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Nobel Pace: stampa estera divisa su premio a Obama 

 

Roma, 10 ottobre - Stampa internazionale divisa nel commentare il Premio Nobel per la Pace assegnato ieri al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. L'editorialista del Washington Post, Dan Balz, scrive che ''le diverse reazioni, che vanno dall'esuberanza da una parte al disprezzo dall'altra sottolineano le divisioni politiche sulla direzione intrapresa da Obama'', mentre secondo il New York Times il premio ha messo in evidenza ''il gap fra le promesse ambiziose delle sue parole e i risultati ottenuti''.

Il londinese Daily Telegraph parla di ''una delle decisioni più scioccanti mai presa dai giudici del Nobel'', visto che l'inquilino della Casa Bianca è finito nella lista dei candidati solo 12 giorni dopo aver assunto l'incarico, mentre il francese Liberation giudica meritato il riconoscimento perchè il successo di Obama ''è diventato sinonimo di dignità e speranza'', pur chiedendosi se sia possibile che un Nobel per la Pace possa decidere per esempio di dichiarare guerra all'Iran.

Il quotidiano cinese Beijing News scrive che si tratta di ''un premio di incoraggiamento'', anche se appare ''chiaro che gli obiettivi di Obama sono ancora solo verbali e sarà molto difficili metterli in pratica''. Anche il giapponese Yomiuri Shimbun scrive che ora per Obama ''sarà importante ottenere dei risultati'', mentre l'egiziano Al-Dustur critica il premio definendolo una ''ipocrisia politica''.

Il quotidiano riformista iraniano Etemad sottolinea che Obama deve il riconoscimento proprio all'apertura di dialogo con Teheran: ''Ha vinto il premio per aver proposto un dialogo diretto senza alcuna precondizione''. Premio prematuro invece per il saudita Al-Jaziram, che sollecita una rapida soluzione per il conflitto in Medio Oriente. Un ultimo plauso ad Obama viene dall'indonesiano Jakarta Globe, secondo il quale il leader Usa è ''una persona straordinaria'', che difende ''valori ed attitudini condivise dalla gente perbene in ogni angolo del mondo''

Osservatore Romano: “Difficile definire Obama un pacifista a tutto tondo”
L'Osservatore Romano scrive che ''sarebbe difficile definire il presidente Obama un pacifista a tutto tondo'', ricordando l'impegno militare Usa in Iraq e Afghanistan. Quella di Obama sulla pace viene definita ''una politica oscillante molto simile a quella tenuta dal presidente americano nei confronti dei grandi temi bioetici, innanzi tutto a proposito dell'aborto''. L'Osservatore ricorda madre Teresa di Calcutta che nel ricevere il premio del 1979 ebbe il coraggio di affermare che “la guerra più dura, e con il maggior numero di 'caduti', è la pratica dell'aborto''. Inoltre il quotidiano sottolinea come in passato sia stata ''bruciata'' la possibilità di assegnare il premio a Papa Giovanni Paolo II, candidato dal 1999 (quando fu dato a Medici senza frontiere) e favoritissimo nel 2003, ''dopo la sua condanna della guerra in Iraq'', quando il comitato gli preferì la giurista iraniana Shirin Ebadi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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