<<Sommario

 
 

Il diplomatico sudcoreano si insedierà il 1. gennaio 2007
 

Ban Ki-moon nuovo segretario Onu
Subentra al ghanese Kofi Annan rimasto in carica per dieci anni

 

Ban Ki-Moon con Kofi Annan

New York 13 ottobre 2006 – Il sudcoreano Ban Ki Moon è il nuovo segretario generale delle Nazioni Unite. Lo ha eletto per acclamazione L'Assemblea generale dell'Organizzazione che conta 192 Stati, ultimo ammesso il Montenegro il 28 giugno scorso. Ban Ki Moon subentrerà il primo gennaio 2007 al ghanese Kofi Annan rimasto per dieci anni al vertice dell’Onu. Ban, 62 anni, attuale ministro degli esteri della Repubblica di Corea, è l’ottavo Segretario generale delle Nazione Unite. Spetterà a lui risolvere la spinosa questione della riforma dell’Organizzazione con l’ampliamento del Consiglio di Sicurezza, che Annan non è riuscito a portare a termine. Gradito alle grandi potenze e ai paesi emergenti che gli riconoscono il talento di uomo della mediazione, Ban Ki Moon si propone di razionalizzare le risorse dell'Onu e far tornare un clima di fiducia nel rapporto fra gli stati membri.

Annan gli ha raccomandato di mettere a frutto le impareggiabili risorse che troverà nel personale dell'Organizzazione, che potrà essere anche per lui la più sicura fonte di forza nel suo lavoro di segretario generale. Ban condivide questa impostazione, dato che lui stesso ha svolto una lunga carriera diplomatica al Palazzo di Vetro, ma sostiene che “la vera misura del successo dell' Onu non è quanto promettiamo ma quanto riusciamo a fare per coloro i quali hanno più bisogno di noi".

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso a Ban Ki Moon - anche a nome del popolo italiano - vive felicitazioni e auguri per il pieno successo del suo mandato. Nella lettera inviata al neo segretario dell’Onu, il presidente Napolitano considera che l’incarico avviene “in una fase particolarmente delicata delle relazioni internazionali, contraddistinta dall'emergere della minaccia del terrorismo, da gravi sfide al regime multilaterale di non proliferazione, da incombenti catastrofi umanitarie e ambientali e da una molteplicità di conflitti, alimentati dal persistere di visioni politiche e ideologiche distruttive, ma anche dall'esistenza di condizioni sociali di povertà estrema, ingiustizia, oppressione”.

 

top