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 Dubai, 17 ottobre 2007 - Fra minacce di attentati e incertezza 
			politica, la 'Figlia dell'Est' Benazir Bhutto torna in Pakistan, 
			dopo otto anni di esilio volontario, con un'immagine offuscata da un 
			patto per la spartizione del potere con una dittatura militare che 
			ha sempre combattuto.
 "Il mio ritorno – ha detto oggi nel corso di una conferenza stampa a 
			Dubai - segna per il popolo del Pakistan il cambio del corso dalla 
			dittatura alla democrazia".
 
 Benazir Bhutto nel 1988, a 35 anni, divenne la prima donna nel mondo 
			musulmano a dirigere un governo. La leader pachistana più apprezzata 
			dall'Occidente, la beniamina degli americani, ha accettato un 
			accordo con il generale Pervez Musharraf, voluto da Washington e 
			Londra, che le garantisce la cancellazione dei reati per corruzione 
			di cui è accusata e apre la strada a un suo terzo mandato come primo 
			ministro.
 
 Pochi, anche fra i suoi sostenitori, apprezzano il suo nuovo 
			pragmatismo, che potrebbe salvare il presidente Musharraf nel 
			momento politico peggiore in questi ultimi otto anni, da quando ha 
			conquistato il potere con un colpo di Stato militare. Il Partito 
			popolare pachistano (Ppp) ha mobilitato un milione di attivisti per 
			ricevere a Karachi la presidente a vita dell'organizzazione politica 
			fondata dal padre Zulfiqar Ali Bhutto, il primo civile in Pakistan 
			eletto premier.
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