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RASSEGNA

 

14 - 17 novembre 2005

 

Strasburgo

 

 

 


 

 

Sommario

AMBIENTE
REACH: CONTROLLARE I RISCHI CHIMICI SENZA PENALIZZARE IL SETTORE E TUTELANDO LA SALUTE

TRASPORTI
SICUREZZA AEREA: VIA LIBERA ALLA LISTA NERA EUROPEA DEI VETTORI NON SICURI

RELAZIONI ESTERNE
ISRAELE HA IL DIRITTO DI ESISTERE, CONDANNATE LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE IRANIANO

SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE
TV DIGITALE TERRESTRE: DECODER PER TUTTI ENTRO IL 2012

POLITICA SOCIALE
DIMENSIONE SOCIALE DELLA GLOBALIZZAZIONE

AMBIENTE
VINCERE LA BATTAGLIA CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI

ISTITUZIONI
ATTENTATI TERRORISTICI IN GIORDANIA
SOSTITUZIONE DI UN DEPUTATO ITALIANO
ALTRI DOCUMENTI APPROVATI

ORDINE DEL GIORNO 30 NOVEMBRE - 1° DICEMBRE 2005

DEPUTATI AL PARLAMENTO EUROPEO

 

AMBIENTE


REACH: controllare i rischi chimici senza penalizzare il settore e tutelando la salute

Votazione

Una prima tappa di una grande maratona legislativa si è conclusa al Parlamento europeo: la relazione su REACH è stata adottata in prima lettura. Si chiude così uno dei cantieri legislativi più impegnativi della storia del Parlamento. I timori per le piccole e medie imprese sono stati ascoltati dai deputati che hanno attenuato gli oneri per il settore, preservando al contempo le esigenze di sicurezza per le sostanze più pericolose e favorendo così l'ambiente e la salute pubblica.

Il Presidente BORRELL, in proposito, ha dichiarato: «il Parlamento europeo ha dimostrato che si è assunto le proprie responsabilità e, nella sua veste di legislatore, ha risposto a taluni timori degli europei, garantendo loro dei posti di lavoro competitivi assieme ad un elevato livello di protezione della loro salute e dell'ambiente».

La proposta di regolamento, così come emendata dal Parlamento ha raccolto 407 voti favorevoli, 155 contrari e 41 astensioni, mentre la risoluzione legislativa è stata accolta con 398 voti favorevoli, 148 contrari e 36 astensioni. Sono stati necessari 140 minuti affinché i deputati si pronunciassero sui 1039 emendamenti esaminati dall'Aula. In proposito, al termine della tornata di voto, il Vice presidente Alejo VIDAL-QUADRAS (PPE/DE, ES) ha annunciato ai colleghi, molto soddisfatto, di aver vinto una cena pagata da Robert ATKINS (PPE/DE, UK) per aver chiuso lo scrutinio prima delle 13.00.

L'obbligo di diligenza

Facendo proprio - con 324 voti favorevoli, 260 contrari e 20 astensioni - un pacchetto di compromesso proposto dal PSE, ALDE/ADLE, Verdi e GUE/NGL, il Parlamento impone la responsabilità di osservare un obbligo di diligenza a carico delle imprese che fabbricano o importano sostanze chimiche. Pertanto, i produttori, gli importatori e gli utenti a valle di una sostanza in quanto tale o in quanto componente di un preparato o di un articolo, hanno l'obbligo di fabbricare, importare, utilizzare o immettere sul mercato tale sostanza in  modo che, in condizioni ragionevolmente prevedibili, «non si arrechi danno alla salute umana o all'ambiente».

Di conseguenza, questi soggetti devono adottare le misure necessarie per far fronte ai rischi e trasmettere le corrispondenti raccomandazioni lungo le catene di approvvigionamento. Ciò include l'obbligo di descrivere, documentare e comunicare in modo trasparente e appropriato i rischi derivanti dalla produzione, dall'uso e dallo smaltimento di ogni sostanza. I produttori e gli utenti a valle, precisano i deputati, «dovrebbero selezionare una sostanza per la produzione o l'uso sulla base delle sostanze più sicure disponibili». L'onere di provare che le sostanze prodotte non sono a rischio ricade sulle imprese.

Sostegno alle PMI

Un considerando precisa che l'applicazione delle disposizioni di REACH non deve «in alcun caso determinare un aumento dell'onere burocratico e amministrativo per le piccole e medie imprese». Gli Stati membri e la Commissione, pertanto, dovrebbero creare «un'ampia rete di sostegno» per aiutare le imprese, in particolare piccole e medie, ad adempiere agli obblighi derivanti dal regolamento.

Il Parlamento introduce anche un emendamento che chiede agli Stati membri di adottare misure volte a sostenere le imprese, in particolare PMI, nell'applicazione del regolamento. Occorre anche che essi adottino delle misure di assistenza speciale per l'effettuazione delle prove necessarie per raccoglier le informazioni richieste dalla normativa.

Registrazione

Con 438 voti favorevoli, 144 contrari e 15 astensioni, il Parlamento ha adottato l pacchetto di compromesso sulla registrazione concordato da PPE/DE, PSE e ALDE/ADLE.

Questi emendamenti stabiliscono un sistema uniforme di preregistrazione per tutte le sostanze esistenti. La scadenza generale per la preregistrazione è di 18 mesi dopo l'entrata in vigore del regolamento, ma sono previsti ulteriori sei mesi per le PMI e gli utilizzatori finali. E' quindi istituito un registro delle sostanze gestito dall'Agenzia che, tra le altre cose, contiene una descrizione generale degli usi identificati. Le sostanze che non figurano nel registro non potranno, una volta scaduto il termine previsto, essere commercializzate nell'Unione.

Le prime sostanze a dover essere pienamente registrate, dopo tre anni, sono quelle prodotte in quantitativi pari o superiori a 1.000 tonnellate nonché quelle classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione la cui produzione supera una tonnellata. Il compromesso aggiunge anche le sostanze che hanno effetti negativi a lungo termine sull'ambiente acquatico.

Per le quantità comprese tra 1 e 10 tonnellate, sono introdotti due nuovi test volti a valutare la tossicità acuta e la biodegradabilità. Tuttavia, l'intera procedura prevista è d'applicazione solo per le sostanze più pericolose che soddisfano taluni criteri: tossiche per la riproduzione, bioaccumulative e persistenti. Alle altre si applica invece una procedura semplificata e sono richiesti dati completi unicamente se collimano con precise condizioni.

Per le sostanze prodotte o importate in quantitativi compresi tra 10 e 100 tonnellate, è introdotta la possibilità di non eseguire taluni test se ciò è giustificato sulla base di un certo numero di criteri che saranno stabiliti dalla Commissione con l'assistenza di un comitato tecnico.

Una sostanza, una registrazione - il principio OSOR

Il compromesso mantiene il principio cosiddetto OSOR - una sostanza, una registrazione - che organizza la condivisione dei dati tra le imprese al fine di ridurre i costi e le analisi. Lo scopo è quindi di non compromettere la competitività delle imprese imponendo loro oneri eccessivi.

Il principio della condivisione obbligatoria è anche esteso a tutti i test e non più unicamente a quelli effettuati sugli animali. Tuttavia, è introdotto un nuovo criterio per l'opt-out. Il ricorso a questa possibilità, però, deve essere debitamente giustificato e può essere contestato da altri potenziali soggetti che intendono registrare delle sostanze. L'ultima parola, in ogni caso, spetterà all'Agenzia.

La protezione dei dati per tutti gli studi è estesa a 15 anni, invece di 10, e le sostanze utilizzate nel campo della ricerca sono esentate dalla registrazione per 15 anni, al posto di 10.

Autorizzazione e sostituzione delle sostanze

Per quanto riguarda le autorizzazioni, è il pacchetto di compromesso promosso da PSE, ALDE/ADLE, Verdi e GUE/NGL che è stato sottoscritto dal Parlamento con 324 voti favorevoli, 163 contrari e 113 astensioni.

Uno dei principali obiettivi del regolamento è di pervenire alla sostituzione delle sostanze che suscitano maggiori preoccupazioni (quelle cancerogene e mutagene, per esempio) con altre sostanze o tecnologie alternative «più sicure, se disponibili». Qualora non esistano alternative, il regolamento prevede delle misure atte a garantire che il ricorso a tali sostanze sia adeguatamente controllato. 

Uno degli emendamenti adottati prevede che un'autorizzazione sia rilasciata unicamente se non esistono sostanze o tecnologie alternative adeguate e se sono poste in atto misure per minimizzare l'esposizione. Inoltre, deve dimostrarsi che i «vantaggi sociali ed economici prevalgono sui rischi che l'uso della sostanza comporta per la salute umana e l'ambiente». Infine, occorre tenere sotto adeguato controllo il rischio per la salute umana o per l'ambiente derivante dall'uso della sostanza in questione.

Campo d'applicazione

Gli emendamenti adottati dalla Plenaria precisano le sostanze che non rientrano nel campo di applicazione del regolamento. La proposta avanzata dalla commissione parlamentare per l'industria è stata accolta dall'Aula e, tra le altre cose, vengono esclusi, il ferro, la pasta di cellulosa, il magnesio, l'etanolo, il neon, che sono trattati da altre normative.

Valutazione

Il Parlamento ha rafforzato il ruolo dell'Agenzia che è responsabile della valutazione delle proposte di esperimenti e dei fascicoli di registrazione. Per le valutazioni, si affida agli organismi designati a tal fine da ciascun Stato membro al fine di massimizzare la loro esperienza.

All'Agenzia spetta il compito di fissare le priorità per le valutazioni e di stabilire dei piani annuali. Numerosi emendamenti precisano le modalità e le procedure di valutazione, la composizione e il funzionamento dell’Agenzia, il principio della sua indipendenza e della trasparenza della sua attività, così come le procedure di ricorso.

Dichiarazioni del relatore e a nome dei gruppi politici

Prima di procedere al voto finale sulla proposta emendata e sulla risoluzione legislativa, il relatore Guido SACCONI (PSE, IT) ha invitato i colleghi a sostenere l'esito della votazione degli emendamenti in quanto ne risulta un rafforzamento dell'equilibrio del regolamento, in particolare per quanto riguarda le autorizzazioni. Per il deputato, la relazione adottata pone buone basi affinché possa essere trovato un accordo con il Consiglio.

Sono poi intervenuti altri relatori e rappresentanti dei gruppi politici per annunciare le loro intenzioni di voto.  Ria OOMEN-RUIJTEN (PPE/DE, NL), ha affermato che il suo gruppo ha vinto sulla questione della registrazione e perso per quanto riguarda le autorizzazioni ed ha notato come su molti punti importanti sia emersa un'esigua maggioranza che, in seconda lettura, non sarà sufficiente per approvare gli emendamenti. Lena EK (ALDE/ADLE, SE) si è detta soddisfatta per il rafforzamento degli aspetti ambientali del provvedimento. Hartmut NASSAUER (PPE/DE, DE), relatore della commissione per il mercato interno, ha precisato di non sostenere gli emendamenti adottati sulle autorizzazioni mentre ha votato a favore di quelli sulla registrazione. Riguardo a quest'ultimo punto ha anche notato come esso sia stato sostenuto da una grande maggioranza del Parlamento.

Jonas SJÖSTEDT (GUE/NGL, SE), notando la debolezza del risultato in merito alla registrazione, ha annunciato nondimeno di votare a favore in quanto «è meglio un REACH debole che niente REACH». Pur accogliendo con favore l'esito del voto sulle autorizzazioni, Carl SCHLYTER (Verdi/ALE, SE) ha manifestato l'intenzione del gruppo di non condividere il provvedimento così emendato. Hans BLOKLAND (IND/DEM, NL) ha annunciato il voto contrario della maggioranza del suo gruppo. Infine, Alessandro FOGLIETTA (UEN, IT) si è detto favorevole, nonostante le perplessità sulla questione delle autorizzazioni.

Prima di procedere al voto sulla risoluzione legislativa, Derek CLARK (IND/DEM, UK), appellandosi al regolamento interno del Parlamento, ha chiesto un rinvio della votazione affinché la Commissione avesse la possibilità di esprimere la propria posizione sugli emendamenti adottati dall'Aula. Il Vice-presidente ha allora dato la parola al commissario DIMAS che ha annunciato di condividerne alcuni, di non condividerne altri e di porre una riserva su altri ancora. Si è quindi proceduto alla votazione.

Dibattito

Dichiarazioni della Commissione

Günter VERHEUGEN ha affermato di sostenere i principali elementi del compromesso proposto da PPE/DE, PSE e ALDE/ADLE. Si tratta, ha spiegato, di un buon punto di equilibrio tra l'esigenza di tutelare l'ambiente e la salute e quella di garantire la competitività delle imprese. La proposta originale della Commissione, ha aggiunto, non viene indebolita. Al contrario, è resa più gestibile, più efficace e più interessante in termini di costi, tenendo conto degli obiettivi ambientali.

Nel corso del suo intervento, il commissario, ha affrontato tutti i punti salienti della proposta (registrazione, campo d'applicazione, analisi dei rischi, procedura di autorizzazione e riservatezza dei dati) sottolineando quelli che vedono d'accordo l'Esecutivo con il citato compromesso.

Stavros DIMAS ha sottolineato l'importanza di REACH per la tutela dell'ambiente e della salute, ma anche al fine di aumentare la fiducia dei consumatori e per dare nuovo slancio all'innovazione attraverso la ricerca di prodotti sostitutivi. Il commissario ha quindi rilevato come le posizioni dell'Esecutivo e del Parlamento siano, tutto sommato, convergenti e come resti possibile giungere ad un compromesso politico entro fine anno.

Dichiarazione del Consiglio

Lord BACH ha sottolineato che REACH rappresenta un dossier molto importante agli occhi della Presidenza britannica e che tutti intendono trovare una buona soluzione che migliori la protezione della salute pubblica e dell'ambiente, mantenendo al contempo la competitività dell'industria. Il Consiglio, ha ricordato, terrà un dibattito serio e sostanziale nel corso della riunione del 29 novembre e l'auspicio è di trovare un accordo politico prima della fine dell'anno.

Accogliendo con favore il compromesso raggiunto tra i tre principali gruppi politici del Parlamento, il Ministro ha quindi voluto sottolineare come esso si avvicini molto alle idee sulle quali sta lavorando il Consiglio. L'adozione della proposta parlamentare dovrebbe quindi gettare le basi per una rapida adozione di REACH.

Il compromesso proposto dalla Presidenza al Consiglio, ha spiegato, tiene conto delle preoccupazioni dell'industria e mantiene gli obiettivi di tutela della salute e dell'ambiente. Il sistema di registrazione ipotizzato è proporzionato. E' prevista una fase di pre-registrazione per semplificare la procedura, si richiede la condivisione dei dati attraverso il sistema OSOR (una sostanza, una registrazione) che porterà a un risparmio di 600 milioni di euro e si introduce una certa flessibilità proponendo criteri chiari per l'opt out delle imprese.

Il compromesso all'esame dei Ministri, inoltre, prevede che, al di sotto di 10 tonnellate, solo per le sostanze più pericolose dovranno essere forniti tutti i dati utili. Sarà quindi applicato un sistema semplificato fondato sul rischio per 20.000 sostanze per potersi concentrare su quelle che destano maggiore preoccupazione.  I costi della registrazione sono poi ridotti (80 milioni di euro) per le sostanze prodotte tra le 10 e le 100 tonnellate eliminando onerosi test volti alla colletta dei dati.

Inoltre, ha spiegato il Ministro, il compromesso all'esame del Consiglio fornisce all'Agenzia un ruolo più centrale nella fase della valutazione e rafforza le disposizioni in materia di autorizzazione per favorire la sostituzione delle sostanze pericolose.

Sarà consentito continuare a ricorrere a sostanze pericolose, ha aggiunto, unicamente se si dimostra che il rischio rimane contenuto. D'altra parte, andrà definito un sistema adeguato di controllo che consenta di prendere delle decisioni caso per caso. Decisioni che potranno, comunque, essere riviste.

REACH, ha concluso, offre un'opportunità che capita una volta nella vita per ottenere un'adeguata protezione della salute e dell'ambiente garantendo al contempo la competitività dell'industria, «non buttiamola via».

Interventi dei relatori

Guido SACCONI (PSE, IT), relatore del pacchetto, ha sottolineato come le posizioni delle tre Istituzioni siano vicine sui principali elementi della proposta. Il compromesso da lui promosso, ha spiegato, si fonda su due concetti basilari: equilibrio e responsabilità. L'esame di coscienza compiuto durante il week end - anche in ragione degli attacchi subiti dopo la definizione del compromesso - ha confermato che questi due elementi sono stati rispettati.

Il compromesso, ha spiegato, salvaguarda e rafforza l'equilibrio tra l'esigenza di tutelare l'ambiente e la salute e quella di garantire la competitività delle imprese. A titolo di esempio, ha quindi citato l'anticipazione della registrazione delle sostanze più pericolose e l'incitamento alla loro registrazione, così come il mantenimento, in maniera più flessibile, dell'onere della prova a carico delle industrie, la condivisione dei dati obbligatoria e il prolungato periodo di protezione dei dati.

Riguardo alla responsabilità, il relatore ha ricordato le molte pressioni, «legittime» e spesso divergenti, subite durante l'esame della proposta. Notando poi come, col tempo, le posizioni del Consiglio e del Parlamento si siano avvicinate, il deputato ha affermato che spetta ora al Parlamento «battere un colpo» per dimostrare ai cittadini e alle imprese che è capace di decidere e di trovare un equilibrio.

Facendo riferimento a quanto sostenuto dalla Presidenza sulla necessità di cogliere l'opportunità, il deputato ha mostrato all'Aula una mela affermando che il frutto - il compromesso - deve essere colto quando è maturo altrimenti, se si aspetta troppo, marcisce. Ha quindi invitato il Parlamento a cogliere il frutto per chiudere al più presto la procedura.

Lena EK (ALDE/ADLE, SE), relatrice per la commissione per l'industria, ha sottolineato la necessità di armonizzare le 25 normative diverse in materia di prodotti chimici - alcune buone, altre cattive - per regolare il ricorso alle 30.000 sostanze chimiche trattate da REACH. Dicendosi preoccupata per l'impatto della normativa sulle PMI e lamentando la mancanza di dialogo tra la sua commissione e l'Esecutivo, ha quindi ricordato l'importanza di promuovere l'innovazione e migliorare le tecnologie. Per concludere, ha chiesto all'Aula di appoggiare il compromesso proposto dai tre principali gruppi.

Hartmut NASSAUER (PPE/DE, DE), relatore della commissione per il mercato interno, ha evidenziato gli elementi di REACH che difendono l'ambiente e proteggono i consumatori. Per il deputato, rappresenta un progresso chiarissimo il fatto che nei prossimi undici anni sarà possibile valutare l'impatto sulla salute di 30.000 sostanze chimiche. Ciò, ha tuttavia sottolineato, avrà un costo per le imprese e in proposito ha ricordato che un solo test può anche costare 200.000 euro.  Nondimeno ha invitato i deputati a sostenere il compromesso.

Interventi a nome dei gruppi politici

Ria OOMEN-RUIJTEN (PPE/DE, NL), a nome del gruppo, ha ricordato che l'industria chimica riveste un ruolo molto importante, contribuendo con circa 440 miliardi di euro al PIL dell'UE e impiegando un milione di persone. Ha poi notato che REACH è «un progetto enorme» e che la proposta originale della Commissione è troppo burocratica, costosa e poco efficace.

La deputata ha poi sottolineato che nuovi compromessi sono stati avanzati sulle autorizzazioni, ma per il periodo che va aldilà degli 11 anni sarà possibile avere nell'Unione un sistema di registrazione funzionante.

Robert GOEBBELS (PSE, LU), a nome del gruppo, ha affermato che la chimica «non è né di destra né di sinistra». Su questo tema, ha spiegato, occorre procedere semplicemente con l'elementare prudenza che impone un approccio attento. Il compromesso permette di concentrarsi sulle sostanze più pericolose, ne promuove la sostituzione e implica maggiormente l'Agenzia. Inoltre, con il sistema OSOR, dà ascolto alle esigenze delle PMI e garantisce la difesa dell'ambiente. Nel sottolineare poi la necessità di difendere sia il posto che la salute dei lavoratori, ha sostenuto che processi produttivi più puliti possono costituire anche un elemento favorevole alla competitività delle imprese europee. In conclusione, il deputato ha affermato che il compromesso rappresenta un buon equilibrio e doterà l'Unione di una delle normative più ambiziose del mondo.

Lena EK (ALDE/ADLE, SE) ha illustrato alcuni dei dieci punti ritenuti più importanti dal suo gruppo. Il compromesso, ha spiegato, prevedendo la valutazione piena del 30% delle sostanze prodotte in piccole quantità, non penalizza le PMI e contiene proposte «sensate» dal punto di vista ambientale. Alcuni elementi, inoltre, rafforzano la tutela dei consumatori (principio "duty of care" e risarcimento) e l'onere della prova è imposto alle imprese. E' poi promossa la sostituzione delle sostanze pericolose ed è migliorata l'informazione delle imprese utilizzatrici. La deputata ha quindi concluso dicendosi lieta del sostegno della Commissione al compromesso così come della posizione del Consiglio, augurandosi che l'equilibrio trovato non sia destabilizzato.

Carl SCHLYTER (Verdi/ALE, SE), a nome del gruppo, ha criticato in modo deciso l'atteggiamento del PPE/DE che, a suo dire, ha voluto favorire l'industria chimica tedesca. Tutto il Parlamento, ha aggiunto, è rimasto «ipnotizzato» dall'industria tedesca. Con il prolungamento della conservazione dei dati riservati, ha spiegato, si danneggiano le PMI e, al contempo, si è «svuotato» il testo riducendo la sua applicazione alle sostanze prodotte in piccoli quantitativi. Inoltre, ha disapprovato il fatto che non figurano disposizioni sufficienti relative all'informazione dei lavoratori, mentre i consumatori sono trattati come «cavie». Il deputato ha quindi concluso esortando i colleghi ad ascoltare le associazioni ambientaliste e le piccole e medie imprese italiane.

Jonas SJÖSTEDT (GUE/NGL, SE) ha affermato che la maggioranza del suo gruppo vuole un REACH forte, anche per i bassi volumi di produzione e per la sostituzione delle sostanze, così come in materia di responsabilità delle imprese. A suo parere, inoltre, il compromesso rappresenta «un indebolimento drammatico» della proposta, anche perché il 90% delle sostanze sarà oggetto di deroga e non consentirà di acquisire le conoscenze necessarie per una politica dei prodotti chimici. Il deputato ha quindi concluso, invitando i colleghi a sostenere i compromessi alternativi che non cedono alla lobby industriale.

Hans BLOKLAND (IND/DEM, NL), a nome del gruppo, ha sottolineato la necessità di migliorare la proposta. A tal fine, il compromesso che era stato raggiunto dalla commissione per l'ambiente era pienamente condivisibile, mentre il compromesso dei tre principali gruppi è stato giudicato insufficiente dal deputato.

Liam AYLWARD (UEN, IE), a nome del suo gruppo, ha esordito facendo notare come il pacchetto «REACH rassicurerà i consumatori» che potrebbero preoccuparsi per la presenza sul mercato europeo di circa 100.000 prodotti chimici. Ha quindi sostenuto che l'elemento chiave è l'equilibrio,«in quanto i prodotti chimici giocano un ruolo essenziale nelle nostre vite». Concludendo, ha ricordato la necessità di proteggere 40.000 posti di lavoro in Irlanda che dipendono da questa industria.

Interventi dei deputati italiani

Alessandro FOGLIETTA (UEN, IT) ha affermato che il relatore ha commesso un errore fondamentale non avviando una discussione in seno alla commissione ambiente sul compromesso da lui proposto. A suo parere, occorre trovare una soluzione che possa separare OSOR dal pacchetto «perché altrimenti significa non tutelare la piccola e media impresa».

Il deputato ha poi sottolineato la necessità di valutare innanzitutto la pericolosità di un prodotto piuttosto che il tonnellaggio e si è detto in disaccordo sulla proposta di dividere la lista in due parti cercando di discriminare alcuni prodotti e alcune aziende.

Patrizia TOIA (ALDE/ADLE, IT) ha rilevato l'importanza di trovare un giusto equilibrio tra la «necessità insuperabile» di tutela della salute dei cittadini, dei lavoratori e dei consumatori e l'esigenza di «sostenere il peso economico e occupazionale dell'industria chimica in Europa». Un'industria, ha precisato, che non è solo la grande impresa di qualche paese, «ma è anche la piccola e media, a volte piccolissima impresa, di paesi come l'Italia». Per questo motivo e «perché si fa carico di tutte le molteplici ragioni e realtà in gioco», la deputata ha giudicato positivamente il compromesso.

Ha poi citato i temi che a suo parere sono «di fondamentale importanza»: l'esigenza di tutelare la salute dei cittadini, l'informazione dei consumatori, il sostegno alle piccole e medie imprese nel corso di attuazione di REACH, «anche attraverso un sostegno alla ricerca» e la creazione di un'Agenzia forte, «con poteri reali». Vi sono poi lo snellimento delle procedure per le piccole e medie imprese e l'importanza di OSOR, «senza troppe eccezioni», poiché «la condivisione di dati e la suddivisione dei costi sono elementi importanti per PMI. Infine, ha concluso sottolineando la necessità di concepire delle regole precise da applicare ai prodotti di importazione, simili alle norme che sono applicate ai prodotti europei.

Roberto MUSACCHIO (GUE/NGL, IT) ha sostenuto che «contro REACH c'è un vero e proprio accanimento di forze che possiamo definire antieuropeiste». Sono le forze, ha spiegato, «del mercato selvaggio, della deregolamentazione, del profitto che specula sulla salute e sull'ambiente». Tutti disvalori, ha aggiunto, «che sono all'opposto dei principi che possono ispirare un'Europa sociale e ambientale, armonizzata». In proposito, ha deplorato il comportamento del Presidente della Commissione, sostenendo che a queste forze «bisogna rispondere con fermezza e decisione».

Per tale ragione ha affermato di non condividere e ha criticato «con fermezza i cattivi compromessi fatti che rischiano di svuotare enormemente REACH, senza contrastare neppure le forze che lo vogliono morto» ed ha quindi riproposto all'Aula «tutti quei testi che sono necessari per avere un vero REACH forte, cioè quello che serve a un'Europa moderna».

Amalia SARTORI (PPE/DE, IT) ha rilevato come la proposta in discussione annoveri fra i suoi principali obiettivi la protezione della salute umana e dell'ambiente ma anche il mantenimento e il rafforzamento della competitività dell'industria chimica dell'Unione europea nonché l'aumento della trasparenza nell'interesse dei consumatori. Ha voluto, tuttavia, sottolineare che la nuova legislazione inciderà sulle piccole e medie imprese degli Stati membri, «i soggetti che più di altri saranno oberati dai suoi nuovi costi amministrativi e burocratici».

Nel ricordare quindi il ruolo economico importante delle PMI nel settore chimico (96% del totale per il 28% della produzione), ha quindi voluto sottolineare la necessità di riflettere «sull'impatto negativo, sul costo di produzione più pesante ed oneroso per le PMI, sulla perdita di competitività all'interno e all'esterno del mercato comune a causa del maggior costo di prodotti finiti». Considerando molto importante l'implementazione del principio OSOR e la possibilità di formare consorzi fra le imprese per poter permettere l'abbattimento dei costi e la riduzione degli esperimenti superflui, ha però detto di «guardare con sospetto» alle numerose eccezioni previste nel compromesso sulla registrazione, «che sembrano vanificare il principio stesso».

La deputata ha poi affermato di considerare fondamentale «che tutti i prodotti importati siano sottoposti alle norme di sicurezza equivalenti a quelle in vigore per i prodotti fabbricati nell'Unione europea». Inoltre, rilevando come l'Unione sia stata spesso all'avanguardia in materia ambientale, ha auspicato che l'Europa si faccia interprete di queste necessità per negoziare col WTO «l'estensione di queste norme a tutti i paesi produttori di sostanze ed articoli insistendo sulla necessità di applicare il principio della tracciabilità delle sostanze».

Repliche

Guido SACCONI (PSE, IT) ha voluto replicare a talune critiche rivoltegli per il suo intervento sottolineando che, in quanto relatore, aveva la responsabilità di promuovere la più ampia maggioranza possibile in seno all'Aula. Pertanto, ha giudicato utile e indispensabile difendere il compromesso raggiunto piuttosto che il testo licenziato dalla commissione ambiente. Il deputato ha poi sottolineato che per avere REACH era necessario un compromesso e quello in discussione, ha precisato, non va oltre gli elementi di principio che a suo tempo aveva definito invalicabili. In proposito ha citato il fatto che il 30% delle sostanze prodotte in piccole quantità sarà sottoposto a valutazione piena ed ha evidenziato che per la prima volta viene espresso un così ampio consenso in Aula riguardo al sistema OSOR. Infine, ha voluto ringraziare sentitamente i funzionari del segretariato che lo hanno assistito nel suo lavoro, definendoli «una risorsa importantissima».

Lord BACH, a nome della Presidenza, ha ribadito l'importanza di imporre all'industria un onere proporzionato agli obiettivi, tenuto conto della sua importanza dal punto di vista occupazionale ed ha precisato che il compromesso del Consiglio tiene anche conto delle esigenze delle PMI. Il compromesso su REACH, ha aggiunto, più che un punto di equilibrio, «è un esercizio di funambolismo» ed è l'unico che poteva essere trovato tra le tre Istituzioni. Il Ministro si è quindi rallegrato per la riduzione dei test sugli animali e per il sistema OSOR (che evita doppioni), nonché del fatto che la lista dei test vincolanti potrà essere emendata alla luce dei progressi scientifici.

Il principio fondamentale, ha proseguito, è l'inversione dell'onere della prova che sarà quindi imposto all'industria. Si tratta, ha precisato, di un deciso miglioramento rispetto al regime attuale. REACH rappresenta un grande passo avanti per la conoscenza e l'innovazione e, ricordando che se ne discute dal 1988, ha affermato che «è giunto il momento di cogliere l'opportunità».

Günter VERHEUGEN ha rilevato che è nell'interesse della Commissione favorire il raggiungimento di una soluzione, precisando che non esiste un compromesso perfetto che accontenti tutti. E' sbagliato difendere una posizione che non tiene conto della competitività delle imprese, ha spiegato, così come è altrettanto sbagliato non fare il possibile per l'ambiente e la salute. Il commissario ha poi ribadito che il compromesso è equilibrato e non indebolisce la proposta originale. A tale proposito, ha affermato che, al contrario, alcuni punti sono stati rafforzati e al contempo sono previsti gli strumenti che consentiranno alle PMI di far fronte a questa nuova normativa. Solo l'esperienza potrà dimostrare se le supposizioni erano corrette o meno ma, ha aggiunto, la Commissione sarà disponibile a effettuare le necessarie correzioni.

Stavros DIMAS si è congratulato con i promotori del compromesso che la Commissione «sostiene appieno».  L'Esecutivo, ha aggiunto, si rallegra per la convergenza che è stata sviluppata tra il Parlamento e la Presidenza e collaborerà in modo da facilitare la conclusione di un accordo su REACH, affinché possa diventare legge il prima possibile.

Link utili

Testo approvato (Restrizione di talune sostanze chimiche)
Testo approvato (Agenzia europea delle sostanze chimiche, POP)
Proposta della Commissione

Riassunto della proposta - comunicato stampa della Commissione
Libro bianco "Strategia per una politica futura in materia di sostanze chimiche"
Quesiti all'esame del Consiglio Ambiente di metà ottobre

Federchimica

Riferimenti

Guido SACCONI (PSE, IT)
Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche, che istituisce l'agenzia europea delle sostanze chimiche e modifica la direttiva 1999/45/CE e il regolamento (CE) n. .../... {sugli inquinanti organici persistenti}
&
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 67/548/CEE del Consiglio per adattarle al regolamento (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 15.11.2005
Votazione: 17.11.2005

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TRASPORTI


Sicurezza aerea: via libera alla lista nera europea dei vettori non sicuri

Per una scelta consapevole della compagnia aerea, i passeggeri potranno contare su una lista nera dei vettori che, non garantendo gli standard di sicurezza, non possono solcare i cieli europei.  Sarà poi assicurato loro il diritto ad essere informati in anticipo sull'aereo che li trasporterà e indennizzati se rimangono a terra per il divieto di volo imposto alla compagnia aerea prescelta. Sono previste anche sanzioni in caso di non rispetto del dovere di informazione.

Il regolamento mira ad aiutare i passeggeri a fare una scelta consapevole, fornendo loro le informazioni sui vettori aerei che, per ragioni di sicurezza, non sono autorizzati ad operare in uno o più Stati membri, nonché sull'identità di quelli che effettivamente operano i voli. Il regolamento proposto completa le misure di sicurezza esistenti, come il sistema di ispezione armonizzata degli operatori di paesi terzi che utilizzano gli aeroporti europei e la certificazione dei velivoli da parte dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea.

Con 577 voti favorevoli, 16 contrari e 31 astensioni, la Plenaria ha sottoscritto il compromesso negoziato con il Consiglio che, sostanzialmente, accoglie tutte le principali richieste che erano state formulate dai deputati della commissione trasporti con la relazione di Christine DE VEYRAC (PPE/DE, FR). La procedura dovrebbe quindi chiudersi in prima lettura ed entrare in vigore al più presto.

Per i deputati, in generale, «si dovrebbe ricercare il giusto equilibrio tra vitalità commerciale delle società aeree e accesso dei passeggeri all'informazione» e, anche se ciò non rientra nel campo d’applicazione del regolamento in esame, è opportuno prestare particolare attenzione a misure volte a «migliorare ulteriormente la qualità e la quantità delle ispezioni di sicurezza degli aeromobili nonché ad armonizzarle».

Una lista nera europea, pubblica

Il regolamento, innanzitutto, prevede la definizione di un «elenco comunitario» dei vettori aerei soggetti al divieto di operare nei cieli dell'Unione europea. L'elenco sarà definito sulla base di criteri comuni stabiliti dall'allegato dello stesso provvedimento, che potranno essere modificati dalla Commissione per tenere conto degli sviluppi scientifici e tecnici. Si tratterà di sorvegliare se vi siano «gravi e comprovate carenze» nella sicurezza del vettore ma anche se emerge la «mancanza di capacità e/o do volontà» dei vettori o delle autorità responsabili della supervisione di porre rimedio alle carenze.

Ai fini della prima definizione dell'elenco comunitario, ogni Stato membro, entro un mese a decorrere dall'entrata in vigore del regolamento, dovrà comunicare alla Commissione l'identità dei vettori aerei oggetto di un divieto di operare sul proprio territorio, nonché le ragioni che hanno indotto all'adozione di tale divieto e qualsiasi altra informazione pertinente. L'Esecutivo informerà poi gli altri Stati membri di detti divieti di operare.

Entro un mese a decorrere dal ricevimento delle informazioni comunicate dagli Stati membri, la Commissione, in base ai criteri comuni, stabilirà quindi il divieto di operare ai vettori aerei interessati e definirà l'elenco comunitario dei vettori aerei sottoposti a questo divieto.

Questa lista potrà essere aggiornata «appena se ne verifica la necessità» su iniziativa della Commissione o su richiesta di uno Stato membro. Questa necessità andrà verificata almeno ogni tre mesi. Potrà quindi essere allungata o accorciata, oppure potranno essere apportate delle modifiche alle condizioni di un divieto di operare.

L'elenco iniziale e i suoi aggiornamenti saranno poi pubblicati nella Gazzetta Ufficiale. La Commissione e gli Stati membri dovranno quindi adottare le misure necessarie per agevolare l'accesso del pubblico all'elenco, in particolare attraverso Internet. I venditori di biglietti, le autorità nazionali di aviazione civile e gli aeroporti degli Stati membri, inoltre, dovranno portare a conoscenza dei passeggeri, nelle loro sedi e sui loro siti Internet, l'elenco comunitario.

Misure più restrittive, se necessario

In caso di urgenza, il regolamento non impedisce agli Stati membri di reagire a un problema di sicurezza imprevisto imponendo «un divieto immediato di operare sul proprio territorio», tenendo conto dei criteri comuni. Inoltre, un'eventuale decisione della Commissione di non includere un vettore nell'elenco comunitario non pregiudica la possibilità degli Stati membri di adottare o mantenere un divieto di operare nei suoi confronti se ritengono che sussista un problema di sicurezza prettamente nazionale. Se il problema non esiste nel resto dell’Unione, infatti, non sarebbe giustificato un divieto europeo nei confronti del vettore aereo interessato.

Agli Stati membri è inoltre consentito di introdurre un sistema di etichettatura di qualità per i vettori aerei a livello nazionale, «basato su criteri che possono comprendere considerazioni diverse dai requisiti minimi di sicurezza».

Diritto di difesa e assistenza ai vettori aerei

I vettori colpiti da un divieto operativo devono vedersi garantita la possibilità di essere ascoltati, tenendo conto della necessità, in alcuni casi, di una procedura d'urgenza. D'altra parte, il regolamento indica la possibilità di prevedere delle misure al fine di «aiutare il vettore in questione a rimediare alle carenze che hanno dato luogo all'imposizione del divieto operativo»

Obbligo d’informare passeggeri e sanzioni

Il «contraente del trasporto aereo» - vettore, tour operator o venditore di biglietti – dovrà comunicare ai passeggeri l’identità del vettore effettivo al momento della prenotazione. Ogni cambiamento andrà inoltre divulgato «immediatamente» e, precisano i deputati, al più tardi al momento del check in o dell’imbarco. Questo dovere d’informazione, inoltre, dovrà essere segnalato nel prospetto relativo alle condizioni generali di vendita applicabili al viaggio.

Queste disposizioni si applicano alla fornitura di servizi del trasporto aereo - di linea o meno - per i viaggi iniziati nella Comunità e se la partenza avviene da un aeroporto situato sul territorio di uno Stato membro, oppure alla partenza da un aeroporto situato in un paese terzo a destinazione di un aeroporto situato sul territorio di uno Stato membro.

Gli Stati membri saranno quindi tenuti a adottare le misure necessarie per assicurare che, in caso di mancato rispetto dell'obbligo di informazione sull'identità del contraente del trasporto aereo, quest’ultimo sia colpito da sanzioni «efficaci, proporzionate e dissuasive».

Indennizzo dei passeggeri

Fermi restando i diritti al rimborso del biglietto stabiliti da un altro regolamento, se il vettore aereo designato è inserito nell'elenco comunitario oppure è sostituito da un altro vettore iscritto in tale elenco, il contraente del vettore aereo firmatario del contratto di trasporto dovrà garantire ai passeggeri il diritto al rimborso o alla partenza su un volo alternativo.

Link utili

Testo approvato
Proposta della Commissione
Orientamenti del Consiglio dei Ministri
Trascrizione del dibattito tenutosi in Aula il 5 settembre 2005

Riferimenti

Christine DE VEYRAC (PPE/DE, FR)
Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente le informazioni ai passeggeri del trasporto aereo sull'identità del vettore effettivo e la comunicazione delle informazioni di sicurezza da parte degli Stati membri
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 15.11.2005
Votazione: 16.11.2005

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RELAZIONI ESTERNE


Israele ha il diritto di esistere, condannate le dichiarazioni del Presidente iraniano

Il Parlamento ha adottato una risoluzione che condanna le dichiarazioni del Presidente iraniano in merito alla distruzione di Israele, invitandolo ad astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato. I deputati reiterano il loro «inalterabile attaccamento» al diritto di Israele di esistere «entro confini internazionalmente riconosciuti e in tutta sicurezza, insieme a uno Stato palestinese indipendente e autosufficiente».

Ferma condanna

Durante una conferenza svoltasi il 26 ottobre 2005 a Teheran dal titolo «Il mondo senza sionismo», il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha affermato che Israele «deve essere cancellato dalla carta geografica». Il Parlamento condanna queste dichiarazioni e respinge fermamente qualsiasi invito alla distruzione di uno Stato che fa parte della comunità internazionale. Approvando un emendamento proposto dal PPE/DE, l'Aula chiede al Presidente iraniano di «ritrattare integralmente la sua bellicosa affermazione». Il governo iraniano è poi invitato «a far fronte ai propri obblighi internazionali» e ad astenersi, nell'ambito delle sue relazioni internazionali, dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con le finalità delle Nazioni Unite.

Al riguardo, si compiace delle pesanti reazioni contrarie della comunità internazionale e sostiene pienamente la condanna formulata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. I deputati, poi, considerano «esemplare» la dichiarazione del Consiglio centrale dei musulmani in Germania, secondo la quale ogni Nazione deve rispettare il diritto internazionale e i diritti degli altri Stati, e si compiacciono della risposta delle persone di origine iraniana «che hanno manifestato il proprio sdegno per le affermazioni del Presidente dell'Iran».

Lo Stato di Israele ha il diritto di esistere

Nel ribadire il loro «inalterabile attaccamento» al diritto di Israele di «esistere entro confini internazionalmente riconosciuti e in tutta sicurezza, insieme a uno Stato palestinese indipendente e autosufficiente», i deputati invitano l'Iran a riconoscere lo Stato di Israele e il suo diritto a vivere in pace e sicurezza. In proposito, il Parlamento plaude alla posizione adottata da diversi alti funzionari e rappresentanti palestinesi che condannano il punto di vista del Presidente Ahmedinejad e si dichiarano favorevoli alla pacifica coesistenza di uno Stato palestinese e di uno Stato israeliano.

D'altra parte, il Parlamento esprime la propria solidarietà nei confronti del popolo e dello Stato d'Israele e ribadisce la sua determinazione a cercare una soluzione al conflitto israeliano-palestinese che contempli due Stati, sulla base del processo avviato con la "road map", sotto la guida del Quartetto (Nazioni Unite, Unione europea, Russia e Stati Uniti d'America).

Ruolo dell'Iran nella regione e questione nucleare

I deputati esprimono timore per le possibili conseguenze di simili dichiarazioni «in una regione a tutt'oggi contrassegnata da violenze, attentati terroristici e appelli integralisti radicali». In proposito, sottolineano che esse suscitano preoccupazioni circa il ruolo dell'Iran nella regione e i suoi futuri propositi e chiedono all'Iran «di negare qualsiasi appoggio ai gruppi terroristici internazionali». Pertanto, alle autorità iraniane è rinnovato l'invito «a svolgere un ruolo dinamico e positivo nel processo di pace nella regione mediorientale».

L'Iran, inoltre, dovrebbe «avvalersi della sua influenza in Medio Oriente per convincere i movimenti con cui mantiene relazioni ad astenersi dall'uso della violenza».

Per i deputati, un accordo sulla questione nucleare dovrebbe «incoraggiare tutte le parti interessate a promuovere la sicurezza e la pace per tutti i popoli». Consiglio e Commissione sono quindi invitati ad agire in conformità delle conclusioni del Consiglio "Affari generali" del 7 novembre 2005 e della risoluzione del Parlamento europeo del 13 ottobre 2005, «al fine di trovare una soluzione diplomatica ai problemi sollevati dal programma nucleare iraniano e a ribadire tale posizione nell'ambito di qualsiasi futuro sviluppo del dialogo globale».

Link utili

Testo approvato
Risoluzione del Parlamento europeo del 13 ottobre 2005
Conclusioni del Consiglio (
comunicato stampa in inglese)

Riferimenti

Risoluzione comune sull'Iran
Procedura: risoluzione comune
Dibattito:16.11.2005
Votazione: 17.11.2005

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SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE


TV digitale terrestre: decoder per tutti entro il 2012

Il Parlamento ha adottato una risoluzione che sottolinea i benefici di una rapida migrazione verso il digitale terrestre del sistema radiotelevisivo. I deputati chiedono agli Stati membri di sovvenzionare la diffusione dei decoder digitali, anche per non discriminare le fasce più deboli della popolazione. La Commissione dovrebbe regolamentare la migrazione in modo da garantire il pluralismo e la penetrazione di servizi innovativi. Sono poi sollecitate misure tecniche per tutelare i minori.

Il Parlamento europeo ritiene che la migrazione dalla radiodiffusione televisiva in tecnica analogica a quella digitale «porterà vantaggi a tutti i livelli». Potrà infatti consentire l'offerta di servizi nuovi e migliori e liberare «diverse centinaia di megahertz di spettro principale», che potrebbero essere riassegnati per scopi vari e farà crescere la concorrenza sul mercato e l'innovazione. Per i deputati questo processo di migrazione «dev'essere dettato dal mercato» ma, allo stesso tempo, ritengono necessario un coordinamento tra emittenti e auspicano precisi provvedimenti pubblici per coordinare le emittenti.

Accelerare la transizione

La Commissione propone l'inizio del 2012 quale termine ultimo per completare lo spegnimento dell'analogico in tutti gli Stati membri dell'UE, mentre gli Stati Uniti prevedono di cessare la radiodiffusione televisiva in tecnica analogica terrestre entro il 1° gennaio 2009, la Corea del Sud ha annunciato che lo farà entro la fine del 2010 e il Giappone entro il 2011. In proposito, osservando che taluni Stati membri non hanno ancora annunciato i loro piani di migrazione, i deputati ammoniscono che «è essenziale che l'Unione europea non resti indietro rispetto ai suoi principali concorrenti».

Pertanto, sollecitano gli Stati membri che non hanno ancora pubblicato i loro piani di migrazione ad annunciarli entro la fine di quest'anno, «in modo da dare segnali chiari e certezze sia ai consumatori che alle emittenti». Inoltre, li esorta a far durare il meno possibile il periodo di radiodiffusione simultanea in tecnica analogica e digitale, «per evitare elevati costi di radiodiffusione, un temporaneo aggravamento della scarsezza di capacità e ritardi nella migrazione». D'altra parte, gli Stati membri sono invitati a garantire che gli interventi da essi effettuati per assicurare ed accelerare la migrazione al digitale «siano trasparenti, giustificati, proporzionati e non discriminatori».

Un decoder per tutti

Il Parlamento chiede all'Esecutivo di agire al fine di «evitare la formazione di strozzature verticali e monopoli orizzontali», mentre gli Stati membri dovrebbero sovvenzionare – in conformità con la legislazione comunitaria – i ricevitori TV digitali (set-top box o box integrati nell'apparecchio televisivo) proprio per impedire la creazione di queste strozzature.

Inoltre, per evitare che si aggravi la "divisione digitale" nella società, i governi dovrebbero adottare «il più celermente possibile» - prima della migrazione dall'analogico al digitale - provvedimenti adeguati, comprese forme di finanziamento e informazioni comprensibili, «capaci di alleviare il costo della conversione per quegli elementi della società che avranno difficoltà a procurarsi e a pagare le apparecchiature sostitutive necessarie».

Alla Commissione europea, d'altra parte, i deputati chiedono di pubblicare le migliori pratiche per quanto riguarda gli aspetti del finanziamento e di fornire un chiaro orientamento sulle questioni connesse con gli aiuti di Stato e le norme sulla concorrenza. Dovranno inoltre essere promossi e sviluppati servizi interattivi per accrescere il livello di competenza digitale e la competitività della società europea. Occorrerà anche promuovere misure tecniche in materia di radiodiffusione «aventi lo scopo di filtrare i contenuti suscettibili di danneggiare lo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori».

Regolamentazione armonizzata e garanzia del pluralismo

La Commissione europea, nel regolamentare la migrazione al digitale, dovrebbe garantire che si faccia una chiara distinzione tra regolamentazione della trasmissione di segnali elettronici e delle infrastrutture e la regolamentazione dei contenuti (inclusi quelli audiovisivi).  Per salvaguardare il pluralismo e la diversità nel campo delle trasmissioni radiotelevisive, inoltre, dovrebbe assicurare che la maggioranza o una parte appropriata delle nuove possibilità di radiodiffusione e delle emittenti «non finiscano sotto il controllo esclusivo o l'influenza decisiva di imprese multinazionali del settore dei media».

D'altra parte, i deputati ritengono che la regolamentazione dei vari servizi aggiuntivi trasmessi sulla stessa rete accanto alle radiodiffusioni televisive digitali deve avvenire operando una distinzione appropriata alla loro natura: servizi di contenuto (content services) relativi alla radiodiffusione televisiva, altri servizi di contenuto e servizi relativi alle telecomunicazioni.

Penetrazione di servizi innovativi

La Commissione europea dovrebbe fissare obiettivi chiaramente definiti per garantire la più ampia penetrazione possibile dei servizi nuovi e innovativi e garantire che la ricerca e lo sviluppo siano sollecitamente completati, anche nell'interesse della penetrazione dei nuovi servizi digitali diversi dalla radiodiffusione.

Assieme agli Stati membri, inoltre, dovrebbe assicurare un livello sufficiente di armonizzazione degli approcci e della regolamentazione per quanto riguarda lo spettro di radiofrequenze recuperato ("dividendo digitale"), in particolare «al fine di poter soddisfare la domanda futura di servizi paneuropei».

Negoziati internazionali

Nel quadro dei negoziati della RRC06, la Commissione europea e gli Stati membri sono poi invitati ad affermare l'importanza di assicurare un "equo accesso" allo spettro di radiofrequenze recuperato ("dividendo digitale").

Dovrà poi essere concordata una posizione negoziale comune a sostegno dello scenario basato sulla scadenza del 2015 per la fine della protezione generale contro le interferenze con i canali analogici che trasmettono dall'esterno dell'Unione europea. Ciò allo scopo di assicurare una diffusione digitale indisturbata ad una data il più possibile vicina al 2012.

Istituzione di un gruppo di lavoro "digitale"

Il Parlamento chiede infine l'istituzione di un gruppo di lavoro sul digitale europeo nell'ambito del comitato per le comunicazioni che sia incaricato di coordinare a livello comunitario le regolamentazioni, gli obiettivi, le strategie e i calendari degli Stati membri. Esso dovrebbe anche monitorare regolarmente l'azione degli Stati membri in materia di migrazione al digitale e agevolare lo scambio di informazione tra gli Stati membri e gli altri soggetti interessati.  Il gruppo di lavoro, infine, dovrebbe fornire assistenza per armonizzare gli approcci al dividendo digitale al fine di garantire il futuro funzionamento dei servizi paneuropei in tutti gli Stati membri.

Link utili

Testo approvato
Comunicazione della Commissione: Accelerare la migrazione dalla radiodiffusione televisiva in tecnica analogica a quella digitale
Piani nazionali di migrazione verso il digitale (in inglese)
Il sistema digitale terrestre - Sito del Ministero delle comunicazioni
Testo Unico della radiotelevisione

Legge "Gasparri" del 3 maggio 2004, n.112: Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI-Radiotelevisione italiana S.p.a., nonché delega al Governo per l'emanazione del testo unico della radiotelevisione. Associazione DGTVi

Riferimenti

Risoluzione su come accelerare la migrazione dalla radiodiffusione televisiva in tecnica analogica a quella digitale
Procedura: Risoluzione
Dibattito: 14.11.2005
Votazione: 16.11.2005

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POLITICA SOCIALE


Dimensione sociale della globalizzazione

La globalizzazione deve portare benefici per tutti e occorre contrastare i suoi possibili effetti negativi, soprattutto in campo sociale. La relazione adottata dal Parlamento suggerisce quindi di investire maggiormente nelle risorse umane, nella ricerca scientifica e nell'innovazione. E' chiesta poi una diversa politica di immigrazione che sia in linea con il mercato del lavoro e maggiore coerenza delle politiche commerciale, agricola ed estera comuni con quella di sviluppo.

Nonostante i numerosi aspetti positivi della globalizzazione  e il fatto  che l'economia abbia dimostrato una grande capacità produttiva, i deputati ritengono che tale processo sia in procinto di generare notevoli squilibri economici e sociali. Ciò anche in considerazione degli elevati indici di disoccupazione e di povertà che affliggono vasti ceti sociali a livello mondiale. La relazione di Mihael BREJC (PPE/DE, SE) adottata dal Parlamento considera inoltre che la globalizzazione fa crescere il divario tra ricchi e poveri ed è dunque necessario investire fortemente a favore delle persone di tutte le fasce sociali e di età per contrastare le sue conseguenze negative.

Pertanto, è accolta con soddisfazione la comunicazione dell'Esecutivo che permette di avviare un dibattito iniziale sulla relazione della Commissione mondiale per la dimensione sociale della globalizzazione (CMDSG), con il fine di definire la politica dell'Unione europea a tale riguardo. D'altra parte è espresso l'auspicio che la Commissione presenti proposte più concrete in questo campo.

La relazione concorda con la CMDSG sul fatto che la globalizzazione deve essere un processo con una forte dimensione sociale basata su valori universalmente condivisi, come il rispetto dei diritti umani e la dignità individuale. A tale proposito ritiene che l'Unione europea possa fornire un contributo efficace a questo processo attraverso la promozione del suo modello sociale a livello internazionale.

Investire per il benessere sociale

La relazione ribadisce l'appoggio alla strategia di Lisbona, che pone in evidenza l'interdipendenza della dimensione economica, sociale e ambientale. Inoltre, considera che la creazione di posti di lavoro migliori e più numerosi sia una premessa decisiva «se si vuole che il mondo si sviluppi nella direzione della giustizia sociale».

Tuttavia, è rilevato che ciò può avvenire soltanto se gli Stati membri attueranno le necessarie riforme istituzionali attraverso un rafforzamento e un adattamento reciproco del loro sviluppo economico, dell'occupazione, e della politica sociale. E' pertanto sottolineata l'importanza della cooperazione tra gli Stati membri per incrementare gli investimenti nelle risorse umane, nella ricerca e nell'innovazione.

Inoltre, i deputati ritengono che, per mantenere la competitività nell'Unione europea, servono ingenti investimenti nelle risorse umane a favore delle persone di tutte le età, al fine di «garantire il benessere sociale per tutti». Pertanto si attendono misure e proposte concrete finalizzate a realizzare tali investimenti. In particolare, chiedono all'Unione europea di concentrarsi sul miglioramento dello sviluppo delle qualifiche a tutti i livelli, in particolare tra i lavoratori non qualificati, e di sostenere le imprese che si assumono la responsabilità della formazione professionale dei loro lavoratori.

Nel precisare che i governi, da soli, non possono pervenire ad una regolamentazione del mercato del lavoro e a sistemi di sicurezza sociali efficaci, reputano necessario includere le parti sociali nel processo decisionale, sia a livello nazionale che europeo. Pertanto, ritengono indispensabile avviare un dialogo sociale costruttivo, «elemento essenziale per poter gestire e affrontare le potenziali conseguenze sociali negative della ristrutturazione».

Il lavoro come mezzo per sradicare la povertà

Adottando un emendamento promosso dalla GUE/NGL, il Parlamento invita poi la Commissione e il Consiglio «a promuovere un'agenda di politica sociale» che, tra i suoi obiettivi, preveda «lo sviluppo di una società inclusiva e coesiva» attraverso misure a favore dell'occupazione stabile e il rispetto dei diritti dei lavoratori, «la promozione di una società basata sull'uguaglianza di genere e sulla lotta contro tutte le forme di discriminazione», «una politica sociale che tenga presenti tutti i gruppi» e «una democrazia partecipativa quale componente delle varie politiche sociali ed occupazionali».

Per i deputati, i posti di lavoro «decorosi» dovrebbero rappresentare un aspetto prioritario sul piano nazionale, europeo e globale. In proposito, sottolineano che, per sradicare effettivamente la povertà, è indispensabile garantire un lavoro dignitoso, assicurando diritti sindacali, protezione sociale e uguaglianza fra uomini e donne.

La relazione ritiene che la Commissione debba utilizzare i fondi comunitari al fine di aprire nuove prospettive per le regioni, i settori industriali più sensibili e i lavoratori più deboli. Inoltre, auspicando che l'Esecutivo adotti provvedimenti adeguati per impedire alle imprese di trasferirsi al solo scopo di ottenere finanziamenti strutturali, chiede un controllo sistematico per verificare se gli obiettivi a lungo termine sono stati raggiunti.

Opportunità per le PMI e responsabilità delle multinazionali

Ritenendo che le piccole e medie imprese non possano essere escluse da una partecipazione attiva all'economia globalizzata, i deputati chiedono alla Commissione di prevedere incentivi per la creazione di reti che colleghino le imprese di questo tipo nonché una revisione dello statuto della società europea e della società cooperativa europea «affinché anche dette imprese possano diventare attori a pieno titolo nell'economia globalizzata»..

Il Parlamento concorda d'altra parte con la Commissione sul fatto che il settore privato e le iniziative private possono dare un importante contributo alla promozione di una buona azione di governo in materia sociale. Pertanto, accoglie con favore il sostegno dell'Esecutivo agli orientamenti OSCE che stabiliscono parametri per una condotta responsabile delle imprese multinazionali e sostiene la sua proposta volta ad inserire dei riferimenti a detti orientamenti negli accordi bilaterali al fine di migliorarne l'esecuzione.

Nel sostenere gli sforzi compiuti dalla Commissione per sensibilizzare le imprese multinazionali sulla loro responsabilità sociale che «hanno finora avuto risultati limitati», i deputati chiedono che le responsabilità sociali ed ambientali delle multinazionali siano chiaramente stabilite e che l'azione dell'Unione europea in questo settore sia rafforzata. Reputando inoltre necessario dare un seguito concreto all'attività del Forum multilaterale europeo sulla responsabilità sociale delle imprese, invitano la Commissione a pubblicare le sue comunicazioni al riguardo.

L'Esecutivo è poi invitato a formulare delle proposte «sull'etichettatura sociale», che siano basate «su criteri quali il rispetto dei diritti umani e sindacali, l'ambiente di lavoro, la formazione e lo sviluppo dei dipendenti, la parità di trattamento e la presa in considerazione sociale e etica dei lavoratori».

Una politica diversa di immigrazione

I deputati rilevano la necessità di formulare politiche in materia di immigrazione che siano basate sulla Convenzione internazionale sulla protezione dei lavoratori migranti e che tengano conto delle necessità del mercato del lavoro garantendo, al contempo, una sufficiente tutela dei diritti dei lavoratori immigranti e delle loro famiglie. D'altra parte, ritengono che, nel quadro della discussione sulla globalizzazione, il tema delle migrazioni rappresenti una questione importante e delicata che potrà essere risolta solo quando gli Stati membri avranno raggiunto un accordo su una procedura comune di riconoscimento e integrazione.

Apertura dei mercati e politiche europee coerenti

I deputati ritengono che la globalizzazione non debba implicare soltanto la possibilità dell'Unione europea di incrementare le vendite al di fuori dell'Europa ma anche che i paesi del Terzo mondo possano vendere di più all'Unione europea con lo scopo di rafforzare i loro livelli di crescita, occupazione e inclusione sociale.

Pertanto ravvisano la necessità di una riforma della politica agricola comune e raccomandano alla Commissione e al Consiglio di far sì che le politiche commerciali agricole ed estera comuni siano coerenti con la politica di sviluppo. Invitano, quindi l'Unione europea a prendere misure concrete per combattere la povertà adottando una politica «molto più coerente» in materia di agricoltura e commercio.

Con un emendamento proposto dal PSE, il Parlamento chiede alla Commissione di onorare l'impegno assunto nel 1999 volto a organizzare una conferenza ministeriale sui temi del commercio, dell'occupazione e delle norme fondamentali del lavoro entro giugno 2006.   In vista di tale conferenza, precisano i deputati, andrebbe instaurato un dialogo in particolare con gli Stati membri dell'OMC in via di sviluppo sulla relazione tra commercio, occupazione e norme fondamentali del lavoro.

La relazione chiede d'altra parte che la Commissione garantisca, mediante accordi bilaterali, il rispetto delle norme dell'OIL (Ufficio Internazionale del Lavoro) per assicurare condizioni di lavoro umane ed evitare lo sfruttamento di donne e bambini in determinati paesi. A tale proposito, l'Esecutivo è invitato a procedere ad un controllo di tutti i suoi accordi bilaterali esistenti, in particolare gli accordi di partenariato economico e gli accordi per la pesca, per assicurare che siano pienamente in armonia con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e con il principio dello sviluppo sostenibile.

Un emendamento dei Verdi, infine, sottolinea che il modello economico attuale «è strettamente legato al petrolio» e che una simile dipendenza «può avere un'influenza nefasta non solo sull'evoluzione dei prezzi, causata da una carenza di materiali energetici, ma anche e soprattutto sui conflitti e l'instabilità politica dei paesi produttori del Sud, il cui impatto sociale è estremamente forte».

Link utili

Testo approvato
Comunicazione della Commissione

Riferimenti

Mihael BREJC (PPE/DE, SE)
Relazione sulla dimensione sociale della globalizzazione
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 14.11.2005
Votazione: 15.11.2005

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AMBIENTE


Vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici

Nella lotta ai cambiamenti climatici è fondamentale aumentare gli sforzi volti alla riduzione delle emissioni e rafforzare l'innovazione tecnologica. I deputati chiedono quindi incentivi per sviluppare l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili, misure per ridurre le emissioni del trasporto su strada, la promozione di quello ferroviario e severi obiettivi per le emissioni del settore aereo. Il Parlamento chiede anche l'introduzione di ecotasse entro il 2009.

Adottando la relazione di Andres Wijkman (PPE/DE, SE) con 450 voti favorevoli, 66 contrari e 143 astensioni, il Parlamento sottolinea che i cambiamenti climatici rappresentano una delle principali sfide del XXI secolo, visto che le conseguenze ambientali, economiche e sociali che essi comportano sono potenzialmente catastrofiche. Nota, inoltre, che i danni economici dovuti a catastrofi naturali sono aumentati di sei volte rispetto al livello degli anni '60.

A suo parere, la strategia dell'Unione europea sulla mitigazione dei cambiamenti climatici dovrebbe basarsi su un approccio articolato su questi punti;

- basarsi su elementi chiave del protocollo di Kyoto, ossia obiettivi vincolanti per le emissioni di gas serra, un sistema globale di "cap and trade" (tetto per le emissioni e scambio di quote) e su meccanismi flessibili;

- realizzare una forte riduzione delle emissioni del 30% a livello interno entro il 2020, applicando una combinazione di incentivi di mercato e di elementi di regolamentazione per stimolare gli investimenti in efficienza e/o in tecnologie senza emissioni di carbonio e a basse emissioni di carbonio;

- adottare un approccio proattivo per coinvolgere altri attori principali, in particolare gli Stati Uniti;

- promuovere la ricerca e l'innovazione per le tecnologie energetiche sostenibili, rimuovere gli incentivi "perversi" quali i sussidi a favore di combustibili fossili;

- elaborare normative a livello europeo e nazionale atte a favorire un aumento dell'efficienza energetica e a diminuire il prezzo delle tecnologie che riducono l'impatto climatico.

«Responsabilità comuni ma differenziate»

L'Aula chiede che, all'undicesima Conferenza delle parti e alla COP/MOP1, i leader dell'Unione europea avanzino proposte relative ad un futuro regime climatico, con lo scopo di limitare a 2°C l'aumento medio della temperatura del pianeta rispetto ai livelli dell'era preindustriale. I deputati ritengono che tale futuro regime debba basarsi su responsabilità «comuni ma differenziate», tendenti alla riduzione e alla convergenza, sul mantenimento e sul progressivo incremento delle riduzioni e delle emissioni, nonché sulla partecipazione di più paesi agli sforzi di riduzione.

Facendo proprio un emendando promosso dai Verdi, il Parlamento invita l'Unione europea a far sì che la riunione COP 11 e COP/MOP1 a Montreal decida uno scadenziario per negoziare i futuri impegni in materia di clima con un limite temporale per raggiungere un accordo entro il 2008. Inoltre deplora la mancata attuazione da parte dell'amministrazione americana degli impegni a norma del UNFCCC e il suo ritiro dal Protocollo di Kyoto. Pertanto invita l'Unione europea a garantire che il processo multilaterale non sia paralizzato da singoli paesi.

Riduzione delle emissioni del 60-80% entro il 2050

Il Parlamento si compiace delle conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles del 23 marzo 2005 e, in particolare, dell'obiettivo secondo cui i paesi industrializzati devono puntare a riduzioni delle emissioni dell'ordine del 15-30% entro il 2020.

Tuttavia, insiste sul fatto che occorre definire anche obiettivi di riduzione delle emissioni a lungo termine e propone quindi una riduzione del 60-80% per il 2050. Inoltre, ricorda che il potenziale di risparmi energetici nell'Unione europea è pari al 40% ma sottolinea che per raggiungere tale traguardo è «necessario fissare obiettivi vincolanti». D'altra parte, osserva che con un approccio sistematico sarebbe possibile coprire entro il 2020 il 25% del consumo di energia dell'Unione europea mediante energie rinnovabili.

Ecotasse nel 2009?

Il Parlamento appoggia l'instaurazione di ecoprelievi a livello comunitario, sottolineando che, al pari di altri strumenti di mercato, essi costituiscono un dispositivo indispensabile per una politica efficace di riduzione dell'inquinamento. Pertanto, chiede all'Esecutivo ad avanzare proposte ed invita gli Stati membri ad adottare il primo ecoprelievo europeo entro e non oltre il 2009.

Economia europea «la più efficiente del mondo» in termini energetici

L'Aula sottolinea che un'efficace mitigazione dei cambiamenti climatici richiederà un'importante trasformazione dei sistemi energetici e di trasporto nonché della progettazione termica degli edifici. Questa trasformazione dovrebbe diventare un fattore trainante nell'ambito della strategia di Lisbona per dare impulso alla crescita e alla competitività. Pertanto, invita l'Unione europea a sviluppare una strategia che faccia dell'Europa l'economia «più efficiente del mondo» in termini energetici, definendo obiettivi di riduzione annuale dell'intensità energetica dell'ordine del 2,5-3%.

I deputati sottolineano che molte delle tecnologie necessarie per ridurre le emissioni dei gas a effetto serra già esistono, ma il loro ingresso nel mercato è ostacolato da numerose barriere e da incentivi «perversi» come ad esempio i sussidi a favore dei combustibili fossili.  A tale proposito esortano l'Esecutivo a proporre una normativa che abolisca tutti i sussidi di questo genere e che invece introduca una struttura di incentivi positivi per un maggior impiego delle tecnologie efficienti in termini energetici.

Inoltre, chiedono la realizzazione di un programma accelerato volto a promuovere la ricerca e l'innovazione a sostegno delle energie sostenibili, osservando che gli investimenti in misure d'efficienza ed in tecnologie rinnovabili costituiscono le principali alternative per la mitigazione dei cambiamenti climatici.

Nuove misure nel settore dei trasporti e dei biocarburanti

Il Parlamento sottolinea che gli sviluppi nel settore dei trasporti sono d'importanza cruciale, visto che a tale settore è imputabile circa il 30% delle emissioni di CO2,  quota alla quale il trasporto su strada contribuisce per l'85% circa. Rileva inoltre che il trasporto ferroviario è molto più efficiente di quello su strada sotto il profilo energetico. Pertanto si rammarica che l'industria automobilistica non sarà probabilmente in grado di realizzare l'obiettivo di 140 g/Km entro il termine fissato in base all'attuale accordo volontario.

L'Aula, dunque, chiede una politica di «misure forti » volte a ridurre le emissioni prodotte dai trasporti, tra cui i limiti vincolanti per le emissioni di CO2 dei veicoli nuovi nell'ordine di 80-100 g/km a medio termine, da conseguire attraverso scambi di emissioni tra costruttori di automobili, ed altre misure come i limiti di velocità validi in tutta l'Unione europea, pedaggi ed incentivi fiscali, promozione del trasporto ferroviario e dei trasporti pubblici in generale.

D'altro canto il Parlamento chiede che, per dimostrare un chiaro ruolo guida dell'Unione europea in vista dei negoziati del 2012, la Commissione avanzi specifiche proposte legislative volte ad aggiornare la direttiva sui biocarburanti. Lo  scopo sarebbe di inserirvi la tecnologia più recente dei biocarburanti flessibili, di introdurre norme comuni obbligatorie in tutta l'Unione europea per questi nuovi carburanti, e di introdurre rapporti minimi di miscelazione. In proposito, i deputati suggeriscono l'aggiunta del 10% di biocarburanti nella benzina.

Ridurre l'impatto dei trasporti aerei sul clima

Il Parlamento rileva che la navigazione aerea è responsabile a livello mondiale del 4-9% delle emissioni totali di gas serra e che le emissioni del traffico aereo aumentano annualmente del 3%. Inoltre, sottolinea l'importanza di «severi obiettivi» di riduzione delle emissioni per il settore aereo. La relazione, pertanto, esorta la Commissione ad intervenire rapidamente per ridurre l'impatto dei trasporti aerei sul clima, creando un sistema pilota di scambio delle emissioni del trasporto aereo per il periodo 2008-2012 per tutti i voli provenienti e diretti a qualsiasi aeroporto dell'Unione europea.

Sicurezza alimentare e politica agricola comune: due priorità

I deputati ritengono che il rapido sviluppo dell'utilizzo della biomassa e l'incoraggiamento della produzione di energia rinnovabile in campo agricolo debbano costituire un aspetto assolutamente prioritario. Pertanto, sottolineano che la produzione di energia della biomassa deve essere organizzata secondo modalità che siano efficaci in termini di conversione energetica ed ecologicamente sostenibili. A tale riguardo, accolgono con favore il proposito della Commissione di presentare un piano d'azione concernente la biomassa e chiedono di integrare in questa proposta misure giuridicamente vincolanti.

Inoltre, segnalano la necessità di diversificare le linee di ricerca e le misure di prevenzione per evitare effetti sulla salute e sulla sicurezza delle persone, come inondazioni, siccità e incendi. Pertanto, chiedono alla Commissione di tener conto dell'importanza della massa forestale e dell'agricoltura nell'assorbimento di carbonio come freno all'erosione e come agenti regolatori del clima. 

Impianti di riscaldamento e di raffreddamento

Il Parlamento sottolinea che, contrariamente a quanto succede nei settori dell'elettricità e dei carburanti, l'Unione europea non segue un approccio sistematico per sostenere le energie rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento. Ciò anche se la dipendenza dalle importazioni di gas e di petrolio è particolarmente elevata e i costi per accrescere la quota di energie rinnovabili sono relativamente bassi.

I deputati chiedono pertanto una strategia che, grazie ad un aumento della produzione, renda competitivi gli impianti di riscaldamento e raffreddamento che usano energia rinnovabile. Inoltre, ritengono che le disposizioni burocratiche dell'UE per i proprietari e i costruttori di case non siano uno strumento adeguato. Occorrerebbe invece orientarsi su una direttiva che fissi obiettivi realistici ma ambiziosi e che coordini le azioni degli Stati membri sulla base di incentivi temporanei e limitati per accedere al mercato. All'Esecutivo è quindi chiesto di presentare una proposta di direttiva sul riscaldamento e il raffreddamento, analoga alla proposta sui biocarburanti.

Le Istituzioni europee dovranno dare l'esempio

L'Aula, infine, ritiene che le stesse Istituzioni europee debbano dare un esempio positivo limitando le loro emissioni di gas a effetto serra nell'ambito delle loro varie attività, potenziando così l'efficienza energetica dei loro edifici e di tutte le apparecchiature impiegate e optando per modalità di trasporto a basse emissioni di carbonio.

Si ritiene, dunque che debbano essere compiuti sforzi particolari in relazione ai viaggi dei deputati al Parlamento europeo, il che implica, ad esempio,  «un riesame della doppia sede di lavoro del PE» e l'uso di veicoli a basse emissioni di carbonio da parte del Servizio autisti.

Link utili

Testo approvato
Comunicazione della Commissione

Riferimenti

Andres Wijkman (PPE/DE, SE)
Relazione su "Vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici"
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 16.11.2005
Votazione: 16.11.2005

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ISTITUZIONI


Attentati terroristici in Giordania

In apertura di seduta, il Presidente Josep BORRELL, facendo riferimento agli attentati di Amman, ha affermato che «il terrorismo è tornato a colpire con tutto il suo orrore». Ha quindi informato i deputati di aver già trasmesso il cordoglio del Parlamento alle autorità giordane ed ha ricordato che il terrorismo e il modo per affrontarlo sarà trattato in occasione della riunione straordinaria dell'Assemblea euromediterranea che si terrà il 20 e il 21 novembre prossimi, in occasione del decimo anniversario dell'avvio del processo di Barcellona. La questione, ha aggiunto, sarà affrontata anche dal Vertice euromediterraneo che si terrà il 27 e il 28 dello stesso mese.

La minaccia del terrorismo, ha quindi sottolineato, colpisce entrambe le sponde del Mediterraneo e ciò dimostra che non si tratta di una questione religiosa ma di una precisa strategia dei terroristi. L'Unione europea deve pertanto promuovere un'alleanza con questi paesi per evitare lo scontro di civiltà promosso dai terroristi. Il Presidente ha quindi chiesto all'Aula di osservare un minuto di silenzio.

Sostituzione di un deputato italiano

Il Parlamento europeo ha preso atto delle dimissioni di Michele SANTORO (PSE, IT) con effetto il 13 novembre 2005. Il deputato è stato sostituito da Giovanni PROCACCI (ALDE/ADLE, IT) in data 15 novembre 2005

Link utili

Giovanni Procacci

Altri documenti approvati

I risultati delle votazioni sono consultabili sul sito del Parlamento europeo.
I testi di tutti i documenti approvati sono reperibili sul sito del Servizio Stampa del Parlamento europeo.

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Ordine del giorno 30 novembre - 1° dicembre 2005

Bruxelles

Mercoledì 30 novembre 2005

 (15:00 - 19:00)

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Preparazione della conferenza ministeriale dell'OMC

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Diritti umani in Cambogia, Laos e Vietnam

 

Discussione congiunta - Sport

    Interrogazione orale - Tregua olimpica

    Interrogazioni orali - Sviluppo e sport

 (19:00 - 20:00, 21:00 - 24:00)

 *

*

Discussione congiunta - Influenza aviaria/Spese veterinarie

    Relazione Parish - Lotta contro l'influenza aviaria

    Relazione Figueiredo - Spese nel settore veterinario

***I

Relazione van Hecke - Brevetti sui prodotti farmaceutici destinati ai paesi che registrano problemi di sanità pubblica

 

Relazione Duff - Approvazione della Commissione europea

 

Interrogazione orale - Ricorso alle sanzioni penali in caso di violazione del diritti comunitario

 

Relazione Kratsa-Tsagaropoulou - Applicazione delle regole europee di con concorrenza ai trasporti marittimi

 

Relazione Toia - Regolamentazione e mercati delle comunicazioni elettroniche in Europa, 2004

 

 

 Giovedì 1° dicembre 2005

 (9:00 - 10:50)

 *

 

*

Discussione congiunta - Imposta sul valore aggiunto

    Relazione Becsey - Modifica del sistema comune dell'IVA, in relazione alla durata di applicazione dell'aliquota minima

    Relazione Becsey - Modalità di rimborso dell'IVA a favore dei soggetti stabiliti in un altro Stato membro

    Interrogazione orale - IVA applicabile ai servizi a forte intensità di manodopera

 (12:00 - 13:00 ) Votazione

*

Relazione Rosati - Euro (quadro giuridico per l'allargamento della zona euro)

***I

Relazione McCarthy - Procedimento europeo d'ingiunzione di pagamento

***

Raccomandazione Martínez Martínez - Protocollo addizionale all'accordo CE/Repubblica Sudafricana sul commercio, lo sviluppo e la cooperazione a seguito dell'allargarmento

***I

Relazione Mitchel - Strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo e della cooperazione economica

 

Relazione Triantaphyllides - Ruolo delle "euroregioni" nello sviluppo della politica regionale

 

Proposta di risoluzione sull'accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio

 

Proposte di risoluzione - Agenzie europee di regolamentazione

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

L'ordine del giorno può subire modifiche.

 

Codici delle procedure parlamentari

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

Abbreviazioni

- Gruppi politici: vedere pagina seguente

BE

Belgio

IT

Italia

PL

Polonia

CZ

Repubblica ceca

CY

Cipro

PT

Portogallo

DK

Danimarca

LV

Lettonia

SI

Slovenia

DE

Germania

LT

Lituania

SK

Slovacchia

EE

Estonia

LU

Lussemburgo

FI

Finlandia

EL

Grecia

HU

Ungheria

SE

Svezia

ES

Spagna

MT

Malta

UK

Regno Unito

FR

Francia

NL

Olanda

 

 

IE

Irlanda

AT

Austria

 

 

Gruppi politici

PPE/DE

Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei

PSE

Gruppo socialista al Parlamento europeo

ALDE/ADLE

Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

Verdi/ALE

Gruppo Verde/Alleanza libera europea

GUE/NGL

Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

IND/DEM

Gruppo Indipendenza/Democrazia

UEN

Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni"

NI

Non iscritti

 

Deputati al Parlamento europeo

 Situazione al 17.11.2005

 

PPE/DE

PSE

ALDE/ADLE

Verdi/ALE

GUE/NGL

IND/DEM

UEN

NI

Totale

BE

6

7

6

2

 

 

 

3

24

CZ

14

2

 

 

6

1

 

1

24

DK

1

5

4

1

1

1

1

 

14

DE

49

23

7

13

7

 

 

 

99

EE

1

3

2

 

 

 

 

 

6

EL

11

8

 

 

4

1

 

 

24

ES

24

24

2

3

1

 

 

 

54

FR

17

31

11

6

3

3

 

7

78

IE

5

1

1

 

1

1

4

 

13

IT

24

14

13

2

7

4

9

5

78

CY

3

 

1

 

2

 

 

 

6

LV

3

 

1

1

 

 

4

 

9

LT

2

2

7

 

 

 

2

 

13

LU

3

1

1

1

 

 

 

 

6

HU

13

9

2

 

 

 

 

 

24

MT

2

3

 

 

 

 

 

 

5

NL

7

7

5

4

2

2

 

 

27

AT

6

7

1

2

 

 

 

2

18

PL

19

10

4

 

 

10

7

4

54

PT

9

12

 

 

3

 

 

 

24

SI

4

1

2

 

 

 

 

 

7

SK

8

3

 

 

 

 

 

3

14

FI

4

3

5

1

1

 

 

 

14

SE

5

5

3

1

2

3

 

 

19

UK

27

19

12

5

1

10

 

4

78

Totale

267

200

90

42

41

36

27

29

732

Deputato uscente:
Michele SANTORO (PSE, IT) (13.11.2005)

Deputati entrati:
Giovanni PROCACCI (ALDE/ADLE, IT) (15.11.2005)
Roland GEWALT (PPE/DE, DE) (27.10.2005)

 

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