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Giornata mondiale della libertà di stampa
 

AGE: L'informazione è indispensabile alla crescita civile

Per l’Associazione dei Giornalisti Europei la libertà di stampa è uno dei beni supremi della società  - Il messaggio di Kofi Annan nel ricordo dei giornalisti uccisi - Per Terry Davis, segretario generale del Consiglio d’Europa, in più di due terzi degli Stati membri le pene per la diffamazione rappresentano una insidiosa forma di intimidazione

Roma, 3 maggio 2006 – “La libertà di stampa è uno dei beni supremi di  tutte le società, a qualsiasi latitudine geografica appartengano. Dove la libertà di informare e di essere correttamente informati trova difficoltà ad essere esercitata,  la comunità si trova priva di uno degli elementi indispensabili e determinanti per la propria crescita civile e sociale. Non solo è doveroso tutelare i giornalisti nella loro attività ma è anche importante mettere i cittadini nella possibilità di disporre di un’ informazione non condizionata da qualsiasi potere”. E’ questo il messaggio che la sezione italiana dell’ Associazione dei giornalisti europei (AGE), in sintonia con le sezioni consorelle dell’ AJE internazionale, ha lanciato oggi in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa.

Come ogni anno, il segretario generale delle Nazioni Unite è intervenuto con un messaggio, reiterando il “fermo sostegno al diritto universale di libertà di espressione”. Kofi Annan sottolinea che “molti rappresentanti della stampa sono stati uccisi, mutilati, detenuti o presi di mira in altri modi per aver esercitato questo diritto in buona fede. Secondo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti – continua Annan -  nel 2005, 47 rappresentanti degli organi di stampa sono stati uccisi e nel corso di quest’anno si sono registrate altre 11 vittime. È un fatto tragico e inaccettabile che il numero di giornalisti uccisi durante lo svolgimento del proprio dovere siano divenuti il barometro per misurare la libertà di stampa. Invito tutti i Governi a riaffermare il loro impegno a favore del diritto di “cercare, ricevere e svelare informazioni e idee attraverso ogni media e senza tener conto delle frontiere”, così come stabilito nell’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. 

“Allo stesso tempo – continua il segretario generale dell’ ONU - rivolgo un appello a tutti quanti affinché tale diritto venga esercitato in maniera responsabile e, dove possibile, attiva. I media esercitano una grande influenza sul comportamento umano. Come tale e secondo quanto affermato dall’Assemblea Generale nella risoluzione che ha sancito la creazione del nuovo Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, svolgono “un ruolo importante per la promozione della tolleranza, del rispetto e della libertà di religione e credo”.  I media non dovrebbero essere un mezzo di propagazione di incitamento, degrado o odio. Deve essere possibile esercitare libertà senza violare le libertà fondamentali”.

Da parte sua, il segretario generale del Consiglio d’Europa, Terry Davis, sottolinea in una dichiarazione che per i giornalisti “la minaccia di azione giudiziaria per diffamazione costituisce una forma particolarmente insidiosa di intimidazione. Sono, infatti, ancora previste pene per diffamazione in più di due terzi degli Stati membri del Consiglio d’Europa e, spesso, queste leggi sono utilizzate per soffocare le critiche. Pertanto – continua Davis - mi rivolgo a tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa affinché modifichino la legislazione corrispondente, aboliscano le disposizioni penali ad essa correlate e impediscano che i giornalisti siano condannati a pagare risarcimenti sproporzionati nell’ambito dei procedimenti civili loro intentati. L’unico modo credibile per ricordare la Giornata mondiale della libertà di stampa è migliorare la tutela dei giornalisti”.

 

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