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Tunisi, forum Ifad sulle rimesse verso l’Africa


 

Roma, 20 ottobre 2009 – Tunisi ospiterà nei giorni 22 e 23 ottobre il Forum globale sulle rimesse che dall’estero i lavoratori africani mandano alle loro famiglie. Nel corso dell’evento, organizzato dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e dall’African Development Bank (Afdb), sarà presentato il rapporto “Sending Money Home to Africa”. Secondo l’Ifad, agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di povertà rurale, i lavoratori africani inviano alle loro famiglie in Africa più di quaranta miliardi di dollari ogni anno.

Leggi restrittive e tariffe alte, tuttavia, sminuiscono il potenziale che queste rimesse avrebbero di risollevare i poveri dalla loro condizione di indigenza. A livello globale, i flussi delle rimesse superano i trecento miliardi di dollari l’anno, eccedendo l’ammontare degli investimenti stranieri diretti e dell’assistenza ufficiale allo sviluppo messi insieme. Mentre i costi per i trasferimenti di denaro sono diminuiti in modo significativo in America Latina e in Asia, mandare i soldi a casa in Africa è ancora molto costoso. Per i trasferimenti all’interno del continente i costi possono arrivare al 25% della somma inviata.

Al vertice del G8 a L’Aquila lo scorso luglio, i leader mondiali hanno riconosciuto l’impatto che i flussi delle rimesse hanno sullo sviluppo e si sono prefissi l’obiettivo di dimezzare il costo dei trasferimenti nei prossimi cinque anni attraverso la creazione di un ambiente competitivo e senza barriere per i trasferimenti. Tra il 30-40% delle rimesse inviate in Africa è diretto alle zone rurali, dove i poveri non hanno accesso a servizi finanziari e dove le famiglie degli emigrati devono percorrere grandi distanze per poter prelevare il denaro.

Il rapporto dell’Ifad evidenzia come nuove tecnologie – i cellulari ad esempio – e strutture già esistenti – in particolare uffici postali o piccoli empori e stazioni di rifornimento – potrebbero rendere più a portata di mano i servizi associati alle rimesse. L’Algeria, dove il 95% delle rimesse è pagato attraverso gli uffici postali, potrebbe essere presa a modello da altri paesi africani.

Per Kevin Cleaver, presidente aggiunto Ifad, “favorire in tempi di recessione i trasferimenti di queste rimesse alle famiglie nelle aree rurali dell’Africa è più vitale che mai. Inoltre il potere delle rimesse può essere stimolato abbattendo le barriere e rendendo meno costoso per le famiglie africane prelevare il proprio denaro”. La maggior parte del denaro inviato alle famiglie viene utilizzato per finanziare consumi giornalieri, ma studi dimostrano che associando alle rimesse l’offerta di servizi finanziari quali libretti di risparmio, mutui e assicurazioni, anche i più poveri risparmiano e spesso investono nello sviluppo delle proprie comunità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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