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Cei, sicurezza immigrati nasce da integrazione


 

Roma, 28 ottobre 2009 – Roma, 28 ott. - La crisi economica e finanziaria non ha fermato la crescita dell'immigrazione in Italia: il numero dei migranti sul territorio nazionale ha raggiunto quota 4,5 milioni considerando le presenze regolari non ancora registrate e la regolarizzazione a settembre 2009 di colf e badanti. A rivelarlo, l'ultimo rapporto sull'immigrazione Caritas-Migrantes diffuso oggi, secondo cui un abitante su 14 (7,2%) è di cittadinanza straniera, e l'incidenza è maggiore tra i minori e i giovani-adulti (18-44).

Nel presentare il rapporto il presidente della Commissione episcopale per l'immigrazione, mons. Bruno Schettino, ha detto che da più di un anno si sente parlare del 'pacchetto sicurezza' con una tale insistenza che ha rafforzato il malinteso che sia fondato equiparare gli immigrati ai delinquenti. Poco, invece, si è sentito parlare del 'pacchetto integrazione', di un'impostazione più equilibrata che non trascura gli aspetti relativi alla sicurezza ma li contempera con la necessità di considerare gli immigrati come nuovi cittadini portandoli a essere soggetti attivi e partecipi nella società che li ha accolti''.

“La Conferenza episcopale italiana, con toni meditati ma fermi e ripetuti - ha aggiunto - ha avuto modo di sottolineare che senza integrazione non c'è politica migratoria”. In effetti la vera sicurezza nasce dall’integrazione, come ha detto all’Assemblea generale della Cei del giugno scorso, il card. Bagnasco quando ha affermato che per governare l'immigrazione non basta concentrarsi sulle sole esigenze di ordine pubblico.

Intervenendo alla presentazione del rapporto Caritas sui migranti, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha chiesto un'accelerazione sulle politiche di integrazione, dicendosi convinto che dopo l'approvazione del 'pacchetto sicurezza' serve un 'pacchetto integrazione'.   

''Io sono d'accordo sulla necessità assoluta di tenere la sicurezza e l'integrazione su livelli diversi. Sicurezza e integrazione infatti - ha spiegato Fini - sono due facce della stessa medaglia. Guardare a una sola faccia significa non capire il fenomeno. Le politiche volte a garantire sicurezza sono sbagliate se dimenticano l'altra faccia della medaglia che sono le politiche di integrazione''.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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