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RASSEGNA

 

27 giugno 2007

 

Bruxelles

 

 

 


Firmato il regolamento "roaming", tariffe ridotte da questa estate
 

Il Presidente Pöttering e la Cancelliera Merkel hanno firmato il regolamento sul roaming che consentirà, sin da questa estate, di beneficiare di tariffe più basse per le chiamate "mobili" effettuate e ricevute in un altro Stato membro dell'Unione europea.

Prima di dare inizio ai lavori della Plenaria il Presidente PÖTTERING si è rallegrato di firmare assieme alla Cancelliera Angela MERKEL una nuova e importante normativa europea sul roaming. Questo atto, ha aggiunto, sancisce la cooperazione fruttuosa e gli sforzi perpetrati nell'interesse dei cittadini. 

Oggi, ha proseguito, è «un bellissimo giorno per i 140 milioni di clienti roaming dell'Unione europea». Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione «hanno agito rapidamente, risolutamente ed efficacemente nell'interesse dei cittadini»: in un tempo record di soli 11 mesi dalla presentazione della proposta, Il regolamento entrerà in vigore il prossimo 30 giugno. Ha quindi ringraziato la commissaria Reding per l'iniziativa «coraggiosa», la Presidenza del Consiglio che ha operato a favore di una soluzione rapida, il relatore Paul Rübig e la presidente della commissione industria Angelika Niebler.

Già da quest'estate, ha poi spiegato, «gli utenti della telefonia mobile potranno beneficiare di costi sostanzialmente ridotti per il roaming». E' stata inoltre rafforzata la trasparenza dei prezzi e un'informazione rapida e personalizzata sulle tariffe sin dall'attraversamento di una frontiera, e ciò costituisce «un netto progresso in termini di convivialità e di entità dei prezzi». Oggi, ha poi sottolineato il Presidente, «l'Unione europea elimina un grande ostacolo alla piena concretizzazione della libera circolazione delle persone in seno all'UE». Abbiamo anche soppresso, ha aggiunto, «un freno alla competitività del nostro mercato interno». Si tratta di un «buon esempio di un'Europa che produce risultati, di un'Unione la cui azione porta benefici concreti ai cittadini.

In base all'accordo cui sono giunti Parlamento e Consiglio, la tariffa al dettaglio, IVA esclusa, per il roaming regolamentato sarà limitata a 0,49 euro al minuto per le chiamate effettuate e a 0,24 euro al minuto per quelle ricevute. Le tariffe massime per le chiamate uscenti saranno poi ridotte automaticamente di 3 centesimi l'anno, mentre quelle delle chiamate entranti saranno ridotte di 2 centesimi il primo anno e di 3 centesimi a partire dal secondo anno. Come richiesto dai deputati, gli operatori d'origine dovranno offrire queste eurotariffe a tutti i loro clienti, in maniera chiara e trasparente.

Link utili

Comunicato stampa sull'adozione del regolamento
Nota di background (in inglese)
Nota di background tecnica (in inglese)

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Riforma dei trattati: un successo, ma qualche rimpianto
 

Angela Merkel ha illustrato all'Aula l'esito del Vertice e il bilancio della sua Presidenza. La maggioranza dei deputati ha salutato con molto favore l'accordo sulla riforma del Trattato e ha reso omaggio all'operato della Cancelliera, anche riservandole una standing ovation. Taluni hanno colto l'occasione per criticare gli egoismi nazionali che sono emersi nel corso dei negoziati e il fatto che la Carta dei diritti fondamentali non si applicherà in tutta l'Unione.

Il Presidente PÖTTERING ha aperto il dibattito sottolineando che la Cancelliera Merkel si presenta per la quarta volta al Parlamento europeo e ciò dovrebbe essere d'esempio per le Presidenze future. L'ha quindi ringraziata «per la sua buona volontà, pazienza e, soprattutto, per la sua determinazione europeista», senza la quale il Vertice non avrebbe ottenuto il successo che ha poi avuto.

Dichiarazione della Presidenza

A pochi giorni dal «memorabile» Vertice, Angela MERKEL ha voluto ricordare che con la dichiarazione di Berlino sul cinquantenario della firma dei Trattati sono stati riconosciuti 50 anni di pace, democrazia, libertà e Stato di diritto, ma si è anche affermato che questi non sono acquisiti per sempre. La stasi, ha aggiunto, significa regresso e occorre avere fiducia per fare progressi. Si è quindi rallegrata che al Consiglio europeo si siano poste le basi per nuova fondamenta dell'UE e che siano state superate le divisioni, permettendo all'Europa di ritrovare «una nuova forza comune». Riconoscendo la difficoltà dei negoziati e il pericolo incombente che la paralisi si protraesse, la Cancelliera ha sottolineato che l'Accordo cui si è giunti mantiene la sostanza della Costituzione e che tutti hanno convenuto che ciò sia stato un successo, anche per il Parlamento, poiché permetterà di affrontare le elezioni del 2009 su queste nuove basi.

La Cancelliera ha poi illustrato i contenuti dell'accordo, evidenziando come, pur dovendo rinunciare ai simboli per tener conto di chi temeva un Superstato, in taluni casi segna notevoli passi avanti, anche al di là di quanto previsto dalla Costituzione. Personalità giuridica, estensione della maggioranza qualificata, doppia maggioranza sono le principali conclusioni a livello istituzionale. E' stata poi rafforzata l'azione esterna consentendo all'UE di parlare con una sola voce ed è stata comunitarizzata la politica in materia di giustizia e affari interni. I cittadini avranno il diritto d'iniziativa e di petizione e la Carta dei diritti fondamentali avrà carattere vincolante, salvo per il Regno Unito la cui scelta «va rispettata», mentre un protocollo lascerà ampio margine di manovra agli Stati membri per quanto riguarda i servizi d'interesse generale. Il Parlamento europeo, infine, vedrà aumentati i suoi poteri (anche eleggendo il Presidente della Commissione) e il ruolo dei parlamenti nazionali sarà rafforzato, ma non avranno il potere di veto.

Ci saranno deroghe e eccezioni, ha proseguito la Cancelliera, ma ciò non significa che vi sarà un'Europa a due velocità. Questa eventualità, ha spiegato, non sarebbe una soluzione valida poiché indebolirebbe l'Europa e il Parlamento europeo. Solo se si agisce insieme e in modo mirato, ha insistito, è possibile mantenere gli ideali europei che hanno garantito pace, libertà e Stato di diritto, rafforzare i diritti dei cittadini, promuovere la competitività e proteggere l''ambiente. L'Europa «è un obbligo», ha insistito, augurandosi una rapida convocazione della CIG per consentire al Trattato riformato di entrare in vigore prima delle elezioni del 2009. Ha quindi concluso citando un passo della dichiarazione di Berlino - «noi europei, per nostra fortuna, siamo uniti» - e esprimendo l'auspicio che tra 50 anni si dirà che la scelta di oggi sia stata quella giusta.

I deputati, in piedi, le hanno quindi tributato un lungo applauso.

Dichiarazione della Commissione

José Manuel BARROSO ha anzitutto espresso il suo apprezzamento per l'operato della Cancelliera che partendo da un contesto difficile è riuscita ad ottenere un successo per l'Europa, visto che ora dispone degli strumenti per affrontare le sfide del XXI secolo. Complimentandosi poi per tutti gli altri successi ottenuti dalla Presidenza tedesca, ha affermato che l'Europa «è di nuovo in pista».

Il Presidente della Commissione ha quindi sottolineato come la sua proposta del "doppio binario" sia stata giusta: ha permesso di migliorare alcuni elementi sulla base dei trattati esistenti (in particolare con il pacchetto sui cambiamenti climatici e con la sburocratizzazione), portando avanti parallelamente le discussioni sulle riforme e suggerendo la dichiarazione di Berlino. Barroso ha poi evidenziato la correttezza dell'approccio seguito, volto a concentrarsi sui risultati concreti che interessano i cittadini (crescita, occupazione, sicurezza, energia e cambiamenti climatici), senza discutere unicamente di istituzioni.

Enfatizzando quindi come l'ultimo sondaggio di Eurobarometro abbia indicato una crescita della fiducia dei cittadini europei nei confronti dell'Europa, ha sottolineato la necessità di non perdere questa occasione favorevole per rafforzare l'integrazione europea. Il Vertice, ha poi ribadito, ha dato risultati eccellenti e ha consentito di superare le divisioni, definendo un mandato per le riforme che consentirà a aumentare la capacità di agire dell'UE.

Il Presidente della Commissione ha quindi elencato quelli che, a suo parere, sono i principali vantaggi che derivano dall'accordo. Il consolidamento dell'UE, attraverso l'eliminazione dei pilastri, la comunitarizzazione della politica in materia di giustizia e affari interni, la clausola di solidarietà in materia energetica e la maggiore coesione negli affari esterni. Ma anche il rafforzamento della responsabilità e della legittimità democratica dell'UE, con l'aumento delle competenze legislative del Parlamento europeo, il maggior coinvolgimento dei parlamenti nazionali e l'attribuzione del carattere vincolante alla Carta dei diritti fondamentali.

Nell'evidenziare poi l'importanza del protocollo sui servizi di interesse generale, Barroso ha lanciato un monito: «senza potere politico non si può affrontare la globalizzazione» e, al contempo, «si può ottenere un'unione politica più forte solo rafforzando l'integrazione economica». Ha quindi concluso sostenendo la necessità di spiegare ai cittadini perché questa riforma è indispensabile.

Interventi in nome dei gruppi

Joseph DAUL (PPE/DE, FR) ha esordito sostenendo che da qualche mese, grazie alla Presidenza tedesca, «vi è una tigre nel motore dell'Europa», e ha quindi reso omaggio alla Cancelliera Merkel e al suo governo. Il bilancio della Presidenza, ha proseguito, è eloquente e i suoi successi «hanno cambiato l'atmosfera nell'Unione europea», permettendo il ritorno alla fiducia e alla speranza. Il primo segnale significativo, a suo parere, è stato il pacchetto sull'energia e il clima, anche perché al G8 si è dimostrato che «quando l'Europa è unita, ha un reale potere di persuasione». La Presidenza, ha proseguito, ha avuto successo anche nelle relazioni con gli USA, sia trattandoli come partner prioritari sia accelerando l'istituzione di un mercato transatlantico o concretizzando l'accordo "cieli aperti". Nelle relazioni con la Russia, inoltre, la Cancelliera ha indicato a Putin su quali basi è possibile cooperare.

Per il leader dei popolari, la Presidenza ha svolto un importante ruolo anche nell'ambito della politica della giustizia e degli affari interni ed ha ottenuto successi in altri campi su questioni concrete per i cittadini, come i casi del roaming, della modulazione volontaria in agricoltura, così come nei settori della pesca e dell'ambiente. Riguardo al Vertice, il deputato ha anzitutto deplorato talune affermazioni che, a suo parere, «non sono degne dei sacrifici patiti dagli europei negli ultimi cinquanta anni per garantire la pace e la riconciliazione tra di noi». Sottolineando poi la speranza che suscita l'accordo raggiunto, ha però sottolineato che il suo gruppo - in particolare la componente PPE - non è pienamente soddisfatta. Si è in particolare rammaricato dell'insuccesso ottenuto sui simboli europei, il titolo di Ministro degli Affari esteri e il voto con doppia maggioranza in tempi rapidi.  Ma tutto sommato, ha affermato, si tratta di un buon accordo che il suo gruppo sosterrà.

Anche per Martin SCHULZ (PSE, DE) la Presidenza tedesca è stata un successo esemplare. Certamente il Vertice ha raggiunto meno di quanto si avrebbe bisogno, ha ammesso, ma è stato comunque un grande passo avanti. Il leader socialdemocratico ha quindi sottolineato la fermezza dimostrata dalla Cancelliera nel corso dei negoziati - che è giunta a minacciare di convocare la CIG a maggioranza - che ha portato, infine, a un accordo unanime. Nel deplorare che i lavori del Consiglio si siano svolti a porte chiuse, ha stigmatizzato gli egoismi nazionali, sostenendo che la crisi dell'UE è stata invero una crisi di taluni governi.

Rendendo omaggio a coloro che - come Romano Prodi e Jean-Claude Juncker - hanno difeso la causa europeista, ha sottolineato che non è il popolo polacco ad essere contrario all'Europa bensì il suo governo. L'Unione europea, ha proseguito, «è un'idea per superare le ostilità del passato attraverso l'integrazione». Perciò, ha esclamato, «non permetteremo di fomentare l'astio riesumando gli spettri del passato» e «abbiamo il diritto di dire che chi strumentalizza i morti della II Guerra mondiale si sbaglia». Ha quindi concluso sostenendo che, con l'accordo, il grande vincitore è il Parlamento europeo che ha aumentato il suo potere di influenzare le decisioni.

Dopo essersi congratulato con la Cancelliera, Graham WATSON (ALDE/ADLE, UK) ha sottolineato come la sua azione sul tema della sicurezza energetica ha reso «notevole» la sua Presidenza. Citando Joseph Conrad - essere una donna è un compito terribilmente difficile, visto che consiste principalmente nel trattare con uomini - ha reso omaggio al carattere dimostrato, anche nei confronti di chi voleva sotterrare il Trattato, che ha portato a un accordo che molti non credevano possibile. Chi poteva pensare qualche mese fa, ha spiegato, che i leader europei avrebbero riconosciuto la necessità di un'azione comune in materia di sicurezza energetica, cambiamenti climatici, politica estera o che avrebbero rinunciato all'unanimità al Consiglio a favore della maggioranza qualificata in 36 nuovi campi.

Rallegrandosi poi che la CIG potrà contare su tre rappresentanti del Parlamento europeo e che la politica in materia di giustizia e affari interni sarà sottoposta al controllo parlamentare, si è tuttavia rammaricato del «prezzo pagato» che ha reso vittima l'idealismo: la perdita dei simboli e la sostituzione della relativa semplicità della Costituzione con «l'opacità burocratica». Un trattato definito «illeggibile», come «le istruzioni per la costruzione di una pagoda giapponese tradotte in inglese da un intermediario cinese». Il diavolo sarà nei dettagli, ha quindi ammonito, stigmatizzando anche il fatto che ai cittadini britannici non sarà applicata la Carta dei diritti fondamentali. Solo il tempo, ha aggiunto, dirà se si tratta solo di ritocchi cosmetici, ma anche se il risultato non è perfetto, «l'edificio è solido e il tetto dovrebbe reggere». Ha quindi ribadito il suo omaggio alla Cancelliera per quanto ottenuto nel corso della Presidenza.

Cristiana MUSCARDINI (UEN, IT) ha voluto ringraziare «sentitamente» la Cancelliera Merkel per i suoi sforzi, «anche se la posizione quasi maniacale del Presidente socialdemocratico contro il governo polacco – espressione del popolo polacco – rischia di offuscare un po' questa giornata di gioia, in cui la buona volontà di tutti ci ha portato ad un accordo». Ha quindi riconosciuto alla Presidente il merito di avere «rimesso in moto» Istituzioni e, al contempo, ha espresso apprezzamento per «la mediazione del Presidente Sarkozy negli ultimi giorni».

In quanto ex componente della Convenzione europea, ha poi ribadito alcuni aspetti che ritiene negativi: «la riduzione della composizione della Commissione, la Carta dei diritti priva di alcuni diritti fondamentali per la famiglia e l'infanzia, la mancanza di riferimenti alle nostre radici e la non menzione dei simboli che fino ad oggi hanno identificato l'Unione».

Daniel COHN-BENDIT (Verdi/ALE, DE) ha giudicato «buono» il risultato del Vertice, sottolineando che «il testo andava bene, la musica era tremenda». Ha quindi osservato che i cittadini potranno forse essere tranquillizzati dai risultati ottenuti, tuttavia sono stati esclusi completamente dal processo e questo non dovrebbe più accadere. L'Unione «ha una crisi di mezza età», ha aggiunto, ma è inaccettabile che la Carta dei diritti fondamentali non sia applicabile a tutti i cittadini europei.

Ha quindi auspicato che in futuro se si vorrà essere membri dell'UE si dovrà anche riconoscere la validità della Carta: «o si è dentro o si è fuori!». Il leader dei Verdi ha poi sostenuto che la «tirannia della minoranza e i veto sono la cosa più antidemocratica che ci sia». Ha poi reso omaggio alla Cancelliera per come ha affrontato i suoi colleghi maschi, non solo «i gemelli polacchi» ma anche Tony Blair, che dopo aver sottoscritto la Costituzione l'ha in seguito ripudiata. In proposito ha affermato che «è triste che i governi non abbiano preso sul serio l'Europa».

Francis WURTZ (GUE/NGL, FR) si è chiesto cosa, in concreto, cambierà la decisione di ritirare dalla lista degli obiettivi dell'UE la libera concorrenza. O si tratta di un'operazione di comunicazione destinata a rassicurare i cittadini che temono l'erosione dei loro diritti sociali, ha affermato, oppure «si tratta di una cosa seria e, allora, dobbiamo conoscerne le implicazioni concrete». I sostenitori della prima tesi, ha proseguito, dispongono di solidi argomenti: il principio dell'economia di mercato figura in diverse parti del Trattato e un protocollo riafferma poi il principio della concorrenza.

Se così fosse, ha quindi esclamato, si tratterebbe di «un inganno indegno dei Capi di Stato e di governo», che rafforza ancora di più l'esigenza di un dibattito pubblico sul futuro trattato nel suo insieme da concludersi con un referendum in tutta l'UE. Il primo test, ha concluso, sarà la proposta di direttiva sulla liberalizzazione dei servizi postali che ha invitato a ritirare o a respingere in occasione della sessione di luglio. 

Jens-Peter BONDE (IND/DEM, DK), paragonando la Cancelliera a Bismarck, ha stigmatizzato le accuse rivolte al governo polacco che non ha fatto altro che difendere i propri interessi. Ha poi evidenziato la complessità del nuovo sistema di voto, sostenendo che sarebbe stato più giusto assegnare un voto a ogni Stato membro, ponendo una maggioranza del 75%. Il deputato ha quindi sottolineato il deficit democratico esistente e chiesto che il trattato - che ha un altro nome ma mantiene la sostanza della Costituzione - sia sottoposto a referendum.

Per Philip CLAEYS (ITS, BE), il Trattato non è altro che la Costituzione con un altro nome: «un vino stagionato in una bottiglia nuova». Ha quindi criticato la mancanza di trasparenza e l'illeggibilità del testo, il deficit democratico (ruolo minore ai parlamenti nazionali), la non definizione dei confini dell'Unione, la non inclusione dei principi per le nuove adesioni, il processo decisionale e il primato del diritto europeo su quello nazionale. Ha quindi sottolineato il divario tra i cittadini e le istituzioni europee, aggravato dalla prospettiva dell'adesione della Turchia, ed esortando l'UE a prendere maggiormente in considerazione l'opinione pubblica.

Riferimenti

Relazione del Consiglio europeo e dichiarazione della Commissione - Riunione del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007
&
Dichiarazione della Presidenza in carica del Consiglio - Semestre di attività della Presidenza tedesca
Dibattito: 27.6.2007

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