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Soddisfazione di Cowen: “Un gran giorno per l’Irlanda e per l’Europa”

L’Irlanda dice “sì” al Trattato di Lisbona

 

Dublino, 3 ottobre 2009 - Soddisfazione dal premier irlandese Brian Cowen, per i risultati parziali del referendum sul Trattato di Lisbona che si è tenuto nel suo paese. A spoglio non ancora ultimato, il fronte del “si” sembra aver incassato una netta vittoria. In linea con le previsioni degli ultimi giorni, a tre quarti dei seggi scrutinati, i consensi superano il 65%.

“Oggi gli irlandesi hanno parlato con voce forte e chiara – ha detto Cowen dal castello di Dublino – questo è un grande giorno per l’Irlanda e un grande giorno per l’Europa. Noi, come nazione, abbiamo fatto un passo decisivo verso un’Irlanda e un’Europa, più giuste e più forti. Oggi abbiamo fatto sapere agli altri paesi europei che siamo con loro e che con loro vogliamo andare avanti”.

“Noi irlandesi – ha poi aggiunto Cowen – abbiamo fatto questa scelta perché sappiamo che stiamo meglio insieme all’Europa e che con l’Europa siamo più forti”. Un successo, che seppure non ancora ufficiale, vale al premier irlandese anche il plauso di uno dei suoi più acerrimi rivali: l’imprenditore antieuropeista e leader del movimento Libertas, Declan Ganley, che gli ha riconosciuto di aver fatto una “campagna fenomenale”

BARROSO: RISPOSTA ALLA CRISI – BUZEK: PENSIAMO ANCHE A CHI HA DETTO “NO”

Bruxelles, 3 ottobre 2009 - Ben prima della proclamazione ufficiale dei risultati del referendum in Irlanda sul Trattato di Lisbona, il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha celebrato la vittoria del “sì”. I leader del “no” hanno già riconosciuto la sconfitta. “Voglio congratularmi con gli irlandesi – ha detto Barroso – Il ‘sì‘ al Trattato europeo dimostra che l’Europa può portare risposte positive alla crisi economica”. A spingere gli elettori verso il “sì”, anche le garanzie fornite da Bruxelles su alcuni punti-chiave, come le assicurazioni di non interferenza sul divieto di aborto nella cattolicissima Irlanda e sul suo sistema fiscale.

Secondo il presidente del Parlamento europeo, il polacco Jerzy Buzek, bisogna però anche pensare a chi ha votato contro. “Non dobbiamo dimenticare nessuno – il suo appello – Non è nostra abitudine. Ci impegneremo per una Europa comune. Scriviamo assieme la storia europea”. Soddisfazione anche da parte del premier svedese, presidente di turno dell'Ue, Fredrik Reinfeldt che ha affermato: ''Oggi è un buon giorno per l'Europa''.

Il risultato potrebbe causare un effetto-valanga. Il presidente polacco Lech Kaczynski potrebbe firmare il trattato di Lisbona entro la metà della prossima settimana, a seguito del “si” in Irlanda. Si attende anche la ratifica finale da parte della Repubblica Ceca.

SODDISFAZIONE DEL PRESIDENTE NAPOLITANO, BERLUSCONI, FRATTINI E RONCHI

Soddisfazione anche dall'Italia:il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, afferma in una nota: "Accolgo con sollievo e soddisfazione la notizia della vittoria del sì nel referendum irlandese sul Trattato di Lisbona. Ed esprimo il mio apprezzamento per quanti in Irlanda, a cominciare dal Primo ministro Brian Cowen, si sono adoperati per concorrere a questo prezioso risultato. Ci attendiamo ora – aggiunge Napolitano - che nei due paesi in cui il Parlamento ha approvato il Trattato di Lisbona ma manca l'adempimento conclusivo della ratifica, non si frappongano ulteriori ritardi e ostacoli all'entrata in vigore - ormai improrogabile - di un Trattato sottoscritto da tutti i 27 Capi di Stato e di governo".

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Sono felice per la decisione del popolo irlandese di dire sì al Trattato di Lisbona e mi congratulo con il Primo ministro Cowen per questo successo. Il sì irlandese – ha aggiunto - rappresenta un passo decisivo verso l'entrata in vigore del Trattato, che ci consentirà di avere un'Europa più forte ed efficace''.

Il ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, ha dichiarato che “il sì dell'Irlanda al Trattato di Lisbona è una bella notizia per l'Europa e per tutti coloro che hanno davvero a cuore le sorti del Vecchio Continente. Ora per l'Unione Europea può davvero aprirsi una stagione nuova". Da parte sua il ministro degli esteri Franco Frattini ha definito la vittoria dei “sì” un ''passo importante per ravvivare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni europee''.

LE RIFORME ISTITUZIONALI PREVISTE DAL TRATTATO EUROPEO DI LISBONA  

Firmato nel dicembre 2007 dai 27 Stati membri e ratificato da 26 (mancano le promulghe presidenziali di Polonia e Repubblica Ceca), il Trattato di Lisbona riforma le istituzioni europee.       
Tra le maggiori novità, l'introduzione del sistema di voto a "doppia maggioranza" (il 55% degli Stati membri e il 65% della popolazione dell'Unione), che entrerà in vigore nel 2017.
Per la politica estera, il fisco e la sicurezza sociale, sarà ancora richiesta l'unanimità. L'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza sarà vice presidente della Commissione e accorperà anche le relazioni esterne.      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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