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Paul Hodgson, un protagonista dell’AJE dei primi decenni

di Marcello Palumbo

Siena 1985 – Il presidente Paul Hodgson interviene ad un convegno dell’Associazione dei Giornalisti Europei,  presenti il ministro degli Interni Oscar Luigi Scalfaro e il presidente dell’AGE Guido Farolfi.

Ha lasciato questo mondo inquieto per la serena dimora eterna, a Londra, Paul Hodgson, uno dei più attivi protagonisti dell’Aje e socio fondatore della sezione britannica. Giornalista insigne, ha dedicato gran parte della sua vasta cultura e della sua professionalità alla causa dell’integrazione europea. La sua partecipazione alla vita dell’Associazione ebbe inizio con il nono Congresso, organizzato a Londra e a Bristol nel 1971, due anni prima dell’ingresso della Gran Bretagna nella Comunità Europea. L’anno successivo, a Cagliari, venne eletto all’unanimità segretario internazionale dell’AJE, carica che dovette abbandonare per il grave impegno conferitogli di capo della redazione parigina della BBC, ma ritornò in prima fila come quinto presidente internazionale dopo Charles Rebuffat, Enrico Serra, Gunther Wagenlehner e Jean-Pierre Gouzy.

Per il suo dinamismo, il suo carattere generoso e cordiale, la sua conoscenza delle lingue, egli si impose all’attenzione della classe politica europea, che tenne in grande considerazione le sue analisi, ed è ricordato come uno dei più popolari membri della nostra Associazione. Tra la metà degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo i giornalisti europei svolsero un importante ruolo nella disputa circa l’ammissione del Regno Unito alla Comunità Europea, ammissione che trovò la rigida ostilità del presidente francese Charles De Gaulle, e che fu superata dopo l’uscita di scena del generale. Occorre aggiungere che l’avversione all’Unione continentale era anche condivisa da una parte della popolazione britannica, per la quale ancor oggi l’idea di una federazione europea è bloccata da ataviche prevenzioni, ed è appena tollerabile un soggetto simile a un’Unione doganale.

Il rispetto per l’opinione pubblica inglese, alla quale l’Europa deve i più grandi contributi resi alla democrazia e all’estendersi dei suoi istituti nel Continente, soprattutto nei secoli XVIII e XIX, non impedisce il sostegno alle tesi unitarie che sono compatibili, al di qua e al di là della Manica, con l’esercizio delle storiche scelte alle quali sono chiamati i popoli. E pertanto resta esemplare negli annali della Sezione britannica l’appoggio dato da Paul Hodgson alle tesi più avanzate in fatto di integrazione europea.

Altrettanto memorabile rimane un incontro che i membri della Sezione stessa ebbero il 29 novembre 1973 al n. 10 di Downing Street col Primo Ministro Edward Heath, di cui viene fornita ampia traccia nel nostro giornale “L’Europa dell’Opinione” del giugno 1974. Si parlò della crisi petrolifera coincidente con la guerra del Kippour, a proposito della quale qualcuno accennò liberamente alle simpatie del Foreign Office verso la parte araba, in contrasto con l’opinione filoisraeliana prevalente in tutta l’Europa, e si puntarono i riflettori sulla nuova pratica della periodizzazione dei vertici dei capi di stato e di governo, pratica sostenuta dalla Francia,  che poneva l’accento sulla “responsabilità governativa”, non contemplata dai Trattati, e che  – come si legge nel citato resoconto – si traduceva “in uno svuotamento politico ed anche funzionale delle istituzioni comunitarie”.

Altri tempi. Tempi dei quali l’album di famiglia dell’AJE conserva la memoria insieme coi volti di quella pleiade di pionieri che furono nostri interlocutori privilegiati: Jean Monnet, Altiero Spinelli, Walter Hallstein, Gaetano Martino, e un po’ tutti i presidenti delle repubbliche, i sovrani, i premiers europei. Chi scrive queste note ebbe a fruire della sincera amicizia di Paul, suggellata dal suo trasporto sentimentale e culturale per Roma, nella quale egli si compiaceva di soggiornare eleggendo il suo quartier generale in Piazza Navona.

                                                                                                              Marcello Palumbo

Ai figli che hanno assistito amorevolmente Paul, ai colleghi della Sezione britannica e a tutti i soci  che ne cureranno il ricordo le condoglianze affettuose della Sezione d’Italia dell'AJE.

 

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