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Le iniziative della Commissione europea
per la pesca sostenibile nel Mediterraneo

Bruxelles, 9 ottobre 2003. La Commissione europea propone una seria completa di misure di gestione per affrontare le cause del sovra-sfruttamento e di altri metodi di pesca insostenibili praticati nel Mediterraneo. Negli ultimi decenni lo sforzo di pesca è progressivamente aumentato e le catture sono diminuite. Nell'Adriatico e nel Canale di Sicilia, ad esempio, per alcune specie i tassi di cattura odierni sono inferiori del 60 per cento a quelli di circa 20 anni fa.

Questa proposta legislativa della Commissione è l'iniziativa principale che dà seguito al piano d'azione dell'UE per la pesca sostenibile nel Mediterraneo, presentato nell'ottobre scorso nel quadro della riforma della politica comune della pesca (PCP). La proposta si prefigge di realizzare questo obiettivo fondandosi su misure esistenti ed elaborandone di nuove, adeguate alle condizioni specifiche dell'attività di pesca nella regione. Essa comprende misure quali l'aumento progressivo delle dimensioni delle maglie o il rafforzamento dell'attuale divieto di talune attività di pesca al traino per tutelare meglio il novellame, iniziative specifiche per il pesce spada, il miglioramento dei controlli, la ripartizione delle responsabilità di gestione tra l'UE e gli Stati membri, l'introduzione della gestione dello sforzo di pesca. Inoltre a novembre si svolgerà a Venezia una conferenza ministeriale per discutere insieme agli altri Stati Mediterranei le prospettive di una strategia coordinata per dichiarare le zone di pesca zone protette.

Per Franz Fischler, commissario per l'agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca, questa proposta presenta nuove idee al fine di garantire il futuro di oltre centomila pescatori. Molti elementi del piano sono stati suggeriti dagli operatori del settore, con i quali - ha detto Fischler - “continueremo le discussioni. Ma il Mediterraneo non finisce ai confini dell'UE. È quindi fondamentale la cooperazione internazionale tramite il Consiglio generale per la pesca nel Mediterraneo. La prossima conferenza internazionale di Venezia costituirà l'occasione per discutere queste questioni anche con i paesi vicini, ai fini di una maggiore efficacia e cooperazione nell'ambito della gestione delle attività di pesca nel Mar Mediterraneo."

Una strategia globale per la pesca responsabile
Come affermato nel Piano d'azione dell'UE dell'anno scorso, i problemi di conservazione devono essere affrontati mediante una strategia precauzionale globale. A tal fine la Commissione propone iniziative nei seguenti ambiti:

Misure tecniche di protezione del novellame
Le attuali misure tecniche devono essere aggiornate per tener conto dei più recenti pareri scientifici, al fine di garantire la protezione del novellame - in modo che esso possa contribuire alla ricostituzione degli stock - e la riduzione del quantitativo di pesce che non si desidera pescare e che viene rigettato in mare, morto. Le misure proposte dalla Commissione comprendono l'aumento graduale in 6 anni delle dimensioni delle maglie delle reti da traino, che passerebbero da 40 mm a 60 mm.
Il primo aumento a 50 mm avrà luogo entro la fine del 2005 e quello a 60 mm entro la fine del 2008. Verrà inoltre aumentata la dimensione degli ami sui palangari per la cattura di una serie di specie.
Per evitare l'impiego di dispositivi che riducono la selettività delle reti da traino, l'armamento di tali reti dovrà rispettare determinati requisiti tecnici. Inoltre, saranno stabilite disposizioni relative alle dimensioni massime di taluni attrezzi da pesca, per limitare lo sforzo di pesca.
La proposta rafforza inoltre l'attuale divieto di talune attività di pesca a strascico al fine di proteggere alcune zone costiere in cui converge il novellame e che ospitano habitat sensibili. Tali misure incoraggeranno l'impiego di attrezzi più selettivi utilizzati da pescatori che esercitano l'attività di pesca artigianale. Per scoraggiare la cattura di pesce immaturo, vengono proposte taglie minime di sbarco per oltre 20 specie di pesce, crostacei e molluschi.
Viene proposta una serie di misure specifiche per le specie altamente migratorie. Dato che l'UE è responsabile di oltre il 75% delle catture di pesce spada nel Mediterraneo, la Commissione propone misure per evitare la cattura di pesce spada immaturo. Verrà stabilita una taglia minima di sbarco del pesce spada e un periodo annuale di 4 mesi - dal 1° ottobre al 31 gennaio - durante il quale è vietato l'impiego di palangari per la cattura di specie altamente migratorie. Alcune delle misure tecniche proposte sono destinate a porre fine definitivamente all'impiego di reti da posta derivanti per le specie altamente migratorie a seguito del divieto che è diventato operativo il 1° gennaio 2002.

Ripartizione delle responsabilità: piani di gestione nazionali e dell'UE
Date le caratteristiche dell'attività di pesca nel Mediterraneo, che può spaziare dalla pesca in alto mare all'attività di pesca limitata a talune sottozone, e la consuetudine di gestire lo sforzo di pesca a livello sottoregionale, la Commissione propone la definizione di piani di gestione tanto a livello UE quando a livello nazionale. Tali piani introdurranno nel sistema maggiore responsabilità e maggiore controllo nonché la flessibilità necessaria per tener conto di questi vari elementi.
I piani UE possono comprendere misure di limitazione dello sforzo di pesca, misure tecniche specifiche, l'estensione del sistema di localizzazione via satellite (VMS) ai pescherecci di lunghezza compresa tra 10 e 15 m e/o limitazioni a talune zone. Gli Stati membri o un comitato consultivo regionale per il Mediterraneo possono presentare alla Commissione proposte per la definizione di tali piani.
Gli Stati membri, dal canto loro, adotteranno entro il 31 dicembre 2004 piani di gestione di talune attività di pesca nelle rispettive acque territoriali, previa loro trasmissione alla Commissione. Qualora sia probabile che tali piani incidano sui pescherecci di altri Stati membri, verranno adottati soltanto previa consultazione della Commissione, degli Stati membri interessati e del comitato consultivo regionale.

Controllo rafforzato
Viene proposta una serie di misure di controllo che integrano o rafforzano quelle attuali. Tra queste figurano lo sbarco in porti designati delle catture effettuate con determinati attrezzi da pesca. Tale misura avrà inoltre un effetto positivo sulla commercializzazione dei prodotti della pesca e incoraggerà la costituzione di organizzazioni di produttori.

Attività di pesca sportiva
La pesca sportiva ha una particolare rilevanza nel Mediterraneo poiché rappresenta oltre il 10% della produzione ittica totale in questa zona. Si propongono pertanto misure per disciplinare tali attività e garantire la comunicazione di dati sulle catture in questione.

Accesso alle acque intorno a Malta
Per dare attuazione alle disposizioni del trattato di adesione di Malta sono state incluse misure per limitare lo sforzo di pesca nella zona di gestione di 25 miglia attorno a Malta. Si tratta di misure conformi alla strategia della politica comune per la pesca nel Mediterraneo mirante ad applicare il controllo dello sforzo di pesca e a fare ricorso a misure tecniche quali le zone di divieto per taluni attrezzi da pesca.

Ruolo socio-economico della pesca
L'attività di pesca nel Mediterraneo svolge un importante ruolo socioeconomico nel settore della pesca europeo. Vi sono addetti circa 106.000 pescatori e oltre 40.000 pescherecci (di cui l'80% di lunghezza inferiore a 12 m) che rappresentano il 42% dell'occupazione UE nel settore delle catture. Questi pescherecci forniscono il 12% delle catture UE.
Sull'attività di pesca nel Mediterraneo influisce una serie di caratteristiche specifiche della regione, tra cui una piattaforma continentale stretta, con la conseguenza che una quota considerevole dell'attività di pesca viene svolta lungo la costa, la presenza di diversi stock ittici transzonali e comuni, la dispersione dei dati scientifici, l'importanza della pesca sportiva e la mancanza di cooperazione nella gestione della pesca nella regione.
Molte risorse ittiche - specie demersali (che vivono in prossimità del fondo), pelagiche (che vivono a profondità media) e specie altamente migratorie sono sovrasfruttate (per fare solo qualche esempio, il nasello nel golfo del Leone e nel mar Tirreno, la sardina nell'Adriatico, l'aragosta in Corsica e in Sardegna e l'occhialone nello stretto di Gibilterra). Inoltre, la concentrazione di molte attività di pesca nella stretta fascia costiera impone la protezione delle zone costiere data la loro importanza tanto dal punto di vista ambientale quanto da quello della conservazione degli stock.
L'UE è membro del Consiglio generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM) che inquadra la cooperazione regionale in materia di conservazione e gestione delle risorse del Mediterraneo.
Per una corretta gestione dell'attività di pesca è fondamentale disporre di dati scientifici di elevata qualità. Nonostante i recenti progressi, nel caso del Mediterraneo tali dati restano in ampia misura dispersi. Come preannunciato dal Piano d'azione per il Mediterraneo, è stata adottata una comunicazione sul miglioramento dei pareri tecnici e scientifici ai fini della gestione dell'attività di pesca UE; la cui attuazione rafforzerà anche in questa regione gli standard scientifici.
Oltre a procedere alla consultazione degli operatori del settore dopo la pubblicazione del Libro verde sulla riforma della politica comune della pesca e del Piano d'azione per il Mediterraneo l'anno scorso, nell'ambito della preparazione della presente proposta la Commissione si è incontrata due volte con il settore della pesca nel Mediterraneo. Alcune delle misure proposte sono state raccomandate dagli operatori del settore. Si stanno inoltre prendendo iniziative, nel quadro del Piano d'azione UE, per costituire un'associazione della pesca nel Mediterraneo che riunisca gli operatori dell'intera regione.

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