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RESOCONTO

 

18 febbraio 2008

Strasburgo

 

 

 


Apertura della sessione

 

Prendendo nota della dichiarazione d'indipendenza del Kosovo, il Presidente ha sottolineato che non si tratta di un precedente, visto il particolare statuto della regione, e ha auspicato istituzioni politiche democratiche nel quadro di un Kosovo multietnico e in pace con i paesi vicini. I Balcani occidentali, ha ribadito, hanno una prospettiva europea e l'UE deve aiutarli su questa strada.

 

Aprendo la seduta, il Presidente Pöttering ha osservato che il parlamento kosovaro ha proceduto ieri all'annunciata dichiarazione di indipendenza «che traduce la volontà dei cittadini del Kosovo di prendere nelle proprie mani pacificamente e con fiducia il loro destino politico e istituzionale». Ha quindi ricordato che il Parlamento europeo, lo scorso anno, si era pronunciato a favore di una «sovranità sotto sorveglianza» della provincia del Kosovo. I negoziati difficili, ha proseguito, non hanno purtroppo permesso di raggiungere una soluzione politica soddisfacente per ambo le parti. Ha tuttavia sottolineato che il caso del Kosovo «non costituisce assolutamente un precedente a causa del suo statuto di territorio sotto tutela ONU», e non può quindi essere paragonato a nessun'altra circostanza.

 

Il Presidente si è poi detto convinto che il desiderio di tutti, serbi e kosovari, «è di attivarsi a favore della stabilità e la prosperità della regione» e, questo, «è anche l'obiettivo primario dell'Unione europea e del Parlamento europeo». E' quindi nostro dovere, ha proseguito, «incoraggiare i dirigenti del Kosovo ad assumersi le loro responsabilità e accompagnarli nell'attuazione di istituzioni politiche democratiche ed efficaci, garanti del rispetto delle libertà di tutti, nel quadro di un Kosovo multietnico e che viva in pace con i paesi vicini». Il Presidente ha quindi accolto con favore l'ambiziosa missione Eulex-Kosovo e la nomina di Pieter Feith quale rappresentante speciale dell'UE. Ciò, ha spiegato, dimostra l'impegno chiaro e unanime dell'UE e la sua volontà di agire concretamente a favore della stabilità nei Balcani.

 

I paesi dei Balcani occidentali, ha aggiunto, «hanno la vocazione di aderire all'UE». Non dobbiamo quindi perdere di vista questa prospettiva europea e offrire a Serbia e Kosovo delle proposte concrete in questa direzione, «permettendo loro di superare le loro divergenze attraverso l'integrazione europea, come è già accaduto in altri parti d'Europa».

 

Dichiarazione "supermercati"

 

Il Presidente ha annunciato all'Aula l'iscrizione al processo verbale di una dichiarazione sottoscritta dalla maggioranza dei deputati - diventando così posizione ufficiale del Parlamento europeo - che chiede alla Commissione di avviare uno studio «sugli effetti che la concentrazione del settore dei supermercati nell'UE sta avendo sulle piccole aziende, i fornitori, i lavoratori e i consumatori».

I deputati ritengono infatti che le piccole aziende, i fornitori e le imprese agricole sono minacciati dalla concentrazione dei supermercati che, sempre di più, impongono prezzi insostenibilmente bassi ai loro fornitori. I consumatori, inoltre, rischiano una perdita di diversità dei prodotti, del patrimonio culturale e dei punti vendita al dettaglio (si veda il comunicato stampa specifico).

 

Modifiche all'ordine del giorno

 

La proposta di rinviare il voto della relazione sul trattato di Lisbona, avanzata dal gruppo IND/DEM, è stata respinta dall'Aula 24 voti favorevoli, 220 contrari e 11 astensioni. Il leader del gruppo aveva motivato la richiesta con il fatto che non esiste una versione consolidata del Trattato.

 

I punti forti della sessione

 

Lunedì 18 febbraio

 

Punire l'apologia e la giustificazione del terrorismo - Nell'UE vi sono cellule terroristiche che intendono colpire i cittadini europei. E' quanto sostiene una relazione all'esame dell'Aula che raccomanda una strategia globale di lotta al terrorismo e al reclutamento. I deputati chiedono di sanzionare chi giustifica il terrorismo e di monitorare la propaganda via Internet e nei luoghi di culto. Occorre però garantire la libertà di espressione, evitare di identificare una religione con il terrorismo e favorire il dialogo e l'integrazione sociale (relazione Deprez).

 

Lotta alle frodi: più controlli e recuperare l'indebito - Nel 2006 sono aumentate irregolarità e frodi al bilancio UE: contrabbando e contraffazioni e, soprattutto, fondi strutturali, sono le principali voci. Scendono, invece, le frodi agricole. L'Italia non è la sola protagonista. Una relazione all'esame dell'Aula, notando il ruolo della criminalità organizzata, chiede di rafforzare la vigilanza e aumentare gli sforzi per recuperare le somme pagate indebitamente. Occorre anche rivedere il funzionamento dell'OLAF e tutelare i diritti degli indagati (relazione Musotto).

 

Rendere pubblici i beneficiari di tutti i fondi UE - Una maggiore trasparenza in seno alle istituzioni europee consentirebbe ai cittadini di capire meglio come vengono utilizzati i fondi UE. E' quanto sostiene una relazione all'esame dell'Aula, chiedendo la pubblicazione dei beneficiari di fondi comunitari, degli importi da recuperare, di una lista nera dei frodatori e dei membri dei comitati che assistono la Commissione. Nel sollecitare norme etiche per i titolari di cariche pubbliche, è anche auspicato un codice deontologico per l'Ufficio antifrode (relazione Pomés Ruiz).

 

Martedì 19 febbraio

 

Industria: prodotti sicuri se c'è il marchio CE - L'Aula è chiamata a approvare un compromesso raggiunto con il Consiglio in merito a un "pacchetto" di nuove disposizioni da rispettare nella futura legislazione UE sulla commercializzazione dei prodotti. Due regolamenti, tra le altre cose, intendono agevolare la libera circolazione delle merci nell'UE attraverso un rafforzamento del principio del mutuo riconoscimento delle norme tecniche nazionali e stabilire norme per la sorveglianza del mercato e l'accreditamento dei prodotti. Una decisione fornisce definizioni e obblighi generali per gli operatori economici e una serie di procedure di valutazione della conformità. Stabilisce inoltre le norme relative al marchio CE (relazioni Schaldemose, Brie e Stubb).
 

Per la crescita, investimenti, concorrenza e riduzioni fiscali - Una relazione all'esame dell'Aula, esprimendo preoccupazione per l'elevato tasso di cambio dell'euro, chiede una politica fiscale coordinata che agevoli la crescita e la creazione di nuove imprese e di posti di lavoro. Occorre anche integrare il mercato dei servizi, aprire le industrie di rete alla concorrenza e valutare il ruolo delle multinazionali sui mercati finanziari. Ma vanno anche garantiti una più equa distribuzione dei benefici della crescita e un rafforzamento della coesione sociale (relazione Starkeviciute).

 

Mercoledì 20 febbraio

 

Sì al Trattato di Lisbona, per un'UE più democratica e efficiente - Una relazione chiede all'Aula di approvare il trattato di Lisbona, esortando gli Stati membri a ratificarlo entro fine anno ed a informare i cittadini in vista delle elezioni europee del 2009. Il trattato rende l'UE più democratica, efficiente e capace di decidere, rafforzando i poteri del Parlamento e i diritti dei cittadini. Resta il rammarico per l'abbandono dell'approccio costituzionale e dei simboli, le deroghe alla Carta dei diritti fondamentali e il seggio aggiuntivo concesso all'Italia (relazione Corbett e Méndez de Vigo).

 

Situazione in Kosovo - Pochi giorni dopo l'annunciata dichiarazione unilaterale d'indipendenza del Kosovo, il Consiglio e la Commissione riferiranno all'Aula della discussione avuta durante la riunione dei Ministri degli Affari esteri del 18 febbraio. Alla questione dell'indipendenza, sul cui riconoscimento non vi è ancora identità di vedute tra i Ventisette, sono anche legati la firma dell'accordo di associazione tra Serbia e UE e l'invio in Kosovo di una forza civile europea.

 

Favorire natalità e immigrazione per cogliere la sfida demografica - I cambiamenti demografici nell'UE sono preoccupanti, ma non irreversibili. Una relazione all'esame dell'Aula chiede di promuovere la natalità con servizi alle famiglie, misure a favore delle lavoratrici e rimborsi per la cura della sterilità. Occorre poi agevolare le carriere dei cinquantenni e il lavoro dopo i 65 anni, garantendo la solidarietà generazionale e pensioni decenti. Ma anche una politica UE dell'immigrazione per integrare il mercato del lavoro e finanziare i sistemi pensionistici (relazione Castex).

 

Più fermezza per garantire il rispetto del diritto UE - La Commissione deve dimostrare più impegno e fermezza nei confronti degli Stati membri che violano il diritto comunitario. E' quanto chiede una relazione all'esame della Plenaria sollecitando un più sistematico ricorso alla Corte di giustizia e il rispetto delle sue sentenze. Evidenziando il ruolo svolto dai cittadini nell'individuazione delle infrazioni, i deputati incoraggiano missioni d'inchiesta negli Stati membri e la creazione di uno sportello unico on-line per assistere i cittadini (relazione Frassoni).

 

Giovedì 21 febbraio

 

Crisi umanitaria a Gaza - A seguito del dibattito tenutosi in Aula la scorsa sessione in presenza dell'Alto Rappresentante dell'UE per la politica estera, il Parlamento adotterà una risoluzione sulla crisi umanitaria a Gaza, anche alla luce dell'abbattimento del muro da parte della popolazione palestinese alla ricerca di generi di prima necessità.

 

 

Link utili

 

Anteprima della sessione
Risoluzione del Parlamento europeo del 29 marzo 2007 sul futuro del Kosovo e il ruolo dell'Unione europea

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Grande distribuzione: norme UE contro gli abusi causati dalle concentrazioni

 

Le piccole aziende, i fornitori e le imprese agricole sono minacciati dalla concentrazione dei supermercati che, sempre di più, impongono prezzi insostenibilmente bassi ai loro fornitori. I consumatori, inoltre, rischiano una perdita di diversità dei prodotti, del patrimonio culturale e dei punti vendita al dettaglio. Per tale ragione il Parlamento chiede di valutare gli abusi di posizione dominante nel settore della grande distribuzione e di armonizzare le norme UE per contrastarli.

 

All'apertura della seduta, il Presidente ha annunciato all'Aula l'iscrizione al processo verbale di una dichiarazione sottoscritta dalla maggioranza dei deputati - diventando così posizione ufficiale del Parlamento europeo - che chiede alla Commissione di avviare uno studio «sugli effetti che la concentrazione del settore dei supermercati nell'UE sta avendo sulle piccole aziende, i fornitori, i lavoratori e i consumatori».

 

Il Parlamento, più in particolare, sollecita di valutare «le eventuali violazioni di potere d'acquisto che possono derivare da tale concentrazione». Chiede inoltre di proporre «azioni adeguate, anche a livello regolamentare, per tutelare i consumatori, i lavoratori e i produttori da qualsiasi abuso di posizione dominante o dagli effetti negativi» rilevati nel corso del suo studio. Osserva infatti che il settore della distribuzione alimentare all'interno dell'UE «è sempre più dominato da un numero limitato di catene di supermercati» che «stanno rapidamente divenendo "guardiani" del mercato», controllando «l'unico vero accesso degli agricoltori e di altri fornitori ai consumatori dell'UE».

 

Il Parlamento sottolinea poi che, stando a diverse testimonianze, i grandi supermercati europei «stanno abusando del loro potere d'acquisto per mantenere a livelli insostenibilmente bassi i prezzi corrisposti ai fornitori (con sede nell'UE o meno), imponendo loro condizioni inique». A suo parere, «tali restrizioni sui fornitori implicano effetti a catena negativi sia sulla qualità dell'occupazione sia sulla protezione ambientale», mentre i consumatori «potrebbero dover affrontare una perdita di diversità dei prodotti, del patrimonio culturale e dei punti vendita al dettaglio». Osservando infine che i grandi supermercati gestiscono attività che sono sempre più a carattere transnazionale, sebbene alcuni Stati membri abbiano presentato una normativa nazionale volta a limitare tale abuso, il Parlamento auspica «l'armonizzazione della legislazione UE».
 

Background - la grande distribuzione organizzata in Italia e in Europa

 

In Italia, tra il 1996 e il 2006, il numero di punti vendita al dettaglio è aumentato sensibilmente sia per quanto riguarda i negozi tradizionali sia per la distribuzione moderna. Per i primi questa tendenza complessiva è dovuta esclusivamente agli esercizi che vendono prodotti non alimentari (+19%) che hanno controbilanciato il declino dei negozi alimentari (-14%). Per la distribuzione moderna sono aumentati i punti vendita di entrambe le tipologie di prodotti, ma la crescita è nettamente più marcata per i non alimentari (+60% contro +34%).

 

Il risultato è che, in Italia, la quota di mercato della grande distribuzione organizzata (GDO) è passata, in dieci anni, dal 36 al 52%, mentre quella dei negozi tradizionali è scesa dal 53 al 35,6%. Un lieve aumento si è registrato anche per altri tipi di canali di vendita, come il porta a porta e gli ambulanti. Questo ribaltamento è ancora più evidente per quanto riguarda i generi alimentari: la quota di mercato della GDO è passata dal 50% al 69%, mentre quella dei negozi tradizionali è scesa dal 41% al 21%. Stessa tendenza, si è registrata per i beni non alimentari: la quota di mercato della GDP è infatti passata dal 20 al 35%, mentre quella dei negozi tradizionali è scesa dal 67 al 50%.

 

Allo stesso tempo, nel comparto alimentare europeo si è verificato un importante fenomeno di concentrazione nel settore della GDO, con il risultato che la quota di mercato dei 5 principali operatori ha raggiunto, tra il 1993 e il 2002, più del 69%. Più precisamente, nell'ambito dei super e ipermercati, i primi cinque distributori hanno una quota di mercato pari al 90% in Francia, al 76% in Germania, al 70% nel Regno Unito, al 57% in Spagna e al 55% in Italia.

 

A livello internazionale, sempre per quanto riguarda gli alimenti, il leader della grande distribuzione organizzata è Wal Mart, con una cifra d'affari che, nel 2005, ha superato i 250 miliardi di euro. Al secondo posto, ma molto più lontano, si trova il gruppo francese Carrefour che ha fatturato "solo" 75 miliardi di euro. Seguono poi un altro americano e un gruppo tedesco Metro (circa 56 miliardi di euro). Il primo italiano - Coop Italia - si posiziona al 49° posto, con 11,5 miliardi di euro di cifra d'affari. Per quanto riguarda il nostro Paese, al secondo posto si posiziona Conad (circa 8 miliardi di euro), seguito da Carrefour Italia, Interdis e Selex (tutti circa 7 miliardi), da Auchan/SMA (5,7 miliardi), Esselunga (5,4), Sisa e Despar (4 miliardi) e C3 (3,5 miliardi).

 

 

Link utili

 

Testo completo della dichiarazione scritta
Mappa del sistema distributivo italiano

 

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