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RESOCONTO

 

23 marzo 2009

Strasburgo

 

 

 


 
Omaggio ai cittadini baltici deportati in Siberia nel 1949


Nel sessantesimo anniversario della deportazione in Siberia di centinaia di migliaia di cittadini baltici, il Presidente Pöttering ha sottolineato che è un dovere morale per gli europei rendere omaggio alle vittime e reiterare una forte e chiara condanna dei crimini contro l'umanità commessi da regimi comunisti totalitari nell'Unione Sovietica. Ha anche rilevato la necessità di profonda valutazione del passato poiché non vi può essere riconciliazione senza verità e ricordo.

 

Aprendo la seduta, il Presidente PÖTTERING ha ricordato che si celebra questa settimana il sessantesimo anniversario della deportazione in Siberia di centinaia di migliaia di cittadini estoni, lituani e lettoni. Il 25 marzo 1949, infatti, «intere famiglie sono state spostate dalle loro case, private dei loro diritti civili e umani e spesso private della vita a causa delle rigide e disumane condizioni dei campi di prigionia sovietici».

 

Quasi ogni famiglia nei paesi baltici, così come in ogni altro ex paese dell'URSS, ha aggiunto, «è stata toccata dalla crudele forza del regime totalitario comunista» e «in ogni famiglia si trova traccia di persone decedute in Siberia, perseguitate dal KGB oppure imprigionate o molestate dal regime totalitario». Non si tratta, ha detto il Presidente, «di un lontano e oscuro passato, è ancora molto vivo nella mente di tante persone».

 

Di conseguenza, «è nostro dovere morale e fondamentale come europei rendere omaggio alla memoria di tante vittime e ribadire la nostra ferma e chiara condanna dei crimini contro l'umanità commessi dal regime totalitario comunista dell'Unione Sovietica». Inoltre, «le vittime meritano una obiettiva e profonda valutazione del passato, poiché non vi può essere riconciliazione senza verità e ricordo».

 
 
 
 
 
 

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