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RESOCONTO

 

14 luglio 2009

Strasburgo

 

 

 


Buzek è il nuovo Presidente del Parlamento europeo


Con 555 voti sui 644 voti validi (713 i totali), il popolare polacco Jerzy Buzek è stato eletto, al primo turno, nuovo Presidente del Parlamento per i prossimi due anni e mezzo. L'elezione è frutto di un accordo tra i tre principali gruppi al Parlamento europeo, che prevede l'elezione di un membro dell'S&D per la seconda parte della legislatura.  L'altra candidata, Eva-Britt Svensson del gruppo della sinistra unitaria, ha ottenuto 89 voti. Sono state 69 le schede nulle o bianche.

Con le acclamazioni dell'Aula e preso posto al banco della Presidenza, Jerzy BUZEK ha ringraziato i colleghi, auspicando di non deludere coloro che lo hanno votato e di poter lavorare assieme anche a quelli che hanno espresso un'altra preferenza. Il Presidente ha poi definito «straordinario» il gesto di Mario MAURO e Graham WATSON di ritirarsi dalla competizione per garantire «la compattezza» del Parlamento. Sottolineando l'importanza che i primo attribuisce ai diritti umani, ha ricordato che in Polonia è nato Solidarnosc, «un grande movimento a favore dei diritti umani», grazie anche «agli insegnamenti di Papa Giovanni Paolo II». Ha quindi garantito che i diritti umani saranno una priorità durante la sua Presidenza. Al secondo ha assicurato che farà tutto il possibile per avvicinare l'UE ai cittadini promuovendo le riforme.

Nel ricordare che oggi si celebra il 220° anniversario della rivoluzione francese, il Presidente ha affermato che le parole "liberté, égalité, fraternité" continuano ad essere importanti nell'Europa di oggi. La propria elezione, ha spiegato, è un segnale importante per i paesi dell'Est e un omaggio ai cittadini che non si sono arresi. Venti anni fa, ha proseguito, Solidarnosc ha vinto la lotta per una Polonia libera, poi è caduto il muro di Berlino: ciò è stato possibile anche grazie al sostegno dell'Europa occidentale. A cinque anni dall'adesione, ha poi sottolineato, non si parla più di "noi" e "voi", distinguendo tra Est e Ovest, ma di «nostra Europa».

Il Presidente ha poi posto in luce l'esigenza di rispondere alla fiducia dei cittadini aiutandoli a uscire dalla crisi, creando occupazione, garantendo loro l'approvvigionamento energetico e tutelandoli dai cambiamento climatici. A tale fine, e per rafforzare le partnership con il resto del mondo, l'Europa ha bisogno del trattato di Lisbona. Ricordando in seguito che era donna, Simone Veil, il primo presidente del Parlamento europeo eletto a suffragio universale diretto, ha sostenuto che non bisogna mai dimenticare di permettere alle donne di conciliare il lavoro e la vita familiare: «una sfida da affrontare a livello europeo». In conclusione, il Presidente ha annunciato che illustrerà il suo programma politico all'Aula nel corso della sessione di settembre. Ha quindi ringraziato calorosamente il suo predecessore per quanto svolto a favore dell'Europa e gli ha donato una statuetta raffigurante Santa Barbara, patrona dei minatori, scolpita nel carbone.

Interventi in nome dei gruppi politici

Joseph DAUL (PPE, FR) ha espresso la propria gioia per il fatto che, per la prima volta, «non c'è più un'Europa dell'Est e una dell'Ovest» e che Buzek rappresenta un «forte simbolo di unità».

Martin Schulz (S&D, DE), sottolineando come il suo gruppo abbia sostenuto la candidatura di Buzek, ha definito «storica» la sua elezione, a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino e a 6 dall'adesione all'UE dei paesi dell'Europa centrale e orientale. Ciò, ha detto, dimostra che il sogno della democrazia e della libertà può diventare realtà».

Guy Verhofstadt (ALDE, BE) ha affermato che il nuovo Presidente può contare sul pieno sostegno dell'ALDE per i prossimi anni affinché si possa arrivare a un'UE più integrata che utilizzi il metodo comunitario. Buzek dovrà affrontare sfide difficili, come la ratifica del trattato di Lisbona e la crisi economica, ma «è sostenuto da una grande maggioranza europeista» della quale dovrà avvalersi, in particolare quando si rivolgerà al Consiglio europeo.

Rebecca HARMS (Verdi/ALE, DE) ha affermato che, vista la sua carriera politica, Buzek si è meritato l'elezione. Il nuovo Presidente, ha detto, rafforzerà i ponti tra Est e Ovest e si adopererà per l'unità europea e per riavvicinare i cittadini.

Timothy KIRKHOPE, (ECR, UK), congratulandosi con il nuovo Presidente, si è detto certo che egli darà il suo sostegno ai valori del Parlamento e accompagnerà le riforme necessarie all'Europa.

Lothar BISKY (GUE/NGL, DE) si è detto favorevole ad un'unione più stretta tra l'Europa orientale e occidentale, sottolineando l'importanza del ruolo della cultura polacca all'interno dell'Unione europea.

Nigel FARAGE (EFD, UK) dopo aver espresso le sue congratulazioni a Buzek, ha condannato le modalità di elezione del Presidente definendole «un inganno» dei principali gruppi. Ha inoltre contestato l'utilizzo dei simboli europei, come la bandiera e l'inno.

Bruno GOLLNISCH (NI, FR) ha rilevato come l'elezione del Presidente è il frutto di un accordo tra due gruppi che si contrappongono durante le elezioni ma che poi co-gestiscono il Parlamento.

Intervento in nome della Commissione europea

José Manuel BARROSO si è congratulato con Buzek sia a livello personale sia in nome dell'intero Esecutivo. Ha quindi dichiarato che il nuovo Presidente rappresenta «il candidato ideale in vista del ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino e del quinto anniversario dell'allargamento dell'UE all'Europa centrale e orientale». Si è detto ansioso di lavorare con lui per costruire «un'Europa più forte basata sulla solidarietà».

Dibattito prima del turno di votazione - presentazione dei candidati

Dichiarata aperta la prima seduta della settima legislatura, il Presidente uscente Hans-Gert PÖTTERING ha chiesto ai colleghi di alzarsi per ascoltare l'inno europeo. In seguito ha dato il benvenuto ai deputati sottolineando come poco più della metà di essi sono eletti per la prima volta. Ha anche evidenziato con piacere che circa il 35% dei deputati sono donne. Infine, ricordando che 170 milioni di cittadini hanno partecipato alle ultime elezioni, ha ribadito che i deputati debbono lavorare per l'unione del continente, basata su valori quali la dignità dell'uomo, lo Stato di diritto, i diritti dell'uomo e la pace.

Pöttering ha poi confermato la costituzione di sette gruppi politici:

  1. Gruppo del Partito popolare europeo (Democratico cristiano) - PPE
  2. Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo - S&D
  3. Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa - ALDE
  4. Gruppo Verde/Alleanza libera europea - Verdi /ALE
  5. Conservatori e Riformisti europei - ECR
  6. Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica - GUE/NGL
  7. Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia - EFD

Ha quindi chiesto ai due candidati di presentarsi.

Eva-Britt Svensson (GUE/NGL, SE) ha sottolineato la grande responsabilità che incombe sul nuovo Parlamento nella costruzione di un'Europa dei cittadini. Per parlare di vera democrazia, ha spiegato, è necessaria maggiore trasparenza e una discussione aperta. A suo parere, per poter affrontare le prossime sfide occorrono soluzioni politiche nuove che tutelino dal dumping sociale, impediscano l'esclusione sociale e coinvolgano tutti i cittadini, senza discriminarne nessuno. E' anche necessario creare nuovo posti di lavoro "verdi" promuovendo gli investimenti nelle nuove tecnologie ecocompatibili, contribuendo alla crescita economica e bloccando i cambiamenti climatici. La deputata ha poi dichiarato di volere un'Europa con una politica di asilo e immigrazione «umana», un'UE della molteplicità che tuteli tutti i cittadini e si assuma le sue responsabilità per la difesa dei diritti umani. Rallegrandosi dell'accresciuta presenza femminile al Parlamento europeo, ha poi auspicato una migliore difesa dei diritti delle donne e una loro maggiore influenza.

Jerzy Buzek (PPE, PL) ha anzitutto sottolineato che i deputati presenti rappresentano circa mezzo miliardo di cittadini e hanno quindi una grande responsabilità. Ricordando di avere iniziato la sua attività politica nel sindacato Solidarnosc, ha evidenziato il suo ruolo nei negoziati di adesione della Polonia all'UE quando era primo ministro dal 1997 al 2001. Deputato europeo dal 2004, ha affermato di essersi occupato principalmente di nuove tecnologie, energia, cambiamenti climatici e partnership orientale: «temi che saranno prioritari anche nei prossimi anni». Ha quindi posto in luce l'esigenza di approvare il Trattato di Lisbona per migliorare l'attività del Parlamento europeo e permettere all'UE di essere protagonista sulla scena internazionale. Infine, ha esortato tutti i colleghi a fare di tutto per migliorare la reciproca comprensione dei cittadini affinché superino la crisi di fiducia.

Background

Attribuzioni del Presidente

Il Presidente ha il compito di dirigere l'insieme dei lavori del Parlamento e dei suoi organi, dispone di tutti i poteri necessari per presiedere alle deliberazioni e per assicurarne il buon svolgimento. Il Presidente apre, sospende e toglie le sedute. In tale ambito, tra i suoi poteri rientra anche quello di porre fine a un eccessivo ricorso a prassi quali richiami al regolamento, mozioni di procedura e dichiarazioni di voto, nonché richieste di votazioni distinte, per parti separate o per appello nominale, nei casi in cui egli ritenga «che vi sia il chiaro intento di pregiudicare in modo grave e duraturo lo svolgimento dei lavori dell'Aula o i diritti degli altri deputati».

Il Presidente, inoltre, decide in merito alla ricevibilità degli emendamenti e delle interrogazioni al Consiglio e alla Commissione nonché alla conformità delle relazioni con il regolamento interno del Parlamento. Fa osservare il regolamento, mantiene l'ordine, concede la facoltà di parlare, dichiara chiuse le discussioni, mette le questioni ai voti e proclama i risultati delle votazioni. Nel caso di infrazioni all'ordine o di turbativa dell'attività del Parlamento «con modalità eccezionalmente gravi», previa consultazione del deputato interessato, il Presidente adotta con decisione motivata una sanzione adeguata. Il Presidente può prendere la parola in una discussione solo per esporre lo stato della questione e richiamare alla medesima. Se intende partecipare a un dibattito, è allora tenuto ad abbandonare il seggio presidenziale e può farvi ritorno solo al termine della discussione.

Il Presidente è a capo dell'Ufficio di Presidenza (il cosiddetto «bureau»), cui fanno parte anche i quattordici vicepresidenti e, con funzioni consultive, i questori. Nell'ambito delle deliberazioni del bureau, in caso di parità di voti «il voto del Presidente è preponderante». Egli inoltre partecipa alle riunioni della Conferenza dei presidenti, composta dai presidenti dei gruppi politici costituitesi in seno al Parlamento. Il Presidente rappresenta il Parlamento nelle relazioni internazionali, nelle cerimonie e negli atti amministrativi, giudiziari o finanziari. Ad esempio, spetta al Presidente firmare gli atti legislativi adottati congiuntamente dal Parlamento europeo dal Consiglio e proclamare l'adozione del bilancio UE.

La carica di Presidente, così come qualsiasi altro incarico al quale sia stato eletto un deputato, può essere revocata dal Parlamento, su proposta della Conferenza dei presidenti dei gruppi politici, qualora si ritenga che il deputato in questione abbia commesso «una colpa grave». Il Parlamento, se del caso, delibera con una maggioranza di due terzi dei voti espressi che rappresenti la maggioranza dei deputati che lo compongono.

I Presidenti del PE dal 1952 ad oggi

Presidenti dell'Assemblea comune dal 1952 al 1958

1952 - 1954    :           Paul-Henri SPAAK (Soc, B)
1954                :           Alcide DE GASPERI (CD, I)
1954 - 1956    :           Giuseppe PELLA (CD, I)
1956 - 1958    :           Hans FURLER (CD, D)
 

Presidenti del Parlamento europeo dal 1958 al 1979

1958 - 1960    :           Robert SCHUMAN (CD, F)
1960 - 1962    :           Hans FURLER (CD, D)
1962 - 1964    :           Gaetano MARTINO (L, I)
1964 - 1965    :           Jean DUVIEUSART (CD, B)
1965 - 1966    :           Victor LEEMANS (CD, B)
1966 - 1969    :           Alain POHER (CD, F)
1969 - 1971    :           Mario SCELBA (CD, I)
1971 - 1973    :           Walter BEHRENDT (Soc, D)
1973 - 1975    :           Cornelis BERKHOUWER (L, NL)
1975 - 1977    :           Georges SPENALE (Soc, F)
1977 - 1979    :           Emilio COLOMBO (CD, I)

Presidenti del Parlamento europeo dopo le elezioni a suffragio universale

1979 - 1982    :           Simone VEIL (LDR, F)
1982 - 1984    :           Pieter DANKERT (PSE, NL)
1984 - 1987    :           Pierre PFLIMFIN (PPE, F)
1987 - 1989    :           Lord Henry PLUMB (DE, UK)
1989 - 1992    :           Enrique Baron CRESPO (PSE, E)
1992 - 1994    :           Egon KLEPSCH (PPE, D)
1994 - 1997    :           Klaus HÄNSCH (PSE, D)
1997 - 1999    :           Jose Maria GIL ROBLES (PPE, E)
1999 - 2002    :           Nicole FONTAINE (PPE, F)
2002 - 2004    :           Pat COX (ELDR, IRL)
2004 - 2007    :           Josep BORRELL (PSE, ES)
2007 - 2009    :           Hans-Gert PÖTTERING (PPE/DE, DE)

Link utili

Regolamento del Parlamento europeo

Risultati delle elezioni

Sito personale di Jerzy Buzek (in inglese)

Scheda personale di Jerzy Buzek

Sito personale di Eva-Britt Svensson (in inglese)

Scheda personale di Eva-Britt Svensson

Riferimenti

Elezione del Presidente del Parlamento europeo
Votazione: 14.7.2009

 
Eletti i 14 Vicepresidenti: Angelilli e Pittella gli italiani


L'Aula ha eletto i nuovi 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, di cui cinque appartengono al PPE/DE, cinque al S&D, due all'ALDE e uno ciascuno ai Verdi/ALE e all'ECR. Oltre ai due vicepresidenti italiani - Roberta Angelilli e Gianni Pittella - ve ne sono tre tedeschi, due spagnoli, due greci, due britannici, un belga, un ungherese e un ceco. Le donne sono sei.

In base ai voti ottenuti, è stato stabilito il seguente ordine di precedenza dei quattordici vicepresidenti:

Eletti al primo turno (701 votanti, 684 voti validi, maggioranza richiesta: 343 voti)

  1. Gianni PITTELLA (S&D, IT), con 360 voti
  2. Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU (PPE, EL), con 355 voti
  3. Stavros LAMBRINIDIS (S&D, EL), con 348 voti

Eletti al terzo turno (656 votanti, 644 voti validi, maggioranza semplice)

  1. Miguel Angel MARTÍNEZ MARTÍNEZ (S&D, ES), con 327 voti
  2. Alejo VIDAL-QUADRAS ROCA (PPE, ES), con  308 voti
  3. Dagmar ROTH-BEHRENDT (S&D, DE), con 287 voti
  4. Libor ROUČEK (S&D, CZ), con 278 voti
  5. Isabelle DURANT (Verdi, BE), con  276 voti
  6. Roberta ANGELILLI (PPE, IT), con 274 voti
  7. Diana WALLIS (ALDE, UK), con  272 voti
  8. Pál SCHMITT (PPE, HU), con 257 voti
  9. Edward McMILLAN-SCOTT (ECR, UK), con 244 voti
  10. Rainer WIELAND (PPE, DE), con  237 voti
  11. Silvana KOCH-MEHRIN (ALDE, DE), con 186 voti

Attribuzioni dei vicepresidenti

Un vicepresidente può sostituire il Presidente in caso di assenza o di impedimento di quest'ultimo, oppure se egli intende partecipare a una discussione in plenaria. Il Presidente, inoltre, può delegare ai vicepresidenti qualsiasi funzione, come quella di rappresentare il Parlamento in relazione a cerimonie o atti determinati. In particolare, un vicepresidente può essere incaricato di decidere sulla ricevibilità delle interrogazioni parlamentari che si intendono rivolgere alla Commissione e al Consiglio e dell'ordine in cui devono essere trattate, nonché di trasmettere alle istituzioni interessate le interrogazioni scritte ad esse rivolte. Tre vicepresidenti, appartenenti ad almeno due gruppi politici diversi, sono inoltre nominati dai gruppi politici come membri permanenti della delegazione del Parlamento al Comitato di conciliazione, per un periodo di dodici mesi.

L'Ufficio di presidenza

L'Ufficio di presidenza del Parlamento (il «bureau») si compone del Presidente, dei quattordici vicepresidenti e, con funzioni consultive, dei questori. Nelle sue deliberazioni, in caso di parità di voti, il voto del Presidente è preponderante. Il bureau è l'organo di direzione regolamentare del Parlamento. E' ad esso che spetta adottare le decisioni di carattere finanziario, organizzativo e amministrativo concernenti i deputati, l'organizzazione interna del Parlamento, il suo Segretariato e i suoi organi.

Per quanto riguarda l'attività parlamentare, l'Ufficio di presidenza disciplina le questioni relative allo svolgimento delle sedute e stabilisce le norme di comportamento, i diritti e i privilegi degli ex deputati. Inoltre, è compito del bureau esaminare i ricorsi dei deputati contro le sanzioni disciplinari decise dal Presidente. Gli spetta anche fissare le direttive per i questori riguardo ai loro compiti amministrativi e finanziari concernenti direttamente i deputati. Salvo disposizione contraria, emana le norme di esecuzione dello Statuto dei deputati al Parlamento europeo.

All'Ufficio di presidenza spetta designare due vicepresidenti ai quali è affidato il compito di curare le relazioni con i parlamenti nazionali. Essi riferiscono regolarmente alla Conferenza dei presidenti (dei gruppi politici) sulle loro attività in materia. Il Presidente e/o l'Ufficio di presidenza possono affidare a uno o più membri del bureau compiti generali o particolari rientranti nelle loro competenze. Allo stesso tempo vengono determinate le modalità di esecuzione di tali compiti. Inoltre, il bureau è l'organo competente ad autorizzare le riunioni di commissione al di fuori dei luoghi abituali di lavoro, le audizioni, nonché i viaggi di studio e di informazione effettuati dai relatori.

L'Ufficio di presidenza fissa le disposizioni relative alla concessione, all'esecuzione e al controllo della segreteria e delle strutture amministrative, degli stanziamenti e delle relative deleghe dei poteri di esecuzione del bilancio di cui dispongono i gruppi politici. Riguardo ai deputati che non fanno parte di nessun gruppo politico (i «non iscritti»), l'Ufficio di presidenza definisce le modalità con cui essi dispongono di una segreteria, disciplina la loro posizione e le loro prerogative parlamentari e fissa le disposizioni relative alla concessione, all'esecuzione e al controllo degli stanziamenti previsti nel bilancio del Parlamento per le spese di segreteria e le strutture amministrative messe a loro disposizione.

Riguardo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici a livello europeo, il bureau ha la responsabilità di fissare le modalità di applicazione del relativo regolamento. Sempre in tale ambito, poi, decide in merito alla domanda di finanziamento presentata dal partito politico a livello europeo nonché alla ripartizione degli stanziamenti fra i partiti politici beneficiari. Esso stabilisce un elenco dei beneficiari e degli importi assegnati. L'Ufficio di presidenza può decidere l'eventuale sospensione o riduzione di un finanziamento e l'eventuale recupero delle somme indebitamente riscosse. Una volta concluso l'esercizio di bilancio, il bureau approva la relazione di attività finale e i conteggi finanziari finali del partito politico beneficiario. Allorché il Parlamento constata che un partito politico a livello europeo non rispetta più i principi di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché dello Stato di diritto, l'Ufficio di presidenza ne sancisce l'esclusione dal finanziamento.

Per quanto riguarda all'organizzazione interna del Parlamento, il bureau nomina il Segretario generale e stabilisce l'organigramma del Segretariato generale (l'amministrazione), i regolamenti relativi alla situazione amministrativa e finanziaria dei dipendenti di ruolo e degli altri agenti, nonché il progetto preliminare di stato di previsione delle spese del Parlamento.

L'Ufficio di presidenza, infine, stabilisce norme atte ad assicurare che tutti i documenti del Parlamento siano registrati e stila un elenco delle categorie di documenti direttamente accessibili. Può inoltre adottare norme, che disciplinano le modalità di accesso ai documenti e che sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale.

Link utili

Scheda personale di Roberta Angelilli
Scheda personale di Gianni Pittella
Gli organi politici del Parlamento europeo

Riferimenti

Elezione dei vicepresidenti del Parlamento europeo
Votazione: 14.7.2009

 
 
 
 

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