. Il Consiglio aveva però ampliato le possibilità di esenzioni temporanee, che il Parlamento raccomandava solo per alcuni settori e che invece erano state estese a tutte le attività industriali.

L'Aula ha sottolineato che gli Stati membri possono chiedere alla Commissione l'esclusione temporanea di alcuni impianti, fino al 31 dicembre 2007, modificando così la posizione comune del Consiglio. Il Parlamento si è ora espresso a favore di un nuovo emendamento che autorizza gli Stati membri a concedere deroghe ad alcuni impianti in caso di forza maggiore, chiedendo alla Commissione di predisporre orientamenti sulla materia.

Aste o cessioni delle quote a titolo gratuito?

Un altro punto spinoso riguardava le modalità per assegnare le quote di emissione agli Stati membri. I parlamentari avevano approvato, in prima lettura, un emendamento che prevedeva un sistema ibrido in base al quale, per il periodo 2005–2012, il 15% dei diritti sarebbero stati venduti all’asta e la parte restante ceduta a titolo gratuito (metodo del «grandfathering», sostenuto dalla Commissione). Secondo il Parlamento, il sistema consentirebbe di garantire l’applicazione progressiva del principio «chi inquina paga», di ridurre le distorsioni della concorrenza e di riconoscere il merito delle imprese che anticipano la riduzione delle emissioni. Il Consiglio aveva accolto tale principio, ma modificandone la formulazione e l’interpretazione: nel primo periodo l’attribuzione sarebbe stata totalmente gratuita e nel secondo almeno il 90% delle quote di emissione avrebbe continuato ad essere concessa a titolo gratuito.

Con l'obiettivo di raggiungere un accordo con il Consiglio, il Parlamento ha espresso il proprio sostegno a un compromesso che invita gli Stati membri a concedere almeno il 95% delle quote a titolo gratuito per un periodo di tre anni a partire dal 1° gennaio 2005. Inoltre, i deputati hanno insistito per un'ulteriore armonizzazione del metodo di assegnazione delle quote di emissioni utilizzando anche una messa all'asta per il periodo successivo al 2012.

Massimale delle quote per Stato membro

In prima lettura, il Parlamento aveva proposto di definire un massimale di quote di emissione da attribuire a ciascuno Stato membro in modo da evitare distorsioni della concorrenza; i massimali dovrebbero essere ridotti dopo l’adesione dei nuovi Stati membri per evitare eccedenze di emissioni e le quantità dovrebbero essere consistenti al fine di raggiungere gli obiettivi di Kyoto.

Il voto parlamentare ha ora stabilito che «la quantità totale delle quote da assegnare non deve superare le minime esigenze per la rigorosa applicazione dei criteri del regolamento. Fino al 2008, la quantità deve essere conforme a un orientamento mirato al raggiungimento o al superamento dell'obiettivo di ciascuno Stato membro», così come previsto dal protocollo di Kyoto. I deputati hanno infine sottolineato che dovrebbe essere data priorità all'azione interna. I meccanismi di progetto, compresi l'attuazione congiunta e il meccanismo di sviluppo pulito, dovrebbero essere complementari all'azione interna.

Per ulteriori informazioni:

Joëlle Fiss

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41075

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Tempi ridotti per risolvere il problema dei rifiuti da imballaggio

Dorette CORBEY (PSE, NL)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio

Doc.: A5-0200/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 01.07.2003

Votazione: 02.07.2003

Il Parlamento ha approvato la relazione di Dorette CORBEY (PSE, NL) relativa alla revisione della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Si tratta di un provvedimento che ha un forte impatto sulla vita quotidiana dei cittadini, inclusi quelli dei nuovi Stati membri. Pur accogliendo diversi punti della posizione comune del Consiglio, l'Aula ha reintrodotto le richieste relative alle deroghe e all'ambito di applicazione della direttiva. Potrebbe quindi essere necessario il ricorso alla procedura di conciliazione per giungere a un accordo definitivo.

Tempi e obiettivi in materia di recupero e riciclaggio

L'Aula ha approvato gli obiettivi minimi previsti dalla posizione comune del Consiglio in materia di recupero e riciclaggio dei rifiuti da imballaggio e ha anche accettato il punto di vista espresso dal Consiglio a proposito dei tempi. I deputati hanno chiesto agli Stati membri di recuperare almeno il 60% del peso dei rifiuti da imballaggio entro il 31 dicembre del 2008. Entro la stessa data, occorre riciclare tra un minimo del 55% e un massimo dell'80% del peso dei rifiuti da imballaggio. Non più tardi del 31 dicembre 2008 dovranno essere raggiunti i seguenti obiettivi minimi di riciclo per i materiali contenuti nei rifiuti da imballaggio: 60% per il vetro, 60% per carta e cartone, 50% per i metalli e 22,5% per la plastica. Gli Stati membri, inoltre, potranno stabilire degli obiettivi per il riciclo dei materiali diversi rispetto a quelli fissati nella relazione.

Deroghe

L'Aula ha acconsentito di accordare a Grecia, Irlanda e Portogallo un rinvio fino al 30 giugno 2010 per il raggiungimento degli obiettivi. La direttiva dovrà essere attuata anche dai nuovi Stati membri: il termine fissato per questi ultimi ai fini del raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclaggio dovrà essere discusso in una fase successiva, preferibilmente con la partecipazione dei rappresentanti di tali Paesi e dei loro membri al PE. I deputati hanno suggerito che i nuovi membri dell'UE possano posticipare il raggiungimento degli obiettivi fino a una data a loro scelta, ma non oltre il diciottesimo mese successivo all'entrata in vigore della direttiva.

Ambito d'applicazione della direttiva

L'Aula ha deciso che la Commissione determinerà le misure tecniche necessarie per superare le difficoltà incontrate nell'applicazione delle disposizioni della direttiva, in particolare per quanto riguarda materiali di imballaggio inerti, le quantità dei quali non superino lo 0,1% di tutti gli imballaggi commercializzati nell'Unione europea, come quelli per i prodotti farmaceutici e quelli di piccole dimensioni. Saranno considerati imballaggi gli articoli che rispecchiano i criteri  stabiliti, a meno che non siano parti integranti di un prodotto durevole e necessari per contenere, sostenere o preservare il prodotto per tutto il suo ciclo di vita. Per quanto concerne le esenzioni, i deputati hanno stabilito che le custodie di CD e videocassette promozionali saranno considerate imballaggio, a differenza dei vasi di fiori destinati a restare con la pianta per una notevole parte della vita di quest'ultima. Sono state esentate anche la carta da regalo e da imballaggio.

Per ulteriori informazioni: Joëlle Fiss
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Trasporti


Decollo in ritardo per il cielo unico europeo

Giovanni Claudio FAVA (PSE, I)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che
stabilisce i principi generali per l'istituzione del cielo unico europeo ("Regolamento quadro")
Doc.: A5-0219/2003
Procedura: Codecisione, seconda lettura
&
Marieke SANDERS-TEN HOLTE (ELDR, NL)
Raccomandazione per la seconda lettura
1. relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del
regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla fornitura di servizi di navigazione aerea nel cielo unico europeo ("Regolamento sulla fornitura di servizi")
2. relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'organizzazione e l'uso dello spazio aereo nel cielo unico europeo ("Regolamento sullo spazio aereo")
3. relativa alla posizione relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'interoperabilità della rete europea di gestione del traffico aereo ("Regolamento sull'interoperabilità")
Doc.: A5-0225/2003
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 02.07.2003
Votazione: 03.07.2003

L'approvazione delle relazioni di relazioni di Giovanni Claudio FAVA (PSE, I) e Marieke SANDERS-TEN HOLTE (ELDR, NL) mostra chiaramente che i deputati e i governi degli Stati membri hanno una visione del tutto diversa su quella che dovrebbe essere l'integrazione dello spazio aereo europeo, dal momento in cui il «cielo unico europeo» diventerà operativo (la scadenza è prevista per il 31 dicembre 2004). Uno degli aspetti più delicati riguarda la cooperazione tra autorità civili e militari, nonché la sovranità sullo spazio aereo degli Stati membri. La Presidenza greca ha affermato che su tali aspetti i paesi dell'UE non sono disposti ad accettare modifiche. I deputati non si sono lasciati impressionare e hanno comunque adottato una serie di modifiche alle posizioni comuni. La procedura di conciliazione pare quindi inevitabile.  

Il relatore Giovanni Claudio FAVA (PSE, I) ha accusato il Consiglio di aver adottato un approccio fortemente conservatore, mirante a tutelare i diritti esclusivi degli Stati membri sul rispettivo spazio aereo, in funzione delle proprie politiche di difesa e degli obblighi assunti a livello internazionale. Nel dibattito è stato poi evidenziato che il Consiglio tenta di creare un «cielo unico» meno europeo di quanto voglia il Parlamento, il quale ha ripresentato una serie di richieste della prima lettura non accolte nella posizione comune.

I deputati insistono sui seguenti punti:

·        Serve una migliore cooperazione con Eurocontrol, che avrebbe il ruolo chiave di creare uno spazio aereo paneuropeo. Eurocontrol dovrebbe partecipare come osservatore ai lavori del comitato per il cielo unico.

·        La Commissione è invitata ad includere nell’organo consultivo tutte le parti interessate, ovvero le associazioni di utenti dello spazio aereo, le organizzazioni per la sicurezza area e l’industria aeronautica.

·        Deve essere creato un quadro per la cooperazione tra autorità civili e militari nel settore dei servizi di navigazione, in modo da garantire un uso equilibrato dello spazio per usi civili e militari.

·        I servizi di navigazione aerea devono essere considerati come servizi di interesse pubblico, anche se sono forniti dal settore privato.

·        Gli Stati membri dovrebbero istituire un sistema di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive da applicare in caso di violazione delle disposizioni del regolamento.

Quanto alla relazione di Marieke SANDERS-TEN HOLTE (ELDR, NL) sui tre regolamenti specifici, sono stati approvati emendamenti relativi al miglioramento e all'armonizzazione delle procedure di selezione e di formazione, nonché sull'abilitazione dei controllori e sul reciproco riconoscimento delle licenze. In merito alla cooperazione civile-militare, è stato approvato un emendamento che chiede agli Stati membri di lavorare per la piena integrazione dello spazio aereo e la gestione del traffico civile e militare, anche attraverso uno cambio di dati tra i fornitori di servizi di navigazione.

Per ulteriori informazioni:

Ton Huyssoon

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 Cancellazioni e ritardi dei voli: migliore protezione per i passeggeri


Giorgio LISI (PPE/DE, I)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o ritardo prolungato e che abroga il regolamento (CEE) n. 295/91

Doc.: A5-0221/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 02.07.2003

Votazione: 03.07.2003

I viaggiatori che restano bloccati negli aeroporti dell’Unione europea (si stima che siano 1,1 milioni ogni anno) possono tirare un sospiro di sollievo. Il Parlamento europeo ha infatti approvato una proposta attesa da tempo che fissa le norme in materia di compensazione finanziaria e assistenza per i casi di overbooking o di forti ritardi. I deputati hanno adottato un meccanismo che prevede tre scaglioni di risarcimento, in funzione della lunghezza delle tratte: 250 euro per le tratte aeree inferiori ai 1.000 chilometri, 400 euro per quelle tra i 1.000 e i 3.500 chilometri e 600 euro per quelle di oltre 3.500 chilometri.

I deputati vogliono inoltre che ai passeggeri sia offerto ristoro e pernottamento in hotel quando il vettore aereo possa ragionevolmente attendersi che l'orario di partenza di un volo sia ritardato di due ore per le tratte di almeno 1.500 chilometri, di 3 ore per le tratte intracomunitarie di oltre 1.500 chilometri e di 4 ore per le altre. I vettori aerei dovrebbero anche rimborsare le spese di trasporto da e per l'hotel.

La definizione di «tour operator» contenuta nel regolamento è limitata all'organizzatore del pacchetto: il venditore, infatti, è solo un tramite, senza responsabilità in merito al contenuto del pacchetto proposto al cliente. Il testo mira inoltre a fissare la reciprocità del diritto di rivalsa tra operatore turistico e vettore aereo, stabilendo che anche l'operatore turistico (o il terzo) possa chiedere il rimborso o la compensazione di spese sostenute o di danni subiti a causa del vettore aereo operante. I deputati hanno inoltre chiesto con forza che vi sia parità di trattamento per i passeggeri di diversi mezzi di trasporto: è infatti irrazionale e sleale assicurare compensazioni solo i passeggeri del trasporto aereo tra due città europee e non quelli che, ad esempio, effettuano la stessa tratta in treno. Quanto all'entrata in vigore del regolamento, visto che le brochure per il 2004 sono già state pubblicate, è stato garantito un periodo transitorio più lungo.

Per ulteriori informazioni:

Ton Huyssoon

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Disaccordo con il Consiglio sul sistema di ecopunti per l’Austria

Luciano Emilio CAVERI (ELDR, I)*

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce per l’anno 2004 un sistema di ecopunti per gli automezzi pesanti che transitano attraverso l’Austria

Doc.: A5-0213/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 02.07.2003

Votazione: 03.07.2003

Il Parlamento non è d'accordo con la posizione comune del Consiglio relativa al regolamento che istituisce per il 2004 un sistema di ecopunti per gli autocarri che transitano attraverso l’Austria. I deputati hanno così confermato la loro opposizione all'accordo politico concluso dal Consiglio Trasporti il 31 dicembre 2002: la maggioranza dei parlamentari ritiene che il sistema degli ecopunti non sia una buona soluzione al problema del traffico nell'ambiente alpino. Si rende così necessaria la procedura di conciliazione, per la quale si prevedono da settembre duri negoziati sotto Presidenza italiana: i deputati si oppongono con forza all'idea che il sistema transitorio degli ecopunti debba essere applicato a tutto il territorio austriaco, nonché a un sistema fisso di ecopunti per il periodo 2004-2006. I principali emendamenti adottati dall'Aula riguardano i seguenti aspetti:

·        In caso di mancata entrata in vigore entro la fine del 2004 del regime proposto dalla Commissione volto a tariffare l’uso delle infrastrutture, si dovranno prendere misure per promuovere l’uso di autocarri rispettosi dell’ambiente nelle zone chiave delle Alpi (il Brennero, i Tauri e il Pyhrn) seguendo le seguenti modalità:
-         nel 2004: sistema di contingentamento per gli autocarri più vecchi (categorie EURO 0, 1 e 2) e transito libero per gli autocarri considerati più «puliti» (EURO 3); tali quote dovrebbero essere basate su quelle del 2002;
-         nel 2005 e 2006: transito vietato per gli autocarri più vecchi delle categorie EURO 0 e 1; contingentamento per gli autocarri della categoria EURO 2; transito libero per gli autocarri della categoria EURO 3 e per la nuova generazione della categoria EURO 4, ancora più «pulita».
-         dopo il 2006: non sarà applicato alcun sistema di contingentamento.

·        Il sistema si applicherà solo al traffico di transito attraverso le Alpi austriache e non a tutta l’Austria, come vorrebbe il Consiglio. I deputati ritengono infatti che il sistema degli ecopunti limiti la libera circolazione dei beni regolando il volume del traffico.

·        I Paesi interessati dal regolamento sono invitati a integrare nel sistema esistente controlli volti a verificare se le emissioni reali di NOx (ossido d'azoto) corrispondono al valore autorizzato in base alla conformità della produzione (COP) o desunto dall’omologazione.

·        L’applicazione del regolamento deve essere estesa ai Paesi candidati, con un aumento proporzionale dei contingenti per ogni nuovo Stato membro e per anno.

·        Sono state sollevate obiezioni alle deroghe previste dal Consiglio per gli autocarri della categoria EURO 0 provenienti da Grecia e Portogallo: i deputati ritengono che gli autocarri di tutti i paesi debbano essere trattati allo stesso modo.

·        Dovrebbe essere trovata una soluzione generale per le Alpi in un contesto più ampio, ovvero nell’utilizzo di altre forme di trasporto, come il trasporto intermodale (autocarri trasportati su ferrovia) e il trasporto marittimo a corto raggio.

Con l’adozione di tali emendamenti, i deputati intendono garantire un equilibrio tra esigenze di natura ambientale e libera circolazione di mezzi e servizi. Gli autocarri inquinanti, a loro avviso, possono essere sostituiti progressivamente dai nuovi autocarri della categoria EURO 4. I parlamentari vogliono infine evitare la creazione di due classi di cittadini europei nella zona alpina, con due diversi regimi di protezione ambientale.

Per ulteriori informazioni:

Ton Huyssoon

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42408

e-mail :             region-press@europarl.eu.int

 

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Tutelare i pedoni in caso d’incidente

Adriaan VERMEER (ELDR, NL)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla protezione dei pedoni e di altri utenti della strada vulnerabili in caso di urto con un veicolo a motore che modifica la direttiva 70/156/CEE

Doc.: A5-0223/2003

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 02.07.2003

Votazione: 03.07.2003

Con l’approvazione della relazione di Herman VERMEER (ELDR, NL), il Parlamento sostiene la proposta della Commissione che mira a ridurre la gravità delle ferite subite dai pedoni negli incidenti con veicoli a motore che circolano a una velocità fino a 40 km/h. Per i deputati, però, la nuova direttiva dovrebbe rientrare in un pacchetto più ampio di misure che l’industria del settore e gli Stati membri sono chiamati ad adottare basandosi sullo scambio di buone prassi. Tali misure dovrebbero migliorare la sicurezza dei pedoni e degli utenti della strada vulnerabili (ciclisti e motociclisti) prima, durante e dopo l’urto.

Per ulteriori informazioni:

Ton Huyssoon

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42408

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Sicurezza dei pullman

Luciano Emilio CAVERI (ELDR, I)

Risoluzione sulla sicurezza dei pullman

Doc.: B5-0338/2003

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 03.07.2003

Votazione: 03.07.2003

La risoluzione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Ton Huyssoon

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42408

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 Programma «Marco Polo»

Philip Charles BRADBOURN (PPE/DE, UK)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la concessione di contributi finanziari comunitari destinati a migliorare le prestazioni ambientali del sistema di trasporto merci ("Programma Marco Polo")

Doc.: A5-0220/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 02.07.2003

Votazione: 03.07.2003

La raccomandazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Ton Huyssoon

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42408

e-mail :             region-press@europarl.eu.int

 

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Mercato interno


Servizi finanziari: direttiva sui prospetti


Christopher HUHNE (ELDR, UK)

Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al prospetto da pubblicare per l'offerta pubblica o l'ammissione alla negoziazione di strumenti finanziari

Doc.: A5-0218/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 30.06.2003

Votazione: 02.07.2003

Voto

Con 487 voti favorevoli, 12 contrari e 14 astensioni, l'Aula ha approvato la relazione di Chris HUHNE (ELDR, UK) sulla posizione comune del Consiglio relativa alla direttiva sui prospetti da pubblicare per le offerte pubbliche o l'ammissione alla negoziazione di strumenti finanziari. I deputati hanno votato 21 emendamenti di compromesso concordati dai gruppi politici e, in modo informale, con la Commissione e il Consiglio. Ciò consentirà l'entrata in vigore rapida della direttiva, evitando la procedura di conciliazione. La legislazione sulla materia costituisce una parte fondamentale del piano d’azione che mira a realizzare, entro il 2005, un mercato integrato dei servizi finanziari.

Il principale emendamento approvato concerne la libertà di scelta dell'autorità di regolamentazione per gli emittenti di obbligazioni il cui valore nominale è superiore a 1.000 euro o alla corrispondente cifra in altre valute. Un altro emendamento riguarda la questione della delega dei poteri di supervisione sul mercato, di particolare importanza soprattutto per gli Stati più piccoli. Tale modifica consente alla Commissione di riesaminare la delega dopo cinque anni: se la sua valutazione non sarà positiva, la deroga terminerà dopo otto anni. Ulteriori miglioramenti nella protezione degli investitori sono contenuti negli emendamenti che rafforzano gli obblighi legali relativi alle note di sintesi tradotte, salvaguardano contro informazioni imprecise o fuorvianti e consentono alle autorità nazionali di regolamentazione di introdurre norme più rigorose. Gli altri emendamenti approvati riguardano le operazioni tecniche di mercato, i differenti prodotti finanziari e i tempi per l'adempimento alle norme.

Per ulteriori informazioni:

Roy Worsley

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42941

e-mail :             econ-press@europarl.eu.int

 

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Dibattito

Il relatore Christopher HUHNE (ELDR, UK) ha affermato che, dopo l'utile ruolo di mediazione svolto dalla Commissione europea, l'adozione degli emendamenti creerà le prospettive per l'adozione finale della direttiva da parte del Consiglio Ecofin di luglio. Tale direttiva svolge una parte essenziale nella creazione del mercato unico dei servizi finanziari: essa prevede un solo prospetto evitando così alle società che vogliono emettere titoli di ricorrere a 15 prospetti diversi. In futuro vi sarà cioè un «passaporto» unico per le azioni che riguarderà 25 Stati membri, ovvero un mercato di oltre 500 milioni di persone. Il mercato unico dei titoli diventerà quindi una realtà, consentendo maggiore concorrenza e maggiori possibilità per le imprese, altrimenti limitate ai mercati nazionali. Grazie al «passaporto», si evitano gli oneri previsti nella proposta originale. Per quanto riguarda le obbligazioni, il Parlamento ha ottenuto una grande vittoria modellando la legislazione in modo da consentire agli emittenti di scegliere tra vari regolatori, sulla base di un denominatore comune fissato a 1000 euro (o a un valore equivalente per altre valute). Il mercato europeo dei servizi finanziari ha un valore pari a un miliardo e 600 milioni di euro, ma molte transazioni avvengono in valute non europee: l'Europa rappresenta quindi la patria del mercato internazionale dei capitali. Gran parte degli emendamenti approvati dal Parlamento in prima lettura sono stati accolti e ora ne sono stati presentati altri, in particolare sulla scelta dei regolatori e sulle esigenze delle piccole e medie imprese; è stato inoltre raggiunto un compromesso sulla possibilità per le autorità nazionali di delegare la responsabilità dei prospetti alle borse o altri enti. Dopo 5 anni dall'entrata in vigore, la direttiva sarà soggetta a revisione, permettendo così di esaminare la possibilità di eliminare la deroga di competenza, segno di apertura mentale da parte della Commissione. Le autorità nazionali dovranno poi continuare a insistere sui requisiti in materia di trasparenza. Si tratta insomma di una grande svolta per il mercato interno, che permette di garantire la concorrenza e l'efficienza sul mercato dei capitali.

Il commissario responsabile per il mercato interno, Frits BOLKESTEIN, ha ribadito che la direttiva è fondamentale per il mercato interno e il raggiungimento dell'obiettivo di un mercato finanziario integrato entro il 2005. La proposta di direttiva sui prospetti ha due obiettivi: agevolare la raccolta di capitali per gli emittenti europei e tutelare gli investitori. Il testo ha subìto forti cambiamenti rispetto alla proposta iniziale, ma mantiene il necessario equilibrio tra gli obiettivi citati. La Commissione, nella proposta modificata, ha tenuto conto delle richieste presentate dal Parlamento in prima lettura: 50 emendamenti su 62 sono stati accolti e risultano anche inclusi nella posizione comune del Consiglio. Il commissario è inoltre ottimista sull'accettazione da parte del Consiglio delle ulteriori modifiche: la Commissione può accettare completamente i 21 emendamenti di compromesso, ritenendo che migliorino il testo. Si respingono invece gli altri, ormai superati. Gli emendamenti 50 e 67 potrebbero essere in parte considerati, mentre i n. 69 e 71 non sono accettabili visto che prevedono un trattamento preferenziale nei confronti delle banche, creando discriminazioni nei confronti degli altri istituti. Dopo questa vittoria, ha concluso il commissario, le energie dovranno essere utilizzate per risolvere il problema della trasparenza e per l'adozione della direttiva sulle fusioni.

Othmar KARAS (PPE/DE, A) ha definito l'adozione di questa direttiva come un passaggio fondamentale nel quadro del piano d'azione per i servizi finanziari. Egli considera un grande successo la creazione di un «passaporto unico» per gli emittenti di strumenti finanziari sottolineando l'importanza del provvedimento anche in vista dell'allargamento dell'Unione europea. A suo giudizio, i principali miglioramenti contenuti nella relazione riguardano la definizione degli investitori professionali, la riduzione del valore minimo per i controlli nel paese d'origine a 1000 euro e la riduzione del periodo di autorizzazione. Per l'oratore, quindi, il testo costituisce un miglioramento della posizione comune, nonostante siano da registrare due insuccessi: la mancata definizione di un regime di prospetto valido per tutti gli istituti di credito non consente di raggiungere l'obiettivo di accelerare la procedura; il raddoppiamento a 100 milioni di euro del massimale per le esenzioni potrebbe inoltre costituire un problema per paesi come Germania e Austria.

Anche Harald ETTL (PSE, A) ritiene che le imprese debbano essere messe nelle condizioni ideali per poter accedere al mercato dei capitali. Pur apprezzando il lavoro del relatore, tuttavia, egli ritiene che il provvedimento avrebbe potuto essere migliore se il Consiglio e la Commissione fossero stati flessibili quanto il Parlamento, che ha scelto di orientarsi seguendo la prassi del mercato. La direttiva, comunque, non potrebbe essere migliorata con il ricorso alla procedura di conciliazione per via dell'inizio della Presidenza italiana. L'oratore ritiene che non sia stata garantita la protezione dei piccoli investitori attraverso l'assegnazione di responsabilità; a suo giudizio, inoltre, andrebbe chiarita la questione della sede giudiziaria, precisando che gli investitori preferirebbero quella del rispettivo paese d'origine. Tra gli aspetti positivi, egli ha sottolineato la riduzione del valore minimo delle obbligazioni soggette a controllo e la delega della responsabilità sui prospetti alle autorità di borsa. Nell'annunciare l'appoggio del suo gruppo al testo, egli si è congratulato con il relatore per aver lavorato in armonia con la Commissione.

Joannis PATAKIS (GUE/NGL, GR) ritiene che le modifiche proposte rinsaldino il clima di fiducia per i piccoli investitori e costituiscano un quadro di riferimento per i grandi investitori, con guadagni rapidi per i gruppi monopolisti. La Commissione parla di pratiche che tranquillizzeranno i piccoli investitori, ma finora non è stata presa alcuna misura sostanziale di controllo; i meccanismi hanno invece funzionato come metodo d'inganno, riducendo i risparmi degli strati più deboli della popolazione a favore dei grandi gruppi che si arricchiscono in modo parassitario. «Il pesce più grande mangia il più piccolo», ha detto l'oratore chiedendo misure più efficaci a garanzia dei redditi delle fasce più povere.

Appalti pubblici: nuove modifiche alla direttiva

Stefano ZAPPALA' (PPE/DE, I)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi
Doc.: A5-0242/2003
Procedura: Codecisione, seconda lettura
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Stefano ZAPPALA' (PPE/DE, I)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali
Doc.: A5-0245/2003
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 30.06.2003
Votazione: 02.07.2003

Approvando in seconda lettura le due relazioni di Stefano ZAPPALA' (PPE/DE, I), il Parlamento ha approvato, insieme ad alcuni emendamenti di natura tecnica, le due posizioni comuni del Consiglio in merito alle disposizioni sugli appalti pubblici. Le posizioni comuni sono basate su due proposte della Commissione: la prima per una direttiva generale relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi; la seconda per una direttiva specifica riguardante gli enti erogatori di acqua ed energia e quelli che forniscono servizi di trasporto e servizi postali. L'Aula ha respinto gran parte degli oltre 100 emendamenti proposti dalla commissione giuridica e molti altri presentati dai gruppi politici per il voto in plenaria. Appare quindi molto probabile il raggiungimento di un accordo in seconda lettura, evitando il ricorso alla procedura di conciliazione.

Tra i pochi emendamenti in grado di raccogliere i 314 voti richiesti per l'adozione in seconda lettura, ce n'è uno che esclude dall'ambito di applicazione della direttiva gli appalti pubblici di forniture concernenti l'acquisto di libri scolastici che nello Stato membro in cui sono acquistati hanno un prezzo fisso, stabilito per legge. Una serie di emendamenti approvati, inoltre, mira ad assicurare che le regole sull'aggiudicazione degli appalti riflettano meglio le necessità dei disabili. Per quanto riguarda la presentazione delle offerte per via elettronica - una delle principali novità della nuova direttiva - il Parlamento ritiene necessario garantire una idonea sicurezza dei dati, con particolare riferimento alle firme elettroniche.

Per ulteriori informazioni:

Nikolaos Tziorkas

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42341

e-mail :             lega-press@europarl.eu.int

 

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Omologazione degli specchietti retrovisori

Giuseppe GARGANI (PPE/DE, I)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune definita dal Consiglio l'8 aprile 2003 in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative all'omologazione dei dispositivi per la visione indiretta e dei veicoli muniti di tali dispositivi, che modifica la direttiva 70/156/CEE e abroga la direttiva 71/127/CEE

Doc.: A5-0234/2003

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento

Votazione: 01.07.2003

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Nikolaos Tziorkas

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42341

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Affari giuridici


Immunità di Daniel Marc Cohn-Bendit


Klaus-Heiner LEHNE (PPE/DE, D)

Relazione sulla richiesta di revoca dell'immunità di Daniel Marc Cohn-Bendit

Doc.: A5-0246/2003

Procedura: Immunità

Dibattito: 30.06.2003

Votazione: 01.07.2003

La relazione è stata approvata: la richiesta di revoca dell'immunità di Cohn-Bendit è stata respinta.

Per ulteriori informazioni:

Nikolaos Tziorkas

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42341

e-mail :             lega-press@europarl.eu.int

 

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Immunità di Mogens Camre

Neil MacCORMICK (Verdi/ALE, UK)

Relazione sulla richiesta di revoca dell'immunità dell'on. Mogens N.J. Camre

Doc.: A5-0243/2003

Procedura: Immunità

Dibattito: 30.06.2003

Votazione: 01.07.2003

La relazione è stata approvata: la richiesta di revoca dell'immunità di Camre è stata respinta.

Per ulteriori informazioni:

Nikolaos Tziorkas

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42341

e-mail :             lega-press@europarl.eu.int

 

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Comitatologia

Richard CORBETT (PSE, UK)

Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio che modifica la decisione 1999/468/CE recante modalità per l'esercizio delle competenze di esecuzione conferite alla Commissione

Doc.: A5-0128/2003

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 13.05.2003

Votazione: 01.07.2003

Con questa votazione è stato confermato il rinvio della relazione in commissione affari costituzionali ai sensi dell'articolo 69 del Regolamento del Parlamento.

Per ulteriori informazioni:

Claudia Delpero

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42591

e-mail :             constit-press@europarl.eu.int

 

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Immunità di Francesco Musotto

François ZIMERAY (PSE, F)

Relazione sulla domanda di difesa dell'immunità parlamentare e dei privilegi dell'on. Francesco Musotto

Doc.: A5-0248/2003

Procedura: Immunità

Dibattito: 30.06.2003

Votazione: 01.07.2003

La relazione di François ZIMERAY (PSE, F) è stata approvata: la richiesta di difesa dell'immunità di Francesco MUSOTTO (PPE/DE, I) è stata quindi accolta. Musotto aveva chiesto al PE di intervenire in difesa della propria immunità parlamentare dopo essere stato querelato per un'intervista televisiva del giugno 1999.

Per ulteriori informazioni:

Nikolaos Tziorkas

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42341

e-mail :             lega-press@europarl.eu.int

 

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Pari opportunità


Promuovere la parità tramite i bilanci pubblici

Fiorella GHILARDOTTI (PSE, I)

Relazione sul gender budgeting - la costruzione dei bilanci pubblici secondo la prospettiva di genere

Doc.: A5-0214/2003

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 03.07.2003

Votazione: 03.07.2003

Il Parlamento, con l’approvazione per 394 voti favorevoli, 40 contrari e 37 astensioni della relazione d’iniziativa di Fiorella GHILARDOTTI (PSE, I), chiede alla Commissione, agli Stati membri a ai governi regionali e locali di attuare il gender budgeting (ovvero la definizione dei bilanci pubblici secondo la prospettiva di genere). La strategia di gender budgeting dovrebbe divenire una «procedura parlamentarizzata» all’interno del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, regionali e locali, in particolare nei paesi in via di adesione. I deputati chiedono inoltre al Parlamento europeo, attraverso la sua commissione per i bilanci, di attuare il gender budgeting nella definizione del bilancio dell’UE sviluppando una politica di bilancio attenta alle prospettive di genere.

Il gender budgeting consiste nell’applicazione del principio del gender mainstreaming nelle procedure di bilancio, il che comporta l’adozione di una valutazione d’impatto sul genere delle politiche di bilancio, integrando la prospettiva di genere a tutti i livelli della procedura di bilancio e ristrutturando le entrate e le uscite al fine di promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne. Non si tratta di produrre bilanci separati per uomini e donne, ma di assicurare una distribuzione delle risorse equa ed efficiente. L’Aula chiede alla Commissione di produrre e divulgare in modo capillare una brochure che illustri strumenti e metodi per integrare la prospettiva di genere nei bilanci pubblici e di lanciare una campagna informativa di vasta portata. La Commissione europea è inoltre invitata a produrre entro due anni una comunicazione sul gender budgeting e ad elaborare indicatori o buone prassi, in modo da fornire una panoramica del processo e definire una strategia d’azione per l’UE e gli Stati membri.

Per ulteriori informazioni:

Lena Kraft

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44899

e-mail :             femm-press@europarl.eu.int

 

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Le donne nelle regioni rurali

Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU (PPE/DE, GR)

Relazione sulle donne nelle regioni rurali dell'Unione europea in vista della revisione intermedia della politica agricola comune

Doc.: A5-0230/2003

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 03.07.2003

Votazione: 03.07.2003

La relazione è stata approvata con 74 voti favorevoli, 8 contrari e un'astensione.

Per ulteriori informazioni:

Lena Kraft

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44899

e-mail :             femm-press@europarl.eu.int

 

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 Agricoltura

Statistiche agrarie

Joseph DAUL (PPE/DE, F)

Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'applicazione di tecniche d'indagine per area e di telerilevamento nelle statistiche agrarie per il periodo 2004-2007 e recante modifica della decisione 1445/2000/CE del Parlamento europeo e del Consiglio

Doc.: A5-0208/2003

Procedura: Codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 01.07.2003

La relazione è stata approvata con 537 voti favorevoli, 4 contrari e 22 astensioni.

Per ulteriori informazioni:

Maria Andrés

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44299

e-mail :             mandres@europarl.eu.int

 

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Ricerca


Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica con l'Ucraina

Carlos WESTENDORP Y CABEZA (PSE, E)

Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio concernente la conclusione di un accordo inteso a rinnovare l'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra la Comunità europea e l'Ucraina

Doc.: A5-0227/2003

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 01.07.2003

Il Parlamento ha approvato la conclusione dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra l'UE e l'Ucraina.

Per ulteriori informazioni:

Richard Freedman

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41448

e-mail :             rfreedman@europarl.eu.int

 

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Principi di buona pratica di laboratorio

Giuseppe GARGANI (PPE/DE, I)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative relative all'applicazione dei principi di buona pratica di laboratorio e al controllo della loro applicazione per le prove sulle sostanze chimiche (versione codificata)

Doc.: A5-0206/2003

Procedura: codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 01.07.2003

La relazione è stata approvata con 545 voti favorevoli, 3 contrari e 11 astensioni.

Per ulteriori informazioni: Nikolaos Tziorkas

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42341

e-mail :             lega-press@europarl.eu.int

 

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Verifica della buona pratica di laboratorio

Giuseppe GARGANI (PPE/DE, I)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'ispezione e la verifica della buona pratica di laboratorio (BPL)

Doc.: A5-0205/2003

Procedura: Codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 01.07.2003

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Nikolaos Tziorkas

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42341

e-mail :             lega-press@europarl.eu.int

 

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Bilancio


Bilancio 2004, le priorità in vista della concertazione

Jan MULDER (ELDR, NL)

Relazione sul bilancio per l'esercizio 2004 in prospettiva della procedura di concertazione che precede la prima lettura del Consiglio

Doc.: A5-0240/2003

Procedura: Bilancio

Dibattito: 01.07.2003

Votazione: 03.07.2003

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652

e-mail :             budg-press@europarl.eu.int

 

Profilo d’esecuzione del bilancio 2003

Göran FÄRM (PSE, S)

Relazione sul bilancio 2003: profilo di esecuzione, storni di stanziamenti e bilanci rettificativi e suppletivi

Doc.: A5-0233/2003

Procedura: Bilancio

Dibattito: 01.07.2003

Votazione: 03.07.2003

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

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Agenzia europea dell'ambiente

Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n.1210/90 del Consiglio sull'istituzione dell'Agenzia europea dell'ambiente e della rete europea d'informazione e di osservazione in materia ambientale

Doc.: Sotto forma di lettera

Procedura: Codecisione, terza lettura

Votazione: 01.07.2003

La raccomandazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652

e-mail :             budg-press@europarl.eu.int

 

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Autorità europea per la sicurezza alimentare

Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare

Doc.: Sotto forma di lettera

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Votazione: 01.07.2003

La raccomandazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652

e-mail :             budg-press@europarl.eu.int

 

Agenzia europea per la sicurezza aerea

Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n.1592/2002 recante regole comuni nel settore dell'aviazione civile e che istituisce un'Agenzia europea per la sicurezza aerea

Doc.: Sotto forma di lettera

Procedura: Codecisione seconda lettura

Votazione: 01.07.2003

La raccomandazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652
e-mail :             budg-press@europarl.eu.int

 

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Agenzia europea per la sicurezza marittima

Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1406/2002 che istituisce un'Agenzia europea per la sicurezza marittima

Doc.: Sotto forma di lettera

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Votazione: 01.07.2003

La raccomandazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652
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Bilancio rettificativo - Comitato delle regioni

Per STENMARCK (PPE/DE, S)

Relazione sul progetto di bilancio rettificativo n. 2/2003 dell'Unione europea per l'esercizio 2003 - Sezione VII - Comitato delle regioni

Doc.: A5-0241/2003

Procedura: Bilancio

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento

Votazione: 01.07.2003

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652

e-mail :             budg-press@europarl.eu.int

 

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Diritti umani

Traffico di bambini soldato

Marie-Arlette CARLOTTI (PSE, F)

Risoluzione sul traffico di bambini e di bambini-soldato

Doc.: B5-0320/2003

Procedura: Risoluzione (articolo 104 bis del regolamento del Parlamento)

Votazione: 03.07.2003

Con l'approvazione della risoluzione presentata da Marie-Arlette CARLOTTI (PSE, F), i deputati chiedono che la lotta contro il traffico di bambini e l’impiego di bambini-soldato costituisca una priorità per l’UE, priorità che dovrebbe tradursi in una linea specifica di bilancio in modo da accrescere l’efficacia dell’azione nel settore. Per quanto riguarda il traffico di bambini, i deputati chiedono alla Commissione di mettere a punto una politica comune con misure di prevenzione e l’applicazione di pene per i malfattori. Si dovrebbe inoltre procedere a mandati di arresto internazionali contro gli organizzatori e i partecipanti a reti specializzate nel traffico di bambini. Le vittime, dal canto loro, dovrebbero beneficiare di visti di breve durata e di tutta l’assistenza necessaria da parte dell’UE e degli Stati membri. I deputati chiedono inoltre alla Commissione e al Consiglio di nominare un rappresentante d’alto livello per i diritti dei bambini e propongono ai governi dei Paesi africani di fare lo stesso.

Per ulteriori informazioni:

Armelle Douaud

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 43806

e-mail :             deve-press@europarl.eu.int

 

Il Parlamento chiede elezioni libere in Cambogia

Risoluzione comune sulla Cambogia

Doc.: B5-0337/2003

Procedura: Risoluzione comune (articolo 50 del regolamento del Parlamento)

Dibattito: 03.07.2003

Votazione: 03.07.2003

In vista delle elezioni politiche in Cambogia, previste il 27 luglio prossimo, il Parlamento ha approvato una risoluzione con cui chiede al Governo cambogiano di assicurare che la campagna elettorale e il voto si svolgano in un'atmosfera pacifica, condannando allo stesso tempo gli episodi di violenza e di intimidazione ai danni degli elettori che si sono verificate nel Paese. I deputati hanno anche chiesto alle autorità cambogiane di cooperare pienamente con gli osservatori locali e internazionali e di garantirne la sicurezza, auspicando il rispetto scrupoloso delle regole da parte della Commissione elettorale nazionale cambogiana (CEN) al fine di assicurare la credibilità del processo elettorale e del suo risultato. L'Aula, infine, ha ricordato alle autorità cambogiane che le elezioni libere ed eque e il rispetto dei diritti dell'opposizione costituiscono un elemento essenziale ai fini del mantenimento della piena cooperazione dell'Unione europea con la Cambogia.

Liberazione dei giornalisti detenuti in Laos

Risoluzione comune sull'arresto di giornalisti europei, di un traduttore americano e di loro accompagnatori laotiani
Doc.: B5-0336/2003
Procedura: Risoluzione comune (articolo 50 del regolamento del Parlamento)
Dibattito: 03.07.2003
Votazione: 03.07.2003

A seguito dell'arresto, avvenuto il 4 giugno scorso in Laos, dei giornalisti europei Vincent Raynaut e Thierry Falise, dell'interprete americano Naw Karl Mua e dei loro accompagnatori locali, il Parlamento ha approvato una risoluzione con cui chiede al Governo laotiano il loro rilascio immediato. Dall'Aula è anche partita la richiesta alle autorità della Repubblica democratica popolare del Laos (RDPL) di porre fine alla violazione dei diritti civili, politici e umani del loro popolo, con particolare riferimento alla minoranza Hmong, oggetto dell'interesse dei giornalisti arrestati. Al Consiglio e agli Stati membri, invece, i deputati hanno chiesto di ricorrere agli strumenti a loro disposizione per ottenere la liberazione dei giornalisti dall'ingiusta detenzione, invitando l'ASEAN a inserire la questione all'ordine del giorno della sua prossima riunione, qualora il problema non fosse stato ancora risolto.

Fine degli abusi nell'Uganda settentrionale

Risoluzione comune sulle violazioni dei diritti umani nell'Uganda settentrionale
Doc.: B5-0344/2003
Procedura: Risoluzione comune (articolo 50 del regolamento del Parlamento)
Dibattito: 03.07.2003
Votazione: 03.07.2003

Preoccupato per le ribellioni armate che da anni stanno insanguinando l'Uganda settentrionale con conseguenze disastrose come il rapimento di più di 20.000 bambini e la fuga di circa 800.000 persone, il Parlamento ha condannato le gravi e ripetute violazioni dei diritti umani perpetrate da tutte le parti in conflitto e in particolare da parte dell'Esercito di Resistenza del Signore. Con l'approvazione di una risoluzione per 78 voti favorevoli e 10 astensioni, l'Aula ha chiesto la cessazione immediata delle atrocità come la schiavitù, la tortura, lo stupro e l'utilizzo dei bambini a fini di guerra o di sfruttamento sessuale.

Nell'invitare il Governo ugandese a instaurare il buon Governo e il pluralismo politico al fine di eliminare qualsiasi motivo di ricorso alla lotta armata, i deputati hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di studiare le possibilità di un intervento internazionale per proteggere le popolazioni civili del Nord dell'Uganda, incluso il ricorso al capitolo VII della Carta dell'ONU, qualora il Segretario generale Kofi Annan lo richiedesse. I deputati hanno anche chiesto al Consiglio dell'UE di studiare un intervento europeo nell'ambito della PESC per vigilare sulla sicurezza delle popolazioni che ricevono l'aiuto umanitario.

 

Ordine del giorno 1- 4 settembre 2003
Strasburgo

 

Al momento della chiusura di redazione l'ordine del giorno non è ancora disponibile.

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