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Frontex: nuovi poteri e ispettori per i diritti umani

 

Frontex, l'agenzia per il controllo delle frontiere esterne degli Stati membri dell'UE nata nel 2004, nominerà un ispettore per assicurare che i controlli alle frontiere europee rispettino i diritti fondamentali, secondo i cambiamenti al mandato adottati martedì dal Parlamento. L'agenzia inoltre potrà possedere o affittare le proprie attrezzature per non dipendere più dagli impegni degli Stati Membri.

 

Le nuove regole per Frontex sono state adottate con 431 voti in favore, 49 contrari e 48 astensioni.

 

"Questa è la riforma più importante dalla creazione di Frontex nel 2004 e il Parlamento la accoglie con grande favore. La nostra valutazione dei primi 6 anni di lavoro dell'agenzia ci dice che è necessario rinforzarla e renderla più efficace", ha dichiarato Simon Busuttil (PPE, MT) nel corso del dibattito che ha preceduto la votazione.

 

Più attenzione ai diritti umani

 

Una delle conquiste principali del Parlamento è stata quella di inserire nel mandato rinnovato una serie di provvedimenti per assicurare il pieno rispetto dei diritti umani in tutte le operazioni di Frontex. Su richiesta dell'Aula, l'agenzia assumerà un "responsabile per i diritti fondamentali" e creerà un "forum consultivo sui diritti fondamentali" per coadiuvare il consiglio di amministrazione dell'agenzia. Il forum consultivo includerà l'Agenzia per i diritti fondamentali dell'UE e l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati e specialisti di ONG del settore.

 

Secondo le nuove norme, nel caso di violazione dei diritti umani, le missioni Frontex potrebbero essere sospese o cancellate del tutto. Tra i compiti dell'agenzia ci sarà anche quello di assistere gli Stati membri in situazioni che potrebbero coinvolgere emergenze umanitarie e soccorsi in mare.

 

Frontex predisporrà codici di condotta per garantire la conformità ai diritti umani di tutte le missioni, incluse le operazioni di rimpatrio. Secondo il diritto internazionale, nessuno potrà essere fatto sbarcare o rimpatriato in un paese in cui la sua vita o la sua libertà possano essere lese. Secondo il testo concordato, infatti, l'agenzia rispetterà il principio di "non respingimento" in ogni circostanza.

 

Maggiori risorse logistiche

 

Frontex acquisterà o affitterà le proprie attrezzature, come automobili o elicotteri, invece di dipendere da quelle fornite dagli Stati membri com'è stato finora. Le nuove norme impongono inoltre ai governi nazionali di rispettare i propri impegni, concordati su base annua, nel fornire un certo numero di guardie di frontiera o una certa quantità di attrezzature all'agenzia.

 

Le squadre europee di guardie di frontiera

 

Le squadre europee di guardie di frontiera, che dovrebbero aumentare l'efficienza e dare alle azioni di Frontex maggiore visibilità unificando le esistenti squadre comuni di sostegno e le squadre d'intervento rapido, saranno formate da guardie nazionali assegnate dagli Stati membri per le operazioni comuni.

 

Le prossime tappe

 

Una volta che il Consiglio darà il via libera al nuovo regolamento, questo entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea. Le nuove norme avranno effetto dunque dalla fine del 2011.

 

 

Procedura: co-decisione, prima lettura

 

 

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Il testo adottato sarà disponibile qui (selezionare il 13.09.2011)

Video registrazione del dibattito (selezionare il 13.09.2011)

Dati personali del relatore Simon Busuttil (PPE, MT)

 

Trivellazioni offshore: obbligatorio un piano d'emergenza preventivo

 

La ricerca tramite perforazioni di gas naturale o petrolio nei mari europei dovrebbe essere autorizzata solo dopo che l'impresa interessata abbia presentato un piano d'emergenza adeguato e dimostrato di avere fondi sufficienti per riparare a un eventuale piano ambientale, secondo quanto previsto da una risoluzione adottata martedì dal Parlamento.

 

I deputati propongono che, prima di ogni operazione di trivellazione, gli uffici competenti nazionali vaglino e approvino un piano d'emergenza specifico, in grado di identificare rischi e causalità, valutare l'impatto ambientale e predisporre una strategia d'intervento in caso d'incidente. Il testo approvato dall'Aula, con 602 voti a favore, 64 contrari e 13 astensioni, vuole contribuire alla stesura di una proposta legislativa che la Commissione presenterà in autunno.

 

"I giacimenti in alto mare rappresentano un quarto della produzione mondiale e sono cruciali per venire incontro al fabbisogno energetico dell'Europa e garantire sicurezza energetica. Ogni operazione dovrebbe essere analizzata per i suoi rischi specifici e i regolatori dovrebbero permettere le perforazioni solo se sono sicuri che i rischi connessi all'operazione possano essere controllati. Dovrebbe essere così per l'Artico e per tutti i mari", ha dichiaratola relatrice Vicky Ford (ECR, UK)

 

Responsabilità finanziaria

 

La risoluzione contiene la richiesta che tutte le imprese di trivellazione per gas e petrolio dimostrino, durante la procedura per ottenere la licenza, di avere in cassa fondi sufficienti per rimediare a un eventuale danno ambientale. I deputati propongono anche che il principio del "chi inquina, paga" e quello di "rigorosa responsabilità", previsti nella direttiva europea sulla responsabilità ambientale, si applichino a qualsiasi danno inferto alle acque e alla biodiversità, anche nel caso di perforazioni in mare aperto.

 

Un regolatore unico europeo?

 

Pur esprimendo dubbi sulla necessità di creare un "controllore dei controllori" a livello UE per tutte le operazioni offshore, sottolineando il rischio di impoverire le già scarse risorse delle autorità nazionali competenti, i deputati si sono detti d'accordo sul bisogno di un coordinamento europeo in caso d'incidente ambientale, da affidare all'Agenzia europea per la sicurezza dei mari (AESM).

 

Proteggere i dipendenti che denunciano rischi alla sicurezza

 

I deputato propongono infine che i lavoratori dipendenti dovrebbero poter denunciare i rischi alla sicurezza alle autorità competenti in forma anonima, in modo da essere tutelati da eventuali intimidazioni.

 

Dibattito: lunedì 12 settembre

Votazione: martedì 13 settembre

Procedura: risoluzione non legislativa

 

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Il testo adottato sarà disponibile qui (selezionare 13.09.2011)

Registrazione video del dibattito (selezionare 12.09.2011)

Dati personali della relatrice Vicky Ford (ECR, UK)

Osservatorio legislativo (EN/FR) 

 

Rinviato il voto della risoluzione sulla strategia antiterrorismo

 

Il voto della risoluzione che chiedeva una valutazione completa delle misure antiterrorismo intraprese in Europa dopo l'11 settembre è stato rinviato, su richiesta della relatrice Sophie In't Veld (ALDE, NL). Nel progetto di testo si chiedeva una valutazione completa dei costi, dell'efficacia e dell'impatto delle politiche antiterrorismo sulle libertà civili.

 

"Sembrerebbe che le posizioni si siano spostate e siano aumentate le controversie intorno a questa relazione", ha dichiarato la relatrice Sophie In't Veld, chiedendo più tempo per raggiungere una posizione più forte del Parlamento europeo su questo tema.

 

La decisione di rinviare la votazione è stata approvata con 400 voti favorevoli, 268 contrari e 6 astensioni. Il progetto di risoluzione sarà ora riesaminato dalla commissione per le libertà civili.

 

Il testo proposto dalla commissioni per le libertà civili invitava la Commissione europea a "valutare integralmente" il costo, l'efficacia e l'impatto sulle libertà civili delle misure antiterrorismo adottate nell'UE dopo l'11 settembre.

 

 

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Articolo 175 del regolamento del Parlamento europeo: Rinvio in commissione

Dati personali di Sophie in’t Veld (ALDE, NL)

  

 

Mercato dell'energia: sanzioni commisurate a danni ai consumatori

 

Nuove regole per prevenire abusi sul mercato energetico all'ingrosso, e quindi proteggere i consumatori finali, sono state approvate mercoledì dalla Plenaria. Il mercato energetico europeo all'ingrosso sarà monitorato da un'agenzia indipendente per permettere ai governi nazionali di prevenire o sanzionare comportamenti contrari alla libera concorrenza.

 

Il regolamento UE sull’integrità e sulla trasparenza del mercato dell’energia (RITME), una volta in vigore, disciplinerà l'intero mercato energetico europeo all'ingrosso e, in particolare, la capacità e l'utilizzo degli stabilimenti di produzione, lo stoccaggio, il consumo e il trasporto di energia elettrica e di gas naturale. Le nuove regole vieteranno l'uso d'informazioni privilegiate (insider trading) e manipolazioni del mercato, imponendo che le sanzioni nazionali in caso d'irregolarità siano in linea con il danno inferto ai consumatori.

 

"Vogliamo che i prezzi siano trasparenti per i consumatori, ma sfortunatamente sono tanti gli elementi nascosti che sono pagati, alla fine, dai consumatori attraverso prezzi finali troppo alti, e ciò ha un impatto molto negativo su crescita e occupazione. L'Europa ha bisogno di maggiore trasparenza sul mercato energetico, mercato che deve essere protetto da abusi: ecco lo scopo di questo regolamento", ha detto il relatore Jorgo Chatzimarkakis (ALDE, DE) durante il dibattito.

 

"L'energia deve restare alla portata di tutti: un elemento chiave per l'economia. Accolgo con favore questo importante regolamento che garantisce trasparenza e previene gli abusi nel mercato energetico all'ingrosso, garantendo prezzi giusti e libera concorrenza", ha detto il Presidente del PE Jerzy Buzek.

 

Monitoraggio a livello UE

 

L’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Agency for the Cooperation of Energy Regulators - ACER) avrà il compito di monitorare gli accordi raggiunti fra gli operatori di mercato e i dati sull'approvvigionamento provenienti dagli Stati membri per aiutarli nell'azione di contrasto agli abusi di mercato.

 

Per bilanciare i poteri dell'ACER con quelli dei regolatori nazionali, il Direttore dell'agenzia europea avrebbe l'obbligo di consultare le autorità dei paesi UE su questioni legate al RITME, rimanendo tuttavia libero di non prendere in considerazione le loro opinioni.

 

Un registro europeo

 

Su richiesta del Parlamento, i fornitori d'energia all'ingrosso dell'UE avranno l'obbligo di registrarsi in un elenco comune per tutta l'UE. Non sarà, infatti, possibile eseguire una transazione sul mercato europeo se non presenti nel registro.

 

Prossime tappe

 

Il testo, approvato con 616 voti a favore, 26 contrari e 24 astensioni, è frutto di un accordo informale fra Parlamento e Consiglio. Una volta che il testo sarà formalmente approvato dalle due istituzioni, entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'UE, con le eccezioni delle regole sulla partecipazione di ACER, che entreranno in vigore sei mesi dopo che la Commissione avrà approvato i necessari atti d'esecuzione.

 

 

Procedura: codecisione, accordo in prima lettura

 

 

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Il testo adottato sarà presto disponibile qui (selezionare 14.09.2011)

Registrazione video del dibattito (sezionare 13.09.2011)

Dati personali del relatore Jorgo CHATZIMARKAKIS (ALDE, DE)

Osservatorio legislativo (EN/FR)

 

Ambiente e diritti dei cittadini sono le priorità della commissione per le petizioni

 

La tutela dell'ambiente e la difesa dei diritti dei cittadini sono le principali preoccupazioni della commissione per le petizioni, come sottolineato nella sua relazione sulle attività del 2010, approvata mercoledì dal Parlamento. I deputati chiedono la creazione di un portale web dedicato alle petizioni.

 

"Le petizioni devono essere un pilastro della cittadinanza europea", ha affermato il relatore Willy Meyer (GUE/NGL, ES), nel dibattito che ha preceduto la votazione. Egli ha anche ricordato l'importanza di "avviare un dibattito sull'applicazione limitata della Carta dei diritti fondamentali".

 

Ambiente: negligenza degli Stati membri

 

La maggior parte delle lamentele dei cittadini ricevute nel 2010 riguardava le questioni ambientali (ad esempio quando un'autorità nazionale non riesce a proteggere le zone speciali di conservazione). Al riguardo, i deputati "esprimono disappunto per la negligenza di alcuni Stati membri nell'applicare e nel far rispettare la legislazione ambientale europea". Chiedono inoltre alla Commissione di controllare più energicamente il rispetto e l'attuazione di tale legislazione, in ogni momento della procedura e non solo dopo l’adozione di una decisione definitiva.

 

I diritti fondamentali

 

I deputati accolgono con favore la decisione della Commissione di proclamare il 2013 'Anno europeo della cittadinanza', per informare i cittadini dell'UE dei loro diritti. Tuttavia, si rammaricano del fatto che, nonostante il gran numero di petizioni presentate riguardo ai diritti contemplati dalla Carta dei diritti fondamentali, "la Commissione europea rifiuta costantemente (...) di agire per impedire violazioni flagranti" in questo campo.

 

Portale

 

Il Parlamento chiede la rapida istituzione di un portale web dedicato alle petizioni, che offra un modello interattivo e informazioni, come pure link verso altri mezzi di risoluzione alternativi a livello sia europeo sia nazionale.

 

Ruolo chiave nei rapporti con le iniziative dei cittadini

 

Nel documento si rileva che la commissione per le petizioni è l'organo più idoneo a seguire le iniziative dei cittadini europei registrate presso la Commissione. Secondo i deputati, essa deve rappresentare il Parlamento in audizioni pubbliche per le iniziative dei cittadini "che avranno raccolto un milione di firme". Inoltre, le iniziative che non hanno raggiunto questo numero entro il termine stabilito dovrebbero essere trasmesse alla commissione per le petizioni per una discussione più approfondita.

 

Background

 

Qualsiasi cittadino dell'Unione, nonché ogni persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro, ha il diritto di presentare, individualmente o in associazione con altri cittadini o persone, una petizione al Parlamento europeo su una materia che rientra nel campo delle attività dell'Unione e che lo (la) riguarda direttamente.

Il Parlamento europeo ha ricevuto 1.655 petizioni nel 2010, una diminuzione del 14% rispetto alle 1.924 presentate nel 2009. Nel 2010, 653 petizioni (39,5%) sono state dichiarate irricevibili. Lo scorso anno l'ambiente ha continuato a essere il tema principale delle lamentele dei firmatari, seguito dai diritti fondamentali, dal mercato interno e dalla giustizia.

 

Il maggior numero di petizioni riguardava la Spagna, con la Germania al terzo posto seguita da Italia, Romania e Polonia. Le petizioni riguardanti l'Unione europea nel suo complesso si sono classificate al secondo posto. I tedeschi si sono confermati i firmatari più attivi per nazionalità, seguiti da spagnoli, italiani, rumeni e polacchi.

 

 

Procedura: risoluzione non legislativa

 

 

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Il testo adottato sarà disponibile qui (selezionare il 14.09.2011)

Video registrazione del dibattito (selezionare il 14.09.2011)

Dati personali del relatore Willy Meyer (GUE/NGL, ES)

 

 

Sanzioni europee contro la corruzione

 

In una risoluzione approvata giovedì, il Parlamento chiede sanzioni su scala europea contro la corruzione e sollecita gli Stati membri a adottare un chiaro impegno politico per far rispettare le norme esistenti. La corruzione costa all'economia europea 120 miliardi l'anno, pari quasi all'ammontare del bilancio annuale dell'Unione. La crisi economica in molti Paesi europei rende le misure anti-corruzione ancora più urgenti.

 

Il Parlamento, in una risoluzione approvata con 553 voti a favore, 3 contrari e 11 astensioni, chiede alla Commissione di intensificare la lotta alla corruzione e presentare la valutazione sull'impatto economico della lotta alla corruzione in Europa per il 2012, in anticipo rispetto a quanto prevedeva il pacchetto presentato a giugno.

 

Sanzioni su scala europea

 

Data la sua dimensione transfrontaliera, il Parlamento auspica una definizione di corruzione valida in tutta l'UE, ma anche sanzioni da applicare uniformemente sul territorio dell'Unione.

 

L'Aula invita inoltre il Consiglio a garantire il necessario impegno politico, attualmente carente in alcuni Stati membri.

 

Relazioni anti-corruzione

 

La Commissione ha promesso di preparare nuove "relazioni anti corruzione", che diano un quadro chiaro degli sforzi e dei risultati, ma anche dei fallimenti e delle vulnerabilità, nei 27 Stati membri e individuino tendenze e debolezze delle politiche nazionali.

 

Il Parlamento sottolinea che per combattere la corruzione dovrebbe esserci una maggiore trasparenza delle operazioni finanziarie, in particolar modo di quelle che coinvolgono i paradisi fiscali.

 

Lotta al conflitto d'interessi

 

Il Parlamento invita tutte le istituzioni europee e tutti gli Stati membri a rafforzare la trasparenza attraverso l'elaborazione di codici di condotta, o il miglioramento di quelli esistenti, che contengano, come minimo, regole chiare per proibire il conflitto d'interessi.

 

I cittadini europei considerano la corruzione un problema serio

 

Secondo un sondaggio svolto nel 2009 dall'Eurobarometro, quattro cittadini europei su cinque considerano la corruzione un problema serio nei rispettivi Stati membri. In un'altra consultazione pubblica, l'88% degli intervistati ha dichiarato che l'Europa dovrebbe fare di più per contrastare la corruzione.

 

 

Procedura: risoluzione non-legislativa

 

 

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La risoluzione adottata sarà disponibile qui (selezionare il 15.09.2011)

Video del dibattito in Plenaria (selezionare il 14.09.2011)

 

Assad lasci il potere in Siria, le risorse della Libia devono servire a tutti

 

I deputati, in una risoluzione approvata giovedì, chiedono la fine dell'uso della forza contro chi sta protestando pacificamente in Siria e l'abbandono del potere da parte del Presidente Bashar al Assad. In un'altra risoluzione approvata lo stesso giorno, l'Aula chiede al Consiglio transitorio nazionale libico di rispettare gli interessi di tutti nell'utilizzare le risorse naturali del paese.

 

L'aumento nell'uso della forza da parte delle autorità siriane contro i manifestanti pacifici, gli arresti di massa, gli assassini extragiuridici, le torture e la brutale e sistematica persecuzione degli attivisti per i diritti umani sono duramente condannati dal Parlamento europeo.

 

"Non possiamo permettere che il regime siriano continui a uccidere la popolazione siriana. Le autorità di Damasco hanno perso qualsiasi legittimità e devono abbandonare la scena immediatamente. Spero che l'opposizione siriana sia unita e offra una valida alternativa per una transizione democratica. Noi europei dobbiamo assumerci la responsabilità di proteggere i civili e la democrazia", ha detto il Presidente Jerzy Buzek.

 

Assad deve ritirarsi

 

Il Parlamento chiede al Presidente siriano Bashar al Assad e al suo regime di lasciare immediatamente il potere e chiede un'inchiesta indipendente e trasparente sulle uccisioni, gli arresti e le torture commessi dalle forze di sicurezza siriane, al fine di perseguire i responsabili in giustizia.

 

Sanzioni mirate

 

Pur accogliendo con favore le sanzioni approvate contro la Siria, incluso il divieto sulle importazioni di petrolio grezzo nell'UE, i deputati sottolineano la necessità di nuove misure che non colpiscano però la popolazione civile. La risoluzione chiede espressamente al Consiglio di sicurezza ONU, e in particolare a Russia e Cina, di condannare l'uso della forza in Siria e imporre sanzioni per mettere fine alla violenza e al regime.

 

Una Libia unita e democratica

 

In un'altra risoluzione, i deputati si dicono soddisfatti della caduta del regime libico dopo 42 anni e esprimono pieno sostegno al Consiglio transitorio nazionale (CTN), chiedendo all'UE di assistere le nuove autorità libiche nel percorso di ricostruzione di un paese unito, democratico e pluralista.

 

Una politica comune europea per la Libia

 

Il Consiglio di sicurezza ONU dovrebbe liberare i beni congelati per aiutare finanziariamente il nuovo governo della Libia, dicono i deputati che chiedono unità d'azione ai paesi dell'Unione, che devono evitare qualsiasi iniziativa individuale.

 

Gheddafi deve essere giudicato

 

Il Parlamento chiede a tutti i paesi, e in particolare a quelli confinanti con la Libia, di cooperare con il CTN e la Corte internazionale penale per assicurare Gheddafi e il suo entourage alla giustizia.

 

Le risorse devono essere al servizio di tutti i libici

 

Infine, i deputati sottolineano che il CTN dovrebbe imporre alti standard di trasparenza in tutti i settori economici interni per garantire che le grandi risorse naturali del paese siano utilizzate a beneficio di tutta la popolazione

 

Procedura: risoluzioni non legislative

 

 

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La risoluzione adottata sarà disponibile qui (selezionare il 15.09.2011)

Video del dibattito in Plenaria (selezionare il 14.09.2011)