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			Roma, 20 settembre 2009 - Sono arrivate stamattina in Italia con un 
			C-130 dell’Aeronautica militare partito ieri da Kabul, le salme dei 
			sei paracadutisti della Folgore uccisi giovedì in Afghanistan: il 
			tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); il 
			primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; il primo caporal 
			maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); il sergente 
			maggiore Roberto Valente, di Napoli, e il primo caporal maggiore 
			Gian Domenico Pistonami, di Orvieto (Terni). Ad accoglierle 
			all’aeroporto di Ciampino, il presidente della Repubblica, Giorgio 
			Napolitano, i familiari delle vittime, il sindaco di Roma Gianni 
			Alemanno e alte cariche dello Stato e religiose.  
			
			
			Dopo il saluto del Capo dello Stato, che si è inchinato davanti a 
			tutte le bare, poggiando su ciascuna la mano destra, e gli onori da 
			parte del picchetto della Folgore schierato sulla pista, le sei 
			salme sono state trasportate a spalla a bordo dei carri funebri e 
			trasferite all'istituto di medicina legale per l'autopsia. In testa 
			al corteo, affranti, i parenti delle vittime: abbracciati tra loro, 
			sostenuti da militari dell'esercito, hanno seguito le bare con i 
			loro cari in silenzio, con dolore e grande compostezza.  
			
			
			Dietro le autorità, con in testa il presidente della Repubblica, 
			Giorgio Napolitano. Presenti a Ciampino anche i vertici della difesa 
			e delle forze armate: dal ministro Ignazio La Russa al capo di stato 
			maggiore della difesa Vincenzo Camporini, al nuovo capo 
			dell'esercito, Giuseppe Valotto, insediatosi proprio il giorno della 
			strage. Tra le autorità presenti alla breve cerimonia che si è di 
			fatto conclusa a Ciampino, anche alcuni parlamentari particolarmente 
			vicini alle forze armate come il generale Mauro Del Vecchio, 
			senatore del Pd ed ex comandante della missione Nato in Afghanistan, 
			e l'ex parà Gianfranco Paglia, deputato del Pdl, costretto su un 
			sedia a rotelle dopo essere rimasto ferito durante l'operazione in 
			Somalia. 
			
			IN 
			MIGLIAIA RENDONO OMAGGIO AI PARÀ NELLA CAMERA ARDENTE 
			
			
			Nell’ospedale militare del Celio è stata aperta al pubblico, poco 
			prima delle 16, la camera ardente con le salme dei sei parà. I 
			parenti dei Caduti sono entrati in precedenza insieme ai feretri. A 
			presidiare l'entrata dell'ospedale erano schierati dei militari. Una 
			lunga fila fino a tarda ora ha sostato in attesa. Via Claudia, la 
			strada che costeggia il Celio era adornata con numerose bandiere 
			italiane. Parecchie migliaia di persone hanno reso omaggio alle 
			salme dei parà. Domani, lunedì, alle ore 11, i funerali di Stato  si 
			terranno nella Basilica di San Paolo fuori le mura. 
			
			
			PROFONDO DOLORE DI PAPA BENEDETTO XVI PER LA MORTE DEI SEI SOLDATI 
			
			Il 
			Papa oggi ha nuovamente espresso il proprio dolore per i sei parà 
			della Folgore morti nell'attentato di tre giorni fa a Kabul, e ha 
			sottolineato che i militari impegnati in missioni internazionali 
			"operano per promuovere la pace". Parlando da Castelgandolfo, dopo 
			l'Angelus domenicale, dei militari impegnati in missioni 
			internazionali, Papa Benedetto XVI ha detto che "operano per 
			promuovere la pace e lo sviluppo delle istituzioni, così necessarie 
			alla coesistenza umana". Il Papa ha poi rinnovato il suo 
			"incoraggiamento alla promozione della solidarietà tra le nazioni 
			per contrastare la logica della violenza e della morte, favorire la 
			giustizia, la riconciliazione, la pace e sostenere lo sviluppo tra i 
			popoli". 
			
			IL 
			PRESIDENTE AFGANO KARZAI ESPRIME CORDOGLIO ALLE FAMIGLIE DEI 
			CADUTI      
			
			
			Condoglianze alle famiglie delle vittime italiane dell'attentato di 
			Kabul sono state espresse dal presidente afghano Karzai, in un 
			discorso formulato alla vigilia della festa di fine Ramadan. Karzai 
			ha anche invitato i talebani a deporre le armi e a "tornare nelle 
			loro case", ma non ha dato indicazioni circa il negoziato che 
			recentemente aveva detto di voler aprire con loro. Il mullah Omar 
			promette invece che presto "gli stranieri che occupano il Paese 
			saranno sconfitti" e che i talebani si impegneranno a formare un 
			nuovo governo.    
			
			
			RIENTRATI IN ITALIA I QUATTRO MILITARI FERITI NELL’ATTENTATO DI 
			KABUL 
			
			I 
			quattro militari rimasti feriti nell'attentato di giovedì a Kabul, 
			in Afghanistan, sono rientrati in Italia. L'aereo che li trasportava 
			- via Abu Dhabi e Larnaca - un volo dell'Alitalia utilizzato per le 
			esigenze della difesa, è atterrato all'aeroporto romano di 
			Fiumicino. Il primo maresciallo dell'Aeronautica Felice Calandriello, 
			58 anni, di Sassano (Salerno) e i tre primi caporal maggiore della 
			Folgore, Rocco Leo, 26 anni, di Francavilla Fontana (Brindisi), 
			Sergio Agostinelli, 32 anni, originario della Svizzera, Ferdinando 
			Buono, 30 anni, di Napoli sono stati trasferiti all'ospedale 
			militare del Celio, a Roma.        
			
			IL 
			PRESIDENTE DEL SENATO SCHIFANI: I NOSTRI SOLDATI CADUTI PER LA 
			PACE    
			
			"I 
			valorosi caduti di Kabul suscitano in tutti noi un moto di 
			commozione e di vicinanza alle famiglie, all'Esercito e alle Forze 
			armate tutte, ma ci fanno anche sentire l'orgoglio di appartenere ad 
			un grande Paese, impegnato in prima linea a diffondere nel mondo la 
			pace e la democrazia". Così il presidente del Senato Renato 
			Schifani, in un messaggio inviato al generale Dal Pozzo, presidente 
			dell'Associazione nazionale carristi, in occasione dell'82° raduno 
			nazionale della specialità dei 
			carristi.                               
			
			SI 
			VUOLE CHIARIRE SE L’AUTOBOMBA SIA STATA FATTA ESPLODERE A DISTANZA 
			
			Le 
			ricostruzioni sull'attentato contro i parà italiani in Afghanistan 
			"sono ancora per certi versi non coincidenti", ma "lo scambio di 
			colpi d'arma da fuoco ormai sembra appurato". Lo ha detto il capo di 
			Stato maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, intervenendo alla 
			trasmissione 'In 1/2 ora'', su RaiTre. "Quello che dobbiamo ancora 
			capire, perché è soggetto a verifiche - ha aggiunto - è se il mezzo 
			che ha causato questa tragedia è stato fatto esplodere a distanza, 
			oppure se si è mosso, si è inserito tra i due Vtlm che stavano 
			marciando, probabilmente ha speronato il primo, esplodendo e 
			scagliandolo a distanza di 35-40 metri". 
			
			  
			
			  
			
			  
			
			  
			  
			  
			  
			  
			  
			  
			  
			
			
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