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				| Newsletter n°
				120 , 27 novembre 2009
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				Josè Manuel Barroso, uscito più forte dalla scelta delle alte 
				nomine europee, ha reso pubblici i 27 membri della prossima 
				Commissione. Giampiero Gramaglia dà conto delle 
				attribuzioni dei portafogli più importanti, sottolineando il 
				ruolo dell’Italia.  
				 
				All’indomani della visita di Barack Obama in Asia, Nicola 
				Casarini sottolinea le opportunità, per l’Ue e per l’Italia, 
				del rilancio dei rapporti con la Cina. 
				 
				La cooperazione strutturata permanente è tra le 
				principali novità del Trattato di Lisbona nel campo della 
				difesa. Federico Santopinto ne evidenzia potenzialità e 
				limiti. 
				 
				Novità interessanti si registrano nei Balcani. Giovanni Casa 
				analizza il profilo dei candidati alle elezioni presidenziali 
				di fine dicembre in Croazia, alla luce del recente 
				superamento della controversia con la Slovenia e della ripresa 
				dei negoziati con l’Ue. Andrea Cellino e Rodolfo 
				Bastianelli illustrano il ruolo di Usa e Ue nel 
				complesso processo di riforma delle istituzioni della 
				Bosnia–Erzegovina, in vista delle elezioni politiche che si 
				svolgeranno a ottobre 2010. 
				 
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				Commissione europea: squadra 
				fatta, Barroso cambia tutto - Giampiero Gramaglia 
				La squadra è fatta, i ruoli sono stati assegnati. Molte le 
				richieste dei Governi, molte le sorprese rispetto alle 
				previsioni: nessuno dei veterani resta al proprio posto, quasi 
				nessuno dei nuovi ottiene tutto quello che vuole. “Alla fine, ho 
				deciso io” dice, con qualche orgoglio, il presidente Josè Manuel 
				Durao Barroso, che manda in campo con il 9 sulla maglia Lady 
				Ashton, donna di punta della formazione, responsabile della 
				politica estera e di sicurezza comune. L’8 e il 10, i numeri di 
				chi gioca a tutto campo, vanno al finlandese che non t’aspetti 
				Olli Rehn - affari economici e monetari - e al francese che 
				tutti pronosticavano Michel Barnier - mercato interno con in più 
				i servizi finanziari, nonostante gli strepiti di Londra. .. 
				
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				Bosnia, è il tempo delle scelte - 
				Andrea Cellino 
				Anni di scarsa attenzione da parte di Bruxelles e Washington e 
				il perpetuarsi dello status quo hanno portato al logoramento 
				delle istituzioni nate dall'accordo di pace di Dayton, che pose 
				fine alla guerra in Bosnia Erzegovina nel 1995. Il graduale 
				indebolimento dell'Ufficio dell'Alto Rappresentante (Office of 
				the High Representative, Ohr), che ha assicurato finora un 
				protettorato internazionale, ha raggiunto livelli irreversibili 
				in questo 2009. La recente riunione del Consiglio per la 
				realizzazione della pace (Peace Implementation Council, Pic), il 
				18 e 19 novembre, sembra aver preso atto di tale logoramento e 
				messo le basi per qualche cambiamento prima delle elezioni 
				politiche dell'ottobre 2010... 
				
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				La Croazia al voto pensando all’Ue 
				- Giovanni Casa 
				In Croazia è iniziata la campagna elettorale per le 
				presidenziali, che si terranno il prossimo 27 dicembre. 
				L’attuale capo dello Stato, Stipe Mesic, sta concludendo il suo 
				secondo quinquennio e la Costituzione non permette un terzo 
				mandato. Comandante supremo delle forze armate, il presidente 
				non ha poteri esecutivi, ma attribuisce l’incarico al capo del 
				governo che deve avere la fiducia del Parlamento. Secondo gli 
				ultimi sondaggi, l’esito sarà deciso al ballottaggio del 10 
				gennaio, perché tra i dodici candidati in lizza nessuno 
				sembrerebbe avere i consensi necessari, cioè la maggioranza 
				assoluta, per spuntarla al primo turno. .. 
				
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				Il rebus delle riforme in 
				Bosnia-Erzegovina - Rodolfo Bastianelli 
				Il principio su cu si basa la struttura costituzionale bosniaca 
				è quello del “power sharing”. Questa formula, riconoscendo 
				l’impossibilità di attuare qualsiasi forma di integrazione tra i 
				diversi gruppi nazionali, prevede la formazione di uno Stato 
				decentralizzato dove la quasi totalità delle competenze viene 
				lasciata alle due entità statali, la “Repubblica Srpska” a 
				maggioranza serba e la “Federazione di Bosnia–Erzegovina” 
				abitata in maggioranza da musulmani e croati. .. 
				
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				Il rapporto Ue-Cina e il ruolo 
				dell'Italia - Nicola Casarini 
				Quale politica estera è possibile - ed auspicabile - per 
				l’Italia verso una Cina sempre più forte ed influente sul piano 
				internazionale? La visita di Barack Obama in Asia, inclusa 
				l’importante tappa in Cina, è un’occasione per riflettere sul 
				nuovo ordine mondiale in gestazione e sul ruolo che l’Europa, e 
				al suo interno l’Italia, potrebbero avere. Una riflessione che 
				si intreccia, tra l’altro, con il dibattito che si è aperto su 
				AffarInternazionali in seguito alla pubblicazione lo scorso 
				luglio dell’articolo di Stefano Silvestri sullo status 
				internazionale dell’Italia. .. 
				
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				La Cooperazione strutturata 
				permanente e il futuro della difesa europea - Federico 
				Santopinto 
				La Cooperazione strutturata permanente (Csp), con la sua 
				formulazione tecnica e contorta, sembra un vero e proprio enigma 
				introdotto dal trattato di Lisbona in materia di difesa. 
				Dispersa tra gli oltre 400 articoli e i 37 protocolli annessi ai 
				nuovi trattati europei, è rimasta fino ad oggi ignorata dai 
				media e dall’opinione pubblica. La Csp si rivolge a quegli Stati 
				membri “che rispondono a criteri più elevati in termini di 
				capacità militari (…)”(art. 42.6 del trattato sull’Ue modificato 
				dal trattato di Lisbona). Essa può essere vista dunque come una 
				sorta di cooperazione rafforzata, ma riguardante esclusivamente 
				il settore della difesa. .. 
				
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