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A Firenze il Forum della società civile sulla democrazia partecipativa

La cittadinanza attiva indispensabile al processo di integrazione  

 

Firenze, 21 febbraio 2009 –  Mentre il Parlamento di Strasburgo va verso la settima legislatura è il momento di interrogarsi sullo stato della democrazia partecipativa nell’ Unione europea. Lo ha fatto il Forum della società civile con un dibattito che si è tenuto a Firenze su iniziativa della Rappresentanza in Italia della Commissione europea e della Regione Toscana, in collaborazione con le associazioni che fanno parte del Tavolo di Coordinamento della società civile. 

La partecipazione dei cittadini europei sta vivendo un momento di disaffezione, agevolato dall’ assenza di quelle risposte articolate e aggreganti indispensabili allo sviluppo sociale e al consolidamento dell’ integrazione sopranazionale. E’ un dato di fatto evidenziato dai sondaggi Eurobarometro che confermano il costante livello di sfiducia nei confronti delle istituzioni, maggiormente verso quelle nazionali, da parte dei cittadini. A questo proposito, due giorni di dibattito hanno focalizzato l’attenzione sulla realtà rappresentata dalle organizzazioni espresse dalla società civile, riconosciute come potente fattore di integrazione dal basso e, allo stesso tempo, di legittimazione democratica del sistema comunitario europeo. L’ Unione europea è “fatta” di cittadini e necessita di dar loro potere attraverso lo sviluppo di una cultura di partecipazione democratica e di buon governo a tutti i livelli. In questa direzione si stanno dirigendo gli  sforzi dell’Unione europea nell’ambito di percorsi di costruzione della cittadinanza attiva europea.

La Commissione europea, sempre più consapevole che i profondi cambiamenti avvenuti nell’Unione in relazione ai molteplici processi di mondializzazione richiedono l’apertura di nuovi canali di partecipazione politica popolare ai processi decisionali comunitari, ha individuato cinque funzioni principali da attribuire alle organizzazioni della società civile. La prima, di alto spessore politico, è quella di  contribuire alla crescita della democrazia partecipativa: alle organizzazioni della società civile è riconosciuta la capacità di svolgere un ruolo di collegamento tra le istituzioni comunitarie e i cittadini, di fornire alle istituzioni sopranazionali informazioni sugli orientamenti dell’opinione pubblica. 

La seconda funzione è quella di rappresentare gli interessi dei soggetti più deboli presso le istituzioni europee. La terza funzione riconosciuta alle organizzazioni della società civile è di contribuire alla definizione delle politiche dell’ Ue apportando le loro conoscenze e competenze specifiche e avvalendosi dei legami diretti con la realtà sociale a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. La quarta funzione è di  contribuire alla gestione, al controllo e alla valutazione dei progetti finanziati dall’ Ue sia negli stati membri sia nei paesi terzi in materie quali l’emarginazione sociale e la discriminazione, la protezione dell’ambiente e la tutela dei diritti umani, l’assistenza umanitaria e gli aiuti allo sviluppo. La quinta funzione ha un aspetto strategico ed è quella volta a  contribuire a sviluppare il processo di integrazione europea.

Nel contempo non sfugge alle istituzioni europee la situazione di crisi in cui versa la democrazia rappresentativa negli stessi sistemi politici politicamente sviluppati dei suoi stati membri e, ancor più palesemente, nel sistema sopranazionale dell’Unione. Un dato per tutti è quello della sempre più bassa partecipazione dei cittadini ai processi elettorali, sia interni sia europei. Di qui l’impegno delle istituzioni europee a costruire una Europa che possa essere un riferimento per i cittadini, sia attraverso il miglioramento delle procedure di partecipazione della società civile e delle autonomie territoriali allo svolgimento delle funzioni di governo comunitario, sia mediante l’avvio di processi comunicativi sempre più efficaci.

 

 

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