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ANTEPRIMA

 

20 - 23 ottobre 2008

Strasburgo

 

 

 


CONFERENZE STAMPA

L'ordine del giorno della sessione è soggetto a modifiche.

Una conferenza stampa pre-sessione si svolgerà nell'edificio PHS,
sala 0A50, il venerdì che precede la sessione alle ore 11.00.

Una conferenza stampa per gli ultimi aggiornamenti
avrà luogo alle ore 16.30 di lunedì 20 ottobre
nella sala LOW N-1/201 a Strasburgo.


 

Sommario

I PUNTI FORTI DELLA SESSIONE

CONSIGLIO EUROPEO
CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO

RELAZIONE ESTERNE
RELAZIONI UE-RUSSIA
TENSIONI ETNICHE IN BOSNIA E ACCORDO DI ASSOCIAZIONE
PARTENARIATO CON IL VIETNAM E DIRITTI DELL'UOMO

GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI
UN PROGRAMMA PER TUTELARE I MINORI DAI PERICOLI DI INTERNET
NORME PIÙ CHIARE PER I DIVORZI DI COPPIE INTERNAZIONALI
E' EFFICACE LA RACCOLTA DEI DATI PERSONALI DEI PASSEGGERI?
BODY SCANNER NEGLI AEROPORTI, E LA PRIVACY?

TRASPORTI
TASSE AEROPORTUALI: UN QUADRO COMUNE PER GLI SCALI CON PIÙ DI 5 MILIONI DI PASSEGGERI

POLITICA DELL'OCCUPAZIONE
UN NUOVO QUADRO NORMATIVO A TUTELA DEL LAVORO INTERINALE
SERVIZI: LE NORME UE NON OSTACOLINO GLI ACCORDI COLLETTIVI

AMBIENTE
PROMUOVERE VEICOLI ECOLOGICI CON GLI APPALTI

SANITÀ PUBBLICA
NORME ARMONIZZATE SULL'AUTORIZZAZIONE DELLE VARIAZIONI AI MEDICINALI

CONSUMATORI
MULTIPROPRIETÀ: NUOVE NORME A TUTELA DEI CONSUMATORI

SICUREZZA E DIFESA
UNA RISPOSTA EUROPEA AGLI ATTI DI PIRATERIA IN MARE?

BILANCI
BILANCIO 2009

POLITICA REGIONALE
A QUANDO IL NUOVO FONDO DI SOLIDARIETÀ?

RELAZIONI ESTERNE
DIALOGO INTERCULTURALE: SAMPAIO AL PARLAMENTO EUROPEO

CULTURA
PREMIO LUX, IL PARLAMENTO SOSTIENE IL CINEMA EUROPEO

ORDINE DEL GIORNO 20 - 23 OTTOBRE 2008

CODICI DELLE PROCEDURE PARLAMENTARI, ABBREVIAZIONI, GRUPPI POLITICI

DEPUTATI AL PARLAMENTO EUROPEO

 

I PUNTI FORTI DELLA SESSIONE

 

Lunedì 20 ottobre

 

Un programma per tutelare i minori dai pericoli di Internet - Il Parlamento è chiamato a adottare un programma, dotato di 55 milioni di euro, che mira a proteggere i minori che usano Internet e altre tecnologie di comunicazione, come i telefoni cellulari. A tal fine sosterrà azioni di sensibilizzazione del pubblico, lotta contro i contenuti illeciti e i comportamenti dannosi in linea, promozione di un ambiente in linea più sicuro e la creazione di una base di conoscenze. Particolare attenzione è attribuita alla pedopornografia e all'adescamento on line (relazione Angelilli).

 

Norme più chiare per i divorzi di coppie internazionali - Il Parlamento è consultato su una proposta di regolamento che intende chiarire le norme sulla competenza giurisdizionale, sul riconoscimento e sull'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale, e quelle sulla legge applicabile, introducendo un certo grado di autonomia delle parti. I deputati insistono sulla necessità di garantire a entrambi i coniugi le informazioni sulle conseguenze giuridiche e sociali della scelta della giurisdizione e della legge applicabile (relazione Gebhardt).

 

E' efficace la raccolta dei dati personali dei passeggeri? - Le interrogazioni a Consiglio e Commissione apriranno un dibattito in Aula sulla raccolta dei dati personali dei passeggeri aerei. I deputati chiedono di dimostrare l'efficacia e l'adeguatezza di tale sistema e la necessità di un'azione UE. Ma anche di spiegare come ciò si integra nella strategia UE sui controlli alle frontiere e come è possibile garantire che i dati non siano utilizzati per altre finalità. Il Parlamento adotterà una risoluzione nel corso della sessione di novembre.

 

Un nuovo quadro normativo a tutela del lavoro interinale - L'Aula è chiamata a adottare una direttiva che stabilisce un quadro normativo UE a tutela dei lavoratori tramite agenzia interinale. Sancisce quindi il loro diritto a godere di condizioni d'occupazione almeno identiche a quelle applicabili ai dipendenti veri e propri, inclusi i diritti di essere informati sui posti vacanti nelle imprese in cui operano e ad esservi assunti, nonché di accedere alle strutture collettive (mense, asili nido e trasporti) e alle attività di formazione disponibili (relazione Désir).

 

Martedì 21 ottobre

 

Conclusioni del Consiglio europeo - Il Presidente Sarkozy e la Commissione illustreranno all'Aula le conclusioni cui sono giunti i Capi di Stato e di governo nel corso del Vertice del 15 e 16 ottobre dedicato alla crisi finanziaria mondiale, al trattato di Lisbona, al patto per l'immigrazione e l'asilo, alle questioni ambientali ed energetiche nonché alla situazione in Georgia e alle relazioni con la Russia. Il Parlamento adotterà una risoluzione.

 

Partenariato con il Vietnam e diritti dell'uomo - Un'interrogazione al Consiglio e alla Commissione aprirà un dibattito in Aula sul rispetto dei diritti dell'uomo in Vietnam in vista dei negoziati tra l'UE e tale paese volti alla conclusione di un nuovo accordo di partenariato. I deputati rilevano che il Vietnam è uno Stato fondato sul solo partito comunista, che controlla sindacati, organizzazioni religiose e media. In Vietnam sono poi documentate violazioni delle libertà politiche e di culto ed è praticata in modo crescente la pena di morte.

 

Body scanner negli aeroporti, e la privacy? - Un'interrogazione alla Commissione aprirà un dibattito in Aula sulla proposta di autorizzare negli aeroporti UE l'installazione di body scanner che consentono di visualizzare una persona come se fosse nuda. Ritenendo che ciò intacchi i diritti fondamentali, i deputati chiedono lumi alla Commissione sulla concreta applicazione della misura e sulle possibilità di evitarla, e la sollecita a condurre una valutazione d'impatto e una consultazione pubblica. Il Parlamento adotterà una risoluzione.
 

Tasse aeroportuali: un quadro comune per gli scali con più di 5 milioni di passeggeri - Il Parlamento è chiamato a adottare una direttiva che istituisce un quadro di norme comuni che disciplini gli aspetti fondamentali dei diritti aeroportuali e le modalità della loro fissazione, applicabili ai 69 aeroporti dell'UE (di cui 8 italiani) che contano un traffico superiore a 5 milioni di passeggeri. Le tasse aeroportuali non dovranno discriminare gli utenti, i quali avranno il diritto di essere consultati e informati sulle modalità di fissazione e sugli importi delle tariffe (relazione Stockmann).

 

Promuovere veicoli ecologici con gli appalti - Il Parlamento è chiamato ad approvare una direttiva volta a favorire l'introduzione di veicoli puliti e a basso consumo che impone agli enti pubblici e privati di ricorrere a criteri ambientali nell'aggiudicazione di appalti che riguardano veicoli per il trasporto su strada. Tra questi figura il consumo energetico e le emissioni di CO2 lungo tutto l'arco della vita dei mezzi di trasporto. Resta possibile attribuire una preferenza a veicoli alimentati a idrogeno, GPL e gas naturale compresso (relazione Jorgensen).

 

Bilancio 2009 - Deplorando i tagli apportati dal Consiglio a un già modesto progetto preliminare di bilancio per il 2009, una relazione all'esame dell'Aula propone di aumentare la dotazione di alcune voci prioritarie, quali la crescita e l'occupazione, la lotta ai cambiamenti climatici, la sicurezza, la politica sociale, la coesione e l'azione esterna.  Sottolinea poi che il Parlamento ha deciso di promuovere attività di informazione per le elezioni europee del 2009, coinvolgendo maggiormente i giovani (relazioni Haug e Lewandowski).

 

Mercoledì 22 ottobre

 

Approvazione della nuova commissaria al commercio - A seguito delle dimissioni di Peter Mandelson per tornare alla politica nazionale, il Parlamento è chiamato ad approvare la nomina della Baronessa Cathy Ashton quale commissaria al commercio, sulla base dei risultati delle sua audizione davanti la pertinente commissione parlamentare (il 20.10.2008).

 

Norme armonizzate sull'autorizzazione delle variazioni ai medicinali -Il Parlamento è chiamato a adottare una direttiva che rende applicabile a tutti i medicinali gli stessi criteri di valutazione, approvazione e gestione amministrativa delle variazioni apportate dopo la loro prima commercializzazione, che siano stati autorizzati a livello nazionale o comunitario. Tali variazioni possono riguardare l'introduzione di nuove indicazioni terapeutiche o di un nuovo metodo di somministrazione. Lo scopo è garantire la salute pubblica e ridurre gli oneri amministrativi (relazione Grossetête).

 

Multiproprietà: nuove norme a tutela dei consumatori - L'Aula è chiamata a adottare una direttiva volta rafforzare la tutela dei consumatori mediante il ravvicinamento delle norme nazionali relative a taluni aspetti della commercializzazione, vendita e rivendita della partecipazione a una multiproprietà e a prodotti per le vacanze di lungo termine. Sono definite una serie di garanzie riguardo alle informazioni da fornire prima della firma dei contratti, alla lingua da usare, al diritto di recesso senza costi e al divieto di pagamenti anticipati (relazione Manders).

 

Giovedì 23 ottobre

 

Una risposta europea agli atti di pirateria in mare? - I cargo, i pescherecci e le navi da crociera che transitano dal mar Cinese Meridionale, dagli stretti di Malacca e di Singapore, dal golfo di Guinea e, soprattutto, dal Corno d'Africa, sono confrontati negli ultimi tempi a una recrudescenza di atti di pirateria che ostacolano il commercio e le attività economiche, mettendo a repentaglio l'incolumità dei beni e delle persone. Sulla base del dibattito tenutosi in Aula a fine settembre, il Paramento adotterà una risoluzione.

 

Chi è il vincitore del Premio Sacharov? - Hu Jia, Alexandr Kozulin e l'abate Apollinaire Malu Malu sono i tre finalisti dell'edizione 2008 del Premio Sacharov per la libertà di pensiero, che il Parlamento europeo assegna a persone o organizzazioni che si distinguono nella difesa dei diritti umani e della democrazia. Il Presidente annuncerà il nome di colui che, tra i tre candidati, sarà insignito del Premio nel corso di una sessione solenne a dicembre, in coincidenza del 60° Anniversario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo.

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CONSIGLIO EUROPEO


Conclusioni del Consiglio europeo

 

Il Presidente Sarkozy e la Commissione illustreranno all'Aula le conclusioni cui sono giunti i Capi di Stato e di governo nel corso del Vertice del 15 e 16 ottobre dedicato alla crisi finanziaria mondiale, al trattato di Lisbona, al patto per l'immigrazione e l'asilo, alle questioni ambientali ed energetiche nonché alla situazione in Georgia e alle relazioni con la Russia. Il Parlamento adotterà una risoluzione.

 

Il Consiglio sarà incentrato sulla situazione economica e finanziaria e sul ruolo dell'UE nel trovare una soluzione internazionale alla crisi. Farà inoltre il punto sui negoziati in merito al pacchetto energia/clima in vista del Vertice di dicembre e dovrà definire degli orientamenti concreti per migliorare la sicurezza energetica dell'Europa.

 

Sul trattato di Lisbona, i Capi di Stato e di governo e il Presidente del Parlamento europeo sentiranno una relazione intermedia del Primo ministro irlandese Brian Cowen con l'obiettivo di giungere, entro dicembre, a un accordo sulla strada da seguire. Il Consiglio dovrebbe inoltre adottare un Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo che intende costituire la base di una vera politica europea in materia di immigrazione.

 

Il Consiglio, infine, esaminerà il seguito della sua riunione straordinaria del 1° settembre sulla Russia e la Georgia e le relazioni dell'UE con i vicini orientali.

 

In merito alla crisi finanziaria, al termine di un nuovo vertice straordinario che si è tenuto a Parigi, domenica 12 ottobre, i capi di Stato e di governo dei paesi dell'area dell'euro, hanno perfezionato la loro risposta comune. Adottando un piano d'azione coordinato, hanno ribadito la loro volontà di sostenere il sistema bancario e sbloccare il mercato monetario. Sulla scia delle conclusioni del Consiglio Ecofin, questo quadro d'azione comune prevede, in particolare, di garantire i prestiti interbancari, applicando un meccanismo specifico.

 

In quattordici punti, questa dichiarazione riprende i principi che devono orientare l'intervento dei governi attraverso una gamma relativamente precisa di misure nazionali che mirano a garantire liquidità sufficienti alle istituzioni finanziarie, facilitare il finanziamento delle banche che è attualmente ridotto, procurare alle istituzioni finanziarie le risorse in capitale perché continuino a finanziare in modo adeguato l'economia, sostenere una ricapitalizzazione sufficiente alle banche in difficoltà, garantire una flessibilità sufficiente nell'applicare le norme contabili nelle circostanze eccezionali attuali e, infine, rafforzare le procedure di cooperazione tra paesi europei. Si tratta ora di definire una linea d'azione che impegni tutti i ventisette Stati membri.

 

Link utili

 

Conclusioni del Consiglio europeo
Resoconto del dibattito in Aula (8/10/2008)

 

 

Riferimenti

 

Relazione del Consiglio europeo e dichiarazione della Commissione - Riunione del Consiglio europeo (Bruxelles, 15-16 ottobre 2008)

Dibattito: 21.10.2008

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RELAZIONE ESTERNE


Relazioni UE-Russia

 

Le dichiarazioni di Consiglio e Commissione apriranno un dibattito in Aula sulle relazioni UE-Russia alla luce degli sviluppi intervenuti in Georgia. Il ritiro delle truppe russe dalla regione dovrebbe agevolare la ripresa dei negoziati per un accordo di partenariato interrotti a seguito del conflitto, ma alcuni Stati membri restano reticenti al riguardo. Questo tema è all'ordine del giorno del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre, mentre a novembre si terrà, a Nizza, il Vertice UE-Russia.

 

L'UE ha constatato con soddisfazione, lunedì 13 ottobre, che le truppe russe si sono ritirate fuori dalle zone adiacenti all'Ossezia meridionale e all'Abkhazia prima della scadenza del 10 ottobre, ma gli Stati membri sembrano divisi sulle conclusioni che l'UE dovrebbe trarne, in particolare per quanto riguarda la ripresa dei negoziati con la Russia in vista di un nuovo accordo di partenariato. Dopo la riunione del Consiglio “Affari generali e Relazioni esterne” a Lussemburgo, peraltro, sembra poco probabile che i negoziati possano essere rilanciati prima del vertice UE/Russia che avrà luogo il 14 novembre a Nizza. Il tema sarà anche all'ordine del giorno del Consiglio europeo il 15 e il 16 ottobre. Il 1° settembre, il Vertice straordinario dell'UE sulla crisi in Georgia aveva deciso di rinviare i negoziati con Mosca fino al ritiro delle truppe russe sulle loro posizioni anteriori al 7 agosto.

 

Per la presidenza francese dell'UE, per l'Alto Rappresentante dell'UE Javier Solana e per una maggioranza di Stati membri, la Russia ha oggi rispettato quest'obbligo e i negoziati sul nuovo accordo dovrebbero dunque riprendere senza ritardi. Tuttavia, nel corso della riunione dei ministri degli esteri del 13 ottobre, sette delegazioni - Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Svezia, Regno Unito, Repubblica ceca - hanno espresso forti riserve riguardo a una ripresa immediata dei negoziati con Mosca. Questi paesi ritengono che il ritiro delle truppe russe solo dalle zone adiacenti all'Ossezia meridionale e all'Abkhazia non sia sufficiente per poter affermare un ritorno alle posizioni anteriori al 7 agosto. In particolare perché il numero di soldati russi nelle due repubbliche autoproclamatesi indipendenti è più che triplicato dal conflitto armato con la Georgia in agosto, raggiungendo oggi circa 7.000 uomini. Questi stessi Stati ritengono inoltre che sia necessario far capire a Mosca che dopo l'incursione militare sul territorio della Georgia e l'«illegale» riconoscimento russo delle due regioni separatiste, l'UE non possa tornare a un «business as usual».

 

I ministri dei sette paesi reticenti hanno chiesto lunedì che l'UE agisca senza precipitazione prima di prendere una decisione sull'accordo di partenariato, aspettando di valutare  l'atteggiamento della Russia alla conferenza internazionale di Ginevra (che comincerà il 15 ottobre) sulle modalità di sicurezza e di stabilità in Ossezia meridionale e in Abkhazia, nonché lo studio approfondito delle relazioni UE/Russia che la Commissione europea è stata incaricata di effettuare dal Consiglio europeo del 1° settembre. Questa valutazione sarà presentata al prossimo Consiglio “Relazioni esterne” in novembre, qualche giorno prima del vertice con la Russia (14 novembre).

 

In una risoluzione adottata a inizio settembre, il Parlamento europeo condannava l'uso sproporzionato della forza e il riconoscimento russo delle regioni separatiste. Sollecitava poi il rispetto dell'integrità territoriale della Georgia e il ritiro completo delle truppe russe. Chiedeva inoltre la revisione della politica UE con la Russia e la sospensione nei negoziati di partenariato fino al rispetto totale dell'accordo di cessate il fuoco. Auspicava, infine, un'indagine internazionale per accertare le responsabilità.

 
 

Link utili

 

Risoluzione del Parlamento europeo (3.9.2008)
Resoconto del dibattito in Aula sulla situazione in Georgia (1.9.2008)

 

 

Riferimenti

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Relazioni UE-Russia

Dibattito: 22.10.2008

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Tensioni etniche in Bosnia e accordo di associazione

 

Il Parlamento è chiamato a approvare la firma dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra l'UE e la Bosnia-Erzegovina. Le dichiarazioni di Commissione e Consiglio offriranno inoltre l'occasione di esaminare la situazione in questo paese, alla luce della recrudescenza delle tensioni interetniche registrate nella regione. Il Parlamento adotterà una risoluzione.

 

La relazione di Doris PACK (PPE/DE, DE) suggerisce al Parlamento di esprimere il suo parere conforme sulla conclusione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra.

 

A inizio ottobre, d'altra parte, il commissario europeo all'allargamento, Olli Rehn, e l'ambasciatore USA a Sarajevo avevano lanciato l'allarme sulla deriva nazionalista intrapresa dai leader delle tre comunità etniche in Bosnia, serbi, musulmani e croati. Successivamente, anche il portavoce della NATO ha espresso la preoccupazione dell'organizzazione atlantica riguardo al riemergere delle tensioni etniche dopo la vittoria dei nazionalisti alle elezioni amministrative del 1° ottobre.

 

 

Link utili

 

Proposta della Commissione

 

 

Riferimenti

 

Doris PACK (PPE/DE, DE)

Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio e della Commissione relativa all'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra

Doc.: A6-0378/2008

Procedura: Raccomandazione

&

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Accordo di stabilizzazione e di associazione CE Bosnia e Erzegovina

Dibattito: 22.10.2008

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Partenariato con il Vietnam e diritti dell'uomo

 

Un'interrogazione al Consiglio e alla Commissione aprirà un dibattito in Aula sul rispetto dei diritti dell'uomo in Vietnam in vista dei negoziati tra l'UE e tale paese volti alla conclusione di un nuovo accordo di partenariato. I deputati rilevano che il Vietnam è uno Stato fondato sul solo partito comunista, che controlla sindacati, organizzazioni religiose e media. In Vietnam sono poi documentate violazioni delle libertà politiche e di culto ed è praticata in modo crescente la pena di morte.

 

Nel novembre 2007, durante la visita del Presidente della Commissione europea Barroso, sono stati avviati i negoziati per un nuovo accordo di partenariato e cooperazione UE/Vietnam, e nel luglio 2008 si è tenuto un primo ciclo di negoziati. Il 20 e il 21 ottobre 2008, ad Hanoi, si terrà un secondo ciclo di negoziati.

 

Nella loro interrogazione al Consiglio e alla Commissione, Marco PANNELLA (ALDE/ADLE, IT) e Marco CAPPATO (ALDE/ADLE, IT) sottolineano che l'attuale accordo di cooperazione comprende la clausola in base alla quale si afferma che il ”rispetto dei diritti dell’uomo e dei principi democratici costituisce la base di una cooperazione tra le parti ed è l’elemento essenziale dell’accordo”.

 

Osservano, tuttavia, che la Repubblica socialista del Vietnam «è uno Stato fondato su un partito unico sotto il controllo del Partito comunista vietnamita, che esercita pieno controllo anche su sindacati, associazioni, organizzazioni religiose e mezzi d’informazione». Inoltre, rilevano che in Vietnam «sono state documentate violazioni sistematiche dei diritti umani e civili, in particolar modo contro minoranze etniche come i Montagnard (Degar) e organizzazioni religiose non riconosciute come la Chiesa buddista unificata», mentre autorevoli ONG affermano che, negli ultimi 18 mesi, «sono stati almeno 26 i dissidenti politici condannati al carcere». Ricordano poi che in Vietnam vige la pena di morte e che negli ultimi anni «il suo impiego è cresciuto», tant'è che nel 2008 «sono state condannate a morte almeno 83 persone, tra cui 14 donne».

 

I deputati chiedono quindi al Consiglio e alla Commissione di illustrare le eventuali iniziative intraprese per garantire che i negoziati per un nuovo accordo di partenariato e cooperazione portino a concreti passi in avanti nell’ambito dei diritti dell’uomo e dell’instaurazione della democrazia in Vietnam. Ma anche di descrivere i miglioramenti tangibili che ritiene necessari per il raggiungimento di un accordo soddisfacente anche per quanto riguarda la democrazia e dei diritti dell’uomo.

 

 

Link utili

 

Sito della Commissione europea sulle relazioni con il Vietnam

 

 

Riferimenti

 

Interrogazioni orali - Democrazia, diritti dell'uomo e nuovo accordo di partenariato e cooperazione UE/Vietnam

Docc.: O-0096/2008 e O-0095/2008

Procedura: Interrogazione orale

Dibattito: 21.10.2008

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GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI


Un programma per tutelare i minori dai pericoli di Internet

 

Il Parlamento è chiamato a adottare un programma, dotato di 55 milioni di euro, che mira a proteggere i minori che usano Internet e altre tecnologie di comunicazione, come i telefoni cellulari. A tal fine sosterrà azioni di sensibilizzazione del pubblico, lotta contro i contenuti illeciti e i comportamenti dannosi in linea, promozione di un ambiente in linea più sicuro e la creazione di una base di conoscenze. Particolare attenzione è attribuita alla pedopornografia e all'adescamento on line.

 

Sulla base di un pacchetto di emendamenti di compromesso negoziati dalla relatrice Roberta ANGELILLI (UEN, IT) con il Consiglio, il Parlamento è chiamato a adottare definitivamente un Programma pluriennale volto a proteggere i minori che usano internet e altre tecnologie di comunicazione, come i telefoni cellulari. Se l'Aula conferma il compromesso, la decisione che istituisce il programma entrerà in vigore il giorno della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il programma, intitolato “Safer internet” (Internet più sicuro), copre un periodo di cinque anni a decorrere dal 1° gennaio 2009 e potrà contare su un importo di riferimento finanziario pari a 55 milioni di euro.

 

Pur riconoscendo i benefici apportati dalla penetrazione di Internet e dall'uso di tecnologie di comunicazioni come i telefoni cellulari, la decisione sottolinea tuttavia i nuovi rischi e nuovi tipi di abusi per i minori. E' quindi opportuno adottare misure comunitarie «per proteggere l'integrità fisica, mentale e morale dei bambini, che potrebbe essere compromessa dall'accesso a contenuti inadeguati» e promuovere un utilizzo più sicuro di Internet. Occorre quindi portare avanti gli interventi sia nel campo dei contenuti potenzialmente dannosi per i minori, nello specifico la pornografia, che nel campo dei contenuti illeciti, con particolare attenzione alla pedopornografia. Lo stesso vale per i minori vittime di comportamenti dannosi e illeciti che causano danni fisici e psicologici e per i minori che sono indotti a imitare tali comportamenti pregiudizievoli per se stessi e per gli altri.

 

Occorre poi cercare possibili soluzioni per impedire agli adulti di proporre deliberatamente, attraverso le tecnologie di informazione e comunicazione, incontri a minori al fine di commettere abusi o reati sessuali, rivolgendo allo stesso tempo particolare attenzione ai sistemi di sostegno reciproco (peer support system). L'idea è anche di evitare che i minori «siano oggetto di minacce, molestie e umiliazioni su internet e/o attraverso le tecnologie digitali interattive», compresi i telefoni cellulari. Il programma dovrebbe inoltre essere volto a elaborare pacchetti educativi destinati agli insegnanti e ai genitori, e sostenere misure tese a «incoraggiare contenuti positivi per i minori». A tal fine la decisione intende sostenere azioni volte alla sensibilizzazione del pubblico, alla lotta contro i contenuti illeciti e i comportamenti dannosi in linea, alla promozione di un ambiente in linea più sicuro e alla creazione di una base di conoscenze.

 

Sensibilizzare il pubblico (48% delle spese)

 

Le attività riguarderanno la sensibilizzazione del pubblico, in particolare dei minori, dei genitori, degli assistenti e degli educatori sulle opportunità e sui rischi connessi all’uso delle tecnologie in linea e sui mezzi che permettono di rimanere in linea in tutta sicurezza. Esse riguarderanno anche i servizi che utilizzano nuove piattaforme di distribuzione, come i servizi audiovisivi che utilizzano le reti della telefonia mobile. Le attività dovranno quindi promuovere la sensibilizzazione dei cittadini in maniera coordinata in tutta Europa. Saranno incoraggiate iniziative per consentire ai minori di fare un uso responsabile delle tecnologie in linea, in particolare mediante programmi di alfabetizzazione o educazione mediatica. Le attività incentiveranno anche metodi di diffusione di informazioni e di sensibilizzazione di un numero elevato di utenti, ad esempio attraverso la cooperazione con i mezzi di comunicazione di massa, la distribuzione in linea di contenuti creati dagli utenti e il sistema scolastico.

Si tratta poi di creare punti di contatto ai quali i genitori e i minori potranno rivolgersi per avere una risposta su come navigare in linea in sicurezza, comprese consulenze su come contrastare la manipolazione psicologica a scopo sessuale (grooming) e il bullismo in linea. Le azioni saranno destinate a migliorare i metodi e gli strumenti di sensibilizzazione in modo da renderli più efficaci ed efficienti sotto il profilo economico, a garantire lo scambio di buone pratiche e la cooperazione transfrontaliera in Europa e a livello internazionale.

 

Lotta contro i contenuti illeciti e i comportamenti dannosi in linea (34% delle spese)

 

Si tratta di ridurre la quantità di contenuti illeciti che circolano in linea e di affrontare adeguatamente il problema del comportamento dannoso in linea, in particolare concentrandosi sulla distribuzione in linea di materiale pedopornografico, sulla manipolazione psicologica a scopo sessuale e sul bullismo a danno dei minori.

 

In tale contesto, si intende sostenere la creazione di punti di contatto e linee di assistenza telefonica diretta cui il pubblico può segnalare i contenuti illeciti e i comportamenti dannosi in linea, e promuovere l'esistenza di tali servizi. Allo stesso tempo occorre garantire uno stretto collegamento con le altre azioni realizzate a livello nazionale, in particolare con le unità di polizia specializzate nella lotta alla cybercriminalità, e una cooperazione a livello europeo per affrontare tematiche transfrontaliere e lo scambio di buone pratiche. Questi punti di contatto dovranno inoltre fornire al pubblico le informazioni necessarie sulle modalità per segnalare i contenuti illeciti e per valutare il contenuto di servizi di informazione in linea che potrebbero danneggiare l'integrità fisica, mentale o morale dei minori.

 

Le azioni dovranno tendere a contrastare i comportamenti dannosi in linea, in particolare la manipolazione psicologica (ossia il processo con il quale un adulto adesca in linea un bambino con l’intento di abusarne sessualmente a scopo sessuale) e il bullismo. Dovranno quindi affrontare i problemi di ordine tecnico, psicologico e sociologico correlati a queste problematiche e promuovere la collaborazione e il coordinamento tra i soggetti interessati.

 

Le attività dovranno incoraggiare la progettazione, lo sviluppo o l’adattamento e/o la promozione di strumenti tecnologici efficaci, in particolare quelli messi a disposizione gratuitamente, agevolmente utilizzabili da tutti gli interessati e atti a contrastare adeguatamente i contenuti illeciti, e la lotta contro i comportamenti dannosi in linea. Dovranno inoltre incoraggiare la promozione, da parte degli operatori dei servizi, di un utilizzo sicuro e responsabile dei collegamenti per proteggere i minori. Fra l'altro, potrebbero contemplare l'adozione di un marchio di qualità per i fornitori, in modo che qualsiasi utente possa facilmente accertare se un determinato fornitore segue o meno un codice di condotta. Oppure l'utilizzo da parte degli utenti finali di filtri che impediscano che l'informazione lesiva dell'integrità fisica, mentale o morale dei bambini affluisca attraverso le tecnologie in linea. Così come il sostegno e la promozione di misure per incoraggiare i contenuti positivi per i minori e l'impegno a studiare l'efficacia degli strumenti messi a punto in cooperazione con l'industria di internet per consentire agli organi di polizia di rintracciare i responsabili di reati cibernetici.

 

Le azioni potranno anche promuovere la collaborazione e lo scambio di informazioni, di esperienze e di buone pratiche tra soggetti interessati a livello nazionale ed europeo. In particolare, tali attività dovranno incoraggiare la condivisione di possibili soluzioni tra governi, organi di polizia, linee di assistenza telefonica diretta, istituti bancari, finanziari e di emissione di carte di credito, centri di consulenza contro gli abusi sui minori, organizzazioni di tutela dei minori e l'industria di Internet. Azioni analoghe potranno essere condotte a livello internazionale.
 

Promuovere un ambiente in linea più sicuro (10% delle spese)

 

Le principali azioni generali previste vertono sul rafforzamento della collaborazione, dello scambio di informazioni, di esperienze e di buone pratiche tra soggetti interessati. Si tratta anche di incoraggiare i soggetti interessati a sviluppare e attuare sistemi di autoregolamentazione e coregolamentazione adeguati, per tener conto della sicurezza dei minori nella concezione di nuove tecnologie e nuovi servizi, nonché di stimolare il coinvolgimento dei minori e dei giovani nella creazione di un ambiente in linea più sicuro. In tale contesto potrà essere incoraggiata la messa a punto di un marchio "sicuro per i bambini" da inserire nelle pagine web, come anche la possibilità di creare un sistema di simboli comuni descrittivi o di messaggi d'allarme che consentirebbero agli utenti di essere più consapevoli dei contenuti in linea. Le azioni potranno inoltre avere l'obiettivo di acquisire maggiori informazioni, in particolare per i genitori e gli educatori, sull’efficienza ed efficacia degli strumenti di lotta contro i contenuti potenzialmente dannosi in linea (quali i sistemi di filtraggio) e di dotare regolarmente tutti gli utenti di informazioni e strumenti per aiutarli in modo efficace, didattico e semplice a far fronte a tali contenuti diffusi su diverse piattaforme.

 

Le attività dovranno inoltre mirare a rafforzare la collaborazione con i paesi terzi, armonizzare le modalità di lotta alla diffusione di contenuti illeciti e comportamenti dannosi in linea a livello internazionale e di incoraggiare lo sviluppo dei collegamenti tra le varie banche dati degli Stati membri concernenti gli abusi sui minori nonché lo sviluppo di un approccio comune e un comune metodo di lavoro. Saranno prese iniziative per costituire una base di dati europea comune che raccolga le informazioni sugli abusi commessi sui minori e per garantirne il collegamento con Europol. Infine, le attività potranno integrare le azioni esistenti migliorando la cooperazione con i registri dei nomi di dominio negli Stati membri e incoraggiando relazioni positive con i registri all'esterno dell'UE, per consentire la tempestiva individuazione di contenuti potenzialmente illeciti e ridurre al minimo la longevità dei siti internet conosciuti che offrono contenuti che si riferiscono ad abusi sessuali sui minori.

 

Creare una base di conoscenze (8% delle spese)

 

Le attività si incentreranno sulla creazione di una base di conoscenze che permetta di affrontare adeguatamente gli usi esistenti ed emergenti nell’ambiente in linea e i relativi rischi e conseguenze, allo scopo di definire azioni adeguate destinate a garantire la sicurezza dell’ambiente in linea per tutti gli utenti. I contenuti di tale base di conoscenze dovranno essere condivisi con i soggetti interessati e divulgati in tutti gli Stati membri. Le principali azioni generali dovranno incoraggiare un approccio di indagine coordinato nei settori pertinenti, nonché fornire informazioni aggiornate sull’uso delle tecnologie in linea da parte dei minori per conoscere meglio e valutare l'efficacia delle strategie attuate dai bambini per gestire questi rischi in linea. Ma anche promuovere gli studi sulla vittimizzazione dei minori in linea, attraverso pratiche come il bullismo, la manipolazione psicologica per scopi sessuali, il materiale pedopornografico in linea e nuove forme di comportamento che rischiano di nuocere ai minori.

 

Le azioni dovranno promuovere lo studio di modi efficaci per rendere più sicuro l’uso delle tecnologie in linea, quali metodi e strumenti di sensibilizzazione, regimi di coregolamentazione e autoregolamentazione rivelatisi positivi ed efficacia di diverse soluzioni tecniche e non tecniche. Dovranno permettere anche di capire meglio gli effetti psicologici, comportamentali e sociologici delle tecnologie on-line sui bambini e i ragazzi che le usano, che vanno dagli effetti di esposizione a contenuti e comportamenti dannosi a pratiche come la manipolazione psicologica e il bullismo in linea, presenti su diverse piattaforme, dai computer e i telefonini alle console di gioco ed altre tecnologie emergenti.

 

Link utili

 

Proposta della Commissione

Riferimenti

 

Roberta ANGELILLI (UEN, IT)

Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un programma comunitario pluriennale per la protezione dei minori che usano internet e le altre tecnologie di comunicazione

Doc.: A6-0404/2008

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 20.10.2008

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Norme più chiare per i divorzi di coppie internazionali

 

Il Parlamento è consultato su una proposta di regolamento che intende chiarire le norme sulla competenza giurisdizionale, sul riconoscimento e sull'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e quelle norme sulla legge applicabile, introducendo un certo grado di autonomia delle parti. I deputati insistono sulla necessità di garantire a entrambi i coniugi le informazioni sulle conseguenze giuridiche e sociali della scelta della giurisdizione e della legge applicabile.

 

La Commissione ha proposto di istituire un quadro normativo chiaro e completo che comprenda le norme relative alla competenza giurisdizionale, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e le norme sulla legge applicabile, introducendo anche un certo grado di autonomia delle parti. Oggi, infatti, una volta avviato il procedimento di divorzio davanti alle autorità giurisdizionali di uno Stato membro, la legge applicabile è individuata attraverso le norme di conflitto di tale Stato, che variano molto tra paese e paese. La combinazione fra la diversità delle norme di conflitto nazionali e le attuali disposizioni comunitarie in materia di attribuzione della competenza giurisdizionale può generare un certo numero di problemi nel caso dei divorzi "internazionali".

 

Oltre all'incertezza giuridica risultante dalla difficoltà per i coniugi di individuare quale legge si applicherà al loro caso, si rileva anche il rischio, considerato reale dalla Commissione, della "corsa in tribunale", espressione che designa una situazione nella quale il coniuge più informato tenterà di adire per primo l'autorità giurisdizionale la cui legge tutela meglio i suoi interessi. Inoltre, i cittadini comunitari che risiedono in uno Stato terzo possono avere difficoltà a trovare un'autorità giurisdizionale competente in materia di divorzio e a far riconoscere nei rispettivi Stati di origine una sentenza di divorzio pronunciata in uno Stato terzo. La proposta intende ovviare a questi rischi, senza però instaurare un regime comune in materia di divorzio in Europa.

 

La relazione di Evelyne GEBHARDT (PSE, DE) accoglie con favore la proposta della Commissione ma propone una serie di emendamenti. Il Parlamento è in realtà solo consultato su questa proposta, mentre a livello di Consiglio, dove è richiesta l'unanimità, la proposta è osteggiata dalla Svezia. Sembra però che almeno 9 Stati membri - Italia, Francia, Spagna, Romania, Austria, Ungheria, Grecia, Slovenia e Lussemburgo - abbiano intenzione di avviare una cooperazione rafforzata in questa materia.

 

Agevolare una scelta illuminata da parte dei coniugi

 

Con una serie di emendamenti, i deputati intendono agevolare una «scelta illuminata» delle coppie nella decisione in merito all'autorità giurisdizionale che deve trattare il loro divorzio. Pertanto, ritengono che prima di designare la giurisdizione competente e la legge applicabile occorre che i coniugi abbiano accesso a informazioni aggiornate relative agli aspetti essenziali della legge nazionale e comunitaria e delle procedure in materia di divorzio e di separazione personale. Per garantire l'accesso a un'appropriata informazione di qualità, un emendamento chiede alla Commissione di aggiornarla regolarmente nel sistema di informazioni pubblico basato su Internet. I deputati precisano inoltre che a entrambi i coniugi anno garantiti pari opportunità e, a tal fine, ritengono essenziale che ciascuna parte sappia esattamente quali sono le conseguenze giuridiche e sociali della scelta della giurisdizione e della legge applicabile. Chiedono comunque che la possibilità di scegliere la legge applicabile non leda gli interessi della prole.

 

In base alla proposta della Commissione, i coniugi avrebbero la facoltà di designare di comune accordo la legge applicabile al divorzio o alla separazione scegliendo tra diverse possibilità. I deputati, chiariscono alcune delle opzioni proposte - lo Stato di uno dei due coniugi, quello in cui avevano in precedenza la residenza abituale per un certo numero di anni, quello in cui è stata presentata la domanda - e aggiungono anche lo Stato di residenza abituale dei coniugi al momento in cui è concluso l'accordo, nonché lo Stato in cui è stato celebrato il matrimonio.

 

Un altro emendamento precisa che se la legge designata non riconosce la separazione o il divorzio o lo fa in modo discriminatorio per uno dei due coniugi, «si applica la legge del foro». Obiettivo di questo emendamento è risolvere i problemi che incontrano alcune donne straniere che chiedono la separazione o il divorzio in taluni Stati membri. L'interesse di una persona ad ottenere la separazione o il divorzio, in quanto espressione della sua autonomia personale, deve prevalere sul criterio dell'applicazione della legge nazionale. Avviene che in questi casi l'applicazione della legge nazionale comune dei coniugi renda difficile l'accesso alla separazione o al divorzio di determinate persone residenti in taluni Stati membri.

 

 

Link utili

 

Proposta della Commissione
Regolamento (CE) N. 2201/2003 relativo alla competenza, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale (testo consolidato)
Leggi nazionali in materia di divorzio

 

 

Riferimenti

 

Evelyne GEBHARDT (PSE, DE)

Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 2201/2003 limitatamente alla competenza giurisdizionale e introduce norme sulla legge applicabile in materia matrimoniale

Doc.: A6-0361/2008

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 20.10.2008

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E' efficace la raccolta dei dati personali dei passeggeri?

 

Le interrogazioni a Consiglio e Commissione apriranno un dibattito in Aula sulla raccolta dei dati personali dei passeggeri aerei. I deputati chiedono di dimostrare l'efficacia e l'adeguatezza di tale sistema e la necessità di un'azione UE. Ma anche di spiegare come ciò si integra nella strategia UE sui controlli alle frontiere e come è possibile garantire che i dati non siano utilizzati per altre finalità. Il Parlamento adotterà una risoluzione nel corso della sessione di novembre.

 

I deputati della commissione parlamentare per le libertà civili ricordano anzitutto che i dati PNR sono dati originariamente raccolti per usi commerciali, ma ora servono per un numero crescente di ragioni di sicurezza (quali la sicurezza aerea, il controllo dell'immigrazione, della frode fiscale, il riciclaggio di denaro, la prevenzione del terrorismo e di crimini e la prevenzione di malattie infettive, ecc.), poiché adottati dal settembre 2001 da Stati Uniti, Canada, Australia e più recentemente da Regno Unito, Francia e Danimarca. Osservano quindi che le ragioni e le relative condizioni per il trattamento dei dati differiscono da paese a paese e sono soggette a continua evoluzione.

 

A loro parere, tenendo conto che l'Unione europea e i suoi Stati membri dovrebbero preservare la loro tradizione di paesi aperti e garantire la libertà di circolazione transnazionale delle persone, pongono a Consiglio e Commissione le seguenti domande:

  • Per quanto riguarda l'efficacia: fornire la prova (e il tasso di errori) della raccolta massiccia e dell'utilizzo di dati PNR per tutti i passeggeri (particolarmente i metodi automatici di analisi quali il profiling (studio del profilo) e l'estrazione dei dati, elaborando dati PNR contro indicatori di rischio) nella lotta al terrorismo, visto che finora nessuno dei sistemi esistenti è stato adeguatamente sottoposto a valutazione?

  • Per quanto riguarda la limitazione della finalità: specificare in termini chiari e precisi (articolo 8 della CEDU) per quali fini bisogna raccogliere dati PNR a livello europeo; inoltre, fornire la prova dell'adeguatezza dei dati PNR a fini diversi dalla lotta al terrorismo, quali traffico di droga, immigrazione o questioni di salute pubblica?

  • Per quanto riguarda la sussidiarietà: dimostrare la necessità di un'iniziativa UE, e perché la raccolta e l'utilizzo di dati PNR non possano essere portati termine dagli Stati membri? Se esiste una necessità dimostrabile per un'azione UE, perché la Commissione ha scelto di creare semplicemente l'obbligo per gli Stati membri di raccogliere e utilizzare dati PNR, piuttosto che istituire un vero e proprio sistema UE? Concorda la Commissione che il puzzle di 27 sistemi nazionali non ha un valore aggiunto europeo e crea incertezza giuridica per cittadini e trasportatori?

  • Per quanto riguarda la sinergia e l'architettura globale: spiegare come la raccolta e l'utilizzo a livello UE di dati PNR si adatta a una strategia coerente e si collega ad altre (previste) misure di sicurezza delle frontiere dell'Unione europea, quali l'API, l'Entry-Exit, ESTA, biometria nei passaporti e nei visti, SIS, VIS e sistemi di protezione delle frontiere nazionali quali l'e-borders/Semaphore del Regno Unito?

  • Per quanto riguarda la sicurezza giuridica: spiegare come i dati PNR potrebbero essere utilizzati per fini diversi della politica in materia penale (quali la sicurezza aerea, il controllo delle frontiere, la cooperazione Schengen, l'emigrazione illegale e la protezione della salute) senza una base giuridica comune (vedi l'articolo 47 del TEU e il parere del Servizio giuridico del Consiglio)?

  • Per quanto riguarda il controllo democratico: spiegare come verrà garantito un pieno controllo parlamentare a livello europeo e nazionale e spiegare anche come le autorità preposte alla protezione dei dati eserciteranno un controllo sul sistema?

 

 

Tale questione sarà affrontata assieme al dibattito sulla proposta di raccomandazione di Sophia IN'T VELD (ALDE/ADLE, NL) destinata al Consiglio sulla conclusione di un accordo tra l'UE e l'Australia in merito al trattamento e al trasferimento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) originari dell’Unione europea da parte dei vettori aerei all’amministrazione doganale australiana.

 

 

Riferimenti

 

Sophia IN'T VELD (ALDE/ADLE, NL)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo

destinata al Consiglio sulla conclusione di un accordo tra l'Unione europea e l'Australia sul trattamento e il trasferimento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) originari dell’Unione Europea da parte dei vettori aerei all’amministrazione doganale australiana

Doc.: A6-0403/2008

Procedura: Iniziativa

&

Interrogazioni orali - Dati PNR dell'Unione europea

Docc.: O-0099/2008 e O-0100/2008

Procedura: Interrogazione orale

Dibattito: 20.10.2008

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Body scanner negli aeroporti, e la privacy?

 

Un'interrogazione alla Commissione aprirà un dibattito in Aula sulla proposta di autorizzare negli aeroporti UE l'installazione di body scanner che consentono di visualizzare una persona come se fosse nuda. Ritenendo che ciò intacchi i diritti fondamentali, i deputati chiedono lumi alla Commissione sulla concreta applicazione della misura e sulle possibilità di evitarla, e la sollecitano a condurre una valutazione d'impatto e una consultazione pubblica. Il Parlamento adotterà una risoluzione.

 

In nome della commissione per la libertà civili Marco CAPPATO (ALDE/ADLE, IT) e Philip BRADBOURN (PPE/DE, UK) sottolineano che la Commissione europea ha proposto di inserire tra i metodi permessi a livello europeo in materia di screening dei passeggeri negli aeroporti dell'UE anche i cosiddetti «body scanners», ovvero macchine che utilizzano la tecnologia «millimeter wave», «che permette di visualizzare un'immagine della persona come se fosse nuda, in modo estremamente dettagliato, genitali inclusi».

 

Rilevando il serio impatto di queste misure «sui diritti umani fondamentali, quale quello alla privacy, alla protezione dei dati personali e alla dignità della persona», chiedono alla Commissione se ha l'intenzione di valutare la proposta alla luce del suo impatto sui diritti umani e di consultare il Garante europeo per la privacy, il gruppo di lavoro della Commissione sulla privacy e l'Agenzia dei diritti fondamentali. Dovrebbe inoltre indicare quali misure saranno prese per prevenire qualsiasi visualizzazione intrusiva dei genitali o di altri parti del corpo degli individui e in quali circostanze è possibile rifiutarsi di sottoporsi a tale esame.

 

La Commissione dovrebbe inoltre spiegare a quale metodo di conservazione e di eliminazione delle immagini ricorre questo sistema e di giustificare l'utilizzo di questa tecnologia in tutti gli aeroporti UE alla luce dell'aumento dei rischi, della proporzionalità e necessità in una società democratica di una tale misura.  E' invitata inoltre a spiegare come una misura che ha un impatto tale sui diritti umani e le libertà fondamentali possa essere considerata di natura tecnica tanto da poter essere esaminata con la procedura di comitatologia.

 

I deputati chiedono inoltre alla Commissione di illustrare in dettaglio i requisiti e le procedure che proporrà per dare attuazione a questo metodo di screening e di spiegare in che modo sarà coinvolto il Parlamento europeo. La Commissione dovrebbe precisare se intende condurre studi e ricerche approfondite in merito alle possibili conseguenze sulla salute dei passeggeri, sulle tecnologie disponibili e in corso di sviluppo, come quelle sui liquidi.

 

Infine, la Commissione dovrebbe chiarire se intende assicurarsi, prima di prendere qualsiasi decisione, che sia aperto un ampio e trasparente dibattito su tale delicata questione che riguarda i diritti fondamentali, coinvolgendo i passeggeri, le parti interessate e le istituzioni (inclusa la commissione per la libertà civili del Parlamento europeo) a livello europeo e nazionale.

 

 

Riferimenti

 

Interrogazione orale - Impatto delle misure di sicurezza dell'aviazione e body scanner sui diritti umani, la privacy, la protezione dei dati e la dignità della persona

Doc.: O-0107/2008

Procedura: Interrogazione orale

Dibattito: 21.10.2008

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TRASPORTI


Tasse aeroportuali: un quadro comune per gli scali con più di 5 milioni di passeggeri

 

Il Parlamento è chiamato a adottare una direttiva che istituisce un quadro di norme comuni che disciplini gli aspetti fondamentali dei diritti aeroportuali e le modalità della loro fissazione, applicabili ai 69 aeroporti dell'UE (di cui 8 italiani) che contano un traffico superiore a 5 milioni di passeggeri. Le tasse aeroportuali non dovranno discriminare gli utenti, i quali avranno il diritto di essere consultati e informati sulle modalità di fissazione e sugli importi delle tariffe.

 

Le tariffe per l'uso delle infrastrutture aeroportuali sono attualmente fissate a livello nazionale con meccanismi che, secondo la Commissione europea, non hanno un'adeguata giustificazione. La relazione di Ulrich STOCKMANN (PSE, DE) presenta una serie di emendamenti al testo del Consiglio in merito alla proposta di direttiva che intende istituire un quadro di norme comuni che disciplini gli aspetti fondamentali dei diritti aeroportuali e le modalità della loro fissazione negli aeroporti dell'Unione europea. Sembra però che questi emendamenti saranno accettati dal Consiglio e, pertanto, se ciò fosse confermato, gli Stati membri saranno tenuti ad applicare la direttiva entro due anni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

 

Campo d'applicazione: aeroporti con almeno 5 milioni di passeggeri l'anno

 

Come richiesto dal Parlamento in prima lettura, la direttiva si applicherà a tutti gli aeroporti UE «il cui volume di traffico annuale superi la soglia di 5 milioni» di movimenti passeggeri (rispetto a 1 milione della proposta della Commissione) e all'aeroporto con il maggior traffico passeggeri di ciascuno Stato membro. Gli Stati membri, inoltre, dovranno pubblicare un elenco - basato su dati Eurostat - degli aeroporti che rientrano nel campo d'applicazione della direttiva.

 

Secondo una classifica elaborata da Airports Council International - Europe rientrerebbero in questa definizione 69 aeroporti europei, tra i quali figurano i seguenti scali italiani: Roma-Fiumicino (circa 33 milioni di passeggeri, 8° aeroporto europeo), Milano-Malpensa (circa 24 milioni, 11a posizione), Milano-Linate (poco meno di 10 milioni di passeggeri, 33a posizione), Venezia (7 milioni di passeggeri), Catania (poco più di 6 milioni), Napoli (5,8 milioni), Bergamo (5,7 milioni) e Roma-Ciampino (5,3 milioni).

 

Diritti aeroportuali

 

In forza alla direttiva si intendono per diritti aeroportuali «i prelievi riscossi a favore del gestore aeroportuale e pagati dagli utenti dell'aeroporto per l'utilizzo delle infrastrutture e dei servizi che sono forniti esclusivamente dal gestore aeroportuale e che sono connessi all'atterraggio, alla partenza, all'illuminazione e al parcheggio degli aeromobili e alle operazioni relative ai passeggeri e alle merci».

Gli Stati membri potranno autorizzare il gestore di una rete aeroportuale a introdurre un sistema di tariffazione comune e trasparente da applicare all'intera rete. I deputati chiedono poi che agli Stati membri sia riconosciuta la facoltà di consentire a un gestore aeroportuale di applicare un sistema di tariffazione comune e trasparente presso gli aeroporti che servono la stessa città o agglomerato urbano, purché ciascun aeroporto rispetti gli obblighi in materia di trasparenza stabiliti dalla direttiva stessa. Non ritengono infatti opportuno applicare lo stesso importo di diritti.
 

Non discriminazione e protezione dell'ambiente

 

La direttiva chiede agli Stati membri di provvedere affinché i diritti aeroportuali «non creino discriminazioni tra gli utenti degli aeroporti». Questi ultimi possono essere persone fisiche o giuridiche che trasportino per via aerea passeggeri, posta e/merci da o per un aeroporto considerato. Come richiesto dai deputati, tuttavia, ciò «non esclude una modulazione dei diritti aeroportuali per motivi di interesse pubblico generale, compresi motivi ambientali». I criteri utilizzati per questa modulazione, però, dovranno essere «pertinenti, obiettivi e trasparenti».

 

Consultazione e trasparenza in materia di diritti aeroportuali

 

Gli Stati membri dovranno provvedere a che, in ciascun aeroporto, sia istituita una procedura obbligatoria di consultazione periodica (almeno una volta l'anno) tra il gestore aeroportuale e gli utenti dello scalo in relazione al funzionamento del sistema dei diritti aeroportuali, all'ammontare di questi diritti e, come richiesto dal Parlamento,  alla qualità del servizio fornito. Il gestore dovrà inoltre consultare gli utenti prima di finalizzare programmi relativi a nuovi progetti di infrastruttura.

 

Nella misura del possibile, inoltre, gli Stati membri dovranno provvedere affinché le modifiche apportate al sistema o all'ammontare dei diritti aeroportuali «siano effettuate con il consenso del gestore aeroportuale da un lato e degli utenti degli aeroporti dall'altro». A tal fine, il gestore aeroportuale dovrà sottoporre agli utenti dell'aeroporto ogni sua proposta al più tardi quattro mesi prima della sua entrata in vigore, motivandone le ragioni, tranne in caso di circostanze eccezionali da giustificare con gli utenti.

 

La direttiva chiede agli Stati membri di provvedere affinché i gestori aeroportuali forniscano agli utenti degli aeroporti le necessarie informazioni su taluni elementi minimi che serviranno come base per la determinazione dell'ammontare di tutti i diritti riscossi dall'aeroporto. Tra queste informazioni figurano: un elenco dei vari servizi forniti, la struttura globale dei costi delle infrastrutture e dei servizi, gli introiti dei vari diritti e li costo totale dei servizi forniti in cambio, le previsioni sulla situazione dell'aeroporto in merito ai diritti, all'evoluzione del traffico e agli investimenti previsti, nonché l'utilizzazione effettiva delle infrastrutture aeroportuali.

 

I deputati chiedono che siano fornite informazioni anche su qualsiasi finanziamento erogato da autorità pubbliche delle infrastrutture e dei servizi ai quali si riferiscono o diritti aeroportuali e sui risultati attesi dai grandi investimenti proposto con riguardo ai loro effetti sulla capacità dell'aeroporto. D'altro canto, gli utenti degli aeroporti saranno tenuti a informare i gestori sulle previsioni di traffico, la composizione della flotta, i loro progetti di sviluppo nell'aeroporto, ecc..

 

Servizi e tariffe personalizzate e accordi sulla qualità dei servizi

 

Inoltre, la direttiva consentirà al gestore aeroportuale di variare la qualità e l'estensione di particolari servizi, terminali o parti dei terminali degli aeroporti, allo scopo di fornire servizi personalizzati. In tal caso, l'ammontare dei diritti aeroportuali potrà essere differenziato in funzione della qualità e dell'estensione di tali servizi e dei relativi costi o di qualsiasi altra motivazione oggettiva e trasparente. Fatte salve le disposizioni in materia di non discriminazione, i gestori resteranno liberi di fissare tali diritti differenziati.

 

Per garantire il buon funzionamento di un aeroporto, gli Stati membri dovranno adottare le misure necessarie per consentire al gestore aeroportuale e ai rappresentanti o associazioni degli utenti aeroportuali di concludere accordi sulla qualità dei servizi prestati nell'aeroporto.

 

Link utili

 

Posizione comune del Consiglio

Prima lettura del Parlamento

 

Riferimenti

 

Ulrich STOCKMANN (PSE, DE)

Relazione relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente i diritti aeroportuali

Doc.: A6-0375/2008

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 21.10.2008

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POLITICA DELL'OCCUPAZIONE


Un nuovo quadro normativo a tutela del lavoro interinale

 

L'Aula è chiamata a adottare una direttiva che stabilisce un quadro normativo UE a tutela dei lavoratori tramite agenzia interinale. Sancisce quindi il loro diritto a godere di condizioni d'occupazione almeno identiche a quelle applicabili ai dipendenti veri e propri, inclusi i diritti di essere informati sui posti vacanti nelle imprese in cui operano e ad esservi assunti, nonché di accedere alle strutture collettive (mense, asili nido e trasporti) e alle attività di formazione disponibili.

 

La relazione di Harlem DÉSIR (PSE, FR) suggerisce alla Plenaria di approvare la posizione comune del Consiglio su una direttiva volta a garantire la tutela dei lavoratori tramite agenzia interinale e a migliorare la qualità del lavoro garantendo il rispetto del principio della parità di trattamento nei loro confronti e riconoscendo tali agenzie quali datori di lavoro. Il Consiglio, infatti, ha accolto la maggior parte degli emendamenti adottati dal Parlamento in prima lettura. Qualora l'Aula seguisse le indicazioni del relatore, gli Stati membri dovranno adottare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro tre anni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE.

 

La direttiva mira anche a inquadrare adeguatamente il ricorso al lavoro tramite agenzia interinale al fine di contribuire efficacemente alla creazione di posti di lavoro e allo sviluppo di forme di lavoro flessibili. Afferma infatti che il lavoro tramite agenzia interinale non risponde solo alle esigenze di flessibilità delle imprese ma anche alla necessità di conciliare la vita privata e la vita professionale dei lavoratori dipendenti, contribuendo pertanto alla creazione di posti di lavoro e alla partecipazione al mercato del lavoro e all'inserimento in tale mercato.

 

Campo d'applicazione

 

La direttiva si applica ai lavoratori che hanno un contratto di lavoro o un rapporto di lavoro con un'agenzia interinale e assegnati ad imprese utilizzatrici per lavorare temporaneamente e sotto il controllo e la direzione delle stesse. Si applica alle imprese pubbliche e private che sono agenzie di lavoro interinale o imprese utilizzatrici che esercitano un'attività economica con o senza fini di lucro. Gli Stati membri, previa consultazione delle parti sociali, possono prevedere che la direttiva non si applichi ai contratti o ai rapporti di lavoro conclusi nell'ambito di un programma specifico di formazione, d'inserimento e di riqualificazione professionali pubblico o sostenuto da enti pubblici.

 

La direttiva lascia peraltro impregiudicate le definizioni di retribuzione, contratto o rapporto di lavoro, o di lavoratore, contenute nella legislazione nazionale. Gli Stati membri non possono però escludere dal suo ambito d'applicazione i lavoratori, i contratti o i rapporti di lavoro unicamente per il fatto che riguardano lavoratori a tempo parziale, lavoratori a tempo determinato o persone che hanno un contratto o un rapporto di lavoro con un’agenzia interinale.

 

Principio della parità di trattamento

 

In base alla direttiva, per tutta la durata della missione presso un'impresa utilizzatrice, le condizioni di base di lavoro e d'occupazione dei lavoratori tramite agenzia interinale dovranno essere «almeno identiche a quelle che si applicherebbero loro se fossero direttamente impiegati dalla stessa impresa per svolgervi il medesimo lavoro». Pertanto, la protezione delle donne in stato di gravidanza e in periodo di allattamento e la protezione dei bambini e dei giovani, nonché la parità di trattamento fra uomini e donne ed ogni azione volta a combattere qualsiasi forma di discriminazione fondata su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o tendenze sessuali, dovranno essere rispettate a norma di quanto stabiliscono le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative, i contratti collettivi e/o le altre disposizioni di portata generale.

Per quanto riguarda la retribuzione, d'altra parte, gli Stati membri, previa consultazione delle parti sociali, potranno prevedere una deroga al principio suddetto nel caso in cui i lavoratori a tempo indeterminato tramite agenzia interinale continuino ad essere retribuiti nel periodo che intercorre tra una missione e l'altra.

 

Accesso all'occupazione, alle attrezzature collettive e alla formazione professionale

 

La direttiva sancisce che i lavoratori tramite agenzia interinale siano informati dei posti vacanti nell'impresa utilizzatrice, «affinché possano aspirare, al pari degli altri dipendenti dell'impresa, a ricoprire posti di lavoro a tempo indeterminato». Tali informazioni, è precisato, potranno essere fornite mediante un avviso generale opportunamente affisso all'interno dell'impresa presso la quale detti lavoratori prestano la loro opera. Gli Stati membri, inoltre, saranno tenuti a adottare le misure necessarie affinché siano dichiarate nulle le clausole che vietano o impediscono la stipulazione di un contratto di lavoro o l'avvio di un rapporto di lavoro tra l'impresa utilizzatrice e il lavoratore al termine della sua missione. Un'agenzia, inoltre, non potrà richiedere compensi ai lavoratori in cambio di un'assunzione presso un'impresa utilizzatrice o nel caso in cui essi stipulino un contratto di lavoro.

 

I lavoratori tramite agenzia interinale inoltre avranno il diritto di accedere, nell'impresa utilizzatrice, alle strutture o alle attrezzature collettive e, in particolare, ai servizi di ristorazione, alle infrastrutture d'accoglienza dell'infanzia e ai servizi di trasporto alle stesse condizioni dei lavoratori impiegati direttamente dall'impresa stessa, «a meno che ragioni oggettive giustifichino un trattamento diverso». Gli Stati membri dovranno poi adottare le misure adeguate o favorire il dialogo tra le parti sociali, conformemente alle loro tradizioni e pratiche nazionali, al fine di migliorare l'accesso dei lavoratori tramite agenzia interinale alle opportunità di formazione e alle infrastrutture d'accoglienza dell'infanzia nelle agenzie di lavoro interinale, anche nei periodi che intercorrono tra una missione e l'altra, «per favorirne l'avanzamento della carriera e l'occupabilità».

 

Sanzioni

 

Gli Stati membri dovranno infine disporre misure idonee in caso di inosservanza della direttiva da parte dell'agenzia interinale o dell'impresa utilizzatrice. In particolare, dovranno prevedere procedure amministrative o giudiziarie appropriate intese a fare rispettare gli obblighi che derivano dalla direttiva. Dovranno quindi determinare il regime delle sanzioni applicabili a violazioni delle disposizioni nazionali di attuazione della presente direttiva e adottare ogni misura necessaria a garantirne l'attuazione. Le sanzioni previste dovranno essere «effettive, proporzionate e dissuasive».

 

Link utili

 

Posizione comune del Consiglio
Prima lettura del Parlamento

 

 

Riferimenti

 

Harlem DÉSIR (PSE, FR)

Relazione relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al lavoro tramite agenzia interinale

Doc.: A6-0373/2008

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 20.10.2008

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Servizi: le norme UE non ostacolino gli accordi collettivi

 

Rilevando che i diritti sociali fondamentali non sono subordinati a quelli economici, una relazione all'esame dell'Aula chiede di garantire il diritto dei sindacati di negoziare contratti collettivi e avviare azioni collettive, inclusi gli scioperi. Al contempo, occorre assicurare la parità di trattamento della manodopera e, quindi, chiarire la direttiva sul distacco dei lavoratori, lottare contro le società fittizie e stabilire un quadro giuridico UE per gli accordi collettivi transnazionali.

 

La relazione di Jan ANDERSSON (PSE, SE) sottolinea anzitutto che la libertà di fornire servizi «è una pietra angolare del progetto europeo», ma precisa che tale facoltà non è «di rango superiore rispetto al diritto fondamentale delle parti sociali di promuovere il dialogo sociale» né al «il diritto dei sindacati di negoziare e concludere contratti collettivi ai livelli opportuni e, in caso di conflitti di interesse, di intraprendere azioni collettive, comprese le azioni di sciopero, per difendere i loro interessi». Insomma, per i deputati, «i diritti sociali fondamentali non sono subordinati ai diritti economici in una gerarchia di libertà fondamentali».

 

I deputati ritengono inoltre che qualunque cittadino UE dovrebbe avere il diritto di lavorare ovunque in Europa «beneficiando del diritto alla parità di trattamento» e deplora pertanto che tale diritto non sia applicato uniformemente nell'Unione. Sottolineano poi la necessità di salvaguardare e di rafforzare la parità di trattamento e di retribuzione tra uomini e donne per il medesimo lavoro, come prescritto dal trattato. E rilevano che nel quadro della libertà di prestazione di servizi o di stabilimento, la cittadinanza del datore di lavoro, dei dipendenti o dei lavoratori distaccati «non può giustificare ineguaglianze nelle condizioni normative, retributive o nell’esercizio dei diritti fondamentali, come il diritto di sciopero».

 

D'altra parte, i deputati si dicono convinti che nella direttiva relativa al distacco dei lavoratori e nella direttiva Servizi «l'intenzione del legislatore sia incompatibile con interpretazioni che possono favorire una concorrenza sleale fra imprese». E osservano come le imprese che sottoscrivono e seguono contratti collettivi possano «incorrere in svantaggi concorrenziali rispetto alle imprese che si rifiutano di agire in tal modo». Allo stesso tempo, contestano l'introduzione del principio di proporzionalità per azioni contro le imprese che, richiamandosi al diritto stabilimento o al diritto di fornire servizi oltre i confini, minano deliberatamente le condizioni di lavoro. Ritengono infatti che «non dovrebbe esistere alcun dubbio circa il diritto di ricorrere alle azioni collettive per sostenere la parità di trattamento e garantire condizioni di lavoro dignitose».

 

La relazione ritiene che la base giuridica della direttiva relativa al distacco dei lavoratori debba essere ampliata, «al fine di includere un riferimento alla libera circolazione dei lavoratori». Osservando infatti che, attualmente, può essere interpretata «come invito esplicito alla concorrenza sleale in materia di condizioni retributive e normative», sollecita la Commissione ad elaborare le necessarie proposte legislative volte a prevenire conflitti di interpretazione nel futuro, attribuendo particolare attenzione alle questioni relative alle condizioni di lavoro applicabili, ai livelli salariali, al principio della parità di trattamento dei lavoratori nel contesto della libera circolazione dei servizi, al rispetto di modelli di lavoro diversi e alla durata del distacco.

 

La relazione sollecita poi gli Stati membri e la Commissione a adottare misure idonee a contrastare gli abusi, in particolare le società fittizie (le cd. "letterbox companies"), ossia imprese non impegnate in nessuna attività significativa nel paese di origine, ma che sono state create nel paese ospitante, talvolta direttamente dall'imprenditore principale, «con il solo obiettivo di esercitarvi un'attività e di eludere la piena applicazione delle norme di tale paese, in particolare per quanto riguarda le condizioni salariali e di lavoro». Invita quindi la Commissione a stabilire norme chiare per combattere le società fittizie e proporre un codice di condotta per le imprese, in base alla direttiva Servizi.

 

Infine, i deputati invitano la Commissione a presentare la «tanto attesa» comunicazione «in cui si proponga l’istituzione di un quadro giuridico per gli accordi collettivi transnazionali».


Link utili

 

Direttiva sul distacco dei lavoratori
Direttiva Servizi
Sito della Commissione sui servizi nel mercato interno

 

Riferimenti

 

Jan ANDERSSON (PSE, SE)

Relazione sulle sfide per gli accordi collettivi nell'Unione europea

Doc.: A6-0370/2008

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 21.10.2008

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AMBIENTE


Promuovere veicoli ecologici con gli appalti

 

Il Parlamento è chiamato ad approvare una direttiva volta a favorire l'introduzione di veicoli puliti e a basso consumo che impone agli enti pubblici e privati di ricorrere a criteri ambientali nell'aggiudicazione di appalti che riguardano veicoli per il trasporto su strada. Tra questi figura il consumo energetico e le emissioni di CO2 lungo tutto l'arco della vita dei mezzi di trasporto. Resta possibile attribuire una preferenza a veicoli alimentati a idrogeno, GPL e gas naturale compresso.

 

Sulla base di un maxi-emendamento di compromesso negoziato con il Consiglio dal relatore Dan JØRGENSEN (PSE, DK), il Parlamento è chiamato a adottare definitivamente una direttiva che mira a stimolare il mercato dei veicoli puliti e a basso consumo energetico e, soprattutto, ad influenzare il mercato dei veicoli standard prodotti su larga scala come autovetture, autobus, pullman e autocarri, visto il notevole impatto ambientale che ciò produrrebbe. A tal fine impone alle autorità aggiudicatrici, agli enti aggiudicatori e a taluni operatori, sia pubblici che privati, di prendere in considerazione gli impatti ambientali ed energetici in tutto l'arco della vita nell'aggiudicare appalti che riguardano l'acquisto di veicoli per il trasporto su strada.

 

Ogni anno le autorità pubbliche dell'UE acquistano tramite gare d'appalto 110.000 automobili, 110.000 veicoli utilitari leggeri, 35.000 camion e 17.000 autobus. Nel garantire una domanda per veicoli puliti e a basso consumo a un livello sufficiente, si intende anche incoraggiare l'industria a investire e a sviluppare ulteriormente mezzi di trasporto con queste caratteristiche. Se l'Aula conferma il compromesso raggiunto, la direttiva sarà applicabile dopo 18 mesi dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE.

 

Più in particolare, la direttiva si applica a tutti i veicoli per il trasporto su strada acquistati da autorità aggiudicatrici, enti aggiudicatori e taluni operatori, pubblici e privati, comprendendo anche quelli comprati per fornire un servizio pubblico di trasporto di passeggeri. Tuttavia, per evitare inutili oneri amministrativi, gli Stati membri saranno liberi di escluderne l'applicazione per acquisti di entità ridotta. Inoltre, avranno la possibilità di non applicare la direttiva agli appalti relativi a veicoli progettati e fabbricati per essere essenzialmente utilizzati in cantieri edili, cave, installazioni portuali o aeroportuali, veicoli blindati progettati e fabbricati per essere utilizzati dalle forze armate, dalla protezione civile, dai servizi antincendio e dai servizi responsabili del mantenimento dell’ordine pubblico, e macchine mobili.

 

Gli elementi da prendere in considerazione includono almeno il consumo di energia nonché le emissioni di CO2 e di taluni altri inquinanti quali gli ossidi di azoto, gli idrocarburi non metanici e i particolati, ma è possibile anche prevedere criteri ambientali aggiuntivi. Le autorità aggiudicatrici, gli enti aggiudicatori e gli operatori sono inoltre incoraggiati a fissare specifiche corrispondenti a un livello di prestazioni energetiche e ambientali superiori a quelle previste dalla normativa UE, ad esempio per tener conto delle future norme EURO.

 

Per ottemperare agli obblighi della direttiva gli Stati membri potranno fissare specifiche tecniche in materia di performance energetica o ambientale nella documentazione relativa all'acquisto dei veicoli per ognuno degli impatti ambientali che si intende prendere in considerazione. Oppure avranno la facoltà di includere gli impatti energetici e ambientali tra i criteri di aggiudicazione. Nel caso in cui decidessero di quantificare finanziariamente questi impatti nella decisione finale di acquisto, la direttiva stabilisce una metodologia e dei parametri armonizzati riguardo al calcolo dei costi di esercizio relativi al consumo energetico, alle emissioni di CO2 e alle emissioni di inquinanti dei veicoli nell'intero arco della vita.
 

Come richiesto dai deputati, la direttiva non pregiudica la possibilità per le autorità aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori di dare la preferenza a combustibili alternativi, come per esempio l'idrogeno, il gas di petrolio liquefatto (LPG) o il gas naturale compresso (CNG) e i biocarburanti. Purché sia tenuto in conto l'impatto energetico e ambientale nell'arco della vita dei veicoli.

 

Background

 

Nel dicembre 2005 la Commissione aveva presentato una proposta di direttiva in questo campo che si concentrava però sui mezzi pesanti e imponeva l'inclusione di una determinata quota di questo tipo di veicoli (25%) negli appalti pubblici per i servizi di trasporto pubblico, in conformità della norma sui veicoli ecologici migliorati (o ecologicamente avanzati, enhanced environmentfriendly vehicle, EEV) esistente nell'ambito della legislazione UE. Il Consiglio e il Parlamento europeo avevano approvato in prima lettura gli obiettivi fissati, proponendo al tempo stesso un approccio più ampio per quanto riguarda i veicoli contemplati e gli obiettivi, che, oltre alla riduzione delle emissioni inquinanti, includesse il miglioramento dell'efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia, il 21 giugno 2006 la commissione per l'ambiente del Parlamento europeo ha adottato una risoluzione legislativa con cui ha respinto la proposta della Commissione, la quale ne ha ripresentata una nuova l'anno successivo.

 

 

Link utili

 

Proposta riveduta della Commissione

 

 

Riferimenti

 

Dan JØRGENSEN (PSE, DK)

Relazione sulla proposta riveduta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico nel trasporto su strada

Doc.: A6-0291/2008

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 21.10.2008

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SANITÀ PUBBLICA


Norme armonizzate sull'autorizzazione delle variazioni ai medicinali

 

Il Parlamento è chiamato a adottare una direttiva che rende applicabile a tutti i medicinali gli stessi criteri di valutazione, approvazione e gestione amministrativa delle variazioni apportate dopo la loro prima commercializzazione, che siano stati autorizzati a livello nazionale o comunitario. Tali variazioni possono riguardare l'introduzione di nuove indicazioni terapeutiche o di un nuovo metodo di somministrazione. Lo scopo è garantire la salute pubblica e ridurre gli oneri amministrativi.

 

Nella Comunità europea l'intero ciclo di vita dei medicinali è regolamentato. Le modificazioni successive alla loro immissione in commercio, riguardanti ad esempio il processo di produzione, l'imballaggio o l'indirizzo del fabbricante, sono disciplinate da disposizioni nazionali o da norme comunitarie. I vigenti regolamenti comunitari sulle variazioni non si applicano tuttavia alle modificazioni delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei medicinali che siano state rilasciate a livello nazionale dall'autorità competente di uno Stato membro in base a una procedura nazionale (le c.d. autorizzazioni "meramente nazionali") e che rappresentano la stragrande maggioranza (oltre l'80%) delle autorizzazioni dei medicinali per uso umano e veterinario.

 

Modificazioni cruciali, quali l'introduzione di nuove indicazioni terapeutiche o di un nuovo metodo di somministrazione, ad esempio, possono quindi essere trattate in modo diverso nei singoli Stati membri per quanto riguarda la classificazione normativa, le procedure amministrative, i termini e i criteri scientifici di valutazione. La situazione comporta conseguenze negative sotto i profili della salute pubblica, dell'onere amministrativo e del funzionamento complessivo del mercato interno dei prodotti farmaceutici. La proposta intende pertanto rendere applicabili a tutti i medicinali, indipendentemente dalla procedura con la quale sono stati autorizzati, gli stessi criteri per quanto attiene alla valutazione, all'approvazione e alla gestione amministrativa delle variazioni.

 

La relatrice Françoise GROSSETÊTE (PPE/DE, FR) proporrà all'Aula un pacchetto di emendamenti di compromesso con il Consiglio che, se sottoscritti dai deputati, imporrà agli Stati membri di conformarsi a queste nuove disposizioni entro 18 mesi e 20 giorni dalla loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE (contro i 12 mesi e 20 giorni proposti dalla Commissione).

 

Un emendamento di compromesso, che accoglie quanto richiesto dai deputati, dà la facoltà agli Stati membri di continuare in taluni casi ad applicare le disposizioni nazionali. Più in particolare, la Commissione dovrà prendere gli opportuni provvedimenti - sotto forma di regolamento di esecuzione - per esaminare le variazioni delle condizioni delle autorizzazioni all'immissione in commercio rilasciate a norma della direttiva. Gli Stati membri potranno continuare ad applicare le disposizioni nazionali sulle variazioni applicabili al momento dell'entrata in vigore di detto regolamento alle autorizzazioni alla commercializzazione concesse entro il 1° gennaio 1998 ai prodotti medicinali autorizzati soltanto in uno Stato membro. E' anche precisato che, qualora a un prodotto medicinale soggetto alle disposizioni nazionali fosse successivamente concessa un'autorizzazione alla commercializzazione in un altro Stato membro, il regolamento di attuazione sarebbe applicabile al prodotto medicinale a partire da tale data.

 

Nell'adottare il regolamento di esecuzione, inoltre, la Commissione dovrà sforzarsi di estendere la possibilità di presentare una domanda unica per una o più modifiche identiche apportate ai termini di varie autorizzazioni d'immissione in commercio.

 

Link utili
 

Proposta della Commissione


Riferimenti

 

Françoise GROSSETÊTE (PPE/DE, FR)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 2001/82/CE e 2001/83/CE per quanto concerne le variazioni dei termini delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei medicinali

Doc.: A6-0346/2008

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 22.10.2008

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CONSUMATORI


Multiproprietà: nuove norme a tutela dei consumatori

 

L'Aula è chiamata a adottare una direttiva volta rafforzare la tutela dei consumatori mediante il ravvicinamento delle norme nazionali relative a taluni aspetti della commercializzazione, vendita e rivendita della partecipazione a una multiproprietà e a prodotti per le vacanze di lungo termine. Sono definite una serie di garanzie riguardo alle informazioni da fornire prima della firma dei contratti, alla lingua da usare, al diritto di recesso senza costi e al divieto di pagamenti anticipati.

 

Sulla base di un maxi-emendamento negoziato dal relatore Toine MANDERS (ALDE/ADLE, NL) con il Consiglio, il Parlamento è chiamato a adottare definitivamente una direttiva che ha lo scopo di contribuire al buon funzionamento del mercato interno e realizzare un elevato livello di protezione dei consumatori nel mercato della multiproprietà, un settore in cui le controversie assumono spesso un carattere transfrontaliero. Per raggiungere questo obiettivo prevede di ravvicinare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri riguardanti alcuni aspetti della commercializzazione, vendita e rivendita della partecipazione a una multiproprietà e dei prodotti per le vacanze di lungo termine, nonché dello scambio della partecipazione a una multiproprietà. Se l'Aula conferma questo accordo, gli Stati membri dovranno adottare tutte le misure necessarie all'applicazione della direttiva entro due anni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE.

 

Pubblicità e informazione precontrattuale

 

Il contratto di multiproprietà è definito come «un contratto di una durata superiore ad un anno tramite il quale un consumatore acquisisce a titolo oneroso il diritto di utilizzare uno o più alloggi per la notte per più di un periodo di occupazione». Un contratto su un "prodotto per le vacanze di lungo termine” è, invece, un contratto della durata di più di un anno tramite il quale un consumatore acquisisce a titolo oneroso il diritto di ottenere sconti o altri benefici in materia di alloggio, preso di per sé o insieme al viaggio o ad altri servizi.

 

Gli Stati membri dovranno garantire che ogni pubblicità indichi la possibilità di ottenere le informazioni precontrattuali stabilite dalla direttiva stessa, nonché il modo in cui ottenerle. Inoltre, se un contratto di partecipazione a una multiproprietà, a prodotti per vacanze di lungo termine, di vendita e rivendita della partecipazione a una multiproprietà è offerto a un consumatore nel corso di un evento promozionale o di vendita, l'operatore dovrà indicare chiaramente nell'invito che si tratta di un'occasione con scopi commerciali. Una partecipazione a una multiproprietà o a una vacanza a lungo termine, poi, non potrà essere commercializzata o venduta come se fosse un investimento.

 

Con sufficiente anticipo rispetto al momento in cui il consumatore sarà vincolato dal contratto o da un'offerta, l'operatore dovrà fornirgli, in modo chiaro e comprensibile, precise e sufficienti informazioni mediante formulari standard stabiliti dalla direttiva stessa. Queste informazioni dovranno inoltre essere fornite, gratuitamente, su carta o con altri supporti durevoli accessibili al consumatore. Gli Stati membri dovranno poi garantire che tali informazioni siano rese disponibili nella lingua o nelle lingue del paese di residenza del consumatore o del paese di cui ha la cittadinanza, purché si tratti di una lingua ufficiale dell'UE.

 

La scelta della lingua dei contratti

 

Le disposizioni previste riguardo alla lingua nella quale devono essere fornite le informazioni precontrattuali valgono anche per i contratti. In aggiunta, però, lo Stato membro in cui risiede il consumatore può imporre che il contratto sia in ogni caso redatto nella sua o nelle sue lingue, sempre che siano lingue ufficiali dell'UE. Nel caso di un contratto di partecipazione a una multiproprietà relativo a una specifica proprietà immobiliare, può anche richiedere all'operatore di fornire una traduzione certificata conforme del contratto nella lingua o nelle lingue dello Stato membro in cui è situata la proprietà, purché sia una lingua ufficiale dell'UE. Inoltre, lo Stato membro in cui l'operatore realizza la vendita può richiedere in ogni caso che il contratto sia stilato nella sua o nelle sue lingue.

 

Diritto di recesso entro 14 giorni e senza costi per i consumatori

 

Oltre agli strumenti disponibili a livello nazionale per i casi in cui sono violate le disposizioni della direttiva, gli Stati membri devono garantire ai consumatori un periodo di 14 giorni per recedere «senza fornire spiegazioni» da un contratto di partecipazione a una multiproprietà, per prodotti di vacanze di lungo termine, di rivendita o di scambio. Tale periodo di recesso dovrà iniziare dal giorno della conclusione del contratto o di un contratto preliminare vincolante, oppure dal giorno in cui il consumatore riceve il contratto o un contratto preliminare vincolante, se tale giorno è successivo alla data suddetta.

 

Il contratto, peraltro, dovrà includere un formulario standard di recesso il cui modello è definito dalla direttiva stessa, affinché il consumatore sia agevolato a esercitare tale diritto. Qualora il contratto non includesse tale formulario, il periodo di recesso scadrà dopo un anno e quattordici giorni. La direttiva prevede inoltre il diritto di recesso entro tre mesi e quattordici giorni nel caso in cui le informazioni precontrattuali non siano state fornite al consumatore per iscritto, su carta o un altro supporto durevole. Gli Stati membri, poi, dovranno prevedere sanzioni appropriate qualora, a periodo di recesso scaduto, l'operatore non abbia ottemperato ai requisiti in materia di informazione stabiliti dalla direttiva.

 

Prima della firma del contratto, l’operatore dovrà attirare esplicitamente l’attenzione del consumatore sull’esistenza del diritto di recesso, sulla durata del periodo di recesso, nonché sul divieto di effettuare pagamenti anticipati durante il periodo di recesso. Le clausole contrattuali corrispondenti dovranno essere firmate separatamente dal consumatore.  L'esercizio del diritto di recesso da parte del consumatore nelle modalità stabilite dalla direttiva, comporta la cessazione degli obblighi in capo alle parti di perfezionare il contratto. Il consumatore, inoltre, non dovrà sostenere nessun costo.

 

Vietati i pagamenti anticipati

 

Gli Stati membri dovranno garantire che per la partecipazione a una multiproprietà e a prodotti per vacanze di lungo termine «sia vietato qualunque pagamento anticipato, fornitura di garanzie, imputazione di denaro su conti, riconoscimento esplicito di debito od ogni altro onere per un consumatore a favore dell’operatore o di un terzo prima della fine del periodo durante il quale il consumatore può esercitare il diritto di recesso». Sarà inoltre vietato qualunque pagamento anticipato, fornitura di garanzie, imputazione di denaro su un conto, esplicito riconoscimento di debito od ogni altro onere per un consumatore a favore dell’operatore o di un terzo per la rivendita prima che la vendita abbia effettivamente avuto luogo o che il contratto di rivendita sia terminato in altro modo.

 

Come richiesto dai deputati, per i contratti relativi a prodotti per le vacanze di lungo termine il pagamento dovrà avvenire mediante un sistema di pagamenti scaglionati. I pagamenti, comprese le quote di affiliazione, dovranno essere ripartiti in rate annuali dello stesso valore. L'operatore, inoltre, dovrà inviare una richiesta scritta di pagamento, su carta o un altro supporto durevole, con un anticipo di almeno 14 giorni di calendario rispetto alla scadenza prevista. A partire dalla seconda rata, peraltro, il consumatore potrà rescindere unilateralmente il contratto senza incorrere in alcuna sanzione, comunicando le sue intenzioni all'operatore entro 14 giorni dalla ricezione della richiesta di pagamento per ciascuna rata.
 

Risoluzione automatica e senza costi dei contratti accessori

 

Quelli "accessori" sono dei contratti attraverso i quali i consumatori acquistano servizi relativi a contratti di partecipazione a una multiproprietà od a un prodotto per le vacanze di lungo termine. Tali servizi sono forniti dall'operatore o da un terzo sulla base di un accordo tra l'operatore stesso e il terzo. La direttiva impone agli Stati membri di garantire che l’esercizio da parte del consumatore del diritto di recesso dal contratto relativo alla partecipazione a una multiproprietà o a un prodotto per le vacanze di lungo termine comporti automaticamente e senza costi la risoluzione di tutti i contratti accessori, compreso lo scambio. Se il prezzo è interamente o parzialmente coperto da un credito concesso al consumatore dall’operatore o da un terzo in base a un accordo fra il terzo e l’operatore, il contratto di credito dovrà essere revocato senza costi quando il consumatore esercita il diritto di recesso. Gli Stati membri dovranno stabilire norme dettagliate per la risoluzione di tali contratti.

 

Codici di condotta e ricorsi extragiudiziali

 

Gli Stati membri dovranno adottare le misure appropriate per informare i consumatori delle leggi nazionali di recepimento della direttiva e, se del caso, incoraggiare gli operatori e i proprietari a informare i consumatori dei propri codici di condotta. La Commissione, d'altro lato, dovrà incoraggiare le organizzazioni professionali a stilare codici di condotta a livello comunitario volti a agevolare l'applicazione della direttiva. Infine, a livello nazionale andrà incoraggiata l’elaborazione di procedure adeguate ed efficaci di reclamo e di ricorso extragiudiziali per la risoluzione delle dispute di consumo nel quadro della direttiva. Gli operatori e le loro organizzazioni settoriali, inoltre, dovranno essere stimolati a informare i consumatori in merito a questa possibilità.

 

 

Link utili

 

Proposta della Commissione
Domande e risposte sulla multiproprietà e sui prodotti per vacanze di lunga durata (Commissione europea)
L'industria europea della multiproprietà (UE 25, dati del 2001)

 

 

Riferimenti

 

Toine MANDERS (ALDE/ADLE, NL)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla tutela dei consumatori per quanto riguarda alcuni aspetti della multiproprietà, dei prodotti per le vacanze di lungo termine, della rivendita e dello scambio

Doc.: A6-0195/2008

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 22.10.2008

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SICUREZZA E DIFESA


Una risposta europea agli atti di pirateria in mare?

 

I cargo, i pescherecci e le navi da crociera che transitano dal mar Cinese Meridionale, dagli stretti di Malacca e di Singapore, dal golfo di Guinea e, soprattutto, dal Corno d'Africa, sono confrontati negli ultimi tempi a una recrudescenza di atti di pirateria che ostacolano il commercio e le attività economiche, mettendo a repentaglio l'incolumità dei beni e delle persone. Sulla base del dibattito tenutosi in Aula a fine settembre, il Paramento adotterà una risoluzione.

 

Nel corso del dibattito in Aula, Dominique Bussereau, in nome del Consiglio, ha sottolineato che i recenti atti di pirateria al largo della Somalia hanno portato i pescherecci a ritirarsi dalla zona. Ha poi rilevato la tendenza all'estensione della pirateria dalla costa verso il largo, fino alle acque internazionali, perturbando così le attività di pesca e di trasporto commerciale, ma anche le navi operanti programmi umanitari, come quelli del PAM in Somalia. Ponendo in luce che non si tratta più di azioni isolate, bensì di «una vera e propria industria del crimine», ha riportato le parole del Presidente Sarkozy: «il mondo non può accettarlo». In tale contesto, ha quindi ricordato che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha in serbo una nuova risoluzione, mentre gli Stati membri dell'UE - che si erano già impegnati nel mese di maggio a lottare assieme contro la pirateria - hanno adottato lo scorso 15 settembre un'opzione militare PESD, ipotizzando un'operazione navale.

 

In attesa di questa eventuale operazione, ha spiegato, è stata predisposta una cellula di coordinamento militare, diretta da un'ufficiale spagnolo, e composta di quattro esperti marittimi. Il suo compito consiste nell'agevolare lo scambio di informazioni tra le marine commerciali e le navi da guerra presenti in zona, e nel sostenere le azioni di sorveglianza e di protezione realizzate dagli Stati membri al largo della Somalia. La Presidenza ha quindi sottolineato la determinazione a agire dell'UE, proponendosi anche come forza propositiva a livello internazionale in materia di lotta alla pirateria. «Dobbiamo darci i mezzi per agire in maniera rapida e coordinata, al servizio degli interessi commerciali e della libera circolazione, che è principio mondiale, e dei nostri obiettivi umanitari».

 

Antonio Tajani, Vicepresidente dalla Commissione incaricato dei trasporti ha affermato anzitutto che la Commissione «condanna fermamente gli atti criminali regolarmente commessi in alcune regioni del mondo contro gli interessi degli Stati membri dell'Unione europea, sia che si tratti di atti di pirateria marittima o di attacchi armati contro le navi nelle acque soggette alla giurisdizione di uno Stato». Atti del genere, ha spiegato, «incidono non soltanto sul trasporto marittimo, ma anche sulla pesca in alto mare e sul turismo marittimo», e rendono ancor più pericolose le condizioni di vita dei marinai che esercitano già il loro lavoro in condizioni difficili. Ricordando che gli atti di pirateria sono stati registrati soprattutto nel mar Cinese Meridionale, negli stretti di Malacca e di Singapore, nel golfo di Guinea e nel Corno d'Africa, ha espresso preoccupazione sulla possibile estensione delle azioni di pirateria ad altre zone del mondo, a dimostrazione «che non si tratta di fatti occasionali» bensì di una «rete organizzata di criminali».

 

Accennato al processo consultivo informale delle Nazioni Unite svoltosi a giugno che si è occupato della questione del trattamento giuridico dei pirati in caso di cattura, ha quindi sostenuto che gli sforzi continuano ancora con la revisione in corso di tre strumenti giuridici dell'OMI in materia di prevenzione della pirateria e degli attacchi armati contro le navi, la cui conclusione è prevista nel dicembre del 2008. Ha poi informato i deputati del fatto che la Commissione sta studiando la possibilità di usare lo strumento di stabilità per sostenere iniziative regionali esistenti o in corso di elaborazione volte a «promuovere la sicurezza della navigazione marittima in quelle zone strategiche per gli interessi e gli approvvigionamenti europei». Dopo aver sottolineato l'importanza del continuo sostegno allo sviluppo concesso dalla Comunità europea ai paesi prospicienti queste zone a rischio, ha dichiarato che in tema di repressione la Commissione sostiene le iniziative dell'ONU e del Consiglio UE.

D'altra parte, ha rilevato che, ad oggi, «non esistono prove che il terrorismo si finanzi attraverso il pagamento di riscatti, però nulla ci permette di stabilire a priori che questo non sia possibile». Ha quindi espresso dubbi sull'idea di scartare questa ipotesi, «in particolare alla luce degli evidenti legami esistenti tra alcuni paesi di rifugio di pirati e l'esistenza di basi nascoste di gruppi terroristici». La Commissione, ha aggiunto, lancerà uno studio a questo riguardo, «per meglio comprendere i flussi finanziari associati al fenomeno della pirateria sui mari». «Non possiamo abbassare mai il livello di guardia nella lotta contro il terrorismo - ha insistito - e quindi ogni sospetto, anche se non possiamo dare dei giudizi aprioristici, deve essere valutato attentamente e dobbiamo mettere in campo tutte le azioni idonee ad impedire che il terrorismo possa eventualmente usufruire dell'aiuto e del sostegno organizzativo ed economico di organizzazioni criminali». Ecco perché, ha concluso, «continueremo a lavorare in sintonia con tutti i paesi membri, con il Consiglio e anche con i paesi extraeuropei particolarmente impegnati nella lotta contro la pirateria».

 

 

Link utili

 

Resoconto stenografico del dibattito in Aula (23.9.2008)

 

 

Riferimenti

 

Proposte di risoluzione - Atti di pirateria in mare

Dibattito: 23.9.2008

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BILANCI


Bilancio 2009

 

Deplorando i tagli apportati dal Consiglio a un già modesto progetto preliminare di bilancio per il 2009, una relazione all'esame dell'Aula propone di aumentare la dotazione di alcune voci prioritarie, quali la crescita e l'occupazione, la lotta ai cambiamenti climatici, la sicurezza, la politica sociale, la coesione e l'azione esterna.  Sottolinea poi che il Parlamento ha deciso di promuovere attività di informazione per le elezioni europee del 2009, coinvolgendo maggiormente i giovani.

 

La relazione di Jutta HAUG (PSE, DE) deplora gli ulteriori tagli apportati dal Consiglio a un progetto preliminare di bilancio «già modesto». Osserva infatti che gli stanziamenti d'impegno del progetto di bilancio ammontano complessivamente a 133,933 miliardi di euro, pari a una contrazione di 469 milioni di euro rispetto al progetto preliminare della Commissione. Nota poi che l'importo degli stanziamenti di pagamento, pari a 114,972 miliardi di euro, inferiore di 1,771 miliardi a quello del progetto preliminare di bilancio, rappresenta lo 0,89% del reddito nazionale lordo (RNL), «il che colloca i pagamenti a un livello minimo mai raggiunto finora».

 

I deputati propongono invece stanziamenti d'impegno per 136 miliardi di euro (1,048% dell'RNL) e stanziamenti di pagamento di poco inferiori a 124,5 miliardi. Più in particolare:

 

Rubriche

Impegni

Pagamenti

Margine lasciato dal PE

1a

Crescita e occupazione: Competitività

11.768.997.000

11.383.773.350

3.003.000

1b

Crescita e occupazione: Coesione

48.422.884.669

39.005.885.182

5.115.331

2

Risorse naturali (inclusi ambiente, agricoltura, sviluppo rurale e pesca)

58.727.582.686

56.667.034.615

911.417.314

3a

Libertà, sicurezza e giustizia

863.925.000

664.142.000

8.075.000

3b

Cittadinanza

650.963.000

701.265.000

37.000

4

L'UE come attore mondiale

7.683.930.360

8.157.011.364

69.640

5

Spese amministrative

7.700.895.269

7.700.895.269

76.104.731

6

Compensazioni per Bulgaria e Romania

209.112.912

209.112.912

887.088

 

Intendono inoltre negoziare con il Consiglio ulteriori 390 milioni per aumentare le risorse di alcune azioni esterne, come l'aiuto alimentare, l'assistenza alla ricostruzione della Palestina, dell'Afghanistan e del Kosovo. Ritengono infatti che solo «dando prova di una ferrea volontà politica» l'Unione europea sarà in grado di onorare gli impegni assunti in ambito di politica estera.

 

In generale, per il bilancio 2009, la relazione considera priorità importanti la crescita e l'occupazione, la lotta ai cambiamenti climatici e il rafforzamento dell'incolumità e della sicurezza dei cittadini dell'Unione, nonché della dimensione sociale di quest'ultima (anche attraverso l'iniziativa della crescita per l'occupazione, gli aiuti alle piccole e medie imprese e alla ricerca e all'occupazione) nonché il sostegno alla coesione interregionale. I deputati intendono quindi incrementare gli stanziamenti delle linee destinate a finanziare tali priorità, conformemente alle risoluzioni evocate in precedenza.
 

Più in particolare, la relazione sostiene che, nella sua forma attuale, il bilancio dell'Unione europea «non sia in grado di conseguire in modo efficace e realistico gli obiettivi fissati dall'Unione in materia di cambiamento climatico». Invita quindi la Commissione a presentare, entro il 15 marzo 2009, un piano ambizioso per un aumento sostanziale dei finanziamenti destinati alla lotta ai cambiamenti climatici, che preveda la creazione di un apposito fondo o di un'apposita linea di bilancio in grado di migliorare la capacità finanziaria per far fronte a tali problemi, in particolare attraverso interventi di attenuazione, adattamento e stabilizzazione. Ritiene inoltre che anche il sistema per lo scambio delle emissioni (ETS) debba essere considerato una potenziale risorsa a livello di Unione europea.

 

Riguardo alla politica sociale, la relazione, ribadendo l'importanza del principio di solidarietà all'interno dell'Unione europea, si rammarica dei tagli apportati dal Consiglio per quanto riguarda la dotazione del Fondo sociale europeo a favore della competitività e l'occupazione a livello regionale.

 

Per quanto attiene alle risorse naturali, i deputati propongono di incrementare le risorse destinate a LIFE+ e al Fondo europeo di sviluppo rurale e, in merito alla PAC, difendono l'idea che un eventuale passaggio dal primo al secondo pilastro debba rimanere finanziariamente neutra. Ritengono inoltre che i nuovi fondi istituiti – il fondo per la ristrutturazione del settore lattiero-caseario, gli eco-aiuti per la salvaguardia dell'allevamento di ovini e caprini nell'UE e lo strumento finanziario per l'adeguamento della flotta da pesca al rincaro dei prezzi dei carburanti – debbano essere finanziati principalmente a titolo degli stanziamenti inutilizzati del bilancio agricolo. Si compiacciono poi del fatto che il Consiglio e la Commissione siano disposti a istituire un programma per la frutta nelle scuole, rendendo disponibile un congruo importo annuale per combattere l'obesità e altri problemi di salute tra gli scolari.

 

La relazione plaude all'incremento delle risorse destinate alla sicurezza rispetto al bilancio 2008 e rileva l'importanza del principio di solidarietà e della garanzia del massimo livello di protezione dei diritti fondamentali. Sottolinea inoltre l'importanza di stanziare ulteriori risorse nel bilancio comunitario per la gestione dell'immigrazione regolare e l'integrazione dei cittadini di Paesi terzi, affrontando nel contempo il problema dell'immigrazione clandestina e del potenziamento della protezione alle frontiere, tra cui il rafforzamento del Fondo europeo per i rifugiati, per promuovere la solidarietà tra gli Stati membri. D'altro canto, ribadisce la propria delusione per lo scarso incremento proposto dalla Commissione per la sottorubrica relativa alla cittadinanza rispetto al 2008. E reputa inaccettabile che il Consiglio abbia ulteriormente ridotto tali "linee per i cittadini".

 

La relazione di Janusz LEWANDOWSKI (PPE/DE, PL) tratta del bilancio relativo alle istiuzioni. In tale ambito, per quanto riguarda il Parlamento europeo, sottolinea che il livello complessivo del suo bilancio ammonta al 19,67% delle spese autorizzate nell'ambito della rubrica 5 (spese amministrative) del quadro finanziario pluriennale, vale a dire che è stato mantenuto al di sotto del massimale autoimposto del 20% (ossia un risparmio di 0,9 milioni di euro rispetto alla posizione adottata nel maggio 2008).

 

I deputati rilevano poi di aver deciso di promuovere le attività di informazione svolte negli Stati membri nel quadro della sua strategia e del suo piano d'azione per le elezioni europee del 2009, accogliendo con favore l'idea di coinvolgere maggiormente i giovani nel processo di campagna elettorale, allo scopo di informare i cittadini dell'Unione europea sul ruolo del Parlamento europeo.

 

Nel riconoscere che sono stati e saranno compiuti notevoli sforzi in materia di riassegnazione del personale, al fine di limitare gli aumenti dell'organico e i relativi costi, i deputati ribadiscono il proprio fermo impegno a favore del rapido avvio del Centro visitatori. Soottolineano tuttavia che è tuttora necessario compiere degli sforzi per giungere a una soluzione soddisfacente ed efficace sul piano dei costi. Sottolineano poi che sono state adottate disposizioni finanziarie al fine di facilitare l'introduzione di un nuovo "regime" applicabile agli assistenti parlamentari e accolgono con favore il lavoro attualmente svolto per giungere a un accordo definitivo sulla questione prima della fine dell'anno.

In considerazione della notevole entità degli importi implicati, la relazione ritiene che l'autorità di bilancio debba esaminare i vincoli finanziari e i costi crescenti legati all'acquisto, alla manutenzione e al rinnovo degli edifici nel corso del prossimo anno, in particolare tenendo conto del fatto che nel 2009 entrerà in vigore lo statuto dei deputati.

 

Link utili

 

Commissione per i bilanci

 

Riferimenti

 

Jutta HAUG (PSE, DE)

Relazione sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2009 e la lettera rettificativa n. 1/2009 ((SEC(2008)2435) al progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2009 (Sezione III – Commissione)

Doc.: A6-00398/2008

&

Janusz LEWANDOWSKI (PPE/DE, PL)

Relazione sul progetto di bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2009 (Altre sezioni)

Doc.: A6-0397/2008

Procedura: Bilancio

Dibattito: 21.10.2008

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POLITICA REGIONALE


A quando il nuovo Fondo di solidarietà?

 

Un'interrogazione alla Commissione aprirà un dibattito in Aula riguardo al Fondo di solidarietà dell'UE, lo strumento finanziario volto a sostenere le regioni colpite da calamità naturali. I deputati chiedono perché la revisione del Fondo è arenata da più di due anni al Consiglio, nonostante il Parlamento si sia già pronunciato, e quali sono le posizioni degli Stati membri al riguardo.

 

La proposta della Commissione europea che modifica il regolamento 2012/2002 sul Fondo di solidarietà dell'Unione europea è stata lasciata in sospeso dal Consiglio per più di due anni a partire dalla prima lettura del Parlamento europeo. Per quest'ultimo è invece di fondamentale importanza poter disporre di un regolamento sul Fondo di solidarietà che risponda adeguatamente alle sfide e che permetta all'Unione di fornire una pronta ed efficiente assistenza agli Stati membri colpiti da catastrofe.

 

Il Presidente della commissione parlamentare per lo sviluppo regionale, Gerardo GALEOTE QUECEDO (PPE/DE, ES), porrà quindi i seguenti quesiti alla Commissione:

  • Può la Commissione rendere note al Parlamento le cause che impediscono al Consiglio di raggiungere una posizione comune?

  • Quali sono gli Stati membri favorevoli all'approccio del Parlamento e della Commissione europea e quali gli Stati che non sono disposti ad accettare la riforma del Fondo di solidarietà? Sulla base di quali motivi?

  • Prevede la Commissione europea che in futuro sarà intrapresa qualche azione o iniziativa politica in grado di sbloccare la situazione?

  • La relazione di Michel Barnier "Per una forza europea di protezione civile: Europe Aid" è stata pubblicata nel 2006, ricevendo il pieno sostegno del Parlamento relativamente alla creazione di una Forza europea di protezione civile. Tale proposta è strettamente legata alla riforma del Fondo di solidarietà, ma fino ad ora non abbiamo riscontrato alcun seguito.

  • Prevede la Commissione europea di intraprendere un'iniziativa legislativa in materia?

 

 

Background - il Fondo di solidarietà dell'UE

 

Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE), è uno strumento finanziario supplementare, distinto dagli altri strumenti strutturali, che è stato creato a seguito delle alluvioni che hanno devastato i paesi dell’Europa centrale nell’agosto 2002. La torrida estate del 2003, che ha avuto conseguenze particolarmente drammatiche nelle regioni mediterranee colpite da siccità e incendi, ha confermato l’importanza di un’efficace organizzazione della solidarietà europea in caso di calamità. Per maggiori informazioni sul fondo di solidarietà si veda il sito indicato più sotto.

 

Link utili

 

Proposta della Commissione
Prima lettura del Parlamento
Sito sul Fondo di solidarietà

Riferimenti

 

Interrogazione orale - Fondo di solidarietà dell'Unione europea: ostacoli alla riforma

Doc.: O-0092/2008

Procedura: Interrogazione orale

Dibattito: 22.10.2008

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RELAZIONI ESTERNE


Dialogo interculturale: Sampaio al Parlamento europeo

 

L'Alto rappresentante dell'Alleanza delle civilizzazioni, l'ex Presidente portoghese Jorge Sampaio, si rivolgerà all'Aula in seduta solenne nel quadro dell'Anno europeo del dialogo interculturale. E' in tale ambito che i deputati hanno già potuto ascoltare il Gran Muftì di Siria, la relatrice ONU sulla libertà religiosa e il Patriarca di Costantinopoli. Tra gli altri, il Parlamento ha invitato il Papa, il Dalai Lama e il Segretario Generale dell'ONU, nonché i presidenti palestinese e israeliano.

 

L'Alleanza delle Civilizzazioni - costituita nel 2005 su iniziativa dei governi spagnolo e turco, sotto gli auspici dell'ONU - ha lo scopo di migliorare la comprensione e la cooperazione tra le nazioni e i popoli di diversa cultura e religione e, in tale ambito, di aiutare a contrastare le forze che alimentano la polarizzazione e l'estremismo.

 

Nell'aprile 2007, il Segretario generale delle Nazioni Unite ha nominato quale Alto rappresentante dell'Alleanza Jorge Sampaio, ex Presidente portoghese. L'Alleanza è sostenuta da un Gruppo di Amici, una comunità di oltre 85 Stati membri, organizzazioni e soggetti internazionali. Lavorando in partenariato con governi, organizzazioni internazionali e regionali, gruppi della società civile e il settore privato, l'Alleanza sostiene una serie di progetti e iniziative volte a gettare ponti tra le diverse culture e comunità.

 

Background

 

Il 2008 è l'Anno europeo del dialogo interculturale. L'obiettivo dell'Anno europeo è quello di favorire la comprensione reciproca e la convivenza. Vengono esaminati i vantaggi della diversità culturale, di una partecipazione attiva dei cittadini alle questioni europee e si tenta di stimolare il senso di appartenenza all'Europa. Si tratta di un'iniziativa congiunta dell'Unione europea, degli Stati membri e della società civile europea.

 

La Conferenza dei Presidenti dei gruppi politici ha peraltro deciso di organizzare nel corso dell'anno alcune settimane dedicate alla cultura araba ed africana (8-12 settembre), nonché di invitare in seduta solenne Mahmoud Abbas, Presidente dell'Autorità palestinese, Shimon Peres, Presidente di Israele e il Papa Benedetto XVI. Un invito è stato inoltre rivolto a John Kufuor, Presidente del Ghana e dell'Unione Africana, a Ban Ki Moon, Segretario generale dell'ONU, al Dalai Lama e a Jonathan Sachs, Grande Rabbino del Regno Unito. Il Gran Muftì di Siria, la relatrice speciale dell'ONU sulla libertà di religione e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli si sono rivolti all'Aula nei mesi scorsi.

 

Per favorire l'integrazione del dialogo interculturale nelle attività del Parlamento europeo nel corso del 2008, è stato inoltre deciso di incoraggiare anche l'organizzazione di iniziative supplementari, come la partecipazione di importanti personalità del mondo culturale e artistico. Le commissioni parlamentari sono poi state invitate a prodigare uno sforzo speciale per integrare il dialogo interculturale nelle loro attività.

 

Link utili

 

Portale dell'Anno europeo del dialogo interculturale
Decisione relativa all'Anno europeo del dialogo interculturale (2008)
Portale dell'Alleanza delle civilizzazioni
Biografia di Jorge Sampaio (in inglese)
 

Riferimenti

 

Seduta solenne - Rappresentanza dell'ONU per l'alleanza delle civiltà

Allocuzione di Jorge Sampaio, Alto rappresentante dell'ONU per l'alleanza delle civiltà

22.10.2008

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CULTURA


Premio Lux, il Parlamento sostiene il cinema europeo

 

Delta, Le silence de Lorna e Obcan Havel, sono i tre film che si contendono l'edizione 2008 del Premio LUX, il riconoscimento del Parlamento europeo volto ad incoraggiare il cinema europeo e la sua diffusione. Alla presenza dei registi, il Presidente consegnerà il premio al film che avrà ottenuto il maggior numero di voti da parte dei deputati cinefili. Il vincitore otterrà un sostegno del valore di circa 87.000 euro per sottotitolare il film nelle 23 lingue ufficiali dell'UE.

 

I tre finalisti provengono da una selezione di 10 film, realizzata da una giuria indipendente composta di 17 membri scelti fra produttori cinematografici professionisti, distributori, operatori, direttori di festival, critici, ecc.. Per potersi qualificare, il film deve illustrare l'universalità dei valori europei e/o la diversità della cultura europea e/o evidenziare il processo di costruzione dell'Europa.

 

I finalisti 2008

 

Delta (2008, 92') di Kornél MUNDRUCZÓ (Germania, Ungheria). Il film narra la storia di un giovane uomo taciturno che ritorna alla natura isolata e selvaggia del Delta, un labirinto di vie navigabili, di isolotti e di vegetazione lussureggiante che isola la popolazione locale dal resto del mondo. Qui incontra una sorella della quale ignorava l'esistenza e fra loro nasce una relazione che però non è accettata dagli abitanti del paese.

 

Le silence de Lorna (2008, 105') di Jean-Pierre e Luc DARDENNE (Belgio, Regno Unito, Francia, Italia). Il film parla di Lorna, una giovane donna albanese che vive in Belgio. Per diventare proprietaria - insieme al suo fidanzato - di una paninoteca, diventa complice del diabolico piano di un criminale di nome Fabio.

 

Obcan Havel (2008, 119') di Miroslav JANEK e Pavel KOUTECKÝ (Republica ceca). Il film esamina la politica internazionale della fine del ventesimo secolo ed inizio del ventunesimo ma anche gli eventi in un paese post-totalitario durante la sua transizione verso la democrazia. Václav Havel è stato un personaggio importante per i grandi cambiamenti verificatisi nell'Europa centrale e dell'Est negli anni '90. Il film illustra il suo operato e l'influenza da lui esercitata sia nel suo paese sia a livello internazionale.

 

I quattro registi e la protagonista di "Obcan Havel", l'attrice Orsi Tóth, assisteranno alla cerimonia.

 

 

Link utili

 

Sito del Premio Lux

 

 

Riferimenti

 

Consegna del Premio Lux

22.10.2008

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Ordine del giorno 20 - 23 ottobre 2008

Strasburgo

L'ordine del giorno, che può subire modifiche, è disponibile sul sito.

 

Codici delle procedure parlamentari

 

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

 

 

Abbreviazioni

 

BE

Belgio

IT

Italia

PL

Polonia

CZ

Repubblica ceca

CY

Cipro

PT

Portogallo

DK

Danimarca

LV

Lettonia

SI

Slovenia

DE

Germania

LT

Lituania

SK

Slovacchia

EE

Estonia

LU

Lussemburgo

FI

Finlandia

EL

Grecia

HU

Ungheria

SE

Svezia

ES

Spagna

MT

Malta

UK

Regno Unito

FR

Francia

NL

Olanda

BG

Bulgaria

IE

Irlanda

AT

Austria

RO

Romania

 

 

Gruppi politici

 

PPE/DE

Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei

PSE

Gruppo socialista al Parlamento europeo

ALDE/ADLE

Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

Verdi/ALE

Gruppo Verde/Alleanza libera europea

GUE/NGL

Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

IND/DEM

Gruppo Indipendenza/Democrazia

UEN

Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni"

NI

Non iscritti

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Deputati al Parlamento europeo

Situazione al 16.10.2008
 

 

PPE/DE

PSE

ALDE/ADLE

Verdi/ALE

UEN

GUE/NGL

IND/DEM

NI

Totale

BE

6

7

6

2

 

 

 

3

24

BG

5

5

5

 

 

 

 

3

18

CZ

14

2

 

 

 

6

1

1

24

DK

1

5

4

1

1

1

1

 

14

DE

49

23

7

13

 

7

 

 

99

EE

1

3

2

 

 

 

 

 

6

IE

5

1

1

 

4

1

1

 

13

EL

11

8

 

 

 

4

1

 

24

ES

24

24

2

3

 

1

 

 

54

FR

18

31

10

6

 

3

3

7

78

IT

24

16

12

2

13

7

 

3

77

CY

3

 

1

 

 

2

 

 

6

LV

3

 

1

1

4

 

 

 

9

LT

2

2

7

 

2

 

 

 

13

LU

3

1

1

1

 

 

 

 

6

HU

13

9

2

 

 

 

 

 

24

MT

2

2

 

 

 

 

 

 

4

NL

7

7

5

4

 

2

2

 

27

AT

6

7

1

2

 

 

 

2

18

PL

15

9

6

 

19

 

3

2

54

PT

9

12

 

 

 

3

 

 

24

RO

18

10

6

1

 

 

 

 

35

SI

4

1

2

 

 

 

 

 

7

SK

8

3

 

 

 

 

 

3

14

FI

4

3

5

1

 

1

 

 

14

SE

6

5

3

1

 

2

2

 

19

UK

27

19

11

5

 

1

8

7

78

Totale

288

215

100

43

43

41

22

31

783

 

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