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Romania, Parlamento sfiducia governo centro-destra 

 

Bucarest, 13 ottobre 2009 - Con 254 voti favorevoli e 176 contrari, il governo di minoranza del Partito democratico-liberale (Pdl), vicino al capo dello Stato Traian Basescu, guidato dal premier Emil Boc è stato sfiduciato oggi dal Parlamento, su una mozione presentata dai liberali e dall'Unione democratica magiari di Romania (all'opposizione). Per essere accolta, la mozione doveva ricevere almeno 236 voti dei 471 deputati e senatori.

La sfiducia è stata votata anche dai socialdemocratici, ritiratisi dal governo ai primi di ottobre, per solidarietà con l'ex vicepremier socialdemocratico e ministro dell'interno Dan Nica, revocato da Basescu, su proposta del premier.

E' la prima volta dal crollo del comunismo nel 1989 che un governo viene sfiduciato dal Parlamento in Romania. La crisi politica, a meno di due mesi dalle elezioni presidenziali del 22 novembre, coincide con una grave recessione economica nel Paese. I promotori della mozione di sfiducia hanno accusato il governo di aver creato instabilità politica, di aver impoverito la popolazione e di manovre poco chiare per favorire la ricandidatura del presidente Traian Basescu.

''Questo governo ha avuto il coraggio di fare dei tagli dolorosi, come i vostri privilegi'', ha ribattuto il premier Boc ai parlamentari che hanno votato la sfiducia, in riferimento alla decisione del suo governo di tagliare le spese pubbliche e all'iniziativa, non portata a termine, di abbassare anche le pensioni parlamentari e speciali che toccavano migliaia di euro, in un Paese in cui lo stipendio minimo è di 145 euro.

Il governo Boc bis - che dopo il ritiro dei socialdemocratici avrebbe dovuto comunque chiedere al Parlamento la fiducia per un nuovo esecutivo dal momento che i nove ministri del Pdl avevano assunto anche i dicasteri dei socialdemocratici - resterà in carica per un interim di 45 giorni. In questo periodo il presidente Basescu dovrà nominare un premier che chieda la fiducia del Parlamento. Il Pdl vorrebbe formare un nuovo governo politico, mentre i liberali, sostenuti dai socialdemocratici, sono per un governo di tecnici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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