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Avvio dei negoziati di adesione con la Turchia

Consenso della Commissione europea con una serie di raccomandazioni

Bruxelles, 6 ottobre 2004 - La Commissione europea ha espresso oggi il proprio consenso all’avvio dei negoziati  di adesione con la Turchia, un consenso, però, “accompagnato da una serie di raccomandazioni per quanto riguarda il controllo e la verifica della situazione nel paese e sul modo di condurre i negoziati”. La Commissione, infatti, raccomanda di seguire, nell’avvio e nella gestione delle trattative, una strategia basata su tre punti fondamentali.

Il primo punto riguarda il completo rispetto dei criteri politici di Copenaghen. In Turchia è già in atto un processo di riforme di immensa portata che ha mobilitato tutta la società turca. “Sul piano dei testi fondamentali relativi all’organizzazione della democrazia, sul piano dell’adesione alle diverse convenzioni internazionali e sul piano del diritto interno – ha ricordato il presidente della Commissione, Romano Prodi – la Turchia ha raggiunto, o meglio raggiungerà, con l’entrata in vigore del nuovo Codice penale appena adottato dal Parlamento, il livello richiesto dalle norme europee in materia”. Tuttavia, molto resta ancora da fare per avvicinare la realtà concreta a quella dei paesi Ue. Passi avanti vanno fatti su temi cruciali come la tortura, i diritti della donna, i diritti sindacali, la libertà religiosa e la libertà di espressione.

Una verifica annuale degli sforzi di Ankara sarà necessaria a partire dal 2005. Se l’iter di adeguamento ai criteri di Copenaghen dovesse subire una frenata, soprattutto in relazione ai principi della libertà, della democrazia e del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto, la Commissione potrà in qualsiasi momento raccomandare la sospensione dei negoziati e rimettere la questione al Consiglio, che deciderà a maggioranza qualificata.

Il secondo punto riguarda in modo specifico la gestione dei negoziati, che avranno luogo nell’ambito di una Conferenza intergovernativa in cui sarà richiesta l’unanimità e la piena partecipazione di tutti gli Stati membri. Il Consiglio dovrà fissare dei criteri minimi che la Turchia dovrà soddisfare per la chiusura di ogni negoziato e, in alcuni casi, anche per la loro apertura. Il recepimento delle varie parti dell’acquis comunitario, ad esempio, dovrà essere completo prima dell’avvio dei negoziati relativi a quelle parti stesse. Potranno inoltre essere fissati lunghi periodi di transizione, soprattutto in materia di politiche strutturali, agricoltura e libera circolazione dei lavoratori.

Il terzo punto, infine, riguarda la necessità di rafforzare il dialogo politico e culturale fra i cittadini degli attuali Stati membri e i cittadini turchi. Il ruolo più importante dovrà essere svolto dalla società civile, aiutata in questo dalle istituzioni comunitarie che presenteranno delle proposte su come supportare questo dialogo.

Il documento presentato a Bruxelles contiene anche una valutazione dell’impatto dell’adesione di Ankara sugli attuali assetti dell’Unione europea. “Il bilancio globale è positivo. Tenuto conto di tutti i fattori – ha dichiarato Prodi - riteniamo che l’ingresso della Turchia possa costituire un apporto positivo all’Unione. Tuttavia le dimensioni del paese, la sua situazione geografica e le tradizioni di potere regionale, le capacità di difesa, la crescita demografica, il livello attuale di sviluppo, le disparità regionali, le infrastrutture e la consistenza della componente agricola e rurale della sua popolazione sono tutti elementi che impongono riflessioni approfondite e ovvie precauzioni nella conduzione delle trattative per evitare che l’integrazione della Turchia possa compromettere la costruzione che abbiamo intrapreso da oltre cinquant’anni”.

Anche l’impatto finanziario di questa adesione è stato oggetto di valutazione. “La principale conclusione politica che si ricava da tale stima - ha concluso Prodi - è che è inconcepibile inserire l’integrazione della Turchia nelle prospettive finanziarie 2007-2013 su cui sono già iniziati i negoziati sulla base delle proposte che la Commissione ha formulato qualche mese fa. Ciò significa che le trattative sui capitoli con incidenza finanziaria del trattato di adesione con la Turchia potranno essere avviate soltanto sulla base delle prospettive per il periodo successivo”. Questo orientamento è coerente con il ritmo prudente che la Commissione propone di dare ai negoziati.

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