Newsletter Anno X n. 38 del 20 ottobre 2009  
			
				
				 
				
				 
				 
				  
				
					Nasce la banca del Mezzogiorno
					 Approvato 
					dal Consiglio dei ministri il 16 novembre 2009 un apposito 
					disegno di legge finalizzato a creare le condizioni 
					finanziarie per uno sviluppo del credito nel Mezzogiorno, 
					per un riequilibrio economico dell'intero territorio 
					nazionale, per acquisire un rapporto più bilanciato fra 
					impieghi e depositi nelle diverse aree del Paese, nonché per 
					fare fronte ai problemi strutturali che tuttora incidono sul 
					credito nel Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, 
					Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia). Il nuovo 
					intervento si basa su tre direttrici fondamentali: 1) 
					incrementare la capacità di offerta del sistema bancario e 
					finanziario del Mezzogiorno; 2) sostenere le iniziative 
					imprenditoriali più meritevoli; 3) canalizzare il risparmio 
					verso iniziative economiche che creino occupazione nelle 
					Regioni meridionali. Sarà il Comitato promotore della Banca 
					del Mezzogiorno s.p.a., composto da un massimo di quindici 
					membri nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri su 
					proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, anche 
					in rappresentanza delle categorie economiche e sociali, di 
					cui almeno cinque espressione di soggetti bancari e 
					finanziari con sede legale in una delle regioni del 
					Mezzogiorno e uno di Poste Italiane s.p.a, ad avviare le 
					iniziative per concretare l'intervento e riferire al 
					Ministro dell'Economia su modi e fattibilità 
					dell'iniziativa. Il Comitato promotore è costituito senza 
					oneri per la finanza pubblica. La Banca opera per almeno 
					cinque anni come istituzione finanziaria di secondo livello, 
					sostenendo progetti di investimento nel Mezzogiorno e 
					promuovendo in particolare il credito alle piccole e medie 
					imprese anche con il supporto di intermediari finanziari con 
					adeguato livello di patrimonializzazione. 
					 
				 
				 
				  
				
					Class action nella pubblica amministrazione
					 Il 
					Consiglio dei ministri, nella riunione del 15 ottobre 2009, 
					ha approvato uno schema di decreto legislativo che, attuando 
					una specifica delega conferita al Governo, introduce nel 
					nostro ordinamento il nuovo istituto del ricorso per 
					l'efficienza delle Amministrazioni e dei concessionari di 
					servizi pubblici e ne detta la disciplina processuale. La "class 
					action" rientra nel sistema di valutazione delle strutture e 
					dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche. Il 
					provvedimento, da una parte mira al recupero di efficienza 
					dell'apparato pubblico e ad un forte recupero di 
					produttività, dall'altra garantisce la tutela 
					giurisdizionale degli interessati nei confronti delle 
					Amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici che 
					si discostano dagli standard di riferimento. È prevista una 
					tipologia di ricorsi diversa dall'azione collettiva 
					introdotta dalla legge finanziaria per il 2008. 
					L'introduzione della "class action" ha il fine di: 
					assicurare elevati standard qualitativi ed economici 
					dell'intero procedimento di produzione del servizio reso 
					all'utenza, tramite la valorizzazione del risultato 
					ottenuto; nonché quello di prevedere: mezzi di tutela 
					giurisdizionale degli interessati nei confronti delle 
					amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici che 
					si discostano dagli standard qualitativi ed economici 
					fissati o che violano le norme preposte al loro operato; 
					l'obbligo per le amministrazioni, i cui indicatori di 
					efficienza o produttività si discostino in misura 
					significativa dai valori medi dei medesimi indicatori 
					rilevati tra le amministrazioni omologhe, di fissare ai 
					propri dirigenti anche l'obiettivo di allineamento ai 
					parametri deliberati dall'organismo centrale di valutazione; 
					l'attivazione di canali di comunicazione utilizzabili dai 
					cittadini per segnalare qualsiasi disfunzioni nelle PA. 
					 
				 
				 
				  
				
					Patti d'integrità contro la corruzione negli appalti 
					pubblici 
					 Nel 
					settore dei contratti pubblici la domanda complessiva 
					attivata nel primo semestre del 2009 è cresciuta del 6,3% 
					passando in termini assoluti da 35 a oltre 37 milioni di 
					euro. È ciò che emerge dal Rapporto trimestrale curato 
					dall'Autorità di vigilanza dei contratti pubblici diffuso il 
					9 ottobre scorso. L'apertura del mercato alla concorrenza 
					impone però un sistema di regole in grado di assicurare 
					pubblicità alle gare e la più ampia partecipazione tra 
					imprese poste su un piano di parità. Per questo motivo, è 
					stata rilanciata la Rete europea degli appalti pubblici in 
					occasione di una conferenza internazionale che si è tenuta a 
					Roma la scorsa settimana. Inoltre per migliorare 
					l'efficienza delle amministrazioni nella gestione degli 
					appalti è ora a disposizione di tutti i Comuni italiani il 
					Patto d'integrità, una best practice già adottata dai comuni 
					di Milano e Torino. Dopo il protocollo recentemente firmato 
					con l'Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici per 
					lavori, forniture e servizi nel settore dell'ITC, è questo 
					il secondo passaggio della strategia avviata con la ratifica 
					della Convenzione ONU sulla corruzione e l'individuazione 
					dell'Autorità Nazionale Anticorruzione nel Dipartimento 
					della Funzione Pubblica. Obiettivo è quello di migliorare la 
					trasparenza e quindi l'efficienza del "sistema appalti", 
					ridurre i costi, accrescendo la trasparenza del trattamento 
					dei fascicoli di gara. 
					 
				 
				 
				  
				
					Sostegno al Made in Italy, una campagna per promuovere 
					la moda italiana
					 "If 
					you speak fashion, you speak Italian": se parli di moda, 
					parli di Italia. É questo il titolo della campagna di 
					comunicazione presentata in anteprima il 29 settembre 2009 
					dal Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e 
					dal Presidente dell' Istituto nazionale per il Commercio 
					Estero (ICE), Umberto Vattani, destinata a sostenere la moda 
					italiana negli Stati Uniti. Il progetto ICE ha come target 
					prioritario il mercato statunitense, con uno stanziamento di 
					oltre 3,5 milioni di dollari USA e copre il periodo ottobre 
					2009-aprile 2010 sviluppandosi lungo tre direttrici: azioni 
					per stimolare gli acquisti di prodotti moda italiani da 
					parte di compratori USA; azioni per stimolare la vendita 
					diretta di prodotti italiani negli USA; campagne di 
					comunicazione e immagine per rilanciare il sogno italiano, 
					l'"Italian Dream", nell'immaginario dei consumatori USA. Le 
					prime iniziative concrete del progetto ICE hanno puntato a 
					stimolare gli acquisti, con due missioni di dettaglianti 
					indipendenti USA in Italia: 1) una delegazione di 
					gioiellieri americani ha visitato la rassegna "Vicenza Oro 
					Choice" e il distretto orafo di Arezzo, incontrando alcune 
					delle aziende più rappresentative del settore; 2) una 
					delegazione di "buyer" dell'abbigliamento è stata presente 
					alle sfilate milanesi dei giovani stilisti del "Progetto 
					Incubatore", alla Fiera di Milano del "Pret a Porter", alla 
					presentazione di "Who's on next", premio per giovani talenti 
					organizzato da Alta Roma e Vogue Italia. Le missioni di 
					dettaglianti indipendenti proseguiranno nei primi mesi del 
					2010. 
					 
				 
				 
				  
				
					Lavoro minorile: collaborazione più stretta tra 
					ministero e telefono azzurro
					 Incentivare 
					il contrasto al lavoro minorile attraverso l'azione 
					congiunta di istituzioni e associazioni e la collaborazione 
					dei cittadini. Questa la finalità del Protocollo d'intesa 
					firmato il 12 ottobre 2009 dal Ministero del Lavoro, salute 
					e politiche sociali con l'Associazione "S.O.S. - Il Telefono 
					Azzurro ONLUS", che definisce nuove modalità di azione. In 
					particolare, il "Servizio 114 Emergenza Infanzia", istituito 
					con decreto del 6 ottobre 2003 e affidato in gestione a 
					Telefono Azzurro, diventa strumento privilegiato di allarme, 
					con il duplice obiettivo di tutelare i minori e di rendere 
					tempestiva l'azione delle direzioni provinciali del lavoro, 
					sulla base delle segnalazioni pervenute, anche in forma 
					anonima. Queste alcune delle modalità operative previste: le 
					segnalazioni pervenute al Servizo 114 saranno utilizzate 
					creando collegamenti con le strutture territoriali 
					competenti in ambito sociale e di sicurezza e con i Servizi 
					ispettivi del ministero del Lavoro; sarà predisposta una 
					banca dati comune alla Direzione per l'Attività ispettiva 
					del Ministero del Lavoro e a Telefono Azzurro, con una 
					mappatura delle strutture territoriali che possono essere 
					attivate dagli operatori del settore; saranno avviate 
					attività di formazione specifica, per potenziare le 
					competenze nelle situazioni di necessità che coinvolgano 
					bambini e adolescenti italiani e stranieri; saranno promosse 
					iniziative di comunicazione sul tema del lavoro minorile, 
					per divulgare il Servizio 114 Emergenza infanzia. 
					 
				 
				 
				  
				
					Conciliare, questa settimana, si può, gratuitamente
					 Imprese, 
					consumatori e professionisti che vogliano risolvere una 
					controversia di tipo commerciale tramite la procedura di 
					conciliazione, possono farlo gratuitamente durante la 
					"Settimana della Conciliazione" (19-24 ottobre 2009) 
					promossa dall'Unione italiana delle Camere di commercio. 
					L'iniziativa giunge quest'anno alla sesta edizione. 
					"Concilia, e il mondo ti sorride": è lo slogan con cui le 
					Camere di commercio pongono al servizio degli utenti questo 
					strumento di risoluzione, che si caratterizza per la 
					rapidità dei tempi di soluzione, la semplicità del 
					procedimento, i costi ridotti e predeterminati, la 
					riservatezza della procedura. La procedura è gratuita per le 
					domande presentate presso gli Uffici di Conciliazione delle 
					Camere di commercio; per le controversie con valore massimo 
					di 50.000 euro, indipendentemente dall'esito dell'incontro 
					di conciliazione purché non si tratti di controversie in 
					materia di diritto societario (che non sono gratuite). Per 
					avviare la procedura basta inviare la richiesta alla Camera 
					di commercio della propria provincia, che contatterà l'altra 
					parte, curando tutti gli aspetti organizzativi fino alla 
					data dell'incontro: nel caso che le parti raggiungano 
					l'accordo, potranno sottoscrivere un verbale che avrà la 
					stessa efficacia di un contratto. Tutte le informazioni 
					resteranno riservate. Le parti, in caso di mancato accordo, 
					possono in ogni momento rivolgersi al giudice ordinario. 
					 
				 
			 
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