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RESOCONTO

 

4 giugno 2008

Bruxelles

 

 

 


Meno oneri per le microimprese alimentari, garantendo la sicurezza
 

Il Parlamento accoglie con favore l'idea di esentare le microimprese alimentari da taluni oneri derivanti dal sistema di analisi dei pericoli e punti critici di controllo (HACCP). Tuttavia, chiede che tale esenzione non sia concessa automaticamente, bensì associando alla già prevista flessibilità un'analisi dei rischi realizzata dalle autorità competenti nazionali al fine di garantire la sicurezza dei consumatori.

 

Il 14 novembre 2006 la Commissione ha proposto di ridurre del 25% entro il 2012 gli oneri amministrativi gravanti sulle imprese. Dieci proposte concrete di “azioni rapide” sono state poi individuate in un Programma d’azione e una di queste si riferisce al regolamento 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari (entrato in vigore il 1° gennaio 2006). L’obiettivo è di esentare le piccole imprese del settore alimentare dall’obbligo di predisporre, attuare e mantenere una o più procedure permanenti basate sui principi del sistema HACCP (Hazard analysis and critical control points: analisi dei pericoli e punti critici di controllo), fermo restando l'obbligo di rispettare le altre disposizioni in materia di igiene dettate dallo stesso regolamento.

 

Approvando la relazione di Horst SCHNELLHARDT (PPE/DE, DE) con 556 voti favorevoli, 67 contrari e 19 astensioni, il Parlamento accoglie con favore la proposta della Commissione e, facendo proprio un emendamento sostenuto da PPE e ALDE, sottolinea l'importanza di consentire alle autorità l'applicazione della flessibilità prevista dal regolamento stesso, soprattutto per quanto riguarda le aziende intese come "micro-imprese".

 

Queste ultime sono essenzialmente le panetterie, le macellerie, le drogherie, le bancarelle, i ristoranti e i bar, che per lo più vendono i loro prodotti direttamente ai consumatori finali. In forza alle disposizioni UE, si tratta di imprese che occupano meno di 10 persone e realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro. L’esenzione, pertanto, non si applicherebbe ai grandi supermercati ed agli affiliati di catene di supermercati.

 

Questa flessibilità riguarda, in particolare, l'obbligo per le imprese di predisporre documenti e registrazioni adeguati alla loro natura e alle loro dimensioni al fine di dimostrare l'effettiva applicazione delle disposizioni del regolamento per quanto riguarda l'identificazione dei pericoli da prevenire, eliminare o ridurre a livello accettabile e dei punti critici di controllo, la fissazione dei limiti critici, l'adozione e l'applicazione di procedure di sorveglianza efficaci e, se necessario, delle azioni correttive da svolgere, nonché la fissazione delle procedure da applicare per verificare l'effettivo funzionamento delle misure adottate.

 

Il Parlamento tuttavia, non accoglie la proposta della Commissione di esonerare automaticamente le micro-imprese dall'obbligo di attuare e mantenere una o più procedure permanenti, basate sui principi del sistema HACCP, fermo restando il dovere di applicare le altre prescrizioni del regolamento.

 

Propone, infatti, di prevedere la possibilità di esentare da queste incombenze le microimprese che vendono i loro prodotti direttamente ai consumatori finali, a condizione che l'autorità competente, «sulla base di un'analisi dei rischi compiuta regolarmente», ritiene che «non sussistono rischi da prevenire, eliminare o ridurre a un livello accettabile oppure che qualsiasi rischio individuato è sufficientemente e regolarmente controllato grazie all'applicazione dei requisiti generali e specifici di igiene alimentare» previsti dal regolamento stesso. Precisa inoltre che, nel richiedere la documentazione comprovante il rispetto di tali requisiti, l'autorità competente «deve tenere nel debito conto la natura e le dimensioni dell'impresa alimentare».

Spetta ora al Consiglio valutare le proposte del Parlamento europeo e definire la propria posizione al riguardo.

 

 

Link utili

 

Proposta della Commissione
Regolamento 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari
Raccomandazione della Commissione relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese
Guida all’applicazione delle procedure basate sui principi del sistema HACCP e alla semplificazione dell’attuazione dei principi del sistema HACCP in talune imprese alimentari

 

 

Riferimenti

 

Horst SCHNELLHARDT (PPE/DE, DE)

Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento n. 11, riguardante l’abolizione di discriminazioni nel campo dei prezzi e delle condizioni di trasporto, emanato in applicazione dell’articolo 79, paragrafo 3, del trattato che istituisce la Comunità economica europea e il regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti alimentari

Procedura: Codecisone, prima lettura

Dibattito: 5.6.2008

Votazione: 5.6.2008

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Favorire il ricambio generazionale nell'agricoltura
 

Il Parlamento chiede di promuovere l'ingresso dei giovani nell'attività agricola, creando una "banca delle terre", fornendo prestiti agevolati e aumentando i massimali degli aiuti UE. Occorre poi preservare l'unità aziendale nelle successioni ereditarie e subordinare i prepensionamenti al subentro di giovani imprenditori, agevolare l'insediamento in isole e montagne, dotandole di servizi pubblici, nonché promuovere la formazione e la mobilità degli agricoltori.

 

Secondo i dati Eurostat del 2003, la percentuale di agricoltori nell'Unione europea di età inferiore ai 35 anni ammonta a solo il 7% ed è in calo. Pertanto, favorire il ricambio generazionale degli agricoltori «è fondamentale» per rispondere a varie sfide - alimentare, energetica, ambientale e territoriale - che attendono l'agricoltura europea oggi e domani. Approvando con 571 voti favorevoli, 31 contrari e 39 astenuti la relazione di Donato Tommaso VERALDI (ALDE/ADLE, IT), il Parlamento chiede di appoggiare i giovani agricoltori che intendono lanciarsi in tale impresa «con una politica affidabile, una burocrazia rispondente alla realtà e il massimo appoggio alla gestione».

 

I deputati sottolineano quindi che la PAC dovrebbe mirare a sopprimere gli ostacoli che si frappongono attualmente ai giovani nell'accesso all'attività agricola e ribadiscono che le misure a favore dello sviluppo rurale «dovrebbero rivolgersi direttamente agli agricoltori». Invitano poi la Commissione a realizzare uno studio sull'opportunità e il valore aggiunto delle varie misure nazionali ed europee a favore dei giovani agricoltori e a presentare una relazione in materia entro il 1° luglio 2009.

 

Favorire l'accesso alla terra: "banca delle terre" e prestiti agevolati

 

L'elemento principale condizionante per il ringiovanimento dell'imprenditoria agricola è, secondo il Parlamento, «l'accesso alla terra», ostacolato dal suo costo elevato dovuto, in particolare, «alla pressione urbana e alla speculazione». Il Parlamento evidenzia inoltre il persistere di problemi legati agli alti costi di avviamento, come le quotazioni di vendita e di affitto dei fondi agricoli, e la necessità di investire continuamente in capitale fisico e potenziale umano al fine di raggiungere un miglior livello di innovazione tecnologica e logistica.

 

Riguardo alla cessione di terreni agricoli, i deputati raccomandano la creazione di strumenti adatti per dare priorità «ai giovani agricoltori che si insediano piuttosto che agli agricoltori che ingrandiscono le loro aziende». In particolare dovrebbero essere messi a punto meccanismi di prepensionamento, aiuti all'acquisto fondiario differito e meccanismi d'insediamento progressivo, nonché la locazione di una parte dei terreni. Sostengono poi la creazione di una "banca delle terre" da costituirsi sulla base dei terreni liberatisi a seguito dei prepensionamenti e ritengono necessario prevedere aiuti per l'acquisto in comune di macchinari e attrezzature ad alto costo e scarso utilizzo individuale.

Secondo i deputati, esistono difficoltà di accesso a finanziamenti a favore dell'insediamento dei giovani agricoltori e sarebbero quindi utili prestiti agevolati per consentire loro di portare a buon fine i progetti di insediamento e per assicurarne la durata, evitando nel contempo un eccessivo indebitamento. Gli Stati membri e le autorità regionali dovrebbero quindi valutare la possibilità di introdurre o migliorare i dispositivi che consentono di offrire capitale di avviamento ai giovani agricoltori a tassi preferenziali e andrebbero sviluppate nuove misure (fiscali) per aiutarli a sostenere «il pesante costo degli interessi cui devono far fronte una volta acquisita la propria azienda».

 

Per tenere meglio conto dell'aumento dei costi di rilevazione delle aziende e delle difficoltà di insediamento in territori fragili, il Parlamento sottolinea la necessità di aumentare il massimale comunitario che limita gli aiuti a 55.000 euro e di prolungare la durata della normalizzazione a seguito dell'insediamento a cinque anni, invece di tre. Raccomanda inoltre che, nell'ambito del premio all'insediamento - che dovrebbe essere rivisto - siano previsti incentivi ai proprietari che danno in affitto le aziende a giovani agricoltori e/o aiuti per il pagamento dell'affitto, fino a dieci anni dopo l'insediamento. Ritiene poi necessario «accompagnare» i giovani agricoltori negli anni successivi al loro avviamento e prevedere un fondo di riserva specifico che li aiuti a superare gli imprevisti nell'ambito del loro insediamento, «quali una grave avversità climatica che danneggi il raccolto o un sensibile aumento degli oneri».

 

Riguardo alle successioni ereditarie, i deputati ritengono opportuno considerare una legislazione meglio finalizzata a preservare l'unità aziendale, agevolando anche le successioni riguardanti parti che non sono di membri della famiglia per consentire ai giovani imprenditori con una formazione in agricoltura di diventare agricoltori. Sottolineano peraltro che meccanismi nazionali di prepensionamento dovrebbero essere applicati «solo nel caso in cui l'azienda venga rilevata da un giovane agricoltore oppure l'agricoltore in prepensionamento dovrebbe in questo caso godere di una pensione maggiore».

 

Agevolare l'insediamento in isole e montagne

 

I deputati ritengono particolarmente importante favorire l'insediamento di giovani agricoltori nelle zone che presentano handicap naturali permanenti come le isole e le montagne, in cui i costi d'installazione, costruzione di edifici e accessibilità sono più elevati e in cui è spesso necessario diversificare le attività «per raggiungere una sufficiente soglia di sostenibilità». Sottolineando la necessità di attuare misure di incentivo all'insediamento dei giovani agricoltori, ritengono anche opportuno rendere vitale l'ambiente rurale, favorendo un accesso paritario ai servizi pubblici (poste, scuole, trasporti pubblici, servizi sanitari, ecc.) ed il loro mantenimento (commerci ed artigianato, strutture di accoglienza per bambini piccoli ed anziani, alloggi popolari e in locazione, ecc.), nonché creando spazi di vita sociale «che consentano di rompere l'isolamento» (bar, centri culturali, centri sportivi, ecc.).

 

Qualità: assicurare la diversità nella produzione e nei prodotti

 

Il Parlamento invita la Commissione a presentare proposte per l'introduzione di un marchio europeo di qualità per consentire ai consumatori di identificare facilmente le merci prodotte in conformità delle rigorose norme comunitarie in materia di ambiente, benessere degli animali e sicurezza degli alimenti. A proposito della qualità, ribadisce l'importanza della diversità nella produzione e nei prodotti, che «è una chiave essenziale» nella politica di valorizzazione delle produzioni alla stessa stregua dell'identificazione di un territorio preciso e all'eccellenza nei modi di produzione, «come dimostrano la reputazione e il successo dei prodotti agricoli ad indicazione geografica protetta o insigniti di etichetta».

 

Promuovere la formazione e mobilità per i giovani agricoltori

 

Secondo i deputati occorre intensificare «sistematicamente» la formazione e l'aggiornamento extra-scolastici dei giovani "agricoltori di domani" per garantire un efficace trasferimento delle conoscenze dalla ricerca agricola all'agricoltura. Ricordando che sostenere vigorosamente la formazione degli agricoltori durante tutto l'arco della loro vita professionale è nell'interesse economico (miglioramento della produttività) ed ambientale (aggiornamento delle conoscenze circa le pratiche "verdi") dell'UE, i deputati incoraggiano, in particolare, programmi a favore della mobilità dei giovani agricoltori nell'Unione (fra cui Leonardo) e la creazione di strumenti che permettano loro di assentarsi dall'azienda durante i corsi di formazione. Infine i deputati propongono l’istituzione di un «Anno europeo del dialogo tra città e campagna»

 

 

Link utili

 

Consiglio europeo dei giovani agricoltori
Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (artt. 20-23)
Eurostat: struttura delle aziende agricole nell'EU in base all'età del conduttore (in inglese)

 

 

Riferimenti

 

Donato VERALDI (ALDE/ADLE, IT)

Relazione sul futuro dei giovani agricoltori nel quadro dell'attuale riforma della PAC

Procedura: Iniziativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento

Dibattito: 5.6.2008

Votazione: 5.6.2008

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Commercio: un piano UE per la lotta alla contraffazione
 

Il Parlamento rileva l'importanza di assicurare il rispetto delle misure di difesa commerciale e di preferenze tariffarie per garantire l'efficacia della politica commerciale. Occorre inoltre predisporre un piano UE di lotta alla contraffazione e alla pirateria e trovare un equilibrio tra le esigenze di sicurezza e di facilitazione degli scambi. Sollecita poi una semplificazione e una maggiore trasparenza delle norme d'origine, nonché l'unificazione dei servizi doganali UE.

 

Approvando con 610 voti favorevoli, 31 contrari e 8 astensioni la relazione di Jean-Pierre AUDY (PPE/DE, FR) il Parlamento sottolinea l'importanza dell'efficacia delle norme e delle procedure in materia di importazione ed esportazione ai fini dell'attuazione della politica commerciale. Rileva tuttavia che l'efficacia di qualsiasi misura di politica commerciale dipende, in gran parte, dalla capacità dell'UE di «assicurarne la corretta applicazione», in particolare per quanto riguarda le misure di difesa commerciale e le preferenze tariffarie di ogni tipo accordate dall'Unione ai vari partner.

 

I deputati, infatti, ribadiscono che una misura inapplicabile o difficilmente applicabile sul piano doganale «è un provvedimento inoperante sul piano commerciale e può determinare gravi distorsioni di concorrenza e innumerevoli danni economici, sociali e/o ambientali collaterali». Sottolineano anche che la "fattibilità doganale" di talune iniziative di politica commerciale non è sempre stata correttamente valutata e considerata e ricordano, ad esempio, i problemi incontrati nel 2005 nell'attuazione del memorandum d'intesa con la Cina sulle importazioni di prodotti tessili.

 

Lotta alla contraffazione e sicurezza delle merci

 

Il Parlamento ricorda la necessità di predisporre, a livello di UE, un piano di lotta alla contraffazione e alla pirateria e insiste sulla necessità di rafforzare la cooperazione tra i servizi responsabili delle norme sulla proprietà intellettuale, della politica commerciale e della politica doganale, come pure con e tra le amministrazioni doganali degli Stati membri. Si compiace peraltro del compromesso raggiunto tra gli Stati membri e la Commissione su un mandato negoziale per l'accordo commerciale anticontraffazione (Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA)) poiché «si tratta di un tassello importante della strategia commerciale globale dell'Unione» e permetterà di disporre di un quadro internazionale di alto livello per «rafforzare l'attuazione dei diritti di proprietà intellettuale e tutelare i produttori dalla pirateria industriale e i consumatori dai rischi sanitari e di sicurezza legati alle numerose contraffazioni».

 

A quest'ultimo proposito, i deputati riconoscono la legittimità delle preoccupazioni connesse con la sicurezza delle persone e dei beni, ma insistono sull'esigenza di trovare «un giusto equilibrio tra controllo e facilitazione per non ostacolare inutilmente o eccessivamente gli scambi internazionali». Al riguardo, tuttavia, rilevano che le dogane svolgono un ruolo prioritario ai fini della completa e piena attuazione delle misure comunitarie in materia di salute, ambiente e tutela dei consumatori e che tale ruolo non deve essere pregiudicato dalle misure di facilitazione. Invitano pertanto la Commissione e gli Stati membri a adottare le misure necessarie a garantire che le merci importate rispondano alle norme europee di protezione dei consumatori, soprattutto in materia di salute e sicurezza.

 

Norme di origine più semplici ed efficaci

 

I deputati ricordano la particolare importanza delle norme riguardanti la classificazione tariffaria, il valore e l'origine - preferenziale e non preferenziale - delle merci e incoraggiano la Commissione a promuovere una maggiore trasparenza, prevedibilità, semplificazione ed efficacia di tali norme, a livello UE e internazionale. Deplorano, peraltro, il blocco persistente dell'esercizio di armonizzazione delle norme di origine non preferenziale a livello multilaterale avviato nel 1995 sulla base dell'accordo sulle norme di origine (ARO) concluso nel quadro dell'Uruguay Round. Ritengono infatti che tale armonizzazione consentirebbe un'applicazione più efficace ed equa delle norme di difesa commerciale e un migliore inquadramento delle pratiche in materia di indicazione dell'origine.

 

Il Parlamento ricorda poi l'importanza di verificare scrupolosamente che le preferenze concesse ai paesi beneficiari dei regimi preferenziali in taluni settori sensibili non siano troppo facilmente utilizzate a vantaggio di paesi terzi assai competitivi, in ragione di norme in materia di origine che sarebbero «eccessivamente flessibili». Rilevando peraltro le forti contestazioni provenienti da taluni settori dell'industria comunitaria come quello tessile e dell'abbigliamento e quello agro-alimentare nei confronti di un'applicazione uniforme del criterio del valore aggiunto, chiede alla Commissione e agli Stati membri di tener conto di tali «critiche giustificate».

 

Unificare i servizi doganali UE

 

I deputati rilevano che sia i partner commerciali dell'UE sia gli stessi operatori economici europei reclamano una maggiore armonizzazione tra le amministrazioni nazionali nell'attuazione della legislazione doganale comunitaria. Deplorano quindi la reticenza della Commissione e degli Stati membri nel prevedere nuove strutture per garantire l'applicazione uniforme della legislazione doganale comunitaria. Osservano infatti che esistono talvolta «pericolose divergenze» tra gli Stati membri per quanto riguarda, ad esempio, la riscossione dell'IVA all'importazione, le condizioni di ottenimento di talune procedure semplificate e la frequenza dei controlli fisici delle merci e le sanzioni.

 

Il Parlamento appoggia quindi tutte le iniziative miranti a aumentare la coesione tra le amministrazioni nazionali, favorire le sinergie, istituire nuovi sistemi di comunicazione e di condivisione dell'informazione, nonché sviluppare migliori pratiche e effettuare scambi di personale e di esperienze. Chiede inoltre di prendere in seria considerazione la possibilità di unificare i servizi doganali dell'UE per andare verso un'amministrazione comunitaria che applichi le medesime norme e procedure doganali sull'intero territorio doganale dell'UE.

 

Infine, i deputati invitano la Commissione a porre particolare attenzione ai problemi incontrati dalle PMI, facilitando, in particolare, l'adeguamento dei loro sistemi informatici a quelli utilizzati dalle amministrazioni doganali al minor costo possibile e semplificando le modalità d'accesso allo status di operatore economico accreditato.
 

Link utili

 

Libro verde della Commissione sugli strumenti europei di difesa commerciale

 

Riferimenti

 

Jean-Pierre AUDY (PPE/DE, FR)

Relazione su norme e procedure efficaci in tema d'importazione e esportazione al servizio della politica commerciale

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 4.6.2008

Votazione: 5.6.20058

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Rinnovo della delegazione italiana al Parlamento europeo
 

All'apertura della seduta il Presidente ha ufficializzato la nomina dei subentranti di altri due eurodeputati italiani che, eletti lo scorso aprile alla Camera, hanno rinunciato al seggio europeo. Queste cariche sono infatti incompatibili con il mandato di deputato europeo. Elisabetta Gardini e Giovani Robusti sostituiscono, rispettivamente, Renato Brunetta e Umberto Bossi.

 

Sui 19 eurodeputati italiani che si sono candidati alle elezioni politiche e amministrative del 13 e 14 aprile scorsi, ben 13 sono stati eletti alla Camera o al Senato, oppure hanno ottenuto un mandato a livello locale (comunale, provinciale o regionale).

 

Il Presidente PÖTTERING, all'apertura della seduta, ha annunciato i nomi di altri due sostituti degli eurodeputati che hanno rassegnato le dimissioni per tornare in Patria:

  • Elisabetta GARDINI subentra a Renato BRUNETTA (PPE/DE, IT) e

  • Giovanni ROBUSTI sostituisce Umberto BOSSI (UEN, IT

 

Questa decisione ha effetto a partire dal 30 maggio 2008.

 

Nel corso delle precedenti sessioni erano stati annunciati i seguenti avvicendamenti:

 

  • Roberto FIORE al posto di Alessandra MUSSOLINI (NI, IT), eletta alla Camera,

  • Catiuscia MARINI al posto di Lapo PISTELLI (ALDE/ADLE, IT), eletto alla Camera,

  • Giuseppe BOVA al posto di Alfonso ANDRIA (ALDE/ADLE, IT), eletto al Senato,

  • Fabio CIANI al posto di Luciana SBARBATI (ALDE/ADLE, IT), eletta al Senato,

  • Iva ZANICCHI al posto di Mario MANTOVANI (PPE/DE, IT), eletto al Senato,

  • Sebastiano SANZARELLO al posto di Raffaele LOMBARDO (PPE/DE, IT), eletto Presidente della Regione Sicilia.

 

Cristiana MUSCARDINI (UEN, IT), eletta alla Camera, ha rinunciato al seggio nazionale per portare a termine il suo mandato europeo fino alla naturale scadenza della legislatura (giugno 2009).

 

Ancora nessuna comunicazione ufficiale è giunta in merito ai sostituti dei seguenti eurodeputati eletti lo scorso aprile:

  • Adriana POLI BORTONE (UEN, IT), eletta al Senato

  • Francesco MUSOTTO (PPE/DE, IT), eletto all'Assemblea regionale siciliana

  • Nicola ZINGARETTI (PSE, IT), eletto Presidente della Provincia di Roma

  • Gian Paolo GOBBO (UEN, IT), eletto sindaco del Comune di Treviso
     

Le incompatibilità “europee”

 

La carica di membro del Parlamento europeo è incompatibile con molte altre funzioni a livello comunitario:

  • membro della Commissione europea;

  • giudice, avvocato generale o cancelliere della Corte di giustizia o del Tribunale di primo grado;

  • membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea;

  • membro della Corte dei conti;

  • Mediatore europeo;

  • membro del Comitato economico e sociale;

  • membro del Comitato delle Regioni;

  • membro dei comitati od organismi istituiti in virtù o in applicazione dei trattati UE;

  • membro del consiglio d'amministrazione, del comitato direttivo ovvero impiegato della Banca europea per gli investimenti;

  • funzionario o agente, in attività di servizio, delle istituzioni delle Comunità europee o degli organismi specializzati che vi si ricollegano o della Banca centrale europea.

 

Le incompatibilità “nazionali”

 

A livello nazionale, il mandato europeo è incompatibile con l'ufficio di deputato e di senatore, con la carica di componente del governo di uno Stato membro e con l'incarico di Presidente di Regione o assessore regionale. Una legge del 2004 ha introdotto le ulteriori incompatibilità con le cariche di consigliere regionale, presidente di provincia e sindaco di comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Riguardo al mandato di sindaco e di presidente di provincia, tuttavia, la legge italiana prevede una norma transitoria che consente agli eletti al Parlamento europeo nel 2004 di continuare a ricoprire le loro cariche nei rispettivi enti locali fino alla conclusione del mandato nazionale.

 

Gli eurodeputati che hanno già optato per un mandato nazionale

 

Dall'inizio della legislatura, nel luglio 2004, sono stati 18 gli eurodeputati che hanno rinunciato al mandato europeo per assumere un incarico a livello nazionale o locale (un seggio, per la verità, è tuttora oggetto di una disputa):

 

      1.            Ottaviano DEL TURCO - PSE, 01.05.2005

      2.            Antonio DE POLI - PPE, 15.05.2005

      3.            Mercedes BRESSO - PSE, 24.05.2005

      4.            Michele SANTORO - PSE, 13.11.2005

      5.            Pier Luigi BERSANI - PSE, 27.04.2006

      6.            Fausto BERTINOTTI - GUE/NGL, 27.04.2006

      7.            Emma BONINO - ALDE   , 27.04.2006

      8.            Lorenzo CESA - PPE   , 27.04.2006

      9.            Paolo CIRINO POMICINO - PPE, 27.04.2006

  10.            Massimo D'ALEMA - PSE, 27.04.2006

  11.            Armando DIONISI - PPE, 27.04.2006

  12.            Antonio DI PIETRO - ALDE, 27.04.2006

  13.            Enrico LETTA - ALDE, 27.04.2006

  14.            Giovanni PROCACCI - ALDE, 27.04.2006

  15.            Corrado GABRIELE - GUE/NGL, 18.06.2006

  16.            Matteo SALVINI - NI, 07.11.2006

  17.            Marta VINCENZI - PSE, 29.06.2007

  18.            Achille OCCHETTO - PSE (seggio contestato con Beniamino DONNICI)

 

 

Link utili

 

Deputati italiani al Parlamento europeo
Regolamento del Parlamento europeo - Art. 4 "Durata del mandato"

 
 

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