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Napolitano: “No alla negazione di Israele”


 

Roma, 2 novembre 2009 - E' legittimo muovere critiche all'azione quotidiana del governo israeliano, ma è inammissibile mettere in discussione l'esistenza stessa dello Stato di Israele. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo ribadisce con forza ricevendo in udienza al Quirinale l'associazione ebraica internazionale 'Keren Hayesod', presenti fra gli altri Renzo Gattegna, presidente delle Comunità ebraiche in Italia, e Riccardo Pacifici, rabbino capo di Roma.

"Anche quando le decisioni del governo di Israele possono risultare controverse - avverte il capo dello Stato - deve restare netta la distinzione tra ogni critica, sempre possibile, all'operato di chi di volta in volta guida Israele; e la negazione esplicita o mascherata, per esempio mascherata come antisionismo, delle ragioni storiche dello Stato d'Israele, del suo diritto all'esistenza e alla sicurezza, del suo carattere democratico".

Ricordando poi che "nella sua lunga storia il popolo israelitico è sopravvissuto a traversie che avrebbero annientato qualunque altro popolo e ha affrontato ingiustizie e prove durissime e nel secolo scorso l'immane tragedia della Shoah", Napolitano sottolinea che ''l'Italia, memore del passato, respinge con forza i proclami di quanti ancora si levano a invocare scenari di morte e distruzione di Israele. Le aberrazioni di quella Shoah di cui qualcuno vorrebbe occultare la tragica storia - insiste Napolitano - non debbono mai ripetersi in nuove forme di persecuzione, fino al genocidio, in nessuna parte dl mondo".

Ora, sottolinea il presidente della Repubblica, ''la grande sfida che Israele deve ancora vincere è la sfida della pace". La pace infatti, ricorda, "è l'unica garanzia duratura per continuare a crescere e prosperare entro confini sicuri e con il più ampio riconoscimento internazionale".

Napolitano - che si appresta a compiere una sua visita di due giorni in Libano - non manca di citare anche l'altro 'corno' della questione mediorientale, ovvero la necessità di "uno Stato palestinese indipendente, stabile e vitale.”E' una sfida che richiede una determinazione non minore di quella che Israele ha dovuto impiegare per assicurarsi prima la sopravvivenza e poi la propria affermazione come Stato".

Ricevendo l'associazione ebraica internazionale, Napolitano afferma che "da amici sinceri, senza nascondere le nostre preoccupazioni, confidiamo che la saggezza e il coraggio di Israele si tradurranno nelle decisioni e nei gesti indispensabili, perché possa al più presto riprendersi e giungere finalmente a conclusione il negoziato israelo-palestinese e il processo di pace in Medio Oriente". In tal senso, il presidente della Repubblica assicura che "Israele potrà sempre contare, nel difficile cammino verso la pace, sul convinto appoggio dell'Italia, condiviso da tutte le forze parlamentari e dall'opinione pubblica, animate da sentimenti di genuina simpatia e di solidarietà nei confronti di Israele".

Napolitano esorta inoltre, alla vigilia dell'attesa entrata in vigore del Trattato Ue di Lisbona, ad "avere fiducia nella Unione europea e nella sua aspirazione ad agire con maggiore incisività per l'affermazione nel mondo dei suoi valori fondanti, che sono la pace, la democrazia, il rispetto dei diritti e del diritto internazionale, il dialogo e la tolleranza. L'Europa intende fare la sua parte per favorire la pace in Medio Oriente, nella consapevolezza che - conclude il capo dello Stato - sia questo un passaggio essenziale per la stabilità dell'area e del mondo intero".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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